Il fisco non interviene laddove quella informazione numerica (chiave privata) è semplicemente posseduta ma dove viene utilizzata: è la disposizione (l'uso) della chiave privata che, se genera una plusvalenza, diventa fiscalmente rilevante.
In realtà già per il solo possesso se supera soglie/tempo che hai riassunto nell'altro thread "dovresti" dichiarare in rw, giusto? quindi anche senza "utilizzare" quei fondi ne dovrebbe conseguire un dovere (di dichiarazione, appunto).
E quindi mi dico: non siamo un po' border line data la non certezza di chi effettivamente conosca la chiave? nel senso: io la conosco, ma come faccio a essere sicuro che altri non la conoscano? non posso saperlo..... nascerebbe un dovere solo per me e non per "l'altro" ?
Ma non è tanto questo il punto (non volevo fare il pignolino sull'rw), quando il concetto seguente:
D'altro canto se io possedessi un milione di euro in contanti in una cassaforte non potrei avere la certezza assoluta che un' altra persona non sappia anch'essa la combinazione come me. Quindi non sarebbe assolutamente dimostrabile che sono l'unico che può disporre di quella somma. Ma se ne dispongo e ne traggo profitto allora interviene l'aspetto fiscale.
Se tu possedessi 1 mln in una cassaforte e un altro ne conoscesse la combinazione (a tua insaputa perché se ne fossi consapevole probabilmente questo secondo avrebbe diritto di conoscerla) e te la svuotasse, probabilmente lo farebbe con furto o usando qualche metodo illecito.
Stiamo parlando - nel fare il parallelo con il Btc - di una cassaforte della quale tu supponi di essere l'unico conoscitore della combinazione (se no non invieresti mai Btc a quell'idirizzo). Se qualcuno ti svuotasse quella cassaforte, probabilmente avresti tutti gli elementi per dire che ti hanno derubato, denunceresti almeno il furto.
Con Btc stiamo dicendo sarebbe diverso? che uno avendo la chiave di quello stesso address possa svuotarlo senza che tu lo possa definire furto?
Cosa allora fa differire così tanto i due casi? che la cassaforte è qualcosa di materiale, ovvero affinché uno possa svuotarla deve fisicamente avere accesso ad essa (ad es. entrare in un locale a lui potenzialmente vietato), mentre con Btc non dovrebbe fare nulla di illecito. E' la fisicità dell'una (la cassaforte) a renderla protetta da un diritto, e la immaterialità della blockchain a far si che uno possa "liberamente" aprire cassaforte/Btc altrui......
E' un concetto molto sfumato imho.....
Esatto, è nel momento in cui muovi i btc che dimostri (a posteriori) di essere stato colui che ne disponeva in passato.
Finchè non li muovi potresti anche aver perso la chiave.
Per essere precisi con bitcoin tu puoi anche firmare un messaggio in cui dimostri di 'possedere' (nel senso di conoscere) la chiave privata di un indirizzo senza movimentare i bitcoin, ma anche in quel caso l'aspetto fiscale non interviene.
E' una presunzione però questa, non una dimostrazione. Sarebbe una dimostrazione se la matematica potesse asserire che io sono l'unico conoscitore di quella chiave, ma poiché sappiamo che non è così possiamo solo parlare di probabilità che sia io l'effettivo possessore.
Se io firmo un msg dimostro di essere conoscitore (possessore?) di quella chiave, ma non dimostro (e non posso farlo) di essere l'unico.
In particolare non è dimostrabile la frase che ho grassettato. Muovendo i Btc io posso dimostrare di essere conoscitore della chiave per quell'address e anche di essere colui che ne disponeva in passato, ma non di essere l'unico che potenzialmente la conosca.
Qui perciò nascerebbero doveri (dichiarazioni, plus, ....) che sarebbero imho meno "certi" rispetto a quelli della cassaforte del mondo reale.