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Topic: A nessuno preoccupa per il futuro delle cripto la situazione tasse negli USA? (Read 650 times)

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Su Waves DEX per depositare o prelevare Euro bisogna eseguire la verifica KYC.

Se non ricordo male su waves le fiat sono accessibili tramite gateway, giusto? quindi è probabile che al gateway sia stato chiesto di fare kyc per mettersi in regola con le leggi .
Però non escludo che su altri dex possa esserci possibilità di scambiare con fiat senza kyc tra privati - se non ora in futuro perché no ?
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Su Waves DEX per depositare o prelevare Euro bisogna eseguire la verifica KYC.
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Si, sono d'accordo, è impossibile tassare ogni trade in criptovalute, proprio perchè si possono, e si potranno usare sempre di più in futuro gli exchange decentralizzati. O anche exchange anonimi... p2p tra privati... la lista di possibilità è infinita. L'unica cosa che si può fare è tassare il passaggio in fiat, cosa che probabilmente a breve faranno per legge (probabilmente con il canonico 26% sul capital gain).

Cosa vuol dire impossibile ? negli usa la legge è già in vigore dall'inizio di Gennaio e tassa proprio quel che stai dicendo essere impossibile, cioè il singolo trade tra criptovalute.
Che sia un casino farlo sono d'accordo con te, ma non è impossibile. E sai che gli usa sulle questioni fiscali sono inflessibili: come giustamente qualcun altro ha ricordato, Al Capone l'hanno blindato proprio sul fisco.

Certamente un cittadino usa potrà continuare ad usare anche i dex, ma resta a suo carico la necessità di pagare le tasse calcolate sulla singola operazione. E se lo beccano a sgarrare sono guai......
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ok come supponevo quindi. e allora come fa a coesistere un mondo in cui esistono exchange dex con un mondo in cui c'è una regolamentazione del tipo che descrivi?

Oggi coesistono, ma secondo me accade perché chi decide sta ancora cercando di capire il fenomeno.
Quando avranno deciso che direzione far prendere alle leggi secondo me ci saranno stati che consentiranno ambedue (exchange con kyc e dex) e altri che proibiranno i dex e quindi consentiranno solo exchange con kyx.
Ovviamente ci saranno poi anche quelli che proibiranno ambedue.


e il secondo punto oltre la questione liste kyc, imporre ad un dex di applicare tassazione in automatico sulle transazioni, è tecnicamente cosa fattibile?
Secondo me no. Il che vuol dire che alcuni stati li bloccherebbero, ma potranno farlo - come dicevo prima - solo quelli che governano con forti restrizioni nelle libertà personali.
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C'è un punto che non mi è chiaro: questa cosa si può fare anche sugli exchange decentralizzati?
o non cambia niente?
Gli exchange decentralizzati senza fiat non avranno dati reali degli utenti, non avranno il KYC, non avranno neanche un indirizzo email. Io al momento cito il caso di EtherDelta, che è l'unico DEX che ho provato fino ad ora, però è solo crypto-crypto, il giorno che ci sarà di mezzo anche fiat non so come faranno esattamente perché i soldi dovranno arrivare da circuiti ufficiali, penso. Quindi sarei curioso di saperlo pure io  Grin
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E' estremamente invasivo per come viene spiegato dall'OP.
Per ogni operazione finanziaria che per noi è una cazzatina (tipo comprare LTC, vendo, faccio qualche BTC di guadagno, poi compro BCH etc) bisogna calcolare la plusvalenza.
Per semplicità usiamo l'intero.
Da BTC a LTC, da 1 passo a 1,20. Quindi loro vogliono il 26% di quello 0,20. Come glieli mando?
Devo vendere BTC, passare in FIAT e bonificarglielo?
Oppure per ogni operazione si aggiunge semplicemente sul conto "irpef" americano e a fine anno mi arriva una botta mostruosa da pagare, con i soldi FIAT che ho (senza aver venduto BTC per bonificarmeli)?
Oppure ancora questa gente pretende di mettere mano direttamente negli exchange e gli exchange detraggono direttamente come fa la banca per operazioni finanziarie in plusvalenza?

L'anonimità in questo caso, sott'intende che se davvero gli exchange con documenti e cazzi vari cominceranno a rompere i coglioni in tal senso, si finirà in exchange ancora più decentralizzati e anonimi. E' una guerra che il legislatore non può vincere.
E questo aggrava di più le cose, perché come io potrei giocare in crypto per comprarmi la reggia di Caserta un giorno, c'è anche chi ci spaccia la droga a usare questi canali (e altre operazioni illecite).

Ecco perché dico che forse è meglio se si limitano a rompere le palle quando si usano servizi che passano per denaro FIAT o quando si passa in FIAT sul conto corrente.


Si, sono d'accordo, è impossibile tassare ogni trade in criptovalute, proprio perchè si possono, e si potranno usare sempre di più in futuro gli exchange decentralizzati. O anche exchange anonimi... p2p tra privati... la lista di possibilità è infinita. L'unica cosa che si può fare è tassare il passaggio in fiat, cosa che probabilmente a breve faranno per legge (probabilmente con il canonico 26% sul capital gain).
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Vabbè ma cosa c'entra avere o meno un lavoro? C'è anche chi da disoccupato si è fatto i soldi con le crypto.
Ed è già un concetto presente nel sistema di tassazione: redditi e fonti di reddito vanno tassati.

Fonti di reddito vanno tassate se mi offri un servizio in cambio (è il principio che regge il concetto di tassazione no ?). Ma nel mondo delle cripto quale servizio offre lo stato?
E' un po' come la tobin tax: doveva servire per tassare operazioni finanziarie contro la speculazione e poi - dicevano - è una cosa che ci chiede la UE e che tutti faranno. Risultato: siamo stati gli unici a introdurla per legge.
Mi dirai: che c'entra la tobin tax? risposta: cosa mi da lo stato in più in cambio rispetto a quando non c'era?  e che senso ha avuto metterla visto che affinché potesse essere efficace avrebbe dovuto essere adottata da tutti mentre alla fine siamo stati noi gli unici ? (e quindi non ha avuto efficacia se non consentire allo stato di raccogliere una nuova tassa?)
Pagare, sempre pagare.....  Huh


Sull'anonimità: prima di tutto mi domando la fattibilità di tutto il sistema.
E' estremamente invasivo per come viene spiegato dall'OP.
Per ogni operazione finanziaria che per noi è una cazzatina (tipo comprare LTC, vendo, faccio qualche BTC di guadagno, poi compro BCH etc) bisogna calcolare la plusvalenza.
Per semplicità usiamo l'intero.
Da BTC a LTC, da 1 passo a 1,20. Quindi loro vogliono il 26% di quello 0,20. Come glieli mando?
Devo vendere BTC, passare in FIAT e bonificarglielo?
Oppure per ogni operazione si aggiunge semplicemente sul conto "irpef" americano e a fine anno mi arriva una botta mostruosa da pagare, con i soldi FIAT che ho (senza aver venduto BTC per bonificarmeli)?
Oppure ancora questa gente pretende di mettere mano direttamente negli exchange e gli exchange detraggono direttamente come fa la banca per operazioni finanziarie in plusvalenza?
Le modalità precise non le conosco, ma è una tassa che è già in vigore dall'1/1 per cittadini usa che operino con exchange su territorio usa (ai quali sono state tempo prima chieste le liste dei cittadini usa).
Dati questi due requisiti immagino che chiederanno agli exchange di applicare la tassazione in automatico, un po' come fanno le ns. banche per i depositi titoli in regime amministrato.
Sicuramente per loro (i cittadini usa) sarà una bella incu@@ta !
Speriamo non copino la normativa pari pari anche nell'UE


L'anonimità in questo caso, sott'intende che se davvero gli exchange con documenti e cazzi vari cominceranno a rompere i coglioni in tal senso, si finirà in exchange ancora più decentralizzati e anonimi. E' una guerra che il legislatore non può vincere.

Mah, io sul fatto che il legislatore non possa vincere questo tipo di guerra non sarei così convinto (l'ho già detto altre volte qui sul forum e mi sono sentito le mie  Grin  )
I p2p non possono bloccarli facilmente perché dovrebbero restringere "un po' troppo" le libertà individuali su internet per cui sarebbe una mossa che per paesi occidentali/democratici sarebbe politicamente difficile da portare avanti. Ma in posti dove la democrazia è un concetto meno noto (es. Cina) sono blocchi che si possono fare sicuramente.
Da noi  - lo riconosco - sarebbe molto difficile.


Ecco perché dico che forse è meglio se si limitano a rompere le palle quando si usano servizi che passano per denaro FIAT o quando si passa in FIAT sul conto corrente.
Sarei d'accordo ma per % di tassazione basse però, non mettiamo loro in testa strane idee....  Wink

Sulla tassazione, il discorso è molto semplice: non funziona l'anarco-capitalismo come non funziona la pianificazione statale di stampo comunista (ormai sono rimasti solo i probi viri cinesi a farlo, ma tant'è).
Anche il capitalismo sfrenato è la rovina e l'esempio ce l'abbiamo sotto agli occhi ogni giorno.
In teoria la politica dovrebbe essere lo spostamento della tassazione per servire ad uno scopo: l'equa distribuzione della ricchezza e il consumo oculato di risorse non rinnovabili.
Insomma, servirebbe lungimiranza, che oggi non c'è.
Ma poi si entra in un campo ostico, l'economia, che non fa per me.

Comunque si può tranquillamente affermare che il denaro deve essere dinamico, e anche qui si potrebbe versare fiumi di inchiostro. La crisi di oggi è data da una quantità di denaro non investita che blocca la crescita e il dinamismo.
Mi viene in mente il problema tedesco dell'invecchiamento della popolazione: chi si ritira dal mondo del lavoro non ci pensa due volte a mettere via soldi per la pensione, altro che investirlo.

Ciò detto, non bisogna neppure partire dal presupposto che lo Stato sia il male assoluto, e piace fin troppo pensarlo.
Come ho già detto, a mio modestissimo parere, non è una guerra che si può vincere, sperare che le crypto annullino lo stato di fatto, uccidano le banche eccetera. Specie per il fatto che le crypto non saranno usate dal 100% della popolazione in tempi brevi. E comunque bisogna sempre passare (almeno per ora) attraverso una banca.
D'altra parte, la guerra totale alle crypto non si può fare per ovvi motivi inerenti internet.

In mezzo a tutto questo però ci sarà battaglia, secondo me (già c'è).
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Le modalità precise non le conosco, ma è una tassa che è già in vigore dall'1/1 per cittadini usa che operino con exchange su territorio usa (ai quali sono state tempo prima chieste le liste dei cittadini usa).
Dati questi due requisiti immagino che chiederanno agli exchange di applicare la tassazione in automatico, un po' come fanno le ns. banche per i depositi titoli in regime amministrato.

C'è un punto che non mi è chiaro: questa cosa si può fare anche sugli exchange decentralizzati?
o non cambia niente?


Beh le liste non penso proprio che possano chiederle: lo hanno fatto con gli exchange su territorio usa perché essendoci kyc obbligatorio l'exchange sapeva chi fossero i clienti, ma su un dex come farebbero?

ok come supponevo quindi. e allora come fa a coesistere un mondo in cui esistono exchange dex con un mondo in cui c'è una regolamentazione del tipo che descrivi?
e il secondo punto oltre la questione liste kyc, imporre ad un dex di applicare tassazione in automatico sulle transazioni, è tecnicamente cosa fattibile?
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Le modalità precise non le conosco, ma è una tassa che è già in vigore dall'1/1 per cittadini usa che operino con exchange su territorio usa (ai quali sono state tempo prima chieste le liste dei cittadini usa).
Dati questi due requisiti immagino che chiederanno agli exchange di applicare la tassazione in automatico, un po' come fanno le ns. banche per i depositi titoli in regime amministrato.

C'è un punto che non mi è chiaro: questa cosa si può fare anche sugli exchange decentralizzati?
o non cambia niente?


Beh le liste non penso proprio che possano chiederle: lo hanno fatto con gli exchange su territorio usa perché essendoci kyc obbligatorio l'exchange sapeva chi fossero i clienti, ma su un dex come farebbero?
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Le modalità precise non le conosco, ma è una tassa che è già in vigore dall'1/1 per cittadini usa che operino con exchange su territorio usa (ai quali sono state tempo prima chieste le liste dei cittadini usa).
Dati questi due requisiti immagino che chiederanno agli exchange di applicare la tassazione in automatico, un po' come fanno le ns. banche per i depositi titoli in regime amministrato.

C'è un punto che non mi è chiaro: questa cosa si può fare anche sugli exchange decentralizzati?
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Vabbè ma cosa c'entra avere o meno un lavoro? C'è anche chi da disoccupato si è fatto i soldi con le crypto.
Ed è già un concetto presente nel sistema di tassazione: redditi e fonti di reddito vanno tassati.

Fonti di reddito vanno tassate se mi offri un servizio in cambio (è il principio che regge il concetto di tassazione no ?). Ma nel mondo delle cripto quale servizio offre lo stato?
E' un po' come la tobin tax: doveva servire per tassare operazioni finanziarie contro la speculazione e poi - dicevano - è una cosa che ci chiede la UE e che tutti faranno. Risultato: siamo stati gli unici a introdurla per legge.
Mi dirai: che c'entra la tobin tax? risposta: cosa mi da lo stato in più in cambio rispetto a quando non c'era?  e che senso ha avuto metterla visto che affinché potesse essere efficace avrebbe dovuto essere adottata da tutti mentre alla fine siamo stati noi gli unici ? (e quindi non ha avuto efficacia se non consentire allo stato di raccogliere una nuova tassa?)
Pagare, sempre pagare.....  Huh


Sull'anonimità: prima di tutto mi domando la fattibilità di tutto il sistema.
E' estremamente invasivo per come viene spiegato dall'OP.
Per ogni operazione finanziaria che per noi è una cazzatina (tipo comprare LTC, vendo, faccio qualche BTC di guadagno, poi compro BCH etc) bisogna calcolare la plusvalenza.
Per semplicità usiamo l'intero.
Da BTC a LTC, da 1 passo a 1,20. Quindi loro vogliono il 26% di quello 0,20. Come glieli mando?
Devo vendere BTC, passare in FIAT e bonificarglielo?
Oppure per ogni operazione si aggiunge semplicemente sul conto "irpef" americano e a fine anno mi arriva una botta mostruosa da pagare, con i soldi FIAT che ho (senza aver venduto BTC per bonificarmeli)?
Oppure ancora questa gente pretende di mettere mano direttamente negli exchange e gli exchange detraggono direttamente come fa la banca per operazioni finanziarie in plusvalenza?
Le modalità precise non le conosco, ma è una tassa che è già in vigore dall'1/1 per cittadini usa che operino con exchange su territorio usa (ai quali sono state tempo prima chieste le liste dei cittadini usa).
Dati questi due requisiti immagino che chiederanno agli exchange di applicare la tassazione in automatico, un po' come fanno le ns. banche per i depositi titoli in regime amministrato.
Sicuramente per loro (i cittadini usa) sarà una bella incu@@ta !
Speriamo non copino la normativa pari pari anche nell'UE


L'anonimità in questo caso, sott'intende che se davvero gli exchange con documenti e cazzi vari cominceranno a rompere i coglioni in tal senso, si finirà in exchange ancora più decentralizzati e anonimi. E' una guerra che il legislatore non può vincere.

Mah, io sul fatto che il legislatore non possa vincere questo tipo di guerra non sarei così convinto (l'ho già detto altre volte qui sul forum e mi sono sentito le mie  Grin  )
I p2p non possono bloccarli facilmente perché dovrebbero restringere "un po' troppo" le libertà individuali su internet per cui sarebbe una mossa che per paesi occidentali/democratici sarebbe politicamente difficile da portare avanti. Ma in posti dove la democrazia è un concetto meno noto (es. Cina) sono blocchi che si possono fare sicuramente.
Da noi  - lo riconosco - sarebbe molto difficile.


Ecco perché dico che forse è meglio se si limitano a rompere le palle quando si usano servizi che passano per denaro FIAT o quando si passa in FIAT sul conto corrente.
Sarei d'accordo ma per % di tassazione basse però, non mettiamo loro in testa strane idee....  Wink
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comunque riassumendo per "accettabilità", un conto sarebbe l'eventuale tassa sui proventi se e quando cambio in fiat (-->tassa = contropartita, quindi qualche servizio/tutela), un altro mettere un'imposta sul patrimonio, o peggio tassazione retroattiva

concordiamo su questo?

Assolutamente   Grin
Ti ho pure dato un merit per le risposte nell'altro thread....
sr. member
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E' una questione spinosa.
In teoria, a monte lo Stato già fa qualcosa: garantisce che qualcuno non ti entri in casa per tagliarti la gola à la Game of Thrones mentre scavi cryptovalute (assieme a tante altre cosucce).
Nella realtà le cose sono molto più complesse di così.

Hai detto bene: in teoria !  Grin
Scherzi a parte: è vero quel che dici ma quel servizio io allo stato lo pago già. Lavoro, prendo uno stipendio che mi viene già tassato alla fonte.  Poi sarò libero di spendere questo stipendio come preferisco no ? perciò anche investendolo in cripto? e tu (stato) vuoi farmi pagare anche su questo secondo giro di soldi ?  
Io non lo trovo giusto, oppure se vuoi farlo dammi qualcosa in cambio (e torno alla risposta che ho dato prima parlando di "garanzie").


Io non ho ancora guardato le "novità" del sistema americano, ma proporre tassazione per ogni scoreggia in campo crypto è avidità. Una tassazione onesta dovrebbe tassare esclusivamente quando si passa in FIAT, non per ogni operazione su un sistema che in linea teorica dovrebbe essere più o meno anonimo.

Poni l'accento sulla possibilità di essere anonimo ma non è lì il punto.
Perché se fosse questo il punto cosa potremmo dedurne? che una cripto non anonima la dobbiamo tassare perché "tanto non è anonima" mentre una anonima no perché il fatto che è anonima la rende " non rintracciabile"?
Non vedo come si sposi questo concetto con il tema di servizi che citavi prima.
Se devo pagare perché lo stato mi da un servizio allora devo farlo anche se la cripto è anonima, no ? il punto  invece è: io pago se tu mi dai un servizio, ma quale servizio mi dai - tu stato - per le cripto ?


Vabbè ma cosa c'entra avere o meno un lavoro? C'è anche chi da disoccupato si è fatto i soldi con le crypto.
Ed è già un concetto presente nel sistema di tassazione: redditi e fonti di reddito vanno tassati.

Sull'anonimità: prima di tutto mi domando la fattibilità di tutto il sistema.
E' estremamente invasivo per come viene spiegato dall'OP.
Per ogni operazione finanziaria che per noi è una cazzatina (tipo comprare LTC, vendo, faccio qualche BTC di guadagno, poi compro BCH etc) bisogna calcolare la plusvalenza.
Per semplicità usiamo l'intero.
Da BTC a LTC, da 1 passo a 1,20. Quindi loro vogliono il 26% di quello 0,20. Come glieli mando?
Devo vendere BTC, passare in FIAT e bonificarglielo?
Oppure per ogni operazione si aggiunge semplicemente sul conto "irpef" americano e a fine anno mi arriva una botta mostruosa da pagare, con i soldi FIAT che ho (senza aver venduto BTC per bonificarmeli)?
Oppure ancora questa gente pretende di mettere mano direttamente negli exchange e gli exchange detraggono direttamente come fa la banca per operazioni finanziarie in plusvalenza?

L'anonimità in questo caso, sott'intende che se davvero gli exchange con documenti e cazzi vari cominceranno a rompere i coglioni in tal senso, si finirà in exchange ancora più decentralizzati e anonimi. E' una guerra che il legislatore non può vincere.
E questo aggrava di più le cose, perché come io potrei giocare in crypto per comprarmi la reggia di Caserta un giorno, c'è anche chi ci spaccia la droga a usare questi canali (e altre operazioni illecite).

Ecco perché dico che forse è meglio se si limitano a rompere le palle quando si usano servizi che passano per denaro FIAT o quando si passa in FIAT sul conto corrente.
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Una domanda, magari questo dato è già stato postato ma me lo sono perso: il titolo di questo topic riguarda la situazione tasse negli USA, però quello che ancora non ho capito è: ma negli USA, queste tasse, come funzionano? Che % c'è da pagare su quello che si possiede? Il 10%? Il 20%? Il 50%?
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 Grin Grin
ti ho detto faccio casino


beh se allora qui il discorso è più sul filosofico, penso anche da di la sia già chiaro il mio parere su truffequitalia:)

comunque riassumendo per "accettabilità", un conto sarebbe l'eventuale tassa sui proventi se e quando cambio in fiat (-->tassa = contropartita, quindi qualche servizio/tutela), un altro mettere un'imposta sul patrimonio, o peggio tassazione retroattiva


concordiamo su questo?

sul discorso della garanzia....

Ma nel caso delle cripto cosa fa lo stato a garanzia di chi compera o investe in cripto? nulla!  non impone nulla a chi fa una ICO  (non in Italia intendo), non offre alcuna garanzia o impone controlli a chi immette sul mercato questi strumenti, quindi perché poi dovrebbe pretendere una tassa sull'eventuale mio guadagno ?  se non mi offre nulla quando perdo, perché deve volere una fetta quando guadagno ?

Non so se mi sono spiegato meglio ora.....


Si io intendevo proprio questo punto, la parte precedente mi è chiara su come funziona nei mercati tradizionali:)
Ma la questione al momento non è proprio come dici tu, o sbaglio? O meglio, si sta parlando di regolamentazione e in base a quello che decideranno (mi auguro) saranno previste "azioni" a fronte dell'eventuale tassazione sulle cryptovalute. O sogno?

da ignorante e prima di leggere bene per intero l'altro post, come leggi davo addirittura per scontato che quanto meno stessimo parlando di tassazione, ovvero che "un qualche servizio a contropartita" sarebbe stato (sarà) previsto Smiley



ps riguardo "l'altro forumer": si c'è gente strana che scrive qui:D
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Faccio casino a star dietro a questo forum:D sto discutendo di questi concetti su quest'altro post più generale sulle tasse sui btc, e il concetto è proprio questo duesoldi.
Sui btc (pare) non ci sia una tassa, ma le plusvalenze da trading crypto vengono trattate come proventi finanziari. C'è un imposta, ossia non c'è bisogno di una contropartita da parte dello stato, come per esempio le imposte sul salario che già citi.

Questo sempre "pare".
Su perchè sia così e se sia giusto rimando all'altro post:)

Sì sì, sto leggendo anch'io "di là".
Qui stiamo discutendo di cosa possa essere giusto o no, diciamo che questo thread parla di tassazione in modo più filosofico o di cosa potrebbe essere giusto in futuro sul tema tasse. Nell'altro invece si cerca di dare qualche info tecnica su come comportarsi oggi.  "Si cerca" perché  come stai leggendo sono tutte interpretazioni, lo stesso forumer con il quale stai parlando di là ad un certo punto ha detto "fine  della beneficenza gratuita.   Grin"
......  che poi non è una bella frase da leggere su un forum: forse qualcuno gli ha chiesto dei btc quando lui avrà chiesto info sulle cripto?  Roll Eyes


EDIT:
a proposito: voglio la % sull'esempio "garanzia" che stai riproponendo di là.... Grin

sr. member
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E' una questione spinosa.
In teoria, a monte lo Stato già fa qualcosa: garantisce che qualcuno non ti entri in casa per tagliarti la gola à la Game of Thrones mentre scavi cryptovalute (assieme a tante altre cosucce).
Nella realtà le cose sono molto più complesse di così.

Hai detto bene: in teoria !  Grin
Scherzi a parte: è vero quel che dici ma quel servizio io allo stato lo pago già. Lavoro, prendo uno stipendio che mi viene già tassato alla fonte.  Poi sarò libero di spendere questo stipendio come preferisco no ? perciò anche investendolo in cripto? e tu (stato) vuoi farmi pagare anche su questo secondo giro di soldi ? 
Io non lo trovo giusto, oppure se vuoi farlo dammi qualcosa in cambio (e torno alla risposta che ho dato prima parlando di "garanzie").


Faccio casino a star dietro a questo forum:D sto discutendo di questi concetti su quest'altro post più generale sulle tasse sui btc, e il concetto è proprio questo duesoldi.
Sui btc (pare) non ci sia una tassa, ma le plusvalenze da trading crypto vengono trattate come proventi finanziari. C'è un imposta, ossia non c'è bisogno di una contropartita da parte dello stato, come per esempio le imposte sul salario che già citi.

Questo sempre "pare".
Su perchè sia così e se sia giusto rimando all'altro post:)
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E' una questione spinosa.
In teoria, a monte lo Stato già fa qualcosa: garantisce che qualcuno non ti entri in casa per tagliarti la gola à la Game of Thrones mentre scavi cryptovalute (assieme a tante altre cosucce).
Nella realtà le cose sono molto più complesse di così.

Hai detto bene: in teoria !  Grin
Scherzi a parte: è vero quel che dici ma quel servizio io allo stato lo pago già. Lavoro, prendo uno stipendio che mi viene già tassato alla fonte.  Poi sarò libero di spendere questo stipendio come preferisco no ? perciò anche investendolo in cripto? e tu (stato) vuoi farmi pagare anche su questo secondo giro di soldi ? 
Io non lo trovo giusto, oppure se vuoi farlo dammi qualcosa in cambio (e torno alla risposta che ho dato prima parlando di "garanzie").


Io non ho ancora guardato le "novità" del sistema americano, ma proporre tassazione per ogni scoreggia in campo crypto è avidità. Una tassazione onesta dovrebbe tassare esclusivamente quando si passa in FIAT, non per ogni operazione su un sistema che in linea teorica dovrebbe essere più o meno anonimo.

Poni l'accento sulla possibilità di essere anonimo ma non è lì il punto.
Perché se fosse questo il punto cosa potremmo dedurne? che una cripto non anonima la dobbiamo tassare perché "tanto non è anonima" mentre una anonima no perché il fatto che è anonima la rende " non rintracciabile"?
Non vedo come si sposi questo concetto con il tema di servizi che citavi prima.
Se devo pagare perché lo stato mi da un servizio allora devo farlo anche se la cripto è anonima, no ? il punto  invece è: io pago se tu mi dai un servizio, ma quale servizio mi dai - tu stato - per le cripto ?
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Ma la questione al momento non è proprio come dici tu, o sbaglio? O meglio, si sta parlando di regolamentazione e in base a quello che decideranno (mi auguro) saranno previste "azioni" a fronte dell'eventuale tassazione sulle cryptovalute. O sogno?

Altrimenti si è come dice Ale88, non garantisco nulla perchè reputo investimento in crypto = betting, vincite da gioco.

In realtà nessuno sa ancora cosa stiano pensando di fare (regolamentazioni e tassazione) i nostri amati amici del governo. Penso stiano schiarendosi anche loro le idee in attesa di decidere, ma proprio per questo potrebbero decidere di tutto.

Per Ale88  (riunisco in un unico post):
le vincite da scommesse sono tassate alla fonte se le fai su siti AAMS, oppure devi tu dichiarare e pagare in dichiarazione dei redditi in caso contrario:
http://www.superscommesse.it/notizie/tasse_e_scommesse__le_risposte_su_fisco_e_vincite-10746.html

Tornando però all'esempio della scommessa: per me è una cosa molto diversa. Io se investo in una cripto è perché ci credo, non perché voglio fare una scommessa (se no farei una scommessa su una partita o un cavallo). Mi informo su un progetto, leggo/mi studio il WP, e poi se mi decido acquisto.
E' qualcosa di molto più ponderato di una scommessa, metto soldi in un progetto in cui credo, un po' come se comperassi delle azioni.
E le azioni sono tassate - giustamente.
Però se l'azione viene viene azzerata perché la società fallisce, io come dicevo prima ho la possibilità di far causa ed è facile che qualcosa ottenga dalla liquidazione. Questa forma di garanzia mi viene offerta dallo stato che ha imposto all'azienda di ....eccetera non ripeto quel che ho scritto prima.
Invece se una cripto perde completamente di valore chi mi rimborsa? nessuno! lo stato non sa nemmeno che esiste quella cripto!  per questo dico che tutti i rischi rimangono a mio carico.
A quel punto pagare una tassa per un servizio che NON mi viene offerto.... mi dico, perché mai ?
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Con regolamentazioni di questo tipo si perdono molti dei vantaggi delle criptovalute.
Ok tassare il reddito quando si convertono le cripto in fiat, ma le tasse sul patrimonio sono odiose. Comunque anche su bitcoin entro qualche anno dovrebbero essere implementate le transazioni completamente anonime, quindi...
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Sono totalmente d'accordo con te ma non ho capito il punto riguardo la contropartita al rischio.
Cioè un conto sono i "problemi" che possono essere regolamentati tipo fallimenti, problemi che però in questo mondo significano scam/hacking e quindi ciao, un conto sono i rischi intrinsechi legati alla volatilità/speculazione.

Non vedo la differenza con mercato azionario per esempio.

Contropartita al rischio:
se tu comperi azioni/obbligazioni sei sì esposto ad alcuni tipi di rischio (volatilità, emittente. eventualmente cambio)  ma comunque hai la garanzia che la società (o lo stato nel caso di obbligazioni statali) per il solo fatto di essere quotata in borsa deve ogni anno presentare un bilancio che deve essere certificato da una società di revisione.
Se non lo fa non puoi essere quotata (o almeno non nei mercati principali).
Lo stesso per le obbligazioni, per esse le società di rating danno il famoso giudizio A/B/C eccetera eccetera.
Perché parlavo di contropartita al rischio? perché per azioni e obbl. se la società fallisce (o se lo stato defaulta) hai sempre e comunque la possibilità di rivalerti in giudizio per cercare di recuperare almeno qualcosa.
Certo il discorso sarebbe ampio e ci sono eccezioni o esempi contrari, ma nel 99% dei casi hai questa possibilità.
E questa possibilità alla fine ce l'hai proprio perché lo stato "impone" alle società che si vogliono quotare di rispettare certi requisiti: certificazioni annuali, eccetera.
In questo caso quindi posso anche capire che a fronte di un guadagno si debba pagare una tassa sulla plusvalenza, in fin dei conti lo stato fa qualcosa (obbliga la società a certificare il bilancio) per dare un minimo di garanzie al sistema.
Ma nel caso delle cripto cosa fa lo stato a garanzia di chi compera o investe in cripto? nulla!  non impone nulla a chi fa una ICO  (non in Italia intendo), non offre alcuna garanzia o impone controlli a chi immette sul mercato questi strumenti, quindi perché poi dovrebbe pretendere una tassa sull'eventuale mio guadagno ?  se non mi offre nulla quando perdo, perché deve volere una fetta quando guadagno ?

Non so se mi sono spiegato meglio ora.....

E' una questione spinosa.
In teoria, a monte lo Stato già fa qualcosa: garantisce che qualcuno non ti entri in casa per tagliarti la gola à la Game of Thrones mentre scavi cryptovalute (assieme a tante altre cosucce).
Nella realtà le cose sono molto più complesse di così.
Secondo me l'intento originale di togliere la politica dal denaro era troppo utopica (vires in numeris è molto carina come frase...), lo scardinare lo stato in un anarco-capitalismo redistribuzione della ricchezza etc etc.
La rivoluzione è certamente partita, ma bisogna appunto fare i conti con il sistema FIAT (e, di nuovo, pensare di cancellarlo con le crypto è parecchio utopico). In fondo, le altcoin fondano il loro valore sul bitcoin, che a sua volta fonda sulla moneta FIAT. Senza denaro stampato dalle banche non esisterebbe il bitcoin e viceversa.
Non si può essere "fuorilegge" totali per quanto a qualcuno piaccia l'idea (e ciononostante godere dei servizi offerti dallo Stato). Sicuramente farà parecchia gola a molti mettere le mani sui soldi che circolano sulle cryptovalute.
E sicuramente cercheranno di spingere alla tassazione massima.
Io non ho ancora guardato le "novità" del sistema americano, ma proporre tassazione per ogni scoreggia in campo crypto è avidità. Una tassazione onesta dovrebbe tassare esclusivamente quando si passa in FIAT, non per ogni operazione su un sistema che in linea teorica dovrebbe essere più o meno anonimo.

Poi bisogna considerare anche che già in passato si sono vendute e comprate droghe con il bitcoin. La cosa che detesto di più, è che narcotrafficanti facciano camionate di soldi con maggiore facilità, sfruttando un sistema che noi vediamo come il paladino della libertà suprema. La lotta all'illegalità e alla criminalità è un altro compito dello Stato.
Lo Stato dovrebbe "favorire" l'utilizzo equo e legale delle crypto, non adoperarlo come strumento finanziario per riempire le casse - a questo punto sono per la risoluzione ONU di privare i superricchi di almeno il 50% del loro patrimonio per far ripartire l'economia.
Senza considerare poi il consumo energetico del mining, cosa che fa inorridire molti, ma è un altro discorso e comunque già da noi la corrente si paga a caro prezzo. Forse i cinesi di notte l'hanno gratis.
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Ma nel caso delle cripto cosa fa lo stato a garanzia di chi compera o investe in cripto? nulla!  non impone nulla a chi fa una ICO  (non in Italia intendo), non offre alcuna garanzia o impone controlli a chi immette sul mercato questi strumenti, quindi perché poi dovrebbe pretendere una tassa sull'eventuale mio guadagno ?  se non mi offre nulla quando perdo, perché deve volere una fetta quando guadagno ?

Non so se mi sono spiegato meglio ora.....


Si io intendevo proprio questo punto, la parte precedente mi è chiara su come funziona nei mercati tradizionali:)
Ma la questione al momento non è proprio come dici tu, o sbaglio? O meglio, si sta parlando di regolamentazione e in base a quello che decideranno (mi auguro) saranno previste "azioni" a fronte dell'eventuale tassazione sulle cryptovalute. O sogno?

Altrimenti si è come dice Ale88, non garantisco nulla perchè reputo investimento in crypto = betting, vincite da gioco.

Anche se in realtà ad oggi le scommesse o sono monopolio di stato (casinò) o comunque autorizzazioni aams , le tasse le paghi a priori sia che vinci che se perdi:)
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Ma nel caso delle cripto cosa fa lo stato a garanzia di chi compera o investe in cripto? nulla!  non impone nulla a chi fa una ICO  (non in Italia intendo), non offre alcuna garanzia o impone controlli a chi immette sul mercato questi strumenti, quindi perché poi dovrebbe pretendere una tassa sull'eventuale mio guadagno ?  se non mi offre nulla quando perdo, perché deve volere una fetta quando guadagno ?
Non so se sia un paragone corretto ma oserei quasi mettere gli investimento in crypto sullo stesso piano delle scommesse calcistiche etc, ovvero che tu comunque rischi un capitale senza nessun tipo di garanzia dietro in caso di perdita di quanto "investito". E se uno guadagna con le scommesse non mi sembra che debba pagarci sopra le tasse, no? (chiedo sul serio).

PS: so perfettamente che e' un esempio un po' estremo ma non sapevo con che altro paragonarlo altrimenti.
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Sono totalmente d'accordo con te ma non ho capito il punto riguardo la contropartita al rischio.
Cioè un conto sono i "problemi" che possono essere regolamentati tipo fallimenti, problemi che però in questo mondo significano scam/hacking e quindi ciao, un conto sono i rischi intrinsechi legati alla volatilità/speculazione.

Non vedo la differenza con mercato azionario per esempio.

Contropartita al rischio:
se tu comperi azioni/obbligazioni sei sì esposto ad alcuni tipi di rischio (volatilità, emittente. eventualmente cambio)  ma comunque hai la garanzia che la società (o lo stato nel caso di obbligazioni statali) per il solo fatto di essere quotata in borsa deve ogni anno presentare un bilancio che deve essere certificato da una società di revisione.
Se non lo fa non puoi essere quotata (o almeno non nei mercati principali).
Lo stesso per le obbligazioni, per esse le società di rating danno il famoso giudizio A/B/C eccetera eccetera.
Perché parlavo di contropartita al rischio? perché per azioni e obbl. se la società fallisce (o se lo stato defaulta) hai sempre e comunque la possibilità di rivalerti in giudizio per cercare di recuperare almeno qualcosa.
Certo il discorso sarebbe ampio e ci sono eccezioni o esempi contrari, ma nel 99% dei casi hai questa possibilità.
E questa possibilità alla fine ce l'hai proprio perché lo stato "impone" alle società che si vogliono quotare di rispettare certi requisiti: certificazioni annuali, eccetera.
In questo caso quindi posso anche capire che a fronte di un guadagno si debba pagare una tassa sulla plusvalenza, in fin dei conti lo stato fa qualcosa (obbliga la società a certificare il bilancio) per dare un minimo di garanzie al sistema.
Ma nel caso delle cripto cosa fa lo stato a garanzia di chi compera o investe in cripto? nulla!  non impone nulla a chi fa una ICO  (non in Italia intendo), non offre alcuna garanzia o impone controlli a chi immette sul mercato questi strumenti, quindi perché poi dovrebbe pretendere una tassa sull'eventuale mio guadagno ?  se non mi offre nulla quando perdo, perché deve volere una fetta quando guadagno ?

Non so se mi sono spiegato meglio ora.....
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Io sono d'accordo nel pagare una tassazione se c'è un passaggio in fiat e soprattutto se c'è una legge chiara che attualmente in Italia non c'è.
Le crypto non devono essere secondo me utilizzate in modo da danneggiare la comunità (le tasse nascono per trovare le risorse necessarie alla comunità per determinati servizi ecc.).


Non sono d'accordo. I soldi dell'investimento sono i miei, i rischi me li assumo tutti io e ci devo pagare le tasse?

Esatto.
Ci si dimentica spesso di questo punto (evidenzio sopra in neretto)  e c'è un'enorme differenza rispetto a chi fa un investimento nei mercati regolamentati. In questi ultimi, sia che si comperino azioni, obbligazioni o altri titoli, c'è sempre un'emittente verso la quale ti puoi legalmente rivalere in caso di "problemi" (fallimenti o cose simili), inoltre c'è sempre un market maker che regola la disponibilità di liquidità.
Con le cripto no, non c'è nessuna garanzia contro queste due tipologie di rischio, il rischio perciò è UN POCHINO diverso. Ci dovremmo pure pagare le tasse senza averne una contropartita?

Sono totalmente d'accordo con te ma non ho capito il punto riguardo la contropartita al rischio.
Cioè un conto sono i "problemi" che possono essere regolamentati tipo fallimenti, problemi che però in questo mondo significano scam/hacking e quindi ciao, un conto sono i rischi intrinsechi legati alla volatilità/speculazione.

Non vedo la differenza con mercato azionario per esempio.
Se hai delle perdite, conoscevi il rischio, mi spiace. Se hai dei proventi / profitti finanziari, bravo, ora però ci paghi le tasse.
O un'imprenditore, se dichiari delle perdite mi spiace, se fai utile viene tassato.

Perchè io potrei anche operare nel mondo delle cryptovalute "a rischio zero" per quel che riguarda affidarmi ad enti esterni eccetera, comprando X BTC da un'altra persona, pagando in contanti, e facendo l'operazione inversa qualche mese dopo tornando in Fiat, assumendomi il "solo" rischio della volatilità del prezzo BTC che mi farà perdere o guadagnare Euro qualche mese dopo.
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Io sono d'accordo nel pagare una tassazione se c'è un passaggio in fiat e soprattutto se c'è una legge chiara che attualmente in Italia non c'è.
Le crypto non devono essere secondo me utilizzate in modo da danneggiare la comunità (le tasse nascono per trovare le risorse necessarie alla comunità per determinati servizi ecc.).


Non sono d'accordo. I soldi dell'investimento sono i miei, i rischi me li assumo tutti io e ci devo pagare le tasse?

Esatto.
Ci si dimentica spesso di questo punto (evidenzio sopra in neretto)  e c'è un'enorme differenza rispetto a chi fa un investimento nei mercati regolamentati. In questi ultimi, sia che si comperino azioni, obbligazioni o altri titoli, c'è sempre un'emittente verso la quale ti puoi legalmente rivalere in caso di "problemi" (fallimenti o cose simili), inoltre c'è sempre un market maker che regola la disponibilità di liquidità.
Con le cripto no, non c'è nessuna garanzia contro queste due tipologie di rischio, il rischio perciò è UN POCHINO diverso. Ci dovremmo pure pagare le tasse senza averne una contropartita?
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Io sono d'accordo nel pagare una tassazione se c'è un passaggio in fiat e soprattutto se c'è una legge chiara che attualmente in Italia non c'è.
Le crypto non devono essere secondo me utilizzate in modo da danneggiare la comunità (le tasse nascono per trovare le risorse necessarie alla comunità per determinati servizi ecc.).


Non sono d'accordo. I soldi dell'investimento sono i miei, i rischi me li assumo tutti io e ci devo pagare le tasse?
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Io sono d'accordo nel pagare una tassazione se c'è un passaggio in fiat e soprattutto se c'è una legge chiara che attualmente in Italia non c'è.
Le crypto non devono essere secondo me utilizzate in modo da danneggiare la comunità (le tasse nascono per trovare le risorse necessarie alla comunità per determinati servizi ecc.).
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Oggi ho letto da qualche parte che Mario Draghi sostiene che alcune banche potrebbero avere qualche capitale in btc. Quindi non c'è da preoccuparsi.
Solamente "alcune"? Come quel fenomeno di Dimon che prima spala cacca e poi compra per decine di milioni? Mi sembra il segreto di Pulcinella ragazzi, ovviamente le banche sono contro il BTC etc ma allo stesso tempo, se non sono completamente scemi, iniziano a pararsi il sedere, chi non lo farebbe?
Oltretutto altro che theter, quelli li generano veramente o se li fanno prestare a tasso negativo.
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Oggi ho letto da qualche parte che Mario Draghi sostiene che alcune banche potrebbero avere qualche capitale in btc. Quindi non c'è da preoccuparsi.
Solamente "alcune"? Come quel fenomeno di Dimon che prima spala cacca e poi compra per decine di milioni? Mi sembra il segreto di Pulcinella ragazzi, ovviamente le banche sono contro il BTC etc ma allo stesso tempo, se non sono completamente scemi, iniziano a pararsi il sedere, chi non lo farebbe?
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Oggi ho letto da qualche parte che Mario Draghi sostiene che alcune banche potrebbero avere qualche capitale in btc. Quindi non c'è da preoccuparsi.

Confermo, questo é il link:
https://www.google.it/amp/s/www.ilbitcoin.news/draghi-bce-le-banche-europee-potranno-detenere-bitcoin/amp/

É un'ottima notizia perché questo significa riconoscerli ufficialmente come beni. Inoltre é una notizia bomba per ICO come bankera!
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Oggi ho letto da qualche parte che Mario Draghi sostiene che alcune banche potrebbero avere qualche capitale in btc. Quindi non c'è da preoccuparsi.
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Non c'è molto di cui preoccuparsi, vedi altri paesi come Australia e Giappone come stanno cominciando a integrarle come VERE e proprie monete. L'UNICA cosa che mi preoccupa è come diceva uno degli utenti come verrà tassata in Italia  Grin.
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Scusate ma mi sfugge il nesso tra "lo tassano" e "lo fanno per bloccarlo"  Huh
Premesso che negli USA le tasse sono una cosa seria (chiedete ad Al Capone), il fatto di tassarli vorrebbe dire riconoscerli ufficialmente, e stando anche a quanto è venuto fuori da un incontro del senato americano che si è svolto ieri non mi sembra affatto che vogliano affossarlo. La tecnologia blockchain è qui per rimanere, lo hanno detto, e stanno andando più sull'idea del "come possiamo ottenere un ritorno pure noi e ridurre i rischi" piuttosto che un "BTC è il diavolo e va bloccato a tutti i costi". No?
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nonostante i recenti dump il bitcoin fa sempre piu paura ai governi ed alle banche,perche e una cosa che non possono controllare ed una reale alternativa al sistema bancario,quindi tentano in tutti i modi di bloccarlo,tassarlo renderne difficile l'utilizzo ed il possesso ma non credo ci riusciranno perche credo sia il sistema di pagamento/cambio del futuro che nessuno potra bloccare o impedirne la libera circolazione,se non ci riuscira il bitcoin il suo successore sara sicuramente una moneta universale di tutte le nazioni...
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beh ma ragazzi, non capisco cosa ci sia di strano...
le banche hanno paura delle cryptovalute, sempre di più.
ci saranno ostruzionismi da parte dei governi e da parte delle banche stesse (a volte governi=banche quindi..), c'è da aspettarselo.
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A quanto pare alcune grosse banche USA hanno bloccato l'acquisto di cryptovalute tramite carte di credito, altro che tassarle:

https://www.coindesk.com/report-bank-america-jp-morgan-ban-credit-crypto-purchases/
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Su una nota chat di Telegram si sta pensando di subissare l'Ade di quesiti su dove vadano inseriti in dichiarazione i punti fragola..... Grin

 Gia mi immagino equitalia sotto casa che pretende i punti fragola non dichiarati  Cheesy
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Quote

Una cosa del tipo: Per dichiarare il possesso dei bitcoin, devi calcolare l'aliquota di sta ceppa, in un giorno di primavera, diviso il calzino di tua nonna, sottraendo l'età di tuo nipote al netto di quando detieni.
Una cosa all'italiana insomma, una merda confusionaria.
Ma oh...vediamo.



 Grin Grin
Senza contare che hanno appena fatto, in Italia non in Usa, una legge per normare le valute virtuali facendo il solito casino..... Nella definizione che hanno dato, che imporrebbe l'obbligo di iscriversi agli elenchi dei cambiavalute, hanno scritto di "persone fisiche o giuridiche che forniscono a terzi, a titolo professionale, servizi funzionali all'utilizzo, allo scambio, alla conservazione di valuta virtuale e alla loro conversione da ovvero in valute aventi corso legale".
IN pratica, come fatto notare da molti, rientrano anche i punti fragola della Esselunga, i buoni Amazon etc etc etc. Su una nota chat di Telegram si sta pensando di subissare l'Ade di quesiti su dove vadano inseriti in dichiarazione i punti fragola..... Grin
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Ma che c'entra il discorso dell'evasione?
La cosa che dovrebbe preoccupare è che hanno deciso di "metterle in regola" solo dal punto di vista fiscale senza riconoscerle come valute legali.


Una cosa per volta...se non le metti in regola non le puoi accettare legalmente, arriveremo anche li (vedi giappone, australia..ecc..ecc...), un passo per volta.

Cosa c'entrano le tasse e l'evasione?
Direi che c'entrano tutto il succo del discorso cripto.
Ai governi non gliene frega una mazza delle cripto, gli interessa mantenere il controllo, evitare il riciclaggio e l'evasione per fini illeciti e leciti.

Se proprio devo essere preoccupato, bhe mi preoccupa come verranno gestite in Italia...

Una cosa del tipo: Per dichiarare il possesso dei bitcoin, devi calcolare l'aliquota di sta ceppa, in un giorno di primavera, diviso il calzino di tua nonna, sottraendo l'età di tuo nipote al netto di quando detieni.
Una cosa all'italiana insomma, una merda confusionaria.
Ma oh...vediamo.

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Ma che c'entra il discorso dell'evasione?
La cosa che dovrebbe preoccupare è che hanno deciso di "metterle in regola" solo dal punto di vista fiscale senza riconoscerle come valute legali.
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E quindi abbandoniamo la baracca?
Ma preoccuparsi di cosa?

Se le cripto vengono messe in regola anzichè essere continuamente osteggiate come sta avvenendo si aprono mercati fino ad oggi impensabili, si apre la vera adozione.
Qualcuno credeva che i governi non facessero nulla?Su che pianeta?
Semplifico anche io, le tasse comunque bisogna pagarle (o cercare di evaderle...fate come volete) qualsiasi sia la valuta che si sceglie...i vantaggi delle cripto rimangono.

Vediamo che succederà...


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Stranamente sul web italiano ma anche europeo non se ne parla più di tanto, come se l'argomento non ci riguardasse affatto.

Negli USA però le tasse per le criptovalute da quest'anno sono già realtà e pur non considerandole come valute legali, l'IRS ha trovato il modo di trattarle in maniera completa ed esemplare.

Innanzitutto se detenute come capitale, dal punto di vista fiscale hanno deciso di considerare tutte le valute virtuali come "proprietà".
Chi effettua il trading attraverso gli exchange deve dichiarare eventuale guadagno o perdita. Non importa se sono state ritirate in FIAT o sono rimaste delle cryptocoin, tutto quello che ha un valore equivalente in valuta reale (quindi penso anche gli ICO) deve comunque essere dichiarato al valore corrente del dollaro.

Lo stesso vale per i fork e se si paga beni e servizi in criptomoneta (ad esempio tramite il saldo delle carte di debito bitcoin che oggi vale X e domani Y)

Non sono stati risparmiati neppure chi ottiene la criptomoneta dal mining, un caso dove c'è anche la possibilità che si venga considerati come lavoratori autonomi.

Se invece si è un datore di lavoro che vuole pagare i proprio dipendenti in criptovaluta la legislazione è la stessa di quella prevista per la retribuzione in dollari.

Sono stato impreciso e ho semplificato molto,  ma chi volesse approfondire troverà tutto qua https://www.irs.gov/newsroom/irs-virtual-currency-guidance


Questo potrebbe diventare benissimo un modello fonte di ispirazione anche per gli altri stati che volessero regolamentare le cryptovalute.
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