Per la maggior parte delle volte i venditori comprano i loro Bitcoin dagli exchange, che sono i servizi di cambio dove spesso è possibile comprare grossi quantità di Bitcoin al prezzo migliore sul mercato.
Però ci possono essere alcuni svantaggi a comprare dagli exchange:
- Non sono immediati (sono spesso richiesti bonifici)
- Non sono anonimi/pseudoanonimi (spesso richiedono documenti di identità e residenza)
- Possono essere visti come "difficili" (le interfacce possono lasciare un po' smarriti gli utenti meno esperti)
- Non accettano il mezzo di pagamento che potete/volete usare voi
- Altri motivi ...
Per questo è probabile che preferiate comprare da un rivenditore qua sul forum piuttosto che comprare su un exchange.
Vorrei sviluppare un attimo questo discorso: un compratore che acquista btc da un privato paga un sovrapprezzo rispetto al prezzo di mercato (quotazione degli exchange). Ma che tipo di servizio sta pagando realmente? Secondo me per valutare se il prezzo finale é giusto o meno, non basta solo conoscere il prezzo di mercato del bitcoin ma bisogna stimare anche il valore aggiunto del servizio che il dealer si fa pagare.
Quindi che tipo di servizi si pagano con quel 5-10-15% di commissione?
1) assistenza personalizzata (qui si va dal sostegno tecnico ai newbie che si avvicinano per la prima volta al mondo del Bitcoin e che quindi non sono autonomi, al fatto "psicologico", valido per quasi tutti direi, che il trattare con una persona invece che con un'interfaccia automatica dovrebbe garantire una migliore gestione di eventuali contrattempi che dovessero insorgere all'interno di una transazione)
2) possibilitá di pagare con diversi mezzi di pagamento
3) possibilitá di ricevere immediatamente i bitcoin
4)
maggiore tutela della privacySu quest'ultimo punto, che ho evidenziato e che era stato richiamato anche da HostFat, personalmente ho dei dubbi. Tralasciando il caso, poco frequente, del pagamento in contanti, in tutti gli altri casi non mi sembra che trattare con un privato garantisca una privacy maggiore di quella che si ha quando si acquista su TRT o Bitstamp. In primo luogo la maggior parte dei mezzi di pagamento si avvale sempre del circuito bancario. In secondo luogo anche il privato viene a conoscenza almeno dei dati anagrafici del cliente, qualcuno richiede anche recapiti telefonici o addirittura foto di documenti d'identità e selfie. Sia ben chiaro che non sto criticando queste pratiche di raccolta dati, è ben chiaro il motivo che spinge i venditori a tutelarsi il più possibile dalle frodi.
Il mio discorso è semplicemente questo: quando si compra da un privato, si dà per scontato di tutelare la propria privacy in modo maggiore di quanto non avvenga operando su un exchange, ma questo fatto non è assodato. Come a un exchange potrebbe essere richiesto, in caso di controlli/irregolarità/denunce, una lista di clienti, non potrebbe succedere la stessa cosa con un cambiavalute privato?
In conclusione: con la percentuale di commissione si paga e si ottiene quindi anche una quota di maggiore anonimato o no?