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Topic: Banche italiane che bloccano bonifici verso exchange (Read 891 times)

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Il problema di fondo è che non hanno voglia di sbattersi, tutto lì.

Molto vero. A livello “micro” spesso sono chiari i costi di intraprendere una strada, lavoro, documenti, rischi reputazionali etc, mentre sono poco chiari i benefici.
Avviene in molti ambiti, bitcoin è solo uno di questi.
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Sei un trader BTC in prevalenza? Unicredit non è ancora riuscita a inserire nel fantastico gestionale rischi il tuo profilo, quindi qualcuno deve fare delle indagini o richieste a mano (per es. la buona vecchia telefonata).

Questo secondo me è il problema di fondo
Il problema di fondo è che non hanno voglia di sbattersi, tutto lì. Non per niente di solito le banche sono quasi tutte a favore o contro, è difficile trovare banche neutrali. Mi ricorda molto la situazione che ho dovuto affrontare quando dovevo aprire un conto bancario negli USA prima dell'arrivo del visto: svariate banche mi dissero che non era possibile farlo oppure volevano una quantità ridicola di documenti; poi ho conosciuto un italiano che lavorava in banca e lui si è specializzato ad aprire conti a stranieri nella mia situazione, quindi portava un sacco di clienti alla sua banca perché è tra le pochissime persone che sapeva come svolgere questa procedura, tantissimi altri invece non volevano seccature e preferivano rinunciare.
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.....
Questo secondo me è il problema di fondo

In parte è senz'altro come dici, in parte secondo me gioca anche il fatto che le cripto sono comunque descritte come "il male" da molti: media, pezzi grossi della finanza e dell'economia, insomma sono cose dalle quali un direttore di banca che non abbia voglia di informarsi in autonomia preferisce stare alla larga perché influenzato da questi input.

Poi mettici che sarà loro arrivata nel tempo qualche circolare che in modo più o meno ufficiale indicava di evitare contatti con il mondo cripto ed il quadro è completo.



La cosa brutta è che a quanto sembra non vengono accettate sfumature

Se tizio ha bonificato 1 anno fa su un exchange 10k, e ieri se ne è rimandati 50k dallo stesso exchange, con tutta la documentazione dove sostanzialmente si evince che i movimenti fatti hanno generato la plusvalenza... bisogna lasciarlo in pace.

Capisco che invece i problemi possano sorgere per es. dai venditori p2p che ricevono bonifici da chiunque, e a mio avviso sono loro che hanno "macchiato" i rapporti con quasi tutte le banche, specialmente le più sbrigative, ci sono stati troppi illeciti in passato.



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.....
Questo secondo me è il problema di fondo

In parte è senz'altro come dici, in parte secondo me gioca anche il fatto che le cripto sono comunque descritte come "il male" da molti: media, pezzi grossi della finanza e dell'economia, insomma sono cose dalle quali un direttore di banca che non abbia voglia di informarsi in autonomia preferisce stare alla larga perché influenzato da questi input.

Poi mettici che sarà loro arrivata nel tempo qualche circolare che in modo più o meno ufficiale indicava di evitare contatti con il mondo cripto ed il quadro è completo.

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Ci stanno riprovando ? 

https://www.criptovaluta.it/33729/unicredit-nuovo-attacco-alla-crypto-liberta-la-minaccia-fa-il-giro-di-twitter

Dai che tra 5 giorni smentiscono dicendo che si è trattato di un fraintendimento!   Grin



Do la mia interpretazione:

Unicredit (e in particolare i direttori filiali di UniCredit) non hanno nessuna voglia di indagare sulle origini lecite dei fondi.


Sei un benzinaio, un panettiere, un dentista, un idraulico, un mago per le feste dei bambini (cit. Salvini)? Unicredit ha già il tuo profilo medio nel loro gestionale e l'analisi di rischio è tutta automatica. Se stai dentro le ganasce predisposte e i soldi arrivano da IBAN "tranquilli" sei apposto.

Sei un trader BTC in prevalenza? Unicredit non è ancora riuscita a inserire nel fantastico gestionale rischi il tuo profilo, quindi qualcuno deve fare delle indagini o richieste a mano (per es. la buona vecchia telefonata).

Questo secondo me è il problema di fondo
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Ci stanno riprovando ? 

https://www.criptovaluta.it/33729/unicredit-nuovo-attacco-alla-crypto-liberta-la-minaccia-fa-il-giro-di-twitter

Dai che tra 5 giorni smentiscono dicendo che si è trattato di un fraintendimento!   Grin



come dico sempre, basta cambiar banca
poi unicredit dicono sia molto esposta con la russia, quindi ha gia mezzo piede nella fossa se continua cosi (la guerra)

non capisco tutti sti problemi che vi fate nel dire "VAFFANCULO" a un fornitore che pagate e non fa le cose come volete voi
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Ci stanno riprovando ? 

https://www.criptovaluta.it/33729/unicredit-nuovo-attacco-alla-crypto-liberta-la-minaccia-fa-il-giro-di-twitter

Dai che tra 5 giorni smentiscono dicendo che si è trattato di un fraintendimento!   Grin

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ma se fosse davvero così (cioè che all'estero le applicano prima), pensi davvero che:
- Ing Italia abbia potuto applicare delle proprie regole senza che in Olanda sapessero nulla ?
- Binck Italia..... idem senza che in Olanda sapessero nulla ?
- N26..... idem senza che in Germania lo sapessero ?

Mi sembrerebbe davvero molto strano. Anni fa lavoravo per la filiale italiana di una azienda (settore finanziario) Svizzera: non potevamo muovere foglia senza che casa madre desse il proprio ok.
E per i 3 sopra casa madre non sapeva nulla ? Improbabile..... secondo me invece sapevano che le regole erano lasche solo che andava loro bene perché a loro volta le applicavano (lasche) nei rispettivi stati di origine.
Da qui il mio "sfogo" iniziale: perché solo a noi ?   Cheesy
Mia opinione, ovvio....


Le regole AML/KYC sono sí comunitarie, ma poi l’implementazione ed il controllo spettano alle rispettive autorità nazionali, che fanno un po’ come vogliono.
E di certo le nostre non sono note per il fatto di essere dinamiche e proattive, non credo ci sia necessità di fare esempi.
Quindi si, potrebbe sembrare assurdo, ma possono esserci differenze sostanziali tra le diverse filiali.
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....
Mi sorprendo che tu ti sorprenda... ti vengono in mente paesi europei di un certo livello... dove i giudici sono stati fatti saltare per aria ?
dove negli anni '70 ~ '90, si sono visti tutti insieme:
BR, NAR, altro estremismo di destra e di sinistra vario, la mala del Brenta, la banda della Magliana,
...... [cut]

Ho ben presente queste casistiche e la capacità tutta italiana di essere sempre più furbi degli altri, ma proprio per questi motivi (almeno credo) l'Italia è da tempo all'avanguardia nella gestione delle pratiche AML tanto che lo scorso anno c'è stata la proposta ufficiale del governo per candidarla come sede per l'agenzia europea per l'antiriciclaggio.
Linko un sito a caso:

https://open.luiss.it/2021/06/17/litalia-e-leader-dellantiriciclaggio-e-merita-la-nuova-agenzia-europea/


La domanda che facevo - però - nasceva proprio da questa consapevolezza. Ovvero: dato che l'Italia ha da sempre un grado di criminalità molto elevato si è dotata in anticipo rispetto ad altri o comunque con forme migliori di regole AML efficaci.
Ma anche alla luce di questo: possibile che debbano applicare regole così "severe" (leggi stringenti o invasive della privacy) quando la maggior parte degli altri stati non fanno altrettanto ?
Perché.... ok che come scrivi:
La normativa è europea.
Tendenzialmente negli altri posti accadono meno cose eclatanti perché i controlli li fanno prima, non durante o peggio dopo.
Non hai una unità KYC/AML adeguata ? non apri nemmeno.

ma se fosse davvero così (cioè che all'estero le applicano prima), pensi davvero che:
- Ing Italia abbia potuto applicare delle proprie regole senza che in Olanda sapessero nulla ?
- Binck Italia..... idem senza che in Olanda sapessero nulla ?
- N26..... idem senza che in Germania lo sapessero ?

Mi sembrerebbe davvero molto strano. Anni fa lavoravo per la filiale italiana di una azienda (settore finanziario) Svizzera: non potevamo muovere foglia senza che casa madre desse il proprio ok.
E per i 3 sopra casa madre non sapeva nulla ? Improbabile..... secondo me invece sapevano che le regole erano lasche solo che andava loro bene perché a loro volta le applicavano (lasche) nei rispettivi stati di origine.
Da qui il mio "sfogo" iniziale: perché solo a noi ?   Cheesy
Mia opinione, ovvio....




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Qui il testo integrale della lettera inviata da Bankitalia.

A me di questa storia di N26 colpisce una cosa.
Se ricordate 1 o 2 anni fa ING Italia aveva subito stessa sorte: proibizione di aprire nuovi conti per un certo periodo perché era risultata carente sui controlli AML.
Lo scorso anno Binck Italia (vi ho raccontato qualcosa quando vi ho descritto l'epopea di alcuni per trasferire il dossier titoli verso altre banche) aveva bloccato parecchi conti perché, subito dopo l'acquisizione da parte di BG-Saxo ed a seguito di verifiche fatte da questi, era emerso che per molti clienti non erano state fatte le adeguate verifiche.
Ora N26, ma si badi: sempre per la sezione italiana.

Alla luce di questo mi domando: tutti questi controlli fatti SOLO verso le filiali italiane di banche estere, cosa nascondono ?
O siamo solo noi italiani ad essere rigidi nei controlli, oppure se li fanno anche all'estero evidentemente sono molto più blandi.
Sbaglio?
Come mai solo a noi rompono le scatole con controlli così stringenti ?



La normativa è europea.
Tendenzialmente negli altri posti accadono meno cose eclatanti perché i controlli li fanno prima,
non durante o peggio dopo.
Non hai una unità KYC/AML adeguata ? non apri nemmeno.

Mi sorprendo che tu ti sorprenda... ti vengono in mente paesi europei di un certo livello... dove i giudici sono stati fatti saltare per aria ?
dove negli anni '70 ~ '90, si sono visti tutti insieme:
BR, NAR, altro estremismo di destra e di sinistra vario, la mala del Brenta, la banda della Magliana, l'ascesa dei Corleonesi su altra mafia, l' 'ndrangheta, la Sacra Corona Unita, la Stidda, la Nuova Camorra Organizzata di Cutulo, P2 di Licio Gelli, Gladio, la corruzione politica ed il finanziamento illecito ai partiti, poi emerso nelle inchieste di mani pulite inizio anni '90... una striscia che continua, ogni 2/3 giorni c'è un politico indagato per corruzione, amministrazioni locali sciolte, appalti truccati, l'ultimo scandalo quello sulle mascherine e tanti altri avranno da venire sull'accoglienza dei profughi.
Le vicende del mostro di Firenze che s'intrecciano con la strategia della tensione, massoneria, sette occulte... ( https://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:qxpKatcENqsJ:https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/newsletter-appartamento-segreti-1.5928981+&cd=2&hl=it&ct=clnk&gl=it )

Più di recente, in ordine sparso: le vicende della famiglia Renzi, guai con la giustizia, padre, madre, figlio... dall'altra parte le vicende della famiglia Bossi, le vicende di Berlusconi finite con una condanna... ( per molto meno all'estero sono costretti a dimettersi ), la faida di Secondigliano - Scampia, vicenda giudiziaria dietro il MOSE, Zonin e Popolare Vicenza, la distruzione del Monte dei Paschi di Siena con gente finita misteriosamente fuori dalla finestra... altre banche minori disintegrate ( https://www.lanazione.it/pontedera/economia/cassa-risparmio-san-miniato-1.3432045 ), Mafia Capitale, i Casamonica, gli Spada, le testate... gli sputtamamenti quotidiani che fanno vedere a Striscia la Notizia, e tutto quello che non mi viene in mente.

Ci sono cose poi scivolose tra Bunga Bunga come Lapo Elkann, Fabrizio Corona cose che se succedevano ad un cristiano normale si doveva fare monaco eremita in Nuova Papuasia, loro fanno i mezzi influencer e la gente dice "guarda forte"; sulla falsa riga ci sono storie come quella di Marrazzo, una vicenda su cui pesa un cognome che allude a rime grevi... Marrazzo quello che conduceva la trasmissione "Mi Manda Rai Tre" la tutela per i consumatori, alla scoperta delle magagne d'Italia... una trasmissione dove si scagliavano le pietre con o senza peccati addosso evidentemente.
Scivoloni di questo tipo ce ne sono diversi, diversi tipi e qualità: https://firenze.repubblica.it/cronaca/2021/02/04/news/firenze_carabinieri_violenza_sessuale_studentesse_americane_marco_camuffo-285983413/

Intendiamoci, mafie e potentati esistono ovunque, ma in Italia oltre che essere diffusi uniformemente su tutto il territorio, sono particolarmente organizzati e radicati.
Siamo sempre più immersi come si dice qui dalle mie parti nei "monti di sudicio".

Certa gente, a partire dai politici e da chi ricopre cariche pubbliche, dovrebbero pubblicare una sorta di blockchain, aperta alla pubblica consultazione, in real-time, nominativa, personale, univoca, a vita; dove sono rendicontate tutte le spese ogni singolo centesimo speso/incassato.
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Qui il testo integrale della lettera inviata da Bankitalia.

A me di questa storia di N26 colpisce una cosa.
Se ricordate 1 o 2 anni fa ING Italia aveva subito stessa sorte: proibizione di aprire nuovi conti per un certo periodo perché era risultata carente sui controlli AML.
Lo scorso anno Binck Italia (vi ho raccontato qualcosa quando vi ho descritto l'epopea di alcuni per trasferire il dossier titoli verso altre banche) aveva bloccato parecchi conti perché, subito dopo l'acquisizione da parte di BG-Saxo ed a seguito di verifiche fatte da questi, era emerso che per molti clienti non erano state fatte le adeguate verifiche.
Ora N26, ma si badi: sempre per la sezione italiana.

Alla luce di questo mi domando: tutti questi controlli fatti SOLO verso le filiali italiane di banche estere, cosa nascondono ?
O siamo solo noi italiani ad essere rigidi nei controlli, oppure se li fanno anche all'estero evidentemente sono molto più blandi.
Sbaglio?
Come mai solo a noi rompono le scatole con controlli così stringenti ?

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C'è un detto che è all'incirca "una bugia diventa verità se ripetuta tante volte"

Si ma anche basta.

Hai ragione tu, c’è un bias morale dovuto senz’altro ad incompetenza, ma anche opportunismo o ad agende diverse:

Altrimenti non si spiegherebbero scene come questa:


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Ma perché accanirsi con le crittovalute?
In primo luogo, le carenze erano su KYC/AML, ovvero procedure che non hanno nulla a che vedere con le crypto, e che devono essere comunque messe in atto dalla banca. In secondo luogo, ci sono molti altri servizi che possono essere assai più utili per il riciclaggio che un movimento su una blockchain pubblica ed eterna.
C'è un detto che è all'incirca "una bugia diventa verità se ripetuta tante volte", il discorso delle cripto usate dai criminali e che quindi vanno bloccate dalle banche è una di queste. L'altra probabilmente è che BTC inquina come tutto il *inserite nome di una nazione a caso*. D'altra parte sono oltre 10 anni che ripetono le stesse cose, se all'inizio si poteva scusare l'ignoranza per mancanza di dati, informazioni poco chiare, difficoltà di comprensione, quello che volete insomma, ora direi che la malafede (e la paura) siano chiare. Prima o poi in ogni caso finiremo anche con queste menzogne, ci siamo librati del "la Cina banna bitcoin", ce la faremo anche questa volta.
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Come no... buffoni incompetenti!

Qui il testo integrale della lettera inviata da Bankitalia.

Colpisce una frase, in particolare:

Quote
La Banca d'Italia,<...> ha imposto alla succursale italiana di N26 Bank <...> il divieto di offerta di nuovi prodotti e servizi alla clientela esistente (ad es. cryptoassets).

Ma perché accanirsi con le crittovalute?
In primo luogo, le carenze erano su KYC/AML, ovvero procedure che non hanno nulla a che vedere con le crypto, e che devono essere comunque messe in atto dalla banca. In secondo luogo, ci sono molti altri servizi che possono essere assai più utili per il riciclaggio che un movimento su una blockchain pubblica ed eterna.

Insomma, l'ennesimo sintomo di un fortissimo bias ideologico.


Insomma,a il solito bias.
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e no.. dicono loro.. cosi non sappiamo che tipo sei... MA VAI A FARE IN CULO
Eh purtroppo funziona così. Quando mi sono trasferito degli USA ho iniziato ad usare più spesso la carta di credito perché era il modo più semplice per far crescere il mio credit history, altrimenti il mio punteggio sarebbe rimasto basso e avrebbe provocato problemi quando, per esempio, ti fanno un controllo prima di accettarti come inquilino in una casa in affitto. Praticamente la banca stessa mi ha pure detto di aprire più account presso altre banche per avere più carte di credito possibili, così da non accumulare troppi debiti sulla stessa. Aaah il capitalismo  Roll Eyes
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non posso non meritarti
abbiamo lo stesso modus operandi e mindset in merito alle banche

alcune loro "cose" mi fanno ridere
quando ho stipulato il mutuo
mi fanno: lei non ha mai avuto debiti, e' bianco
e io "beh e' una cosa buona"

e no.. dicono loro.. cosi non sappiamo che tipo sei... MA VAI A FARE IN CULO

esatto, per loro sei una variabile impazzita, non rientri nei loro schemi... ma come, non ti indebiti continuamente come tutti gli altri imbecilli che si comprano a rate l'iphone che gli costa uno stipendio e mezzo, per cambiarlo ogni sei mesi perché altrimenti non sei abbastanza trendy?
Mmmm sei un tipo sospetto, pericoloso, antisociale: non stai dando il tuo contributo a mantenere il livello di consumi superflui che fa girare l'economia, oltre a bruciare le risorse finite del pianeta ad un tasso insostenibile... ma di quello chi se ne fotte, il cattivo è solo bitcoin che "consuma l'energia della Svezia", ecc. ecc.
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non posso non meritarti
abbiamo lo stesso modus operandi e mindset in merito alle banche

alcune loro "cose" mi fanno ridere
quando ho stipulato il mutuo
mi fanno: lei non ha mai avuto debiti, e' bianco
e io "beh e' una cosa buona"

e no.. dicono loro.. cosi non sappiamo che tipo sei... MA VAI A FARE IN CULO
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Questa potrebbe essere una valida spiegazione:

https://www.corriere.it/economia/finanza/22_marzo_30/n26-bankitalia-blocca-operazioni-nuovi-clienti-criptovalute-carenze-nell-antiriciclaggio-096cbc70-afe7-11ec-9789-5da5d2d36231.shtml

In pratica dopo l'ispezione sono entrati in modalità panic e hanno iniziato a bloccare e chiudere conti ad minchiam. Come al solito poi pescando a strascico ci vanno di mezzo utenti del tutto incolpevoli che non hanno violato alcuna norma.

Quote
Ad ogni modo «il divieto non avrà impatto sulla clientela esistente», i cui conti continuano ad operare.

Come no... buffoni incompetenti!
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meno di un operazione al mese di media è pochissimo!!
praticamente non è movimentato..

Meno di un movimento al mese, mero transito verso exchange.
Come dice Paolo: che lo tengono a fare un cliente così?
Capisco, pur non condividendolo, il ragionamento che ha portato la banca a chiudere il conto.

No. Meno di un movimento al mese verso exchange. Oltre a varie operazioni per normali pagamenti. Non ho mai detto che fosse l'unico utilizzo per quel conto, per quanto lo utilizzi meno di quello principale.
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meno di un operazione al mese di media è pochissimo!!
praticamente non è movimentato..

Meno di un movimento al mese, mero transito verso exchange.
Come dice Paolo: che lo tengono a fare un cliente così?
Capisco, pur non condividendolo, il ragionamento che ha portato la banca a chiudere il conto.
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Le normative su AML e segnalazioni all'UIF mi sono ormai note, dato che se ne è già discusso varie volte anche qui. Possono fare tutte le segnalazioni che vogliono, nel mio caso non troveranno nulla di illecito. Gli importi che ho inviato su exchange sono modesti e per nulla anomali rispetto alla mia situazione reddituale e patrimoniale. Non uso il conto per ricevere somme da terzi, ho sempre trasferito da/verso miei conti italiani, e usato l'app e la carta per normali pagamenti.

Quello che posso ipotizzare è che si tratti di una di quelle banche che non vogliono a priori avere a che fare con bitcoin, e i clienti che effettuano serenamente quel genere di operazioni (in modo perfettamente lecito) li scaricano senza troppi complimenti o spiegazioni. Dal mio punto di vista, scusatemi se lo ripeto, lo trovo piuttosto irritante e offensivo, poi potranno avere le loro ragioni e le loro policy.

Comunque hai toccato un punto significativo: con l'home banking prima e le app e i servizi di pagamento poi, si è creata una sempre maggiore distanza tra cliente e fornitore di servizi bancari e di pagamento, che ha finito per annullare completamente il rapporto interpersonale. Probabilmente fino a 20-30 anni fa, quando avere il conto in banca significava che per usarlo dovevi proprio andare in banca, e non eri solo un nome o un codice cliente, ma una persona con un volto conosciuto, se qualche operazione fosse stata vista come sospetta, magari prima di arrivare a provvedimenti drastici il direttore ti avrebbe chiamato in filiale per farti due domande. Al giorno d'oggi conta sempre meno il fattore umano e sempre più l'algoritmo, un altro segno dei tempi.


Non conosco la tua movimentazione e cosa intendi esattamente per importi "modesti", anche se il tipo d'importo non ha influenza, quello che prevale è la natura dell'operazione.

Penso che potresti essere incappato comunque nel punto che ho evidenziato sopra:
ricariche e addebiti continui di fondi, con operazioni di “mero transito”

Il fatto che non hai ricevuto fondi da terzi, forse non è proprio un punto a favore.
Se nei terzi ci mettiamo datore di lavoro, azienda che paga delle provvigioni e simili.

Se ho più di un conto a me intestato, mi pare ovvio che l'accredito delle sipendio può avvenire su uno solo di essi, dal quale andranno prelevate le somme da depositare sugli altri. Poi anche definire i depositi e i prelievi come "continui" mi suona abbastanza surreale, trattandosi di un numero di operazioni complessive nel corso dell'anno che si contano sulle dita di una mano, per poche migliaia di euro totali.
Ma se il dubbio fosse stato quello, anziché precipitarsi a chiudere il conto, bastava che mi chiedessero l'origine dei fondi, gli avrei fatto vedere serenamente che tutto ciò che ho versato su quel conto deriva dai miei guadagni onestamente ottenuti lavorando.
Mi pare veramente assurdo che uno debba stare attento a fare tutti questi calcoli, per paura di usare "troppo" il conto, o in modo non conforme a quanto qualcuno ha deciso in base a parametri prestabiliti arbitrari e in certi casi irrealistici.

EDIT: aggiungo un particolare non proprio trascurabile, per prevenire una possibile obiezione che già mi aspetto: ma allora perché non hai versato le somme su exchange direttamente dal conto italiano su cui ricevi lo stipendio, e hai fatto i passaggi intermedi su N26? Il motivo è molto semplice: il conto N26 è l'unico ad avere la caratteristica fondamentale di completare i bonifici in giornata. Se dispongo un bonifico entro una certa ora, diciamo nel primo pomeriggio, me lo trovo accreditato dall'altra parte entro sera il giorno stesso. Quando si volgiono usare quei fondi per fare operazioni spot sul trading, avere la somma disponibile senza dover aspettare il giorno seguente è evidentemente un vantaggio non da poco.
Non so poi se questa caratteristica valga anche per i conti di adesso che hanno IBAN italiano o fosse così solo per quelli con IBAN tedesco, comunque è uno dei motivi se non il motivo per cui trovo veramente irritante e inopportuna questa decisione unilaterale della banca.

Su molti aspetti posso convenire con te, ma... devi vedere le cose da un punto di vista legale, di principio e non per buon senso o simpatia.

Da un punto di vista legale non è affatto ovvio avere un solo conto corrente dove va accreditato lo stipendio; per consuetudine, comodità magari si fornisce al proprio datore di lavoro un solo IBAN...
non è escluso né vietato farsi fare accrediti diversi.

La normativa mi sembra chiara:
ricariche e addebiti continui di fondi, con operazioni di “mero transito”

Se mi dici che hai usato la N26 per tua comodità per fare passaggi intermedi, siamo nel pieno dell'utilizzo anomalo di un conto.
Intendendosi per mero transito proprio operazioni di cambio, fiat -> cripto, cripto -> fiat.
Solo liquidi.


Il fatto che una struttura come N26 a fronte di un canone di cifra modesta, se deve mettere su un ufficio antiriciclaggio a gestire tutti gli altert non ne può avere un vantaggio economico.

Se cerchi un conto con bonifici istantanei vicino al mondo cripto, puoi pensare anche ad Hype di Banca Sella.


N26 è proprio a canone zero in realtà :v

Che poi anche qua, "continui" è qualcosa di vago...
Per "continui" io mi aspetterei almeno diversi al mese...

sì l'avevo scritto sopra, nel mio caso decisamente meno di un'operazione al mese in media.
Hype ne ho sentito molto parlare, ma Nuri sembrerebbe a canone zero, anche se poi ha commissioni più alte se si usa per fare trading. Non lo userei comunque direttamente per trading di crypto, ma sempre per alimentare un conto su exchange, che ha commissioni più basse.

meno di un operazione al mese di media è pochissimo!!
praticamente non è movimentato..
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Le normative su AML e segnalazioni all'UIF mi sono ormai note, dato che se ne è già discusso varie volte anche qui. Possono fare tutte le segnalazioni che vogliono, nel mio caso non troveranno nulla di illecito. Gli importi che ho inviato su exchange sono modesti e per nulla anomali rispetto alla mia situazione reddituale e patrimoniale. Non uso il conto per ricevere somme da terzi, ho sempre trasferito da/verso miei conti italiani, e usato l'app e la carta per normali pagamenti.

Quello che posso ipotizzare è che si tratti di una di quelle banche che non vogliono a priori avere a che fare con bitcoin, e i clienti che effettuano serenamente quel genere di operazioni (in modo perfettamente lecito) li scaricano senza troppi complimenti o spiegazioni. Dal mio punto di vista, scusatemi se lo ripeto, lo trovo piuttosto irritante e offensivo, poi potranno avere le loro ragioni e le loro policy.

Comunque hai toccato un punto significativo: con l'home banking prima e le app e i servizi di pagamento poi, si è creata una sempre maggiore distanza tra cliente e fornitore di servizi bancari e di pagamento, che ha finito per annullare completamente il rapporto interpersonale. Probabilmente fino a 20-30 anni fa, quando avere il conto in banca significava che per usarlo dovevi proprio andare in banca, e non eri solo un nome o un codice cliente, ma una persona con un volto conosciuto, se qualche operazione fosse stata vista come sospetta, magari prima di arrivare a provvedimenti drastici il direttore ti avrebbe chiamato in filiale per farti due domande. Al giorno d'oggi conta sempre meno il fattore umano e sempre più l'algoritmo, un altro segno dei tempi.


Non conosco la tua movimentazione e cosa intendi esattamente per importi "modesti", anche se il tipo d'importo non ha influenza, quello che prevale è la natura dell'operazione.

Penso che potresti essere incappato comunque nel punto che ho evidenziato sopra:
ricariche e addebiti continui di fondi, con operazioni di “mero transito”

Il fatto che non hai ricevuto fondi da terzi, forse non è proprio un punto a favore.
Se nei terzi ci mettiamo datore di lavoro, azienda che paga delle provvigioni e simili.

Se ho più di un conto a me intestato, mi pare ovvio che l'accredito delle sipendio può avvenire su uno solo di essi, dal quale andranno prelevate le somme da depositare sugli altri. Poi anche definire i depositi e i prelievi come "continui" mi suona abbastanza surreale, trattandosi di un numero di operazioni complessive nel corso dell'anno che si contano sulle dita di una mano, per poche migliaia di euro totali.
Ma se il dubbio fosse stato quello, anziché precipitarsi a chiudere il conto, bastava che mi chiedessero l'origine dei fondi, gli avrei fatto vedere serenamente che tutto ciò che ho versato su quel conto deriva dai miei guadagni onestamente ottenuti lavorando.
Mi pare veramente assurdo che uno debba stare attento a fare tutti questi calcoli, per paura di usare "troppo" il conto, o in modo non conforme a quanto qualcuno ha deciso in base a parametri prestabiliti arbitrari e in certi casi irrealistici.

EDIT: aggiungo un particolare non proprio trascurabile, per prevenire una possibile obiezione che già mi aspetto: ma allora perché non hai versato le somme su exchange direttamente dal conto italiano su cui ricevi lo stipendio, e hai fatto i passaggi intermedi su N26? Il motivo è molto semplice: il conto N26 è l'unico ad avere la caratteristica fondamentale di completare i bonifici in giornata. Se dispongo un bonifico entro una certa ora, diciamo nel primo pomeriggio, me lo trovo accreditato dall'altra parte entro sera il giorno stesso. Quando si volgiono usare quei fondi per fare operazioni spot sul trading, avere la somma disponibile senza dover aspettare il giorno seguente è evidentemente un vantaggio non da poco.
Non so poi se questa caratteristica valga anche per i conti di adesso che hanno IBAN italiano o fosse così solo per quelli con IBAN tedesco, comunque è uno dei motivi se non il motivo per cui trovo veramente irritante e inopportuna questa decisione unilaterale della banca.

Su molti aspetti posso convenire con te, ma... devi vedere le cose da un punto di vista legale, di principio e non per buon senso o simpatia.

Da un punto di vista legale non è affatto ovvio avere un solo conto corrente dove va accreditato lo stipendio; per consuetudine, comodità magari si fornisce al proprio datore di lavoro un solo IBAN...
non è escluso né vietato farsi fare accrediti diversi.

La normativa mi sembra chiara:
ricariche e addebiti continui di fondi, con operazioni di “mero transito”

Se mi dici che hai usato la N26 per tua comodità per fare passaggi intermedi, siamo nel pieno dell'utilizzo anomalo di un conto.
Intendendosi per mero transito proprio operazioni di cambio, fiat -> cripto, cripto -> fiat.
Solo liquidi.


Il fatto che una struttura come N26 a fronte di un canone di cifra modesta, se deve mettere su un ufficio antiriciclaggio a gestire tutti gli altert non ne può avere un vantaggio economico.

Se cerchi un conto con bonifici istantanei vicino al mondo cripto, puoi pensare anche ad Hype di Banca Sella.


N26 è proprio a canone zero in realtà :v

Che poi anche qua, "continui" è qualcosa di vago...
Per "continui" io mi aspetterei almeno diversi al mese...

sì l'avevo scritto sopra, nel mio caso decisamente meno di un'operazione al mese in media.
Hype ne ho sentito molto parlare, ma Nuri sembrerebbe a canone zero, anche se poi ha commissioni più alte se si usa per fare trading. Non lo userei comunque direttamente per trading di crypto, ma sempre per alimentare un conto su exchange, che ha commissioni più basse.
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Le normative su AML e segnalazioni all'UIF mi sono ormai note, dato che se ne è già discusso varie volte anche qui. Possono fare tutte le segnalazioni che vogliono, nel mio caso non troveranno nulla di illecito. Gli importi che ho inviato su exchange sono modesti e per nulla anomali rispetto alla mia situazione reddituale e patrimoniale. Non uso il conto per ricevere somme da terzi, ho sempre trasferito da/verso miei conti italiani, e usato l'app e la carta per normali pagamenti.

Quello che posso ipotizzare è che si tratti di una di quelle banche che non vogliono a priori avere a che fare con bitcoin, e i clienti che effettuano serenamente quel genere di operazioni (in modo perfettamente lecito) li scaricano senza troppi complimenti o spiegazioni. Dal mio punto di vista, scusatemi se lo ripeto, lo trovo piuttosto irritante e offensivo, poi potranno avere le loro ragioni e le loro policy.

Comunque hai toccato un punto significativo: con l'home banking prima e le app e i servizi di pagamento poi, si è creata una sempre maggiore distanza tra cliente e fornitore di servizi bancari e di pagamento, che ha finito per annullare completamente il rapporto interpersonale. Probabilmente fino a 20-30 anni fa, quando avere il conto in banca significava che per usarlo dovevi proprio andare in banca, e non eri solo un nome o un codice cliente, ma una persona con un volto conosciuto, se qualche operazione fosse stata vista come sospetta, magari prima di arrivare a provvedimenti drastici il direttore ti avrebbe chiamato in filiale per farti due domande. Al giorno d'oggi conta sempre meno il fattore umano e sempre più l'algoritmo, un altro segno dei tempi.


Non conosco la tua movimentazione e cosa intendi esattamente per importi "modesti", anche se il tipo d'importo non ha influenza, quello che prevale è la natura dell'operazione.

Penso che potresti essere incappato comunque nel punto che ho evidenziato sopra:
ricariche e addebiti continui di fondi, con operazioni di “mero transito”

Il fatto che non hai ricevuto fondi da terzi, forse non è proprio un punto a favore.
Se nei terzi ci mettiamo datore di lavoro, azienda che paga delle provvigioni e simili.

Se ho più di un conto a me intestato, mi pare ovvio che l'accredito delle sipendio può avvenire su uno solo di essi, dal quale andranno prelevate le somme da depositare sugli altri. Poi anche definire i depositi e i prelievi come "continui" mi suona abbastanza surreale, trattandosi di un numero di operazioni complessive nel corso dell'anno che si contano sulle dita di una mano, per poche migliaia di euro totali.
Ma se il dubbio fosse stato quello, anziché precipitarsi a chiudere il conto, bastava che mi chiedessero l'origine dei fondi, gli avrei fatto vedere serenamente che tutto ciò che ho versato su quel conto deriva dai miei guadagni onestamente ottenuti lavorando.
Mi pare veramente assurdo che uno debba stare attento a fare tutti questi calcoli, per paura di usare "troppo" il conto, o in modo non conforme a quanto qualcuno ha deciso in base a parametri prestabiliti arbitrari e in certi casi irrealistici.

EDIT: aggiungo un particolare non proprio trascurabile, per prevenire una possibile obiezione che già mi aspetto: ma allora perché non hai versato le somme su exchange direttamente dal conto italiano su cui ricevi lo stipendio, e hai fatto i passaggi intermedi su N26? Il motivo è molto semplice: il conto N26 è l'unico ad avere la caratteristica fondamentale di completare i bonifici in giornata. Se dispongo un bonifico entro una certa ora, diciamo nel primo pomeriggio, me lo trovo accreditato dall'altra parte entro sera il giorno stesso. Quando si volgiono usare quei fondi per fare operazioni spot sul trading, avere la somma disponibile senza dover aspettare il giorno seguente è evidentemente un vantaggio non da poco.
Non so poi se questa caratteristica valga anche per i conti di adesso che hanno IBAN italiano o fosse così solo per quelli con IBAN tedesco, comunque è uno dei motivi se non il motivo per cui trovo veramente irritante e inopportuna questa decisione unilaterale della banca.

Su molti aspetti posso convenire con te, ma... devi vedere le cose da un punto di vista legale, di principio e non per buon senso o simpatia.

Da un punto di vista legale non è affatto ovvio avere un solo conto corrente dove va accreditato lo stipendio; per consuetudine, comodità magari si fornisce al proprio datore di lavoro un solo IBAN...
non è escluso né vietato farsi fare accrediti diversi.

La normativa mi sembra chiara:
ricariche e addebiti continui di fondi, con operazioni di “mero transito”

Se mi dici che hai usato la N26 per tua comodità per fare passaggi intermedi, siamo nel pieno dell'utilizzo anomalo di un conto.
Intendendosi per mero transito proprio operazioni di cambio, fiat -> cripto, cripto -> fiat.
Solo liquidi.


Il fatto che una struttura come N26 a fronte di un canone di cifra modesta, se deve mettere su un ufficio antiriciclaggio a gestire tutti gli altert non ne può avere un vantaggio economico.

Se cerchi un conto con bonifici istantanei vicino al mondo cripto, puoi pensare anche ad Hype di Banca Sella.


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Le normative su AML e segnalazioni all'UIF mi sono ormai note, dato che se ne è già discusso varie volte anche qui. Possono fare tutte le segnalazioni che vogliono, nel mio caso non troveranno nulla di illecito. Gli importi che ho inviato su exchange sono modesti e per nulla anomali rispetto alla mia situazione reddituale e patrimoniale. Non uso il conto per ricevere somme da terzi, ho sempre trasferito da/verso miei conti italiani, e usato l'app e la carta per normali pagamenti.

Quello che posso ipotizzare è che si tratti di una di quelle banche che non vogliono a priori avere a che fare con bitcoin, e i clienti che effettuano serenamente quel genere di operazioni (in modo perfettamente lecito) li scaricano senza troppi complimenti o spiegazioni. Dal mio punto di vista, scusatemi se lo ripeto, lo trovo piuttosto irritante e offensivo, poi potranno avere le loro ragioni e le loro policy.

Comunque hai toccato un punto significativo: con l'home banking prima e le app e i servizi di pagamento poi, si è creata una sempre maggiore distanza tra cliente e fornitore di servizi bancari e di pagamento, che ha finito per annullare completamente il rapporto interpersonale. Probabilmente fino a 20-30 anni fa, quando avere il conto in banca significava che per usarlo dovevi proprio andare in banca, e non eri solo un nome o un codice cliente, ma una persona con un volto conosciuto, se qualche operazione fosse stata vista come sospetta, magari prima di arrivare a provvedimenti drastici il direttore ti avrebbe chiamato in filiale per farti due domande. Al giorno d'oggi conta sempre meno il fattore umano e sempre più l'algoritmo, un altro segno dei tempi.


Non conosco la tua movimentazione e cosa intendi esattamente per importi "modesti", anche se il tipo d'importo non ha influenza, quello che prevale è la natura dell'operazione.

Penso che potresti essere incappato comunque nel punto che ho evidenziato sopra:
ricariche e addebiti continui di fondi, con operazioni di “mero transito”

Il fatto che non hai ricevuto fondi da terzi, forse non è proprio un punto a favore.
Se nei terzi ci mettiamo datore di lavoro, azienda che paga delle provvigioni e simili.

Se ho più di un conto a me intestato, mi pare ovvio che l'accredito delle sipendio può avvenire su uno solo di essi, dal quale andranno prelevate le somme da depositare sugli altri. Poi anche definire i depositi e i prelievi come "continui" mi suona abbastanza surreale, trattandosi di un numero di operazioni complessive nel corso dell'anno che si contano sulle dita di una mano, per poche migliaia di euro totali.
Ma se il dubbio fosse stato quello, anziché precipitarsi a chiudere il conto, bastava che mi chiedessero l'origine dei fondi, gli avrei fatto vedere serenamente che tutto ciò che ho versato su quel conto deriva dai miei guadagni onestamente ottenuti lavorando.
Mi pare veramente assurdo che uno debba stare attento a fare tutti questi calcoli, per paura di usare "troppo" il conto, o in modo non conforme a quanto qualcuno ha deciso in base a parametri prestabiliti arbitrari e in certi casi irrealistici.

EDIT: aggiungo un particolare non proprio trascurabile, per prevenire una possibile obiezione che già mi aspetto: ma allora perché non hai versato le somme su exchange direttamente dal conto italiano su cui ricevi lo stipendio, e hai fatto i passaggi intermedi su N26? Il motivo è molto semplice: il conto N26 è l'unico ad avere la caratteristica fondamentale di completare i bonifici in giornata. Se dispongo un bonifico entro una certa ora, diciamo nel primo pomeriggio, me lo trovo accreditato dall'altra parte entro sera il giorno stesso. Quando si volgiono usare quei fondi per fare operazioni spot sul trading, avere la somma disponibile senza dover aspettare il giorno seguente è evidentemente un vantaggio non da poco.
Non so poi se questa caratteristica valga anche per i conti di adesso che hanno IBAN italiano o fosse così solo per quelli con IBAN tedesco, comunque è uno dei motivi se non il motivo per cui trovo veramente irritante e inopportuna questa decisione unilaterale della banca.

Su molti aspetti posso convenire con te, ma... devi vedere le cose da un punto di vista legale, di principio e non per buon senso o simpatia.

Da un punto di vista legale non è affatto ovvio avere un solo conto corrente dove va accreditato lo stipendio; per consuetudine, comodità magari si fornisce al proprio datore di lavoro un solo IBAN...
non è escluso né vietato farsi fare accrediti diversi.

La normativa mi sembra chiara:
ricariche e addebiti continui di fondi, con operazioni di “mero transito”

Se mi dici che hai usato la N26 per tua comodità per fare passaggi intermedi, siamo nel pieno dell'utilizzo anomalo di un conto.
Intendendosi per mero transito proprio operazioni di cambio, fiat -> cripto, cripto -> fiat.
Solo liquidi.


Il fatto che una struttura come N26 a fronte di un canone di cifra modesta, se deve mettere su un ufficio antiriciclaggio a gestire tutti gli altert non ne può avere un vantaggio economico.

Se cerchi un conto con bonifici istantanei vicino al mondo cripto, puoi pensare anche ad Hype di Banca Sella.
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Bah, a questo punto che si fo***no, sono io il primo a non voler aver a che fare con una banca che all'alba del 2022 ancora applica misure talebane contro i clienti che operano in crypto.
Anche perché nel frattempo ho scoperto quest'altro conto, sempre con sede in DE, che sembra molto interessante e offre addirittura una sezione proprio dedicata alle crypto:

https://nuri.com/cryptocurrency/

Qualcuno l'ha provato? come vi trovate?
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ma tu facevi bonifici in uscita? o in entrata?

Io lo sto usando e finora non ho avuto problemi...

Speriamo bene a questo punto...

Come al solito dipende come si usa un conto.
Se quello é il tuo unico conto, allora magari hai domiciliazioni bancarie, domiciliazioni dello stipendio, magari rata del mutuo, movimenti regolari, bonifici, carte agganciate, deposito titoli etc.. In questo contesto la banca può essere tollerante per bonifici in entrata/uscita verso exchange.
Invece se quello fosse un conto di “servizio” usato solo per bonifici da/verso exchange, beh, la banca potrebbe an he decidere di chiudere il contratto. Per lei troppo grosso il rischio, senza avere nulla in contropartita.

sìsì sicuramente.
Che poi non capisco, hanno timore di rotture di scatole con entità governative?
Ma se loro stesse come leggevo su altri post sono obbligate a segnalare, di base "si sono già messe in campo"...
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ma tu facevi bonifici in uscita? o in entrata?

Io lo sto usando e finora non ho avuto problemi...

Speriamo bene a questo punto...

Come al solito dipende come si usa un conto.
Se quello é il tuo unico conto, allora magari hai domiciliazioni bancarie, domiciliazioni dello stipendio, magari rata del mutuo, movimenti regolari, bonifici, carte agganciate, deposito titoli etc.. In questo contesto la banca può essere tollerante per bonifici in entrata/uscita verso exchange.
Invece se quello fosse un conto di “servizio” usato solo per bonifici da/verso exchange, beh, la banca potrebbe an he decidere di chiudere il contratto. Per lei troppo grosso il rischio, senza avere nulla in contropartita.
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Riapro questo vecchio topic perché avevo un conto N26 di quelli vecchi con Iban tedesco, e mi è arrivata una comunicazione di recesso unilaterale della banca, senza spiegazioni plausibili su presunte operazioni sospette.
Qualcun altro ha avuto problemi con loro per utilizzo legato a crypto?

ma tu facevi bonifici in uscita? o in entrata?

Io lo sto usando e finora non ho avuto problemi...

Speriamo bene a questo punto...
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Le normative su AML e segnalazioni all'UIF mi sono ormai note, dato che se ne è già discusso varie volte anche qui. Possono fare tutte le segnalazioni che vogliono, nel mio caso non troveranno nulla di illecito. Gli importi che ho inviato su exchange sono modesti e per nulla anomali rispetto alla mia situazione reddituale e patrimoniale. Non uso il conto per ricevere somme da terzi, ho sempre trasferito da/verso miei conti italiani, e usato l'app e la carta per normali pagamenti.

Quello che posso ipotizzare è che si tratti di una di quelle banche che non vogliono a priori avere a che fare con bitcoin, e i clienti che effettuano serenamente quel genere di operazioni (in modo perfettamente lecito) li scaricano senza troppi complimenti o spiegazioni. Dal mio punto di vista, scusatemi se lo ripeto, lo trovo piuttosto irritante e offensivo, poi potranno avere le loro ragioni e le loro policy.

Comunque hai toccato un punto significativo: con l'home banking prima e le app e i servizi di pagamento poi, si è creata una sempre maggiore distanza tra cliente e fornitore di servizi bancari e di pagamento, che ha finito per annullare completamente il rapporto interpersonale. Probabilmente fino a 20-30 anni fa, quando avere il conto in banca significava che per usarlo dovevi proprio andare in banca, e non eri solo un nome o un codice cliente, ma una persona con un volto conosciuto, se qualche operazione fosse stata vista come sospetta, magari prima di arrivare a provvedimenti drastici il direttore ti avrebbe chiamato in filiale per farti due domande. Al giorno d'oggi conta sempre meno il fattore umano e sempre più l'algoritmo, un altro segno dei tempi.


Non conosco la tua movimentazione e cosa intendi esattamente per importi "modesti", anche se il tipo d'importo non ha influenza, quello che prevale è la natura dell'operazione.

Penso che potresti essere incappato comunque nel punto che ho evidenziato sopra:
ricariche e addebiti continui di fondi, con operazioni di “mero transito”

Il fatto che non hai ricevuto fondi da terzi, forse non è proprio un punto a favore.
Se nei terzi ci mettiamo datore di lavoro, azienda che paga delle provvigioni e simili.

Se ho più di un conto a me intestato, mi pare ovvio che l'accredito delle sipendio può avvenire su uno solo di essi, dal quale andranno prelevate le somme da depositare sugli altri. Poi anche definire i depositi e i prelievi come "continui" mi suona abbastanza surreale, trattandosi di un numero di operazioni complessive nel corso dell'anno che si contano sulle dita di una mano, per poche migliaia di euro totali.
Ma se il dubbio fosse stato quello, anziché precipitarsi a chiudere il conto, bastava che mi chiedessero l'origine dei fondi, gli avrei fatto vedere serenamente che tutto ciò che ho versato su quel conto deriva dai miei guadagni onestamente ottenuti lavorando.
Mi pare veramente assurdo che uno debba stare attento a fare tutti questi calcoli, per paura di usare "troppo" il conto, o in modo non conforme a quanto qualcuno ha deciso in base a parametri prestabiliti arbitrari e in certi casi irrealistici.

EDIT: aggiungo un particolare non proprio trascurabile, per prevenire una possibile obiezione che già mi aspetto: ma allora perché non hai versato le somme su exchange direttamente dal conto italiano su cui ricevi lo stipendio, e hai fatto i passaggi intermedi su N26? Il motivo è molto semplice: il conto N26 è l'unico ad avere la caratteristica fondamentale di completare i bonifici in giornata. Se dispongo un bonifico entro una certa ora, diciamo nel primo pomeriggio, me lo trovo accreditato dall'altra parte entro sera il giorno stesso. Quando si volgiono usare quei fondi per fare operazioni spot sul trading, avere la somma disponibile senza dover aspettare il giorno seguente è evidentemente un vantaggio non da poco.
Non so poi se questa caratteristica valga anche per i conti di adesso che hanno IBAN italiano o fosse così solo per quelli con IBAN tedesco, comunque è uno dei motivi se non il motivo per cui trovo veramente irritante e inopportuna questa decisione unilaterale della banca.
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Le normative su AML e segnalazioni all'UIF mi sono ormai note, dato che se ne è già discusso varie volte anche qui. Possono fare tutte le segnalazioni che vogliono, nel mio caso non troveranno nulla di illecito. Gli importi che ho inviato su exchange sono modesti e per nulla anomali rispetto alla mia situazione reddituale e patrimoniale. Non uso il conto per ricevere somme da terzi, ho sempre trasferito da/verso miei conti italiani, e usato l'app e la carta per normali pagamenti.

Quello che posso ipotizzare è che si tratti di una di quelle banche che non vogliono a priori avere a che fare con bitcoin, e i clienti che effettuano serenamente quel genere di operazioni (in modo perfettamente lecito) li scaricano senza troppi complimenti o spiegazioni. Dal mio punto di vista, scusatemi se lo ripeto, lo trovo piuttosto irritante e offensivo, poi potranno avere le loro ragioni e le loro policy.

Comunque hai toccato un punto significativo: con l'home banking prima e le app e i servizi di pagamento poi, si è creata una sempre maggiore distanza tra cliente e fornitore di servizi bancari e di pagamento, che ha finito per annullare completamente il rapporto interpersonale. Probabilmente fino a 20-30 anni fa, quando avere il conto in banca significava che per usarlo dovevi proprio andare in banca, e non eri solo un nome o un codice cliente, ma una persona con un volto conosciuto, se qualche operazione fosse stata vista come sospetta, magari prima di arrivare a provvedimenti drastici il direttore ti avrebbe chiamato in filiale per farti due domande. Al giorno d'oggi conta sempre meno il fattore umano e sempre più l'algoritmo, un altro segno dei tempi.


Non conosco la tua movimentazione e cosa intendi esattamente per importi "modesti", anche se il tipo d'importo non ha influenza, quello che prevale è la natura dell'operazione.

Penso che potresti essere incappato comunque nel punto che ho evidenziato sopra:
ricariche e addebiti continui di fondi, con operazioni di “mero transito”

Il fatto che non hai ricevuto fondi da terzi, forse non è proprio un punto a favore.
Se nei terzi ci mettiamo datore di lavoro, azienda che paga delle provvigioni e simili.
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essere solo un numero,una parte di un grafico per una statistica e abbastanza triste

Perchè le banche non sono più intorno a te ma dentro di te...da dietro però.
Questo da mo.
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essere solo un numero,una parte di un grafico per una statistica e abbastanza triste
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Se per "possono farlo" intendi legalmente, può anche essere, ma un conto sono gli aspetti strettamente legali e contrattuali, un conto sono le questioni di opportunità e di principio nel modo di trattare i clienti, che si suppone improntato a criteri di correttezza, trasparenza oltre che al dovuto rispetto e alla considerazione che essi meritano fino a prova contraria.

A cominciare dal fatto che se mi si accusa implicitamente di non meglio precisati comportamenti sospetti, emersi da controlli di routine sulla mia operatività, in qualunque paese civile mi va riconosciuto il diritto di potermi difendere da quelle accuse[/color], che vanno quindi prima di tutto circostanziate fornendo uno straccio di prova a sostegno di esse, in modo che possa giustificare quelle operazioni e dimostrare la piena legittimità e la regolarità del mio operato.

Sì intendevo che possono farlo dal punto di vista legale.
Sono d'accordo con te sulla frase che ho evidenziato in grassetto ma purtroppo non è così che funziona nella realtà.
Non troverai NESSUN ufficio AML che voglia dirti quali criteri usa per i controlli e nemmeno che ti dica perché tu sia stato messo nel mirino. Se qualcuno dovesse farlo lo farebbe solo dandoti un'indicazione talmente generica da non essere per te granché utile.

Il motivo di questo comportamento è che non vogliono far sapere i criteri che seguono per evitare che poi i clienti trovino metodi per aggirare i controlli. Come si dice: fatta la legge, trovato l'inganno. Ecco: vogliono evitarlo.
Devi tenere presente che le normative AML stabiliscono dei principi, dei criteri, ma poi l'implementazione dei controlli (cioè come tradurli nella pratica) è in capo al singolo intermediario che deve decidere in autonomia COME realizzarli . Ovviamente il "come" si traduce in un costo per loro, perché non solo ci vogliono persone per fare i controlli, ma ce ne vogliono anche altre per definire il metodo da seguire, e di solito queste ultime persone si fanno pagare bene perché hanno un profilo professionale alto..... quindi non è interesse dell'intermediario rendere pubblici nei dettagli i metodi che segue.

Uso non a caso la parola intermediario (invece della banca alla quale ti riferivi) perché questi controlli sono fatti anche dagli exchange e nemmeno loro ti diranno perché sei stato messo nel mirino. In Italia ti posso fare l'esempio di TRT che so avere un ufficio AML piuttosto "rigido" (con accezione non negativa del termine): se non ti accettano o ti chiudono il conto ti danno solo una motivazione molto generica.
Ma fanno così tutti, ricordo qualcuno che scrisse qui sul forum perché Binance gli aveva chiuso il conto un paio di anni fa senza fornire spiegazioni.



Tornando la caso mi viene da pensare che N26 per sua natura e struttura, direi che non conosce la sua clientela, se non tramite le procedure d'iscrizione; la distanza fra banca e cliente è notevole.
Se poi uno si mette a fare su e giù di bonifici verso exchange di criptovalute e magari utilizza la carta SOLO per quello...
magari non c'è un accredito di stipendio, ma la fonte di denaro arriva per bonifico o per ricariche in contanti, ecc. su questi presupposti mi sembra molto probabile avere
il conto chiuso.


Le normative su AML e segnalazioni all'UIF mi sono ormai note, dato che se ne è già discusso varie volte anche qui. Possono fare tutte le segnalazioni che vogliono, nel mio caso non troveranno nulla di illecito. Gli importi che ho inviato su exchange sono modesti e per nulla anomali rispetto alla mia situazione reddituale e patrimoniale. Non uso il conto per ricevere somme da terzi, ho sempre trasferito da/verso miei conti italiani, e usato l'app e la carta per normali pagamenti.

Quello che posso ipotizzare è che si tratti di una di quelle banche che non vogliono a priori avere a che fare con bitcoin, e i clienti che effettuano serenamente quel genere di operazioni (in modo perfettamente lecito) li scaricano senza troppi complimenti o spiegazioni. Dal mio punto di vista, scusatemi se lo ripeto, lo trovo piuttosto irritante e offensivo, poi potranno avere le loro ragioni e le loro policy.

Comunque hai toccato un punto significativo: con l'home banking prima e le app e i servizi di pagamento poi, si è creata una sempre maggiore distanza tra cliente e fornitore di servizi bancari e di pagamento, che ha finito per annullare completamente il rapporto interpersonale. Probabilmente fino a 20-30 anni fa, quando avere il conto in banca significava che per usarlo dovevi proprio andare in banca, e non eri solo un nome o un codice cliente, ma una persona con un volto conosciuto, se qualche operazione fosse stata vista come sospetta, magari prima di arrivare a provvedimenti drastici il direttore ti avrebbe chiamato in filiale per farti due domande. Al giorno d'oggi conta sempre meno il fattore umano e sempre più l'algoritmo, un altro segno dei tempi.
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Se per "possono farlo" intendi legalmente, può anche essere, ma un conto sono gli aspetti strettamente legali e contrattuali, un conto sono le questioni di opportunità e di principio nel modo di trattare i clienti, che si suppone improntato a criteri di correttezza, trasparenza oltre che al dovuto rispetto e alla considerazione che essi meritano fino a prova contraria.

A cominciare dal fatto che se mi si accusa implicitamente di non meglio precisati comportamenti sospetti, emersi da controlli di routine sulla mia operatività, in qualunque paese civile mi va riconosciuto il diritto di potermi difendere da quelle accuse[/color], che vanno quindi prima di tutto circostanziate fornendo uno straccio di prova a sostegno di esse, in modo che possa giustificare quelle operazioni e dimostrare la piena legittimità e la regolarità del mio operato.

Sì intendevo che possono farlo dal punto di vista legale.
Sono d'accordo con te sulla frase che ho evidenziato in grassetto ma purtroppo non è così che funziona nella realtà.
Non troverai NESSUN ufficio AML che voglia dirti quali criteri usa per i controlli e nemmeno che ti dica perché tu sia stato messo nel mirino. Se qualcuno dovesse farlo lo farebbe solo dandoti un'indicazione talmente generica da non essere per te granché utile.

Il motivo di questo comportamento è che non vogliono far sapere i criteri che seguono per evitare che poi i clienti trovino metodi per aggirare i controlli. Come si dice: fatta la legge, trovato l'inganno. Ecco: vogliono evitarlo.
Devi tenere presente che le normative AML stabiliscono dei principi, dei criteri, ma poi l'implementazione dei controlli (cioè come tradurli nella pratica) è in capo al singolo intermediario che deve decidere in autonomia COME realizzarli . Ovviamente il "come" si traduce in un costo per loro, perché non solo ci vogliono persone per fare i controlli, ma ce ne vogliono anche altre per definire il metodo da seguire, e di solito queste ultime persone si fanno pagare bene perché hanno un profilo professionale alto..... quindi non è interesse dell'intermediario rendere pubblici nei dettagli i metodi che segue.

Uso non a caso la parola intermediario (invece della banca alla quale ti riferivi) perché questi controlli sono fatti anche dagli exchange e nemmeno loro ti diranno perché sei stato messo nel mirino. In Italia ti posso fare l'esempio di TRT che so avere un ufficio AML piuttosto "rigido" (con accezione non negativa del termine): se non ti accettano o ti chiudono il conto ti danno solo una motivazione molto generica.
Ma fanno così tutti, ricordo qualcuno che scrisse qui sul forum perché Binance gli aveva chiuso il conto un paio di anni fa senza fornire spiegazioni.



Lascio qualche input che forse può essere utile.

La normativa applicabile a l'Italia è sostanzialmente questa:
https://uif.bancaditalia.it/normativa/norm-antiricic/index.html?com.dotmarketing.htmlpage.language=102


Posso dire questo, in generale una banca non ha l'obbligo di aprire un conto corrente a nessuno e può decidere di chiudere un rapporto che non sia di suo gradimento,
senza dare spiegazioni che questo, a livello commerciale, possa sembrare cosa non corretta, può essere... ma è un altro discorso.

Sul fatto che un ufficio AML possa dire i motivi per cui si è posto la chiusura del conto... mi sembra estremamente difficile che un cliente possa essere avvertito che per esempio:
le abbiamo chiuso il conto perché ci siamo accorti che lei spaccia droga e quindi non possiamo accettare i suoi versamenti in contanti, per non cadere in sanzioni oppure
lei probabilmente fa riciclaggio di denaro o di guadagni in nero e quindi abbiamo segnalato la sua posizione e chiuso il conto.

Non solo l'istituto non vuole dirlo, ma non può dirlo.


Un singolo intermediario non decide, è obbligato per legge, a segnalare la natura di certe operazioni all'UIF;
è poi l'UIF, Unità d'Informazione Finanziaria, che poi decide di passare la segnalazione alle autorità / Guardia di Finanza che valuta sempre ma può effettuare o non effettuare indagini ed approfondimenti,
ed è poi la magistratura che valuta quanto raccolto dalle indagini dell'autorità sia o meno reato se gli viene presentato un caso.
Una cosa è l'obbligo di segnalare certe operazioni, un'altra cosa è che l'operazione sia o non sia regolare.
Ma non è certo la banca che deve valutare le ragioni di difesa del cliente.

Faccio presente che un intermediario è tenuto per legge, a segnalare non solo le operazioni eseguite, ma anche quelle tentate, non solo dei clienti,
ma di tutti i soggetti che si presentano o si approssimano a fare una operazione.
Banalmente se uno va alle Poste, agenzia assicurativa, banca, non è nemmeno cliente; chiede di poter stipulare una polizza vita, di risparmio/investimento, pagando € 10.000 in contanti;
gli viene risposto che non è possibile effettuare un pagamento in contanti per tale somma.
Ma quella è già una operazione da segnalare che poi nella pratica venga o non venga fatto, questo... non lo so.
L'obbligo di legge è questo.

Molte segnalazioni, nascono per natura intrinseca dell'operazione e sono quindi cose che vanno in automatico;
altre sono a valutazione dell'operatore, non solo dell'ufficio AML.

Sono soggette a segnalazione operazioni che possono sembrare non prettamente finanziarie,
come le vincite effettuate in una sala slot o in una sala bingo.
Prima di ritirare una vincita sopra la soglia del limite del contante, va identificata la persona.

Lo stesso sono obbligati gli istituti di trasporto valori.
Idem gli antiquari e commercianti d'arte.


Tornando la caso mi viene da pensare che N26 per sua natura e struttura, direi che non conosce la sua clientela, se non tramite le procedure d'iscrizione; la distanza fra banca e cliente è notevole.
Se poi uno si mette a fare su e giù di bonifici verso exchange di criptovalute e magari utilizza la carta SOLO per quello...
magari non c'è un accredito di stipendio, ma la fonte di denaro arriva per bonifico o per ricariche in contanti, ecc. su questi presupposti mi sembra molto probabile avere
il conto chiuso.


EDIT:

SCHEMI RAPPRESENTATIVI DI COMPORTAMENTI ANOMALI AI SENSI
DELL’ARTICOLO 6, COMMA 7, LETTERA B) DEL D.LGS. 231/2007 –
OPERATIVITÀ CON CARTE DI PAGAMENTO


Utilizzo anomalo di carte di pagamento
Movimentazione delle carte di pagamento per volumi complessivi
molto rilevanti – specie in presenza di una pluralità di carte
intestate allo stesso titolare – contraddistinta dall’elevata
frequenza delle operazioni effettuate con ricorso al contante in
un arco temporale circoscritto.
Va posta attenzione, per le carte prepagate alla ricorrenza
esclusiva o preponderante di operazioni di ricarica e prelevamento
in contanti rispetto al totale delle operazioni; per le carte di
credito, ai prelevamenti di contante ripetuti e di ammontare
consistente, specie se eseguiti all’estero, in assenza o comunque
in presenza di un ridotto numero di operazioni di spending.
In tali ambiti assumono specifico rilievo le operazioni:



  •  dello stesso segno effettuate in stretta sequenza cronologica
    nel corso della medesima giornata (anche a distanza di pochi
    minuti);
     di spending di importo unitario ricorrente o a cifra tonda;
     di utilizzo presso esercenti convenzionati in giorni ovvero
    orari in cui l’esercente stesso presumibilmente non è aperto al
    pubblico;
     effettuate presso il medesimo punto operativo esterno (es.
    tabaccherie) o sportello automatico ATM, ovvero presso punti
    operativi o sportelli automatici geograficamente vicini,
    soprattutto se poste in essere con una pluralità di carte in
    sequenza cronologica;
     effettuate a notevole distanza geografica in un arco temporale
    molto ravvicinato (pochi minuti o comunque nella stessa
    giornata);
     effettuate presso diversi addetti della medesima dipendenza,
    specie se nel corso della stessa giornata.
    Con specifico riguardo alle carte prepagate rileva, inoltre, la
    movimentazione contraddistinta da operazioni:
     di ricarica per importi complessivamente molto rilevanti ovvero
    per importi complessivi giornalieri pari o molto prossimi al
    limite del plafond di ricarica o alla somma dei limiti stabiliti
    dagli emittenti per le diverse carte.
    Particolarmente significative sono le operazioni ricorrenti di
    ricarica di una pluralità di carte, in stretta sequenza cronologica,
    presso il medesimo punto operativo ovvero presso punti operativi
    vicini, specie se effettuate con più carte prepagate intestate a
    soggetti diversi anche se non legati da vincoli;
     di addebito, in via esclusiva o preponderante, per prelevamenti
    di contante con sistematico esaurimento della provvista, specie
    se effettuati in stretta sequenza cronologica a valere su più
    carte intestate a soggetti diversi;
     di segno contrario in un periodo di tempo molto ravvicinato (in
    genere poche ore o addirittura pochi minuti), eseguite nella
    stessa località o in località geograficamente vicine;
     incrociate tra più carte prepagate, specie se sono assenti o
    molto ridotte le operazioni di spending, mediante:
     ricariche, in via esclusiva o preponderante, con fondi
    provenienti da una o più carte di pagamento ricorrenti;
     addebiti, in via esclusiva o preponderante, per trasferire
    fondi a favore di una o più carte di pagamento ricorrenti;
    ricariche e addebiti continui di fondi, con operazioni di
    “mero transito”
    .





https://uif.bancaditalia.it/normativa/norm-indicatori-anomalia/carte_pagamento_18022014.pdf
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Se per "possono farlo" intendi legalmente, può anche essere, ma un conto sono gli aspetti strettamente legali e contrattuali, un conto sono le questioni di opportunità e di principio nel modo di trattare i clienti, che si suppone improntato a criteri di correttezza, trasparenza oltre che al dovuto rispetto e alla considerazione che essi meritano fino a prova contraria.

A cominciare dal fatto che se mi si accusa implicitamente di non meglio precisati comportamenti sospetti, emersi da controlli di routine sulla mia operatività, in qualunque paese civile mi va riconosciuto il diritto di potermi difendere da quelle accuse, che vanno quindi prima di tutto circostanziate fornendo uno straccio di prova a sostegno di esse, in modo che possa giustificare quelle operazioni e dimostrare la piena legittimità e la regolarità del mio operato.

Sì intendevo che possono farlo dal punto di vista legale.
Sono d'accordo con te sulla frase che ho evidenziato in grassetto ma purtroppo non è così che funziona nella realtà.
Non troverai NESSUN ufficio AML che voglia dirti quali criteri usa per i controlli e nemmeno che ti dica perché tu sia stato messo nel mirino. Se qualcuno dovesse farlo lo farebbe solo dandoti un'indicazione talmente generica da non essere per te granché utile.

Il motivo di questo comportamento è che non vogliono far sapere i criteri che seguono per evitare che poi i clienti trovino metodi per aggirare i controlli. Come si dice: fatta la legge, trovato l'inganno. Ecco: vogliono evitarlo.
Devi tenere presente che le normative AML stabiliscono dei principi, dei criteri, ma poi l'implementazione dei controlli (cioè come tradurli nella pratica) è in capo al singolo intermediario che deve decidere in autonomia COME realizzarli. Ovviamente il "come" si traduce in un costo per loro, perché non solo ci vogliono persone per fare i controlli, ma ce ne vogliono anche altre per definire il metodo da seguire, e di solito queste ultime persone si fanno pagare bene perché hanno un profilo professionale alto..... quindi non è interesse dell'intermediario rendere pubblici nei dettagli i metodi che segue.

Uso non a caso la parola intermediario (invece della banca alla quale ti riferivi) perché questi controlli sono fatti anche dagli exchange e nemmeno loro ti diranno perché sei stato messo nel mirino. In Italia ti posso fare l'esempio di TRT che so avere un ufficio AML piuttosto "rigido" (con accezione non negativa del termine): se non ti accettano o ti chiudono il conto ti danno solo una motivazione molto generica.
Ma fanno così tutti, ricordo qualcuno che scrisse qui sul forum perché Binance gli aveva chiuso il conto un paio di anni fa senza fornire spiegazioni.

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Il supporto non ti dice niente perché sostengono che c'è un dipartimento che se ne occupa e loro non ne sanno nulla. Ho scritto una mail con richiesta di spiegazioni, vediamo se si degnano di rispondere.

Storie di ordinaria follia bancaria.
È il cliente che deve conoscere perfettamente l’organizzazione della banca per avere delle risposte che già dovrebbero essere nella propria disponibilità.


Credo sia normale per le banche comportarsi così. Hanno la facoltà di chiudere il conto senza dare spiegazioni e se vedono cose che a loro non piacciono lo fanno, soprattutto se la segnalazione viene dal loro ufficio che si occupa di AML.
Forse ricorderete che un paio di mesi fa ho riportato qui nel forum il caso di gente imbrigliata da quasi un anno nello spostamento di dossier titoli da Binck Bank (ora BGSaxo) verso altre banche per poi chiudere il conto.
Prima che quella trafila iniziasse, Binck ha iniziato a chiudere conti a un bel po' di gente (Marzo/Aprile 2021) perché (se non ricordo male) dopo l'acquisizione, l'AML di Banca Generali aveva segnalato pesanti mancanze sui profili di alcuni utenti per cui Binck ha dovuto correre ai ripari di corsa: ad alcuni ha dato una settimana di tempo per fornire dichiarazione dei redditi e ultime buste paga (follia!!) per verificare la veridicità di quanto dichiarato per la Mifid, pena la minaccia di chiusura conto. Ad altri.... hanno direttamente chiuso il conto senza dire nulla.
Morale: possono farlo e in alcuni casi lo fanno.


Se per "possono farlo" intendi legalmente, può anche essere, ma un conto sono gli aspetti strettamente legali e contrattuali, un conto sono le questioni di opportunità e di principio nel modo di trattare i clienti, che si suppone improntato a criteri di correttezza, trasparenza oltre che al dovuto rispetto e alla considerazione che essi meritano fino a prova contraria.

A cominciare dal fatto che se mi si accusa implicitamente di non meglio precisati comportamenti sospetti, emersi da controlli di routine sulla mia operatività, in qualunque paese civile mi va riconosciuto il diritto di potermi difendere da quelle accuse, che vanno quindi prima di tutto circostanziate fornendo uno straccio di prova a sostegno di esse, in modo che possa giustificare quelle operazioni e dimostrare la piena legittimità e la regolarità del mio operato.

Questo è per lo meno ciò che mi aspetto da una banca che abbia a cuore il mantenimento di un rapporto di reciproco rispetto e fiducia con i propri clienti, poi ovviamente è legalmente libera di comportarsi in maniera diversa, agendo secondo arbitrio e totale indifferenza verso le legittime ragioni del cliente, ma da una banca del genere sono io il primo a volermi tenere alla larga, e mi sento in dovere di mettere in guardia anche altri clienti attuali o potenziali, dal rischio di subire un simile trattamento arrogante e infamante, senza che venga addotta alcuna motivazione plausibile.
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Il supporto non ti dice niente perché sostengono che c'è un dipartimento che se ne occupa e loro non ne sanno nulla. Ho scritto una mail con richiesta di spiegazioni, vediamo se si degnano di rispondere.

Storie di ordinaria follia bancaria.
È il cliente che deve conoscere perfettamente l’organizzazione della banca per avere delle risposte che già dovrebbero essere nella propria disponibilità.


Credo sia normale per le banche comportarsi così. Hanno la facoltà di chiudere il conto senza dare spiegazioni e se vedono cose che a loro non piacciono lo fanno, soprattutto se la segnalazione viene dal loro ufficio che si occupa di AML.
Forse ricorderete che un paio di mesi fa ho riportato qui nel forum il caso di gente imbrigliata da quasi un anno nello spostamento di dossier titoli da Binck Bank (ora BGSaxo) verso altre banche per poi chiudere il conto.
Prima che quella trafila iniziasse, Binck ha iniziato a chiudere conti a un bel po' di gente (Marzo/Aprile 2021) perché (se non ricordo male) dopo l'acquisizione, l'AML di Banca Generali aveva segnalato pesanti mancanze sui profili di alcuni utenti per cui Binck ha dovuto correre ai ripari di corsa: ad alcuni ha dato una settimana di tempo per fornire dichiarazione dei redditi e ultime buste paga (follia!!) per verificare la veridicità di quanto dichiarato per la Mifid, pena la minaccia di chiusura conto. Ad altri.... hanno direttamente chiuso il conto senza dire nulla.
Morale: possono farlo e in alcuni casi lo fanno.

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Il supporto non ti dice niente perché sostengono che c'è un dipartimento che se ne occupa e loro non ne sanno nulla. Ho scritto una mail con richiesta di spiegazioni, vediamo se si degnano di rispondere.

Storie di ordinaria follia bancaria.
È il cliente che deve conoscere perfettamente l’organizzazione della banca per avere delle risposte che già dovrebbero essere nella propria disponibilità.
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Riapro questo vecchio topic perché avevo un conto N26 di quelli vecchi con Iban tedesco, e mi è arrivata una comunicazione di recesso unilaterale della banca, senza spiegazioni plausibili su presunte operazioni sospette.
Qualcun altro ha avuto problemi con loro per utilizzo legato a crypto?

Ma noon riesci a capire perché lo hanno chiuso tramite call center? Mi pare drastico chiudere un conto senza preavviso e senza dare motivazioni.
Poi ci sta tutto, per carità!


Il supporto non ti dice niente perché sostengono che c'è un dipartimento che se ne occupa e loro non ne sanno nulla. Ho scritto una mail con richiesta di spiegazioni, vediamo se si degnano di rispondere.
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Riapro questo vecchio topic perché avevo un conto N26 di quelli vecchi con Iban tedesco, e mi è arrivata una comunicazione di recesso unilaterale della banca, senza spiegazioni plausibili su presunte operazioni sospette.
Qualcun altro ha avuto problemi con loro per utilizzo legato a crypto?

Ma noon riesci a capire perché lo hanno chiuso tramite call center? Mi pare drastico chiudere un conto senza preavviso e senza dare motivazioni.
Poi ci sta tutto, per carità!
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Non con loro, ma Revolut con me ha fatto la stessa cosa.
Viviamo ancora in un sistema troppo gattopardesco: le cose non cambieranno mai.
 Be your own bank is the only way.


Riapro questo vecchio topic perché avevo un conto N26 di quelli vecchi con Iban tedesco, e mi è arrivata una comunicazione di recesso unilaterale della banca, senza spiegazioni plausibili su presunte operazioni sospette.
Qualcun altro ha avuto problemi con loro per utilizzo legato a crypto?
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Riapro questo vecchio topic perché avevo un conto N26 di quelli vecchi con Iban tedesco, e mi è arrivata una comunicazione di recesso unilaterale della banca, senza spiegazioni plausibili su presunte operazioni sospette.
Qualcun altro ha avuto problemi con loro per utilizzo legato a crypto?
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Fineco come si comporta con bonifici da e per gli  exchange?

Io la uso verso TRT e non mi ha mai dato problemi. Non ho però mai fatto movimenti contrari.

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Fineco come si comporta con bonifici da e per gli  exchange?
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Coinbase ha soltanto iban estone? Ing non effettua bonifici su conti estoni. Avete avuto lo stesso problema?
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Istituti più crypto friendly di quello non dovresti faticare a trovarne. Come ti hanno segnalato Banca Sella é in assoluto quello più apertamente favorevole a questa attività, che é perfettamente legale e monitorata, come ogni altra attività che passa per il sistema bancario, non di più, non di meno.




Ho notato che ogni tanto la mia revolut fallisce qualche colpo. Infatti mi chiedevo se aveva senso cambiare (per questo attendo la coinbase card). A questo punto leggendo la discussione capisco che il problema esiste e molti lo hanno.
A questo punto, quasi quasi (leggendo l'altro topic) mi faccio una carta Hype? Visto che dentro ha Conio, direi che dovrebbe essere amica delle crypto.

Hype è sicuramente una carta crypto friendly. E pure sicuramente Banca Sella in Italia ha tutto il know how e disponibilità per aiutare i propri clienti a risolvere le problematiche, di ogni tipo.
Qualche altro utente suggeriva addirittura di contattarli in caso di necessità di studiare un “piano di rientro”.

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Istituti più crypto friendly di quello non dovresti faticare a trovarne. Come ti hanno segnalato Banca Sella é in assoluto quello più apertamente favorevole a questa attività, che é perfettamente legale e monitorata, come ogni altra attività che passa per il sistema bancario, non di più, non di meno.




Ho notato che ogni tanto la mia revolut fallisce qualche colpo. Infatti mi chiedevo se aveva senso cambiare (per questo attendo la coinbase card). A questo punto leggendo la discussione capisco che il problema esiste e molti lo hanno.
A questo punto, quasi quasi (leggendo l'altro topic) mi faccio una carta Hype? Visto che dentro ha Conio, direi che dovrebbe essere amica delle crypto.
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non so se alcune banche bloccano i bonifici verso gli exchange per paura della concorrenza ho hanno veramente il sospetto di possibile riciclaggio, comunque i bonifici da e verso l'estero di una certa entita vengono segnalati in automatico,questo strapotere delle banche deve finire,ci guadagnano sempre investendo i nostri soldi depositati per un loro profitto adesso che ci sono i tassi negativi cercano di farli assorbire dai clienti chiudendo i conti degli utenti che non investono e aumentanto i costi e le spese di gestione,sperando che prima o poi bitcoin diventi un alternativa reale a tutto questo


Non esistono segnalazioni automatiche per certe soglie di cifra, esistono solo segnalazioni Bper il tipo di operazione, fosse anche di € 1.
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non so se alcune banche bloccano i bonifici verso gli exchange per paura della concorrenza ho hanno veramente il sospetto di possibile riciclaggio, comunque i bonifici da e verso l'estero di una certa entita vengono segnalati in automatico,questo strapotere delle banche deve finire,ci guadagnano sempre investendo i nostri soldi depositati per un loro profitto adesso che ci sono i tassi negativi cercano di farli assorbire dai clienti chiudendo i conti degli utenti che non investono e aumentanto i costi e le spese di gestione,sperando che prima o poi bitcoin diventi un alternativa reale a tutto questo
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non serve chissa cosa, tecnologicamente parlando
Beh, insomma… già i compratori di NFT nei mesi scorsi in alcuni casi hanno già avuto problemi a trasferire i loro token, figurati affidare ad un token una casa.
Btw, come detto più volte, le banche, nella mia view, continueranno ad esistere a lungo. Per lo meno quelle commerciali.
La loro funzione è quella di concedere credito, che è perfettamente compatibile con bitcoin. Bitcoin è hard money, e con hard money il credito è sempre necessario, basti pensare alle banche genovesi e fiorentine nel rinascimento…

Anche secondo me continueranno ad esistere.

Nello stesso modo in cui oggi esistono le radio o le edicole.

L'aspetto curioso è che, più che bitcoin, il loro principale nemico è la loro....mamma. Tra interessi negativi e CBDC, le banche centrali si stanno ingegnando per danneggiarle.

Beh, insomma...non esageriamo
 Ricordiamoci che, prima di affossarle con i tassi negativi, le hanno salvate a furia di acquisti. Vorrei vedere dove sarebbero oggi le banche se non vi fossero state le CB a comprare in size tutti i loro portafogli. Sia la FED, naturalmente, ma anche la ECB, che ha superato ampiamente la maestra nel campo del QE.

Anche per quanto riguarda le CBDC le banche centrali stanno ben attente a non danneggiare le banche commerciali, per questo le varie CBDC non sono ancora state rilasciate.
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Esistono ed esisteranno finché qualcuno deve prendere un mutuo, un prestito, fare un finanziamento per l'acquisto di un macchinario aziendale, ecc...
nonché finché qualcuno deve custodire qualcosa.


Il maggior riciclaggio oggi si va dando buste paga... busta paga del tutto di facciata, di aziende più o meno di facciata, più o meno impegnate in reali operazioni commerciali.
Ti faccio un bonifico di una busta paga di € 1.000, ma poi me li ridai in contanti... di sottobanco... senza traccia. Non saprei dire se sarebbe meglio o peggio.

beh sei ci pensi.. la butto li
si puo automatizzare tutto

puoi farti un prestito con uno smartcontract... e devi 'versare' x $$ ogni tot giorni con un tot interesse
la casa che compri (esempio mutuo) se fosse un NFT ti basterebbe allegarla allo smartcontract che ti viene rilasciato in via definitiva quando hai completato il pagamento dello stesso

non serve chissa cosa, tecnologicamente parlando


A Firenze ti avrebbero detto, con una espressione greve quanto efficace, te vuoi insegnare al cu** ca**re...  Grin


Allora si torna indietro di 6/7 secoli, ai tempi di gente come Nofri Strozzi... gli smartcontract li facevano "a mano" o sulla parola, ma andavano bene ugualmente  Grin

[...]


Nel solco della tradizione affaristica fiorentina, Nofri non ebbe remore ad affrontare sfide e rischi d’impresa in ambito sia commerciale sia finanziario, senza trascurare il comparto assicurativo.
Pur non avendo fondato una società dotata di autonoma personalità giuridica, e quindi agendo spesso a titolo individuale, egli era solito investire i suoi capitali in una svariata congerie di attività, utilizzando (con grande disinvoltura e flessibilità) temporanee associazioni in compartecipazione con soggetti imprenditoriali terzi e sfruttando abilmente lo strumento degli agenti commissionari. Tra i suoi più frequenti partner occasionali figurarono le aziende mercantili-bancarie dei Davanzati (di Firenze e di Venezia), dei Tornabuoni (di Firenze e di Londra), degli Ardinghelli (di Firenze e di Londra), degli Orlandini (di Londra e di Bruges), dei Medici, degli Alberti, dei Vettori, dei Mannini, degli Spinelli, di Francesco Datini (definito in una lettera «carissimo fratello») e di molti altri ancora. Non a caso, in una raccolta cinquecentesca di biografie ‘strozziane’ Nofri venne definito «uomo di governo e di non piccola esperienza, e spezialmente nelle cose marittime» (Le vite degli uomini illustri della casa Strozzi, 1892, pp. 15 s.).


In questo modo Strozzi si interessò massicciamente all’importazione di lana e di panni inglesi lungo la rotta che da Southampton conduceva a Porto Pisano, Genova e Piombino: tra il 1405 e il 1415 ricavò oltre 100.000 fiorini dalla vendita a Firenze di tali merci, ottenendo un utile netto del 25%. Investì anche nel connesso mercato delle polizze marittime, assicurando carichi di ogni tipo in viaggio su navi catalane, liguri, provenzali e veneziane, così come impiegò cospicue risorse nella negoziazione delle lettere di cambio, con una speciale predilezione per le contrattazioni tra Firenze e Venezia.

Inoltre svolse con crescente intensità la funzione di banchiere, erogando credito a privati cittadini, a comitatini, a ecclesiastici, ad altri mercanti fiorentini (sia in patria sia fuori) e a veneziani. Non mancarono nemmeno i prestiti concessi alle città soggette, indebitate con Firenze per tasse arretrate nei confronti della Dominante, come nel caso del Comune di Pistoia da lui amministrato come podestà nel 1410: un esempio clamoroso di conflitto di interesse.

Le forme con le quali operava i suoi corposi investimenti finanziari (decine di migliaia di fiorini ogni anno) andavano dal semplice prestito a interesse, al mutuo garantito da pegno fondiario, dal deposito vincolato presso aziende terze, al mutuo incastrato nel meccanismo dei cambi valutari con l’estero (il così detto cambio secco o senza lettera, spesso praticato tra Firenze e Rialto). A sua volta riceveva somme in deposito, con l’obiettivo di incrementare il suo giro d’affari, come quando nel 1416 ottenne oltre 3000 fiorini dal neosignore di Perugia, il condottiero di ventura Andrea Fortebracci, detto Braccio da Montone.

Uomo d’affari caratterizzato da grande spregiudicatezza e da una irrefrenabile bramosia di guadagno, Nofri risultò essere il settimo contribuente cittadino in occasione della prestanza generale (un prestito forzoso) imposta nell’anno 1403. Dopo questa data, tuttavia, il suo patrimonio non fece altro che crescere, in termini di ricchezza sia mobiliare sia immobiliare. Il credito concesso a piccoli proprietari terrieri e ad abitanti delle comunità rurali, spesso impossibilitati a onorare gli impegni contratti incautamente, permise infatti a Strozzi di entrare in possesso di vasti complessi fondiari e di fabbricati nelle campagne poste a occidente di Firenze, in particolare nei pressi di Campi, Poggio a Caiano, Carmignano, Prato, Monte Murlo, Empoli, tutti luoghi dove successivamente il figlio avrebbe eretto ville e case da signore. Con le stesse modalità acquisì alcune case, botteghe e persino un palazzo nelle stesse aree urbane dove già erano presenti immobili di famiglia (le parrocchie di S. Maria Ughi e di S. Trinita, situate nel quartiere di S. Maria Novella).

Quando, ormai ultrasettantenne ma per niente disposto ad abbandonare i suoi affari, Nofri morì a Firenze nel corso del 1418, lasciò all’unico figlio ed erede sopravvissuto, il neo cavaliere messer Palla, un patrimonio favoloso, tanto che nel 1427, all’epoca del primo catasto della Repubblica fiorentina, il suo successore risultò essere il maggiore contribuente dello Stato, persino più ricco del banchiere Giovanni di Bicci dei Medici.


[...]


https://www.treccani.it/enciclopedia/nofri-strozzi_%28Dizionario-Biografico%29/




Pacchi di soldi...  Cool




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Esistono ed esisteranno finché qualcuno deve prendere un mutuo, un prestito, fare un finanziamento per l'acquisto di un macchinario aziendale, ecc...
nonché finché qualcuno deve custodire qualcosa.


Il maggior riciclaggio oggi si va dando buste paga... busta paga del tutto di facciata, di aziende più o meno di facciata, più o meno impegnate in reali operazioni commerciali.
Ti faccio un bonifico di una busta paga di € 1.000, ma poi me li ridai in contanti... di sottobanco... senza traccia. Non saprei dire se sarebbe meglio o peggio.

beh sei ci pensi.. la butto li
si puo automatizzare tutto

puoi farti un prestito con uno smartcontract... e devi 'versare' x $$ ogni tot giorni con un tot interesse
la casa che compri (esempio mutuo) se fosse un NFT ti basterebbe allegarla allo smartcontract che ti viene rilasciato in via definitiva quando hai completato il pagamento dello stesso

non serve chissa cosa, tecnologicamente parlando


A Firenze ti avrebbero detto, con una espressione greve quanto efficace, te vuoi insegnare al cu** ca**re...  Grin


Allora si torna indietro di 6/7 secoli, ai tempi di gente come Nofri Strozzi... gli smartcontract li facevano "a mano" o sulla parola, ma andavano bene ugualmente  Grin

[...]


Nel solco della tradizione affaristica fiorentina, Nofri non ebbe remore ad affrontare sfide e rischi d’impresa in ambito sia commerciale sia finanziario, senza trascurare il comparto assicurativo.
Pur non avendo fondato una società dotata di autonoma personalità giuridica, e quindi agendo spesso a titolo individuale, egli era solito investire i suoi capitali in una svariata congerie di attività, utilizzando (con grande disinvoltura e flessibilità) temporanee associazioni in compartecipazione con soggetti imprenditoriali terzi e sfruttando abilmente lo strumento degli agenti commissionari. Tra i suoi più frequenti partner occasionali figurarono le aziende mercantili-bancarie dei Davanzati (di Firenze e di Venezia), dei Tornabuoni (di Firenze e di Londra), degli Ardinghelli (di Firenze e di Londra), degli Orlandini (di Londra e di Bruges), dei Medici, degli Alberti, dei Vettori, dei Mannini, degli Spinelli, di Francesco Datini (definito in una lettera «carissimo fratello») e di molti altri ancora. Non a caso, in una raccolta cinquecentesca di biografie ‘strozziane’ Nofri venne definito «uomo di governo e di non piccola esperienza, e spezialmente nelle cose marittime» (Le vite degli uomini illustri della casa Strozzi, 1892, pp. 15 s.).


In questo modo Strozzi si interessò massicciamente all’importazione di lana e di panni inglesi lungo la rotta che da Southampton conduceva a Porto Pisano, Genova e Piombino: tra il 1405 e il 1415 ricavò oltre 100.000 fiorini dalla vendita a Firenze di tali merci, ottenendo un utile netto del 25%. Investì anche nel connesso mercato delle polizze marittime, assicurando carichi di ogni tipo in viaggio su navi catalane, liguri, provenzali e veneziane, così come impiegò cospicue risorse nella negoziazione delle lettere di cambio, con una speciale predilezione per le contrattazioni tra Firenze e Venezia.

Inoltre svolse con crescente intensità la funzione di banchiere, erogando credito a privati cittadini, a comitatini, a ecclesiastici, ad altri mercanti fiorentini (sia in patria sia fuori) e a veneziani. Non mancarono nemmeno i prestiti concessi alle città soggette, indebitate con Firenze per tasse arretrate nei confronti della Dominante, come nel caso del Comune di Pistoia da lui amministrato come podestà nel 1410: un esempio clamoroso di conflitto di interesse.

Le forme con le quali operava i suoi corposi investimenti finanziari (decine di migliaia di fiorini ogni anno) andavano dal semplice prestito a interesse, al mutuo garantito da pegno fondiario, dal deposito vincolato presso aziende terze, al mutuo incastrato nel meccanismo dei cambi valutari con l’estero (il così detto cambio secco o senza lettera, spesso praticato tra Firenze e Rialto). A sua volta riceveva somme in deposito, con l’obiettivo di incrementare il suo giro d’affari, come quando nel 1416 ottenne oltre 3000 fiorini dal neosignore di Perugia, il condottiero di ventura Andrea Fortebracci, detto Braccio da Montone.

Uomo d’affari caratterizzato da grande spregiudicatezza e da una irrefrenabile bramosia di guadagno, Nofri risultò essere il settimo contribuente cittadino in occasione della prestanza generale (un prestito forzoso) imposta nell’anno 1403. Dopo questa data, tuttavia, il suo patrimonio non fece altro che crescere, in termini di ricchezza sia mobiliare sia immobiliare. Il credito concesso a piccoli proprietari terrieri e ad abitanti delle comunità rurali, spesso impossibilitati a onorare gli impegni contratti incautamente, permise infatti a Strozzi di entrare in possesso di vasti complessi fondiari e di fabbricati nelle campagne poste a occidente di Firenze, in particolare nei pressi di Campi, Poggio a Caiano, Carmignano, Prato, Monte Murlo, Empoli, tutti luoghi dove successivamente il figlio avrebbe eretto ville e case da signore. Con le stesse modalità acquisì alcune case, botteghe e persino un palazzo nelle stesse aree urbane dove già erano presenti immobili di famiglia (le parrocchie di S. Maria Ughi e di S. Trinita, situate nel quartiere di S. Maria Novella).

Quando, ormai ultrasettantenne ma per niente disposto ad abbandonare i suoi affari, Nofri morì a Firenze nel corso del 1418, lasciò all’unico figlio ed erede sopravvissuto, il neo cavaliere messer Palla, un patrimonio favoloso, tanto che nel 1427, all’epoca del primo catasto della Repubblica fiorentina, il suo successore risultò essere il maggiore contribuente dello Stato, persino più ricco del banchiere Giovanni di Bicci dei Medici.


[...]


https://www.treccani.it/enciclopedia/nofri-strozzi_%28Dizionario-Biografico%29/

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Beh, insomma… già i compratori di NFT nei mesi scorsi in alcuni casi hanno già avuto problemi a trasferire i loro token, figurati affidare ad un token una casa.
Btw, come detto più volte, le banche, nella mia view, continueranno ad esistere a lungo. Per lo meno quelle commerciali.
La loro funzione è quella di concedere credito, che è perfettamente compatibile con bitcoin. Bitcoin è hard money, e con hard money il credito è sempre necessario, basti pensare alle banche genovesi e fiorentine nel rinascimento…

Anche secondo me continueranno ad esistere.

Nello stesso modo in cui oggi esistono le radio o le edicole.

L'aspetto curioso è che, più che bitcoin, il loro principale nemico è la loro....mamma. Tra interessi negativi e CBDC, le banche centrali si stanno ingegnando per danneggiarle.
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non serve chissa cosa, tecnologicamente parlando
Beh, insomma… già i compratori di NFT nei mesi scorsi in alcuni casi hanno già avuto problemi a trasferire i loro token, figurati affidare ad un token una casa.
Btw, come detto più volte, le banche, nella mia view, continueranno ad esistere a lungo. Per lo meno quelle commerciali.
La loro funzione è quella di concedere credito, che è perfettamente compatibile con bitcoin. Bitcoin è hard money, e con hard money il credito è sempre necessario, basti pensare alle banche genovesi e fiorentine nel rinascimento…
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Esistono ed esisteranno finché qualcuno deve prendere un mutuo, un prestito, fare un finanziamento per l'acquisto di un macchinario aziendale, ecc...
nonché finché qualcuno deve custodire qualcosa.


Il maggior riciclaggio oggi si va dando buste paga... busta paga del tutto di facciata, di aziende più o meno di facciata, più o meno impegnate in reali operazioni commerciali.
Ti faccio un bonifico di una busta paga di € 1.000, ma poi me li ridai in contanti... di sottobanco... senza traccia. Non saprei dire se sarebbe meglio o peggio.

beh sei ci pensi.. la butto li
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puoi farti un prestito con uno smartcontract... e devi 'versare' x $$ ogni tot giorni con un tot interesse
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Esistono ed esisteranno finché qualcuno deve prendere un mutuo, un prestito, fare un finanziamento per l'acquisto di un macchinario aziendale, ecc...
nonché finché qualcuno deve custodire qualcosa.


Con il tempo Defi le renderà obsolete anche per quello.



Quote
Il maggior riciclaggio oggi si va dando buste paga... busta paga del tutto di facciata, di aziende più o meno di facciata, più o meno impegnate in reali operazioni commerciali.
Ti faccio un bonifico di una busta paga di € 1.000, ma poi me li ridai in contanti... di sottobanco... senza traccia. Non saprei dire se sarebbe meglio o peggio.

Che sia possibile riciclare è una cosa, che si eviterebbero tanti degli sbattimenti richiesti oggi all'acquirente è un'altra.
 
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Le banche sono contente di perdere clienti (perchè per loro sono un costo) e i clienti sarebbero felici di abbandonarle (perchè non servono a nulla)

Quindi la domanda è: perchè esistono le banche?

Ah già, perchè senza di loro la "moneta" fiat non funziona. Servono per forza. Grin

Sarebbe più semplice se dessero a tutti i lavoratori in regola che ne fanno richiesta la possibilità di essere pagati in bitcoin. Pensate che bello: niente più exchange, commissioni, transazioni inutili, giorni di attesa di conferma di un bonifico internazionale. Vengo direttamente pagato nella mia moneta preferita.

E al tempo nessun rischio riclaggio: sarebbero btc di cui nessuno sospetterebbe l'origine. Un giorno, forse nemmeno troppo lontano

Esistono ed esisteranno finché qualcuno deve prendere un mutuo, un prestito, fare un finanziamento per l'acquisto di un macchinario aziendale, ecc...
nonché finché qualcuno deve custodire qualcosa.


Il maggior riciclaggio oggi si va dando buste paga... busta paga del tutto di facciata, di aziende più o meno di facciata, più o meno impegnate in reali operazioni commerciali.
Ti faccio un bonifico di una busta paga di € 1.000, ma poi me li ridai in contanti... di sottobanco... senza traccia. Non saprei dire se sarebbe meglio o peggio.
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Ma basta con ste lamentele sulle banche ! loro guardano al domani:

https://www.corriere.it/economia/consumi/21_aprile_28/ing-italia-chiude-bancomat-luglio-banca-elimina-contante-diventa-cashless-6272ebae-a80a-11eb-9b2a-89b9894068db.shtml

questi sono davvero troppo avanti: non solo eliminano il contante ma se vuoi prelevare devi anche andare agli atm delle altre banche e quindi PAGARE la commissione !  Grin


Manovra di tenore ben peggiore sta facendo Binck (qualche mese fa acquisita da Saxo): stanno cancellando (con diritto di recesso esercitato dalla banca) alcuni loro servizi che erano essenziali per il tipo di operatività che offrivano: se guardaste i thread su Binck di FinanzaOnLine o InvestireOggi  trovereste pagine e pagine (solo negli ultimi 2 giorni) di gente inviperita. Veramente una mossa senza né capo né coda.


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Le banche sono contente di perdere clienti (perchè per loro sono un costo)
Spero veramente che tra qualche anno rideremo alla grande ripensando a questo post e a come non solo si stiano scavando la tomba da sole, ma stiano riuscendo addirittura a sotterrarsi.
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Le banche sono contente di perdere clienti (perchè per loro sono un costo) e i clienti sarebbero felici di abbandonarle (perchè non servono a nulla)

Quindi la domanda è: perchè esistono le banche?

Ah già, perchè senza di loro la "moneta" fiat non funziona. Servono per forza. Grin

Sarebbe più semplice se dessero a tutti i lavoratori in regola che ne fanno richiesta la possibilità di essere pagati in bitcoin. Pensate che bello: niente più exchange, commissioni, transazioni inutili, giorni di attesa di conferma di un bonifico internazionale. Vengo direttamente pagato nella mia moneta preferita.

E al tempo nessun rischio riclaggio: sarebbero btc di cui nessuno sospetterebbe l'origine. Un giorno, forse nemmeno troppo lontano
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Non deve dire nulla al cliente.

Io sottolineo solo che la norma dice "sospettano"... quindi la discrezionalità è pressoché totale.


La discrezionalità è totale, certamente.

Ma nel caso di un mio conoscente gli è stato detto che benché l'operazione non fosse sospetta, dato che per competenza finanziaria, reddito, patrimonio investito etc, i bonifici da e per gli exchange erano congruenti con il profilo del cliente, per loro non erano operazioni gradite, e quindi lo pregavano di smettere.

Lui li ha presi in parola ed ha smesso, letteralmente. Ha chiuso il rapporto portando conto, deposito ed investimenti su un altra banca.
Tutti più contenti così, direi.



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Da circa un mese, la banca mi ha bloccato i bonifici verso gli exchange dicendomi che a loro non piace questo tipo di operatività. Ovviamente la cosa non l'ho presa bene e ho avuto una accesa discussione col direttore, che mi ha detto che il bonifico è stato segnalato come transazione sospetta
Spero vivamente che tu stia chiudendo/abbia chiuso il conto presso questa banca.
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vesto tutto
<…>
Sono cose così....per evitare quel che succedeva fino a pochi anni fa che si procedeva in allegria...
Paolo, non stiamo parlando di questo.
Stiamo parlando di primarie banche italiane (una in particolare)  che chiudono conti a persone con reddito da lavoro dipendente, stipendi a cifre rilevanti, istruiti finanziariamente (profilazione MiFid), che magari bonificavano qualche migliaia di euro da è per exchange.
Sentita da più di un mio conoscente e forse anche nel caso qui sopra.

Ora la banca può sospettare quello che vuole, ma se un lavoratore dipendente bonifica una parte dello stipendio ad un exchange tot, e dopo qualche mese arriva totx2 quando bitcoin ha fatto x2…. Che cosa vuoi segnalare?
La metà delle persone che conoscevo ha CHIUSO il conto, deposito amministrato etc rivolgendosi altrove.

La banca può segnalare, non é tenuta a dire nulla al cliente, ma di certo secondo me sta perdendo business (cosa che è credo non sia indifferente per le banche italiane).
Peccato, tutto qui.



Non deve dire nulla al cliente.

Io sottolineo solo che la norma dice "sospettano"... quindi la discrezionalità è pressoché totale.

Il problema è uno se io faccio un bonifico ed un exchange, tu lo sai che le voglio far tornare indietro ?
perché io posso fare un bonifico ad un exchange e poi prendere criptovalute per far passare capitali all'estero o fare operazioni particolari...
La banca dovrebbe chiedere la cliente se hai già dichiarato il possesso nel quadro RW e/o se ha già dichiarato ai fini IVAFE il conto dell'exchange, ecc...
https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/web/guest/schede/pagamenti/imposta-valore-att-estero-ivafe/cosa-ivafe


La competenza o meno del cliente, MiFid, non ha rilievo. Ha rilievo quel che fa.
Così come il bonifico dall'exchange... non è facile tracciare e/o sapere e/o ricordarsi che è stato fatto dal cliente stesso e non sono soldi che qualcuno gli vuol far riciclare.
Il sistema è facile io che ho denaro sporco riesco in qualche modo a convertirlo in criptovalute, te le invio a te, tu le invii al conto di un exchange e ti fai un bonifico,
poi mi dai i contanti o facciamo altro una volta rientrati nel circuito bancario.

Tutto questo a fronte di ? perché la banca ad inviare e ricevere bonifici guadagna poco e nulla... troppo rischio per spiccioli.


Perdendo business... potrebbero venderla la criptovaluta... che ti devo dire... perché c'è ancora chi investe in azioni di banche italiane ?
https://www.msci.com/documents/10199/2dc35216-2876-47b2-bf55-cd8706f53f2b
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The hacker spirit breaks any spell
hanno chiuso il conto? hanno fatto benissimo

certi comportamenti del cazzo vanno puniti dove gli fa piu male, il portafoglio

anche fineco mi ha deluso, ocn la questione di chiusura conti sopra i 100k (non e' il mio caso, ma e' il principio)

sto valutando di madnarli a fare in culo
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vesto tutto
<…>
Sono cose così....per evitare quel che succedeva fino a pochi anni fa che si procedeva in allegria...
Paolo, non stiamo parlando di questo.
Stiamo parlando di primarie banche italiane (una in particolare)  che chiudono conti a persone con reddito da lavoro dipendente, stipendi a cifre rilevanti, istruiti finanziariamente (profilazione MiFid), che magari bonificavano qualche migliaia di euro da è per exchange.
Sentita da più di un mio conoscente e forse anche nel caso qui sopra.

Ora la banca può sospettare quello che vuole, ma se un lavoratore dipendente bonifica una parte dello stipendio ad un exchange tot, e dopo qualche mese arriva totx2 quando bitcoin ha fatto x2…. Che cosa vuoi segnalare?
La metà delle persone che conoscevo ha CHIUSO il conto, deposito amministrato etc rivolgendosi altrove.

La banca può segnalare, non é tenuta a dire nulla al cliente, ma di certo secondo me sta perdendo business (cosa che è credo non sia indifferente per le banche italiane).
Peccato, tutto qui.

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Salve a tutti. Non riesco a trovare un topic in cui è stato posto lo stesso quesito per cui chiedo venia se l'argomento è già stato affrontato.
Sono anni che effettuo acquisti sporadici di criptovalute sia su coinbase che su binance. Da circa un mese, la banca mi ha bloccato i bonifici verso gli exchange dicendomi che a loro non piace questo tipo di operatività. Ovviamente la cosa non l'ho presa bene e ho avuto una accesa discussione col direttore, che mi ha detto che il bonifico è stato segnalato come transazione sospetta e per evitare seccature dovute ad un eventuale controllo anti riciclaggio (i miei fondi sono provenienti da reddito da lavoro e sono dimostrabili) ho preferito chiudere la discussione e sono in cerca di alternative.
C'è qualcuno che ha avuto problemi come il mio? A quanto pare anche le altre banche cercano di ostacolare transazioni verso exchange per cui non so come diavolo fare. Al momento sto usando il p2p di binance che mi consente di acquistare da privati, ma sto acquistando a prezzi maggiorati.
Con Postepay si hanno problemi? Qualcuno ha qualche prepagata da consigliarmi che consente di ricaricare l'exchange con bonifico? Non voglio acquistare con carta per via delle commissioni altissime.
Grazie a chi risponderà

Ci sono banche che si comportano così, tipo il secondo gruppo bancario italiano, quello con le insegne rosse, per intenderci.

Nella normativa che ha postato Paolo non vi é alcuna norma che dica che i bonifici verso exchange crypto debbano essere segnalati come sospetti, tanto più se i fondi dipendono da reddito da lavoro.

Quindi, il mio consiglio é di rivolgerti ad un istituto bancario più crypto friendly, se possibile chiudendo il rapporto con la banca incriminata.

Istituti più crypto friendly di quello non dovresti faticare a trovarne. Come ti hanno segnalato Banca Sella é in assoluto quello più apertamente favorevole a questa attività, che é perfettamente legale e monitorata, come ogni altra attività che passa per il sistema bancario, non di più, non di meno.





La norma dice questo:

"sanno, sospettano o hanno motivi ragionevoli per sospettare che siano in corso o che siano state compiute o tentate operazioni di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo o che comunque i fondi, indipendentemente dalla loro entità, provengano da attività criminosa".

https://uif.bancaditalia.it/adempimenti-operatori/segnalazioni-sos/index.html?com.dotmarketing.htmlpage.language=102#:~:text=%22soggetti%20obbligati%22)%20%E2%80%93%20costituita,di%20strumenti%20finanziari%20e%20di


È talmente ampio il potere discrezionale che tutto può essere segnalato.

Se in un conto corrente ci sono stati pochi movimenti e poi all'improvviso arriva un grande andirivieni da e per exchange è una cosa che potrebbe venire segnalata.

Così come se uno è uno studente e fa un bonifico da € 88.000 per comprare un'auto di ultra lusso.

Se uno entra in banca e chiede di pagare una polizza assicurativa risparmio in contanti, chiede... senza effettuare l'operazione; sicuramente è una cosa che verrà segnalata.

Una segnalazione di per sé non vuol dire nulla, ma non spetta alla banca o altro soggetto decidere, spetta all'UIF.


Se io mi vesto da straccione vado in un vicolo malfamato si notte, può essere che venga fermato...

Se mi vesto tutto precisino e vado la mattina con il cane a passeggio, difficilmente verrò fermato da qualcuno.

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Salve a tutti. Non riesco a trovare un topic in cui è stato posto lo stesso quesito per cui chiedo venia se l'argomento è già stato affrontato.
Sono anni che effettuo acquisti sporadici di criptovalute sia su coinbase che su binance. Da circa un mese, la banca mi ha bloccato i bonifici verso gli exchange dicendomi che a loro non piace questo tipo di operatività. Ovviamente la cosa non l'ho presa bene e ho avuto una accesa discussione col direttore, che mi ha detto che il bonifico è stato segnalato come transazione sospetta e per evitare seccature dovute ad un eventuale controllo anti riciclaggio (i miei fondi sono provenienti da reddito da lavoro e sono dimostrabili) ho preferito chiudere la discussione e sono in cerca di alternative.
C'è qualcuno che ha avuto problemi come il mio? A quanto pare anche le altre banche cercano di ostacolare transazioni verso exchange per cui non so come diavolo fare. Al momento sto usando il p2p di binance che mi consente di acquistare da privati, ma sto acquistando a prezzi maggiorati.
Con Postepay si hanno problemi? Qualcuno ha qualche prepagata da consigliarmi che consente di ricaricare l'exchange con bonifico? Non voglio acquistare con carta per via delle commissioni altissime.
Grazie a chi risponderà

Ci sono banche che si comportano così, tipo il secondo gruppo bancario italiano, quello con le insegne rosse, per intenderci.

Nella normativa che ha postato Paolo non vi é alcuna norma che dica che i bonifici verso exchange crypto debbano essere segnalati come sospetti, tanto più se i fondi dipendono da reddito da lavoro.

Quindi, il mio consiglio é di rivolgerti ad un istituto bancario più crypto friendly, se possibile chiudendo il rapporto con la banca incriminata.

Istituti più crypto friendly di quello non dovresti faticare a trovarne. Come ti hanno segnalato Banca Sella é in assoluto quello più apertamente favorevole a questa attività, che é perfettamente legale e monitorata, come ogni altra attività che passa per il sistema bancario, non di più, non di meno.


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Salve a tutti. Non riesco a trovare un topic in cui è stato posto lo stesso quesito per cui chiedo venia se l'argomento è già stato affrontato.
Sono anni che effettuo acquisti sporadici di criptovalute sia su coinbase che su binance. Da circa un mese, la banca mi ha bloccato i bonifici verso gli exchange dicendomi che a loro non piace questo tipo di operatività. Ovviamente la cosa non l'ho presa bene e ho avuto una accesa discussione col direttore, che mi ha detto che il bonifico è stato segnalato come transazione sospetta e per evitare seccature dovute ad un eventuale controllo anti riciclaggio (i miei fondi sono provenienti da reddito da lavoro e sono dimostrabili) ho preferito chiudere la discussione e sono in cerca di alternative.
C'è qualcuno che ha avuto problemi come il mio? A quanto pare anche le altre banche cercano di ostacolare transazioni verso exchange per cui non so come diavolo fare. Al momento sto usando il p2p di binance che mi consente di acquistare da privati, ma sto acquistando a prezzi maggiorati.
Con Postepay si hanno problemi? Qualcuno ha qualche prepagata da consigliarmi che consente di ricaricare l'exchange con bonifico? Non voglio acquistare con carta per via delle commissioni altissime.
Grazie a chi risponderà

Il problema che hai avuto con la tua banca li puoi avere con qualsiasi altra banca europea:

https://uif.bancaditalia.it/sistema-antiriciclaggio/uif-italia/index.html


Almeno di non avere una conoscenza diretta, dichiarando prima di una apertura del conto cosa devi fare, quindi andare in strutture come Banca Sella,.Conio... ecc... a costi superiori.
Non si può escludere che le operazioni vengano segnalate comunque.
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Non so rispondere alla tua domanda nello specifico ma posso suggerirti di provare un'alternativa che sarebbe quella di usare come exchange TRT.
TRT si appoggia a Banca Sella per cui quando dalla tua banca volessi fare un bonifico verso exchange, la tua banca vedrebbe semplicemente un bonifico verso Banca Sella e non credo che la cosa desterebbe sospetti. Una volta convertiti in Btc su TRT potresti poi spedire su altri exchange nel caso volessi acquistare qualche alt non presente su TRT.


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Salve a tutti. Non riesco a trovare un topic in cui è stato posto lo stesso quesito per cui chiedo venia se l'argomento è già stato affrontato.
Sono anni che effettuo acquisti sporadici di criptovalute sia su coinbase che su binance. Da circa un mese, la banca mi ha bloccato i bonifici verso gli exchange dicendomi che a loro non piace questo tipo di operatività. Ovviamente la cosa non l'ho presa bene e ho avuto una accesa discussione col direttore, che mi ha detto che il bonifico è stato segnalato come transazione sospetta e per evitare seccature dovute ad un eventuale controllo anti riciclaggio (i miei fondi sono provenienti da reddito da lavoro e sono dimostrabili) ho preferito chiudere la discussione e sono in cerca di alternative.
C'è qualcuno che ha avuto problemi come il mio? A quanto pare anche le altre banche cercano di ostacolare transazioni verso exchange per cui non so come diavolo fare. Al momento sto usando il p2p di binance che mi consente di acquistare da privati, ma sto acquistando a prezzi maggiorati.
Con Postepay si hanno problemi? Qualcuno ha qualche prepagata da consigliarmi che consente di ricaricare l'exchange con bonifico? Non voglio acquistare con carta per via delle commissioni altissime.
Grazie a chi risponderà
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