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Topic: DOMANDA su sicurezza nel uso di BTC per un attivista (Read 74 times)

legendary
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brainwallet lo sconsiglio
i metodi di torture odierni - quelli raffinati - ti aprono la testa come un cocomero e dici tutto

la deprivazione sensoriale ti fa recedere e quindi ti rende suggestionabile, possono anche fingere una liberazione e tu ci crederesti e parleresti (senza usare necessariamente violenza di tipo splatter)

quindi multisig con persone fidate, se ne ha
legendary
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Un brain wallet non lo considererei in un paese dittatoriale, secondo me un brain wallet ha senso solo se non sei a rischio di incolumità. Ma se rischi l'arresto (come dice l'OP)..... non sai mai come possano trattarti.
Non so se avete seguito la faccenda di Giulio Regeni; un paio di mesi fa sui giornali sono uscite notizie dettagliate (a seguito della chiusura indagini) su quel che gli hanno fatto tra il momento della cattura e quando è morto.
Torture da rabbrividire..... in quelle condizioni ti fanno dire tutto, brain wallet compreso. Anche se probabilmente in quelle condizioni i soldi sarebbero l'ultimo dei tuoi pensieri.

Per me la migliore soluzione sarebbe un multisig con i seed "degli altri" dati a due persone fidate non conosciute tra loro, meglio se all'estero (non so se ci sia possibilità di avere contatti con l'esterno almeno via internet).


legendary
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Fully fledged Merit Cycler - Golden Feather 22-23
Beh, scusate, ma lo scenario è reale. Non è il caso di Julian Assange? Proprio lui difatti è stato un pioniere di Bitcoin, e mi ricordo anche che ringraziò pubblicamente i donatori (si presume “early adopters” per le donazioni “autorigenerantesi” durante le bull runs!

Comunque io voto per un address multifirma tra gli attivisti “fidati” magari anche scambiando pin e device (ogni attivista conosce il pin del device dell’altro e non del proprio!
legendary
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Buongiorno,

volevo proporvi questa situazione ipotetica per sapere cosa ne pensate. Supponiamo che in un paese dittatoriale un attivista abbia dei bitcoin (che magari ha ricevuto da qualche sostenitore dei diritti umani). Dal momento che lui rischia quotidianamente l'arresto (e conseguentemente la confisca di tutti i devices, chiavi usb ecc che gli trovano in casa) come potrebbe proteggere i suoi fondi a lungo termine? un brain wallet è l'unica soluzione?



A parte la cosa più ovvia (brain wallet) cose più creative potrebbero essere un multiaddress 2-3 con altri due attivisti all'estero in modo tale che anche in caso di confisca dei devices i fondi sarebbero inamovibili

o con un attivista solo se non si fida degli altri due.

Oppure una transazione "timelocked" ad un address controllato dallo stesso attivista  che inibisca la spesa prima di una data futura, data in cui si spera che sia tornata la democrazia  Grin
legendary
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Buongiorno,

volevo proporvi questa situazione ipotetica per sapere cosa ne pensate. Supponiamo che in un paese dittatoriale un attivista abbia dei bitcoin (che magari ha ricevuto da qualche sostenitore dei diritti umani). Dal momento che lui rischia quotidianamente l'arresto (e conseguentemente la confisca di tutti i devices, chiavi usb ecc che gli trovano in casa) come potrebbe proteggere i suoi fondi a lungo termine? un brain wallet è l'unica soluzione?

Brain wallet, seed con hidden passphrase, fondi divisi presso persone di fiducia

Attualmente mi vengono queste idee
newbie
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Buongiorno,

volevo proporvi questa situazione ipotetica per sapere cosa ne pensate. Supponiamo che in un paese dittatoriale un attivista abbia dei bitcoin (che magari ha ricevuto da qualche sostenitore dei diritti umani). Dal momento che lui rischia quotidianamente l'arresto (e conseguentemente la confisca di tutti i devices, chiavi usb ecc che gli trovano in casa) come potrebbe proteggere i suoi fondi a lungo termine? un brain wallet è l'unica soluzione?
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