Mi riferisco al controllo del network.
Si parlava di 3 attori indipendenti. Con il fantomatico 33% l'uno.
Se due di questi attori si mettono d'accordo in segreto (cartello, come quello operato dalle compagnie telefoniche o informatiche o dei combustibili... praticamente da chiunque ) hanno istantaneamente più del 51% del network. E possono manipolarlo come desiderano.
La sicurezza della rete IMHO era nell'ampia distribuzione.
Se il network poggia su 5 milioni di nodi miners, è difficile che un milione si metterà d'accordo per hackare il network.
Se l'accordo lo devono fare solamente due persone (o due aziende)... stai tranquillo che succederà.
E non sto dipingendo un universo distonico alla orwell, succede già oggi dovunque ci siano soldi e possibilità di controllo.
Un discorso simile potrebbe essere fatto sulle pool (in maniera minore).
Se togli il solo mining dal codice del client e se strutturi la rete solamente sulle pool, se l'hash power è affidato solamente a 3 o 4 pool... e queste magari colludono o vengono attaccate contemporanamente, il network può crollare.
Prova a pensare se tutti i gestori delle principali pool spegnessero i server (di comune accordo).
Il prezzo dei bitcoin crollerebbe, qualcuno potrebbe comprarli in massa dagli exchanger che ne conservano sui balance online, poi le pool tornano up tutte le transazioni vengono verificate e il prezzo risale.
Qualcuno proponeva un gioco simile per quando litecoin verrà lanciato su MTGox, chiedendo a quanti più miner possibile di smettere di minare al momento del lancio.
Però non è riuscito a coinvolgere molte persone, perché quando la rete è distribuita non la puoi manipolare.
Ma se il 33% della rete è in mano a una singola entità, allora non è più una rete libera.
Se poi le entità in totale sono 3 o 4. Il principio di bitcoin secondo me si è perso.
Fra un po' tutti gli asic verranno hostati da terze parte e i miners compreranno quote.
Ma questo significa solo che ci sarà una compagnia che aumenta la sua potenza di hash.
Perché quell'hash non sarà in mano ai miners ma al CEO della compagnia