Voglio provare a capire quali potrebbero essere le strategie più probabili che un governo potrebbe adottare per distruggere i bitcoin. Questo ci potrebbe aiutare a riflettere sulle strategie per difenderci da un attacco del genere e uscirne vincitori. Eventualmente nel peggiore dei casi, capire i sintomi di un attacco e uscirne vendendo tutto in tempo.
Fare una legge che la vieta i bitcoin sarebbe inutile. Si deve attaccare il sistema nei punti deboli.
Riflettendo sui punti deboli:
- il momento più critico dei bitcoin secondo me è stato il fork del 11/12 marzo e se non veniva sistemato in tempo sarebbe stato devastante.
- un governo avrebbe a disposizione un bel po’ di soldi, diciamo anche 10miliardi di dollari per una cosa simile e potrebbe manipolare il prezzo molto facilmente con un po’ di organizzazione visto che non ci sono regole
- il mining è in mano a poche pool e un attacco sarebbe molto distruttivo. Se ci fossero molti miner in solo o usando p2pool le cose sarebbero diverse.
Ho pensato ad una cosa del genere:
L’attacker deve attrezzarsi prima, creando una farm in grado di reggere l’hash rate del network o almeno per una buona parte. Magari comprando ASIC a manetta o sfruttando le strutture del governo o creando a sua volta ASIC con un loro progetto interno.
Si potrebbe poi pensare un attacco ai DNS delle pool mettendole offline (il governo con la scusa del terrorismo potrebbe farlo in poche ore) e nel caso di un up con dns distribuiti preparare un attacco DDOS ad hoc.
Un attacco contemporaneo a BTCguild, Ghash.io, Eligius, Slush, BitMinter (etc…) comprometterebbe quasi l’80% dell’hashrate.
Mettendo offline tutti le big pool si avrebbe l’occasione di entrare come unica/più pool governative e comandare il network. Qui entra in gioco la farm pronta ad entrare in funzione. La cosa migliore sarebbe più farm distribuite nel mondo. Sulle farm si farebbe girare un client modificato ad hoc che intenzionalmente farebbe generare un fork della blockchain senza un meccanismo particolare ma casualmente: non accetta un blocco e prosegue solo con altri. Si avrebbe un fork nel quale un client non risulta più in grado capire quale delle due (o più) prendere come riferimento. Prenderebbe a caso una delle 2 (quella che gli arriva prima) ma potrebbe perdere le sue transazioni.
Per più tempo si protrae questa situazione e più il panico verrebbe a galla. Secondo me questo sarebbe la fine. Con la blockchain compromessa si dovrebbe creare un client che farebbe ripartire dal punto in cui è iniziato l’attacco ma dubito che potrebbe funzionare in tempi brevi.
In questo la fiducia sarebbe compromessa e anche se si rimettesse in piedi il sistema tutti venderebbero per paura di un altro attacco. Se ci fosse una ripresa dei miner, a quel punto il governo potrebbe comprare tutti bitcoin in circolazione e vendere al ribasso. A prezzo ribassato i miner abbandonerebbero il loro lavoro e da quel momento sarebbe una discesa continua senza arresto.
Ditemi se sarebbe una cosa che potrebbe essere fatta e che effettivamente porterebbe alla distruzione totale.
Se effettivamente potrebbe funzionare questo attacco qualcuno sta pensando ad un modo per proteggersi? Secondo me si dovrebbe adottare p2pool unico modo per accettare i blocchi, ormai unica soluzione in grado di mantenere la decentralità, vera forza dei bitcoin ormai però sradicata dalle pool/farm.
E' un idea, a voi la parola