Vorrei invitarvi a riflettere su questa breve tesi che non sto a sviluppare più di tanto per non farvi perdere troppo tempo, ma che spero susciti la vostra attenzione.
Spesso come community di più o meno esperti, in certi casi quasi come genitori che osservano il loro figlio condotto attraverso il percorso scolastico con una certa apprensione e una forma quasi d'amore materno, di istinto protettivo, ci troviamo a dover digerire articoli che ci portano nostro malgrado a contatto con la disonestà, cosciente o meno, dei giornalisti e dei media.
Certe volte questa digestione non va a buon fine, e ci troviamo a perdere un sacco di tempo, di salute mentale e di good karma nello scrivere riposte tecnicamente esaurienti e il più logiche possibile per tentare di confutare le cosiddette tesi dei giornalisti, o di chi commenta con argomenti tanto comuni quanto fallaci.
E' inutile che stia ad elencare tutti gli articoli su cui ci siamo sprecati nel rivendicare anche solo una possibilità per Bitcoin, con maggiore o minore umiltà e animati da buone intenzioni e una certa fiducia nel prossimo (ed in questo devo per forza rammentare il lavoro di HostFat, tra gli altri, che in quanto a pazienza lascia ben intendere il suo trascorso in qualità di moderatore di community online).
A chi ha vissuto quest'esperienza direttamente, a chi è stato istigato al flame, a chi invece non l'ha mai fatto ma è interessato in qualche modo all'argomento però volevo far notare una cosa, e così arrivo all'argomento del topic:
Le argomentazioni razionali e i passaggi logici, oltre all'enunciazione di definizioni corrette, non riescono comprensibili alla maggior parte della gente, che è del tutto impermeabile a questo tipo di lettura, di conversazione.
Vi porto all'attenzione un estratto delle parole di un editore dell'800:
“Permettetemi di illustrarvi il mio pensiero. Il giornale dovrà rivolgersi a chi possiede solo un quarto di cultura, ossia alla nutrita generazione che sta uscendo dalle scuole primarie municipali, giovanotti e fanciulle che sanno appena leggere, ma che non sono capaci di attenzione costante. Queste persone vogliono qualcosa che le tenga occupate in treno, sugli autobus o sui tram. Di norma non mostrano alcun interesse per i quotidiani: ciò che cercano sono le ciance più vacue e futili – un po’ di racconti, un po’ di descrizioni, qualche scandalo, qualche battuta, qualche dato statistico, qualche stupidaggine. Non ho ragione? Tutto deve essere molto breve, racchiuso in pochissime righe – la loro attenzione non può durare oltre. Persino le chiacchiere sono troppo impegnative per loro: vogliono solo il pettegolezzo”.(New Grub Street, riguardo i quotidiani ad uso popolare)
Adesso bisognerebbe interrogarsi su qual'è l'effetto che otteniamo sul lettore che viene disinformato, che sarà vittima della notizia FUD o scorretta, se contrapponiamo alla disinformazione populista tesi ed argomentazioni valide e documentate frutto di una ricerca e di una profonda erudizione su un argomento, per quanto per noi del tutto corrette.
Secondo quale paradigma verrebbero interpretate le nostre risposte, concesso che non verranno interpretate per quello che sono data l'incompetenza del lettore?
Provo ad elencare i primi che mi vengono in mente.
- astio generico verso una persona che si ritiene superiore
- allerta di dogmatismo fondamentalista politico e/o proto-simil-rivoluzionario
- supercazzola psicogena derivata dal presentimento di averlo preso in culo con uno schema di ponzi
- del tutto ignorate
Di contro soltanto le persone già educate in merito all'argomento, o con basi informatiche, avrebbero le capacità per leggere, comprendere e apprezzare l'argomento, in ogni caso il nostro lavoro sul lettore medio sarebbe stato deleterio (o al meglio, inutile), mentre quello dei giornalisti avrebbe colpito nel segno, con argomentazioni comprensibili a chiunque che ricalcano i sentimenti e le emozioni più comuni e animaleschi (desiderio sessuale, paura della morte, violenza, rabbia).
Concesso dunque che gli effetti negativi siano maggiori dei positivi, mi sembra lecito domandarsi quale strategia sia da preferire per tentare di colpire nel segno, e alcuni indizi piuttosto chiari mi hanno portato a pensare che questa riflessione sia già stata fatta propria da molti, tra i tanti:
https://www.facebook.com/SiamoLaGenteIlPotereCiTemonohttps://www.facebook.com/pages/AMO-IL-MIO-CARABINIERE/162898620463222Di cosa sto parlando? Se si fanno proprie le tesi degli avversari, e si rendono oggetto di ironia, si può creare un effetto che mi è venuto da definire così:
come se una persona vedesse il suo riflesso in uno specchio distorto, tal che ingigantisca e mostri solo i difetti, in modo caricaturale così da fargli prendere la distanza quasi schifato, in un moto di disgusto verso i propri limiti, da ciò che lo accomuna al suo doppio esasperato. In questo starebbe l'arte maieutica del trolling: nel modo subdolo con cui trarre dall'interlocutore (ma in questo caso lettore) verso le proprie posizioni senza mai doverle enunciare, di gettare dei semi di riflessione, una riflessione che stimoli all'autocritica di certe idee generiche e superficiali che si diffondono attorno ad un fenomeno. Si tratta di un far uscire dall'altro un qualcosa, senza cercare di volerglielo insegnare direttamente. Se sarà lui stesso a capirlo, la lezione varrà mille volte di più.
Dunque se ad un articolo come questo -
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/09/lillusione-di-bitcoin-una-moneta-troppo-virtuale-per-poter-resistere/905376/ - vogliamo rispondere su alcuni punti in particolare, quali: la questione dei tulipani, il fatto che non abbia un supporto governativo, il recente presunto suicidio che ormai ci infilano sempre in mezzo, e la ormai celebre premonizione del giornalista: "Che lezioni trarre dalla meteora Bitcoin? Innanzitutto che una valuta senza istituzioni alle spalle diventa una terra di nessuno dove prevale la legge del più lesto." non si dovrebbe rispondere direttamente, o meglio si ma solo se si vuole parlare direttamente all'autore o ad un target specifico, piuttosto bisognerebbe dar ragione a chi la spara grossa, sparandola ancora più grossa, recitando la parte dell'ignorante, più o meno esasperato, oppure del professore universitario, o dell'investitore impreparato, sfortunato, eccetera.
In questo ad esempio si potrebbe rispondere così:
"E tutto vero io anke avevo 1 amico ke aveva comprato tanti bitocoin xò alla fine qnd hanno fatto fallire l'azienda a perso tutto mi pareva si kiamava emgox, i tulipani insegnaino non sappiamo nemmeno ke esiste cm fa una moneta VIRTUALE ke non sappiamo chi la fatta a valere MILLE EURO?
? SVEGLIAAA!!! i tulipani insegnano la storia si ripete......... e poi parliamoci kiaro se il una moneta va contro il governo il governo NN LA FA ESISTERE quindi sicuramente o BITCOIN CHIUDE oppure e del governo e allora è molto peggio, ke poi ci sono anche tutti questi omicidi d mezzo che mi sembra proprio ci sia lo zampino di qualche criminale o dei servizi........ nn diko altro solo ride bene ki ride ultimo!!!!"
Che effetto si ottiene dunque? Una certa base di utenti più competente sosterrà normalmente le sue tesi, e gli darete l'opportunità di stravincere agli occhi di chi legge i commenti, alcuni capiranno, altri vi derideranno per gli errori grammaticali e le imprecisioni. Si otterrà un effetto per cui alcune persone vorranno distanziarsi dalle tesi che sono oggetto della vostra caricatura, anche inconsciamente e con un processo lento, ma che inevitabilmente dovranno mettersi in questione in rapporto alle altre persone che sembrano pensarla come loro ma che dimostrano un grado di cultura pari a quello di un tredicenne truzzo con l'apino modificato. Senza offesa per i truzzi.
Un ottimo esempio lo trovate qua, giudicate da soli se l'effetto è riuscito o meno (forse qualcuno ha esagerato):
http://www.cadoinpiedi.it/2014/03/08/bitcoin_inganno_virtuale.htmlTL;DR:
I media tengono ben presente il pubblico quando scelgono di scrivere, e attuano strategie per muovere le loro opinioni non sulla base di ragionamenti, piuttosto sui sentimenti (come già insegnavano gli antichi). Inutile peritarsi ad usare argomentazioni logiche contro di loro nei commenti: il trolling spietato è meglio, perché ridicolizza le opinioni trasmesse da chi scrive l'articolo, e crea distanza tra un lettore e la sua "opinione".