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Topic: Integrare Bitcoin su una piattaforma commerciale, dubbi di natura legale (Read 1148 times)

legendary
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Credo anche io che la soluzione ideale, senza passare da intermediari sia quella di considerare il fatturato btc sempre in euro. Dopodiché a fine anno fiscale (in caso di capital gain) utilizzare l'apposito modulo della dichiarazione per eventuali profitti.
Così dichiari tutto e sei apposto fino a prova contraria dato che una normativa di riferimento non esiste.

Allo Stato basta che dichiari ciò che guadagni.

in ogni caso, credo che il totale per singola fattura non potrà in ogni caso superare i 3000 euro per via dell'anti riciclaggio, in quanto credo che bitcoin possa grosso modo assimilarsi al contante.


Perfetto, bitcoin o non bitcoin non fa alcuna differenza quando la somma considerata è di una determinata entità va trattata secondo la normativa vigente, su questo non ci piove.
Io enfatizzo sempre che per comodità ci si può affidare a servizi dedicati, tipo tinkl, bitpay, cryptopay ecc. ma suggerirei all'imprenditore che volesse accettare btc di farlo in house così da risparmiare anche qualche soldino che male non fa mai.
Ultimo, ma non meno importante, ci vuole un commercialista preparato sia che si parli di bitcoin sia che si operi normalmente.

Comunque sia, accettare bitcoin come mezzo di pagamento, non è un grosso sforzo per il commercialista, in quanto è solo una modalità di incasso, paragonabile del tutto al crearsi una cassa in valuta straniera. E' come se uno accettasse pagamenti in dollari per le fatture in euro, e creasse una cassa appunto in dollari.

Invece nel caso si usi bitpay o tinkl è tutto più fluido e lineare in quanto questi processor ci mandano direttamente gli euro incassati sul conto.
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Credo anche io che la soluzione ideale, senza passare da intermediari sia quella di considerare il fatturato btc sempre in euro. Dopodiché a fine anno fiscale (in caso di capital gain) utilizzare l'apposito modulo della dichiarazione per eventuali profitti.
Così dichiari tutto e sei apposto fino a prova contraria dato che una normativa di riferimento non esiste.

Allo Stato basta che dichiari ciò che guadagni.

in ogni caso, credo che il totale per singola fattura non potrà in ogni caso superare i 3000 euro per via dell'anti riciclaggio, in quanto credo che bitcoin possa grosso modo assimilarsi al contante.


Perfetto, bitcoin o non bitcoin non fa alcuna differenza quando la somma considerata è di una determinata entità va trattata secondo la normativa vigente, su questo non ci piove.
Io enfatizzo sempre che per comodità ci si può affidare a servizi dedicati, tipo tinkl, bitpay, cryptopay ecc. ma suggerirei all'imprenditore che volesse accettare btc di farlo in house così da risparmiare anche qualche soldino che male non fa mai.
Ultimo, ma non meno importante, ci vuole un commercialista preparato sia che si parli di bitcoin sia che si operi normalmente.
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Credo anche io che la soluzione ideale, senza passare da intermediari sia quella di considerare il fatturato btc sempre in euro. Dopodiché a fine anno fiscale (in caso di capital gain) utilizzare l'apposito modulo della dichiarazione per eventuali profitti.
Così dichiari tutto e sei apposto fino a prova contraria dato che una normativa di riferimento non esiste.

Allo Stato basta che dichiari ciò che guadagni.

si grosso modo è quello che ho suggerito io. Incassare bitcoin puri, fatturare in euro, registrare gli incassi in euro su un conto che chiameremo "bitcoin" per comodità. Questo conto "bitcoin" avrà un valore in euro corrispondente al valore totale delle singole operazioni scaturente dalla somma dei valori istantanei. Poi a fine anno, la differenza di valore scaturente dalla quotazione al 31/12 se positiva va messa come sopravvenienza attiva, se negativa va messa come sopravvenienza passiva.

Chi ha un'azienda di capitali e presenta bilancio, puo' evidenziare appunto a fine anno se il valore del "wallet bitcoin" è aumentato rispetto al valore nominale di quanto incassato (sopravvenienza attiva) oppure se è diminuito (sopravvenienza passiva).

Chi ha ditta individuale dovrà segnalare eventuali attivi o passivi su altre voci della dichiarazione dei redditi

in ogni caso, credo che il totale per singola fattura non potrà in ogni caso superare i 3000 euro per via dell'anti riciclaggio, in quanto credo che bitcoin possa grosso modo assimilarsi al contante.


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Credo anche io che la soluzione ideale, senza passare da intermediari sia quella di considerare il fatturato btc sempre in euro. Dopodiché a fine anno fiscale (in caso di capital gain) utilizzare l'apposito modulo della dichiarazione per eventuali profitti.
Così dichiari tutto e sei apposto fino a prova contraria dato che una normativa di riferimento non esiste.

Allo Stato basta che dichiari ciò che guadagni.
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Secondo me per essere apposto fiscalmente parlando dovrebbe sempre e comunque utilizzare un gateway inizialmente per convertire e contabilizzare in fiat, dopodiché con gli euro si compra btc, ltc, doge o quel che vuole. Questo con una p. iva italiana, già in UK si potrebbe ragionare sul tenere doppia contabilità euro/bitcoin, visto che sono riconosciuti come moneta e le transazioni di cambio sono esenti da vat (https://en.wikipedia.org/wiki/Legality_of_bitcoin_by_country#United_Kingdom).
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Salve ragazzi, avrei un amico molto stretto che sta realizzando una piattaforma di natura commerciale che racchiuderà in essa vari e-commerce appartenenti ai venditori che vorranno utilizzare la sua piattaforma. Ora, iscriversi a questa piattaforma ha un costo annuale fissato a X euro, e con esso, anche le commissioni derivanti dalle transazioni che avvengono all'interno della piattaforma.

Il punto di domanda è questo: Lui mi ha chiesto se è possibile integrare Bitcoin e non convertire tutto tramite Bitpay, ma bensì tenerli per lui per creare una sorta di salvadanaio elettronico (paper wallet). Legalmente questa cosa sarebbe possibile, ammesso e concesso che questo mio amico si serve di una società per la gestione di questa piattaforma? Se sì, come dovrebbe dichiarare e quanto dovrebbe andare a pagare a fine anno di tasse? Casomai non si potesse, l'integrazione andrebbe fatta con bitpay, giusto?

premetto che non sono un commercialista.

ma dal mio punto di vista può benissimo incassare tutto in bitcoin, senza convertirlo immediatamente in euro, però fatturando il corrispettivo ricevuto ai clienti direttamente in euro.

Però in contabilità dovrà creare un conto che per comodità chiamerà "bitcoin" e li registrare gli incassi dei clienti, in euro corrispondenti al momento di emissione della fattura, in quanto le scritture contabili vanno fatte in ogni caso in eur.

Poi a fine anno, questo conto che abbiamo chiamato "bitcoin" (alla stregua di un comunissimo conto bancario) avrà teoricamente un valore pari al fatturato corrispondente, ma in realtà il nostro wallet bitcoin "reale" avrà un valore diverso, visto il cambio che nel frattempo sarà variato. Quindi si dovranno valorizzare il totale dei bitcoin giacenti nel wallet in euro al cambio del 31/12 e a questo punto registreremo una differenza fra il valore totale delle fatture emesse (ad esempio 10.000 euro totali lordi) e il valore reale del wallet al 31/12/2016 (ad esempio 12.000 euro).
Quindi l'eventuale attivo (o passivo in caso di un valore inferiore, tipo 8.000 euro) rispetto al "valore fatturato" va registrato nel bilancio a parte come attività (o passività).

Il tutto comunque è un pizzico  rischiosetto vista la volatilità del bitcoin.
A fine anno, conoscendo l'estrema volatilità del bitcoin, potrebbe ritrovarsi con attività o passività anche del 30% e forse più.

Vedete un po' se il gioco vale la candela.
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Se vuole tenersi i bitcoin , non gli basta fare una ricevuta come pagamento in contanti (se è inferiore ai 1000 euro) e poi pagare le tasse normalmente come se avesse ricevuto un pagamento in euro ?
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l'ideale è usare tinkl.it, e quindi convertire al 100% e dichiarare come solito. Penso che nessuno abbia una risposta precisa su cosa/come fare per accettare btc con una attività tenendoli da parte.
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Reputation first.
Salve ragazzi, avrei un amico molto stretto che sta realizzando una piattaforma di natura commerciale che racchiuderà in essa vari e-commerce appartenenti ai venditori che vorranno utilizzare la sua piattaforma. Ora, iscriversi a questa piattaforma ha un costo annuale fissato a X euro, e con esso, anche le commissioni derivanti dalle transazioni che avvengono all'interno della piattaforma.

Il punto di domanda è questo: Lui mi ha chiesto se è possibile integrare Bitcoin e non convertire tutto tramite Bitpay, ma bensì tenerli per lui per creare una sorta di salvadanaio elettronico (paper wallet). Legalmente questa cosa sarebbe possibile, ammesso e concesso che questo mio amico si serve di una società per la gestione di questa piattaforma? Se sì, come dovrebbe dichiarare e quanto dovrebbe andare a pagare a fine anno di tasse? Casomai non si potesse, l'integrazione andrebbe fatta con bitpay, giusto?
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