ROMA – “Non comprate i Bitcoin“. Il messaggio arriva forte e chiaro da parte della Banca d’Italia, che invita le banche a diffidare della moneta virtuale, sottolineando che in assenza di regole precise i rischi sono alti.
Un monito, quello della Banca d’Italia, che ha due effetti: quello di scoraggiare l’uso di monete virtuali, ma allo stesso tempo di rendere necessaria al più presto una regolamentazione di queste monete già largamente usate nel web.
Nel bollettino la Banca d’Italia segue le orme dell’Eba, European Banking Authority, che aveva già messo in guardia sulle valute virtuali, pubblicando un suo parere a luglio scorso:
“La Banca d’Italia scoraggia le banche e gli altri intermediari vigilati dall’acquistare, detenere o vendere valute virtual. Gli intermediari vigilati dalla Banca d’Italia vanno quindi invitati a valutare con attenzione i rischi indicati dall’Eba e a considerare che in assenza di adeguati presidi e di un quadro legale certo circa la natura giuridica delle valute virtuali, quei rischi possono esporre a perdite e inficiare, di conseguenza, la consistenza del patrimonio di vigilanza e la stabilità stessa degli intermediari”.
E sottolinea:
“le concrete modalità di funzionamento degli schemi di valuta virtuale possono integrare, nell’ordinamento nazionale, la violazione di disposizioni normative, penalmente sanzionate”.
L’invito di via Nazionale però, secondo Geronimo Emili di CashlessWay, prima associazione nata per diffondere la cultura digitale dei pagamenti, non avrà solo effetti negativi:
“può apparire come un duro colpo al Bitcoin ma invece deve servire da stimolo per identificare quelle regole volte a rendere la valuta virtuale affidabile e sicura per il mercato”.
Il Bitcoin è una moneta elettronica creata nel 2009 da un informatico conosciuto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto ed è basata su transazioni criptate completamente anonime. Nessuna banca gestisce il valore della criptomoneta, che dipende unicamente dalla fiducia degli investitori e che può essere trasferita via web a chiunque disponga di un ‘indirizzo Bitcoin‘, salvata su un computer sotto forma di ‘portafoglio’ o tenuta presso terze parti che svolgono funzioni simili ad una banca.
Proprio per la sua struttura ‘peer-to-peer’ e per la mancanza di un ente centrale, manipolare il valore dei Bitcoin è impossibile. Nel suo rapporto l’Eba ha spiegato che sebbene ci siano “alcuni benefici potenziali, fra cui transazioni più facili e veloci e l’inclusione finanziaria”, al momento senza norme ben definite
“i rischi superano i benefici, che in Europa rimangono comunque meno evidenti”.
Sono infatti più di 70 i profili di rischio collegati alle monete elettroniche e virtuali: da quelli collegati ai partecipanti al mercato a quelli relativi alla sicurezza finanziaria, fra cui la elevata possibilità di ricorrere a tali strumenti per il riciclaggio del denaro sporco.
Ma i Bitcoin restano una moneta su cui scommettere, di questo sono convinti i gemelli Cameron e Tyler Winklevoss, ‘nemici’ storici di Mark Zuckerberg che lo accusarono di avergli rubato l’idea di Facebook, e che stanno lavorando al ‘Nasdaq dei Bitcoin‘, la prima piattaforma di scambio regolamentata per la valuta virtuale.
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