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Topic: analogie con la bolla dot com (Read 627 times)

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July 24, 2017, 03:54:53 AM
#5
allego questa vecchia tabella. è da aggiornanre perchè la capitalizzazione del bitcoin ora è a 45 billion circa. Ma rende ancora comunque l' idea. e guardando questa tabella parlare di bolla del bitcoin fa quasi sorridere secondo me. tenete anche conto che il valore dell' oro è tenuto artificialmente basso. prendendo un asset a caso tra quelli nella tabella , vi porgo una domanda: è così irrealistico che nei prossimi anni il bitcoin raggiunga una capitalizzazione pari a 1/7 di quella dell' oro? o all 1 % del broad money ?tale capitalizzazione piazzerebbe il bitcoin ad un valore di circa 70.000$

http://money.visualcapitalist.com/all-of-the-worlds-money-and-markets-in-one-visualization/



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July 22, 2017, 04:10:43 PM
#4
ma se parliamo di ICO di nuove monete su ethereum forse. se parliamo di blockchain e/o bitcoin propio no.
-non siamo in borsa
-blockchain è una nuova tecnologia il dot.com no, erano aziende spesso basate sul nulla
-non stiamo parlando di imprese, ma di valuta virtuale e di tecnologia.
-i valori rapportati ai mercati finanziari o  a qualsiasi altra bolla speculativa sono ancora infinitesimali rispetti ad esse. per cui o non è una bolla, o è una bolla che sta partendo ma ben lontana dal suo apice, oppure più che una bolla è una vescica  Grin
legendary
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July 22, 2017, 04:52:00 AM
#3
Secondo me ci sono forti analogie, l'ho anche scritto 2 o 3 settimane fa in risposta ad un altro post qui nella sezione italiana.

L'analogia è data secondo me da molti fattori:
- interesse che cresce in modo molto (troppo) veloce, e quindi non si ha il tempo di approfondire ma ci si "butta" nella convinzione che attendere significherebbe perdersi qualche pump
- aziende spesso piccole (sia exchange sia ico) che come giustamente dici anche tu rappresentano un rischio proprio per le ridotte dimensioni
- negli anni 90 bastava che l'azienda avesse alcune paroline chiave nella ragione sociale (dot, com, internet, .....) perché fosse oggetto di interesse, esattamente come avviene con le coin: non si sa cosa si compra, ma le si compra perché altri stanno comperando
- aziende create senza troppe speranze (per la serie: se va bene ok, altrimenti....) ma con l'intenzione almeno all'inizio di raccogliere fondi, nel 90 con il collocamento in borsa, oggi con una ico
- mercato che ancora non ha preso una direzione precisa: anche qui proprio come accadeva con le aziende che nascevano sul fronte internet e spesso non avevano una base di clienti consolidata alla quale appoggiarsi, per cui appena il mercato cambiava un po' rimanevano spiazzate
- e chissà quante altre ancora......  insomma per me la risposta è assolutamente sì
legendary
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July 22, 2017, 03:59:44 AM
#2
secondo voi non ci sono analogie fra il rusch cryptos e la bolla dot com anni 90?
Il periodo fu segnato dalla fondazione (e conseguenti fallimenti) di un numero elevato di nuove aziende con scopo sociale di svolgere attività nel settore Internet (e più in generale il settore informatico) generalmente chiamata Dot-com; erano compagnie scarsamente capitalizzate, di piccole dimensioni (in molti casi con un solo azionista fondatore), molto esposte in un settore fortemente sovrastimato ovvero una condizione fondamentale alla base delle bolle speculative.
Forse.
Bisogna segnalare che, al contrario di quello che succedeva allora, nella blockchain non possono camuffare e nascondere fondi e risulta più difficile truffare la gente.
Bisogna comunque sempre sapere e studiare prima di investire e, come si suol dire: non investire mai piu' di quanto si sia disposti a perdere.
hero member
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July 22, 2017, 03:06:46 AM
#1
secondo voi non ci sono analogie fra il rusch cryptos e la bolla dot com anni 90?
Il periodo fu segnato dalla fondazione (e conseguenti fallimenti) di un numero elevato di nuove aziende con scopo sociale di svolgere attività nel settore Internet (e più in generale il settore informatico) generalmente chiamata Dot-com; erano compagnie scarsamente capitalizzate, di piccole dimensioni (in molti casi con un solo azionista fondatore), molto esposte in un settore fortemente sovrastimato ovvero una condizione fondamentale alla base delle bolle speculative.
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