Così dichiari tutto e sei apposto fino a prova contraria dato che una normativa di riferimento non esiste.
Allo Stato basta che dichiari ciò che guadagni.
in ogni caso, credo che il totale per singola fattura non potrà in ogni caso superare i 3000 euro per via dell'anti riciclaggio, in quanto credo che bitcoin possa grosso modo assimilarsi al contante.
Perfetto, bitcoin o non bitcoin non fa alcuna differenza quando la somma considerata è di una determinata entità va trattata secondo la normativa vigente, su questo non ci piove.
Io enfatizzo sempre che per comodità ci si può affidare a servizi dedicati, tipo tinkl, bitpay, cryptopay ecc. ma suggerirei all'imprenditore che volesse accettare btc di farlo in house così da risparmiare anche qualche soldino che male non fa mai.
Ultimo, ma non meno importante, ci vuole un commercialista preparato sia che si parli di bitcoin sia che si operi normalmente.
Comunque sia, accettare bitcoin come mezzo di pagamento, non è un grosso sforzo per il commercialista, in quanto è solo una modalità di incasso, paragonabile del tutto al crearsi una cassa in valuta straniera. E' come se uno accettasse pagamenti in dollari per le fatture in euro, e creasse una cassa appunto in dollari.
Invece nel caso si usi bitpay o tinkl è tutto più fluido e lineare in quanto questi processor ci mandano direttamente gli euro incassati sul conto.