E qui entra in gioco il reato di incauto acquisto, di cui riporto lo stralcio:
Tornando al discorso sull'incauto acquisto in generale, il problema che si pone nell'acquisto di qualsiasi bene, specie nella vendita a distanza: l'acquirente deve in qualche modo informarsi, nel limite delle sue possibilità, sulla provenienza del bene ed ha l'obbligo di insospettirsi, se per esempio il prezzo richiesto per suddetto bene, seppur usato, è stranamente basso.
Tirare di mezzo le criptovalute come se il loro utilizzo sia implicitamente prova di incauto acquisto è anacronistico MA al solito tutto sta nelle mani del giudice.
Detto ciò, se capita il Giudice che scrive le sentenze a penna e in corsivo, è possibile che tocchi ricorrere fino in Cassazione o -se non si è abbienti- accettare una condanna anacronistica e pagare il multone.
tl;dr decide il Giudice. Nessuna legge impone precise pratiche che un acquirente debba seguire nella compravendita a distanza con terzi privati. Usare criptovaluta non costituisce da se prova di reato di incauto acquisto
Esattamente quello che intendevo dire io: devi farlo nel limite delle tue possibilità, non è che puoi andare a fare chissà che indagini se uno ti sta vendendo una carta regalo amazon anche perchè ti può dire "me l'hanno regalata" oppure "l'ho presa con l'apertura di un conto corrente". Che fai ti fai dare l'IBAN o chiami la sua banca per verifica se effettivamente ha avuto una promozione in cui gli regalavano un buono amazon?