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Topic: ByteStamp - notarizzazione su blockchain (Read 370 times)

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July 29, 2019, 11:25:29 AM
#16
...

Premesso che l'idea di utilizzare la blockchain di Bitcoin come layer sottostante, sul quale sviluppare protocolli per altcoin di livello superiore, di per sé non è certo una novità

Beh, certo che non è una novità. Se ByteStamp stesso ci sta dal 2014, come fa ad essere una novità?

Noi adesso abbiamo sviluppato l'app per Android, ma il servizio di notarizzazione su blockchain lo offriamo da anni.


.... Non si capisce perché introdurre un ulteriore livello che rende il sistema inutilmente complicato e totalmente inefficiente, quando sarebbe molto più logico notarizzare i documenti direttamente sulla blockchain di bitcoin, come appunto fanno altri protocolli di timestamping come OpenTimestamps.

La risposta a questa domanda è molto semplice, ed è che quando è stato sviluppato ByteStamp OpenTimestamps ancora non c'era.

Non c'era nemmeno Ethereum.

E nemmeno tutte le promettenti crypto oggi esistenti, come NEO e EOS.

Non c'era nemmeno la possibilità di scrivere stringhe arbitrarie dentro la blockchain di Bitcoin.

Allora, volendo sviluppare un'applicazione come ByteStamp che notarizzasse su blockchain, è stata fatta una ricerca tra tutte le blockchain disponibili sul mercato. Era l'anno 2013, quando usciva una nuova crypto un giorno  si e uno no, se ti ricordi.

Cosi uscì fuori questa Datacoin.

Già il fatto che fosse un fork di Primecoin la rendeva interessante, perchè il suo Proof Of Work è basato sulle catene di Numeri Primi. Questo la rende ASIC resistant e infatti è ancora minabile con il PC di casa, come dicevo sopra. Per inciso, la sua difficulty non è paragonabile con quella di altre crypto, proprio perchè cambia il Proof Of Work.

Ma poi questa Datacoin era l'unica blockchain che accettava un campo con una stringa arbitraria al suo interno.

Infatti nella blockchain di Datacoin si possono registrare non solo MD5, ma anche interi files, che in tal modo restano immutabili per sempre.

Quando abbiamo sviluppato il software per il referendum cittadino della città di Napoli, per esempio, abbiamo messo all'interno di una transazione Datacoin l'intero codice sorgente che poi viene eseguito nella cabina elettorale. Questo perchè il software doveva essere validato da una terza parta (ad es. un'Università) e poi l'elettore doveva essere certo che stava votando proprio con quel software. E lo era perchè il codice sorgente, caricato in modo immutabile sulla blockchain, veniva scaricato ed eseguito. A lui bastava leggere, per esempio, che l'università Pippo Pluto certificava il codice caricato alla transazione a1d413ad368b22274bcec6af50fb0e6a8de19e4efa2250d54f8955b50b7b3776.

Per chi volesse cimentarsi con questo sowftware, qui ci sono le istruzioni: https://bitcointalksearch.org/topic/m.51607551

Per non parlare del fatto che così tutto quello caricato nella blockchain di Datacoin diventa incensurabile, cosa che sta molto a cuore al movimento cyberpunk, da cui, tra l'altro, è nato Bitcoin.

Per questi motivi penso che l'utilizzo di una blockchain come Datacoin sia tuttora valido.

Infatti molti esperti sostengono che comunque immagazzinare dati arbitrari nella blockchain di Bitcoin sia una pessima idea, anche se adesso a tale scopo è stato fatto il campo OP_RETURN (che ha permesso la nascita di applicazioni come OpenTimeStamp).

Datacoin, invece, ha una blockchain che è fatta apposta per questo, permettendo una memorizzazione di dati più spinta.

Grazie a tutti.

mah... un protocollo di notarizzazione non deve salvare il dato intero, ma una hash da cui sia possibile verificarne in seguito l'integrità rispetto a un originale, a cui è attribuita una data certa. E per questo è sufficiente l'esiguo spazio libero nelle transazioni bitcoin, soprattutto se si ottimizza la struttura dati unendo più hash da notarizzare in un merkle tree.
L'idea di salvare qualunque file su un database pubblico sul quale rimarrà per sempre immutabile la trovo piuttosto inquietante: l'incensurabilità è sicuramente un pregio entro certi limiti, ma si scontra inevitabilmente con problemi di privacy, diritto all'oblio, ecc.

Per il resto che dire, se ti fidi di una blockchain che conta 20 nodi in tutto il mondo, uno solo dei quali fa anche da miner, continua ad usala e buona fortuna.
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Premesso che l'idea di utilizzare la blockchain di Bitcoin come layer sottostante, sul quale sviluppare protocolli per altcoin di livello superiore, di per sé non è certo una novità

Beh, certo che non è una novità. Se ByteStamp stesso ci sta dal 2014, come fa ad essere una novità?

Noi adesso abbiamo sviluppato l'app per Android, ma il servizio di notarizzazione su blockchain lo offriamo da anni.


.... Non si capisce perché introdurre un ulteriore livello che rende il sistema inutilmente complicato e totalmente inefficiente, quando sarebbe molto più logico notarizzare i documenti direttamente sulla blockchain di bitcoin, come appunto fanno altri protocolli di timestamping come OpenTimestamps.

La risposta a questa domanda è molto semplice, ed è che quando è stato sviluppato ByteStamp OpenTimestamps ancora non c'era.

Non c'era nemmeno Ethereum.

E nemmeno tutte le promettenti crypto oggi esistenti, come NEO e EOS.

Non c'era nemmeno la possibilità di scrivere stringhe arbitrarie dentro la blockchain di Bitcoin.

Allora, volendo sviluppare un'applicazione come ByteStamp che notarizzasse su blockchain, è stata fatta una ricerca tra tutte le blockchain disponibili sul mercato. Era l'anno 2013, quando usciva una nuova crypto un giorno  si e uno no, se ti ricordi.

Cosi uscì fuori questa Datacoin.

Già il fatto che fosse un fork di Primecoin la rendeva interessante, perchè il suo Proof Of Work è basato sulle catene di Numeri Primi. Questo la rende ASIC resistant e infatti è ancora minabile con il PC di casa, come dicevo sopra. Per inciso, la sua difficulty non è paragonabile con quella di altre crypto, proprio perchè cambia il Proof Of Work.

Ma poi questa Datacoin era l'unica blockchain che accettava un campo con una stringa arbitraria al suo interno.

Infatti nella blockchain di Datacoin si possono registrare non solo MD5, ma anche interi files, che in tal modo restano immutabili per sempre.

Quando abbiamo sviluppato il software per il referendum cittadino della città di Napoli, per esempio, abbiamo messo all'interno di una transazione Datacoin l'intero codice sorgente che poi viene eseguito nella cabina elettorale. Questo perchè il software doveva essere validato da una terza parta (ad es. un'Università) e poi l'elettore doveva essere certo che stava votando proprio con quel software. E lo era perchè il codice sorgente, caricato in modo immutabile sulla blockchain, veniva scaricato ed eseguito. A lui bastava leggere, per esempio, che l'università Pippo Pluto certificava il codice caricato alla transazione a1d413ad368b22274bcec6af50fb0e6a8de19e4efa2250d54f8955b50b7b3776.

Per chi volesse cimentarsi con questo sowftware, qui ci sono le istruzioni: https://bitcointalksearch.org/topic/m.51607551

Per non parlare del fatto che così tutto quello caricato nella blockchain di Datacoin diventa incensurabile, cosa che sta molto a cuore al movimento cyberpunk, da cui, tra l'altro, è nato Bitcoin.

Per questi motivi penso che l'utilizzo di una blockchain come Datacoin sia tuttora valido.

Infatti molti esperti sostengono che comunque immagazzinare dati arbitrari nella blockchain di Bitcoin sia una pessima idea, anche se adesso a tale scopo è stato fatto il campo OP_RETURN (che ha permesso la nascita di applicazioni come OpenTimeStamp).

Datacoin, invece, ha una blockchain che è fatta apposta per questo, permettendo una memorizzazione di dati più spinta.

Grazie a tutti.
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~ snip ~

 Poichè gli hash dei blocchi sono memorizzati anche nella blockchain di Bitcoin, allora quella tra le due blockchain che ha gli hash dei blocchi corrispondenti con quelli memorizzati nella blockchain di Bitcoin è la blockchain legittima, anche se l'altra ha una catena di blocchi più lunga.
 
 Infatti io ho memorizzato all'interno di Datacoin l'impronta informatica (ByteStampMD5) di quel famoso F24.
 Dopodichè l'hash del blocco contenente questa impronta informatica è stato calcolato tenendo conto di essa. Infatti ovviamente il blocco avrebbe un altro hash se quell'impronta informatica non ci fosse dentro.
 Poi l'hash di questo blocco e' stato registrato nella blockchain di Bitcoin in una certa data e ora. Questo dimostra che comunque sia a quella data e ora io quell'F24 dovevo averlo prodotto.   
 
 Ovviamente poi il procedimento è reiterabile per l'hash di un blocco successivo che cosi va a validare più blocchi precedenti con i documenti in essi contenuti.
 
 Grazie a tutti per l'attenzione.
 

Questo lascia intatte le considerazioni finali del post precedente. Premesso che l'idea di utilizzare la blockchain di Bitcoin come layer sottostante, sul quale sviluppare protocolli per altcoin di livello superiore, di per sé non è certo una novità: negli anni sono state proposte varie soluzioni, dalle colored coin, ad Omni, al merged mining, ecc. ma qui si sta parlando di una blockchain che viene notarizzata blocco per blocco su un'altra blockchain... il che la rende perfettamente inutile. E ancora più insensato è notarizzare dei documenti su una blockchain a sua volta notarizzata su bitcoin. Non si capisce perché introdurre un ulteriore livello che rende il sistema inutilmente complicato e totalmente inefficiente, quando sarebbe molto più logico notarizzare i documenti direttamente sulla blockchain di bitcoin, come appunto fanno altri protocolli di timestamping come OpenTimestamps.
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il fatto che si sia sentito il bisogno di introdurre Cross Check Point sulla blockchain di bitcoin è precisamente l'ammissione di come quella di Datacoin non sia minimamente affidabile, in quanto senza questo accorgimento la storia dei blocchi potrebbe essere riscritta senza sforzo.

Bene, penso che questa frase risolva tutta la questione.

Quindi, poichè ci sono i Cross Check Point, la blockchain di Datacoin diventa immutabile con tutto quello che c'è scritto dentro.

Ma a questo punto penso che valga la pena di capire come avvenga un attacco al 51%.

Questo tipo di attacco si verifica quando un minatore scorretto detiene più del 50% della potenza di hashing di una rete di criptovalute, e sfrutta questa potenza di calcolo per effetuare un double spending.

Cos'e' un double spending?

Significa spendere due volte gli stessi soldi. In pratica io do 1 bitcoin a Tizio, poi senza dire niente a nessuno, do lo stesso bitcoin a Caio e ho speso 2 bitcoin quando ne ho uno solo.

Gli esperti mi perdoneranno l'approssimazione, ma sto cercando di renderla più semplice possibile.

Ora come può avvenire questo double spending?

Avviene in queto modo:

 - io (minatore con una potenza di hashing spropositata) spendo il mio bitcoin sulla blockchain
 
 - poi mi metto a minare una blockchain privata (non collegata alla blockchain vera). Questa blockchain privata fino a un certo punto è uguale in tutto e per tutto alla blockchain vera. Poi però non includo la transazione con cui io ho speso il mio bitcoin.
 
 - Perciò da quel punto in poi la mia blockchain privata sarà diversa dalla blockchain pubblica. Praticamente, la mia blockchain diventa un fork privato di quella pubblica. E' per questo che nel mio post precedente parlavo del fork di Bitcoin del 1 Agosto 2017. Solo che quello è un fork avvenuto a causa del cambiamento del software, questo avviene perchè a un certo punto io scollego la copia privata della mia blockchain da quella pubblica e me la metto a minare per fatti miei. Quello che volevo dire era che cosi come il fork del 1 Agosto 2017 non ha distrutto la storia della blockchain prima di quella data, allo stesso modo il fatto che io mi metta a minare da solo la mia blockchain privata (dove posseggo ancora quel bitcoin) non distrugge di per se la blockchain pubblica (dove quel bitcoin già l'ho speso)
 
 - a questo punto io (malfattore) continuo a minare la mia blockchain privata fin quando, grazie alla mia enorme potenza di hashing, non riesco a minare più blocchi di tutti gli altri messi insieme.
 
 - ora rilascio la mia blockchain privata. A questo punto la blockchain pubblica si trova forkata in due rami. Una diramazione è la blockchain pubblica legittima (dove io non ho più il mio bitcoin) ed un'altra è quella fasulla fatta da me (dove ho ancora il mio bitcoin)

 - poichè il mio ramo fasullo è più lungo (grazie alla mia potenza di calcolo) il protocollo lascia cadere il ramo legittimo ed io ho di nuovo il mio bitcoin
 
 - tutte le transazioni della blockchain originale diventano orfane e tutti i soldi trasferiti ritornano ai rispettivi indirizzi di partenza prima del fork
 
 - se nelle transazioni della blockchain originale c'erano memorizzati dei Proof Of Existence, anche questi vengono cancellati insieme alle transazioni
 
 Ora il mio punto è: si, ma cosa significa cancellare le transazioni?
 
 Cosa significa cancellare un file?
 
 Siete veramente sicuri di poter cancellare un dato?
 
 Beh, certamente se create un file sul vostro hard disk e subito dopo lo cancellate, allora ok, avete cancellato quel dato.

 Già se mettete una foto su Facebook, diventa impossibile cancellarla. Perchè voi potete cancellare la foto dalla vostra pagina facebook, ma non saprete mai se poi Facebook la cancella veramente dai suoi server.
 
 E non saprete mai se qualche vostro amico l'ha scaricata sul cellulare.
 
 Io vi dico che non c'è niente di più difficile che cancellare un dato informatico, una volta creato.
 
 E adesso torniamo alla nostra blockchain taroccata. E' vero, tutte le transazioni con dentro tutti i ByteStampProof non ci sono più. Sparite.
 
 Io avevo una bella transazione con dentro la prova che avevo pagato l'F24 nei termini e.. puff.. sparita. Al suo posto trovo solo questa nuova blockchain.
 
 Ma una attimo. La blockchain è un database replicato su un sacco di macchine. Tutti i nodi che partecipano al protocollo hanno una copia completa della blockchain. Questo è tanto più vero per Datacoin dove il mining con CPU è ancora profittevole. Chiunque con il suo PC di casa può minare Datacoin.
 
 Vuoi vedere che qualcuno si è conservato la copia della vecchia blockchain?
 
 Beh, certo, qualcuno ce l'ha. Forse più di uno.
 
 Ed eccola li, la vecchia blockchain che rivive, con tutti i blocchi che erano stati dichiarati orfani.
 
 Anzi, si può anche non arrivare a questo. Perchè tutti i blocchi orfani di una blockchain sono comunque conservati nei rispettivi file blkxxxx.dat di ogni nodo.
 
 A questo punto abbiamo due versioni della stessa blockchain, o una versione e blocchi orfani, fate voi.
 
 Qual è quella giusta?
 
 Il protocollo Bitcoin già ha stabilito: la catena più lunga è quella valida.
 
 Ma qui non dobbiamo spendere criptovaluta, dobbiamo dimostrare che io ho pagato l'F24 nei termini, ricordate?
 
 A questo punto mi accorgo che poichè le due blockchain sono diverse, anche gli hash dei blocchi cambiano.
 
 Infatti la blockchain (catena di blocchi) è cosi detta perchè ogni blocco dipende dal precedente, e l'hash di un blocco è calcolato con una funzione che tiene conto del blocco precedente. Quindi io non posso prendere un blocco in mezzo e cambiarlo senza modificare anche tutti gli altri.
 
 Poichè nella nuova blockchain io posseggo ancora il mio bitcoin, allora questa ha i blocchi diversi da quella originale, ma quindi l'hash di ogni blocco cambia.
 
 Poichè gli hash dei blocchi sono memorizzati anche nella blockchain di Bitcoin, allora quella tra le due blockchain che ha gli hash dei blocchi corrispondenti con quelli memorizzati nella blockchain di Bitcoin è la blockchain legittima, anche se l'altra ha una catena di blocchi più lunga.
 
 Infatti io ho memorizzato all'interno di Datacoin l'impronta informatica (ByteStampMD5) di quel famoso F24.
 Dopodichè l'hash del blocco contenente questa impronta informatica è stato calcolato tenendo conto di essa. Infatti ovviamente il blocco avrebbe un altro hash se quell'impronta informatica non ci fosse dentro.
 Poi l'hash di questo blocco e' stato registrato nella blockchain di Bitcoin in una certa data e ora. Questo dimostra che comunque sia a quella data e ora io quell'F24 dovevo averlo prodotto.   
 
 Ovviamente poi il procedimento è reiterabile per l'hash di un blocco successivo che cosi va a validare più blocchi precedenti con i documenti in essi contenuti.
 
 Grazie a tutti per l'attenzione.
 



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La cosa concettualmente sbagliata è ritenere una qualsiasi blockchain "immutabile" a priori, come se si trattasse di una proprietà magicamente insita nella sua natura... In realtà non esiste niente di immodificabile in assoluto, nemmeno la blockchain di bitcoin in teoria, perché non si può escludere la possibilità teorica di riscrivere la sua storia, modificandola a partire da N blocchi all'indietro. Semplicemente questo non avviene perché occorrerebbe una potenza di calcolo spaventosa, necessaria ad acquisire oltre il 50% dell'HR totale, che renderebbe completamente antieconomico l'attacco.
Ma questo vale appunto per il bitcoin, che è la coin che vanta il più alto hash rate globale, per controllare il quale servirebbero miliardi di dollari da investire in hardware dedicato e consumi energetici.



Scusa, forse sbaglio perché sono uno nuovo, ma mi pare di aver capito che l'essere immutabile sia una proprietá imprenscidibile.
Se la blockchain non è immutabile non é solo un database considiviso?

No! È probabilmente una delle "misconceptions" più diffuse e più difficili da sradicare... L'algoritmo di consenso di bitcoin, basato su PoW, coverge in modo probabilistico e non deterministico. È per questo che bisogna aspettare un certo numero di conferme per poter considerare una transazione come definitiva.
La probabilità che qualche miner riesca a sostituire un blocco già inserito nella blockchain diminuisce esponenzialmente man mano che ne vengono aggiunti altri in coda ad esso. Nel caso del bitcoin, la probabilità diventa trascurabile (anche se non si annulla mai del tutto) dopo 6 conferme, cioè dopo il sesto blocco minato, incluso quello in questione.
Questo vale in condizioni operative standard, in cui la rete si compone di decine di migliaia di full-node che validano continuamente blocchi e transazioni, e in cui l'hashrate dei miner è distribuito in modo abbastanza uniforme da scongiurare un attacco 51%.
Ma se un particolare miner, o un cartello di più soggetti collusi, dovesse riuscire a prendere il controllo della maggioranza della potenza di calcolo complessiva della rete, a quel punto avrebbe teoricamente risorse sufficienti per riscrivere la storia della blockchain modificando dei blocchi nel passato, quindi cadrebbe completamente l'immutabilità attribuita al ledger condiviso.

Nel caso di bitcoin, uno scenario del genere è ritenuto estremamente improbabile, proprio perché l'hashrate complessivo è cresciuto negli anni fino agli attuali oltre 6EH/s (6 miliardi di miliardi di hash al secondo), e ottenere il controllo di una rete del genere costerebbe miliardi di dollari in hardware dedicato e consumi energetici per il mining.
Ma se invece parliamo di questa Datacoin, in cui esiste un unico miner (o una pool, che non cambia la sostanza, essendo comunque un unico nodo centrale che controlla tutto l'hashrate della rete), e in cui - non essendoci una competizione tra miner - la difficoltà del mining non ha mai avuto un aggiustamento significativo in tutta la storia e quindi l'hashrate è di fatto nullo... bè non ci vuole molto a capire che se qualcuno si prendesse la briga di investire poche migliaia di dollari in hardware ed elettricità, potrebbe sovrastare l'insignificante potenza di calcolo di quell'unico miner, e ricreare la blockchain a partire da un certo numero di blocchi all'indietro. Con gli apparati in dotazione a una vera mining farm, potrebbe poi tranquillamente riscrivere tutta la blockchain a partire dalla genesi.

Questo è il motivo per cui hanno avuto bisogno di inventarsi i Cross Check Point, che tradotto significa: siccome non ci si può fidare del mining effettuato su Datacoin, chiediamo gentilmente a Bitcoin di fare il lavoro per noi, in modo che le hash dei blocchi di Datacoin siano periodicamente salvate e custodite al sicuro sulla blockchain del bitcoin. In pratica è come se usassero bitcoin per notarizzare la blockchain di Datacoin... a questo punto viene da chiedersi a cosa serva Datacoin e che senso abbia usarla per notarizzare documenti, piuttosto che usare direttamente bitcoin, come peraltro previsto da altri protocolli di notarizzazione fra cui ad esempio OpenTimestamps.
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La cosa concettualmente sbagliata è ritenere una qualsiasi blockchain "immutabile" a priori, come se si trattasse di una proprietà magicamente insita nella sua natura... In realtà non esiste niente di immodificabile in assoluto, nemmeno la blockchain di bitcoin in teoria, perché non si può escludere la possibilità teorica di riscrivere la sua storia, modificandola a partire da N blocchi all'indietro. Semplicemente questo non avviene perché occorrerebbe una potenza di calcolo spaventosa, necessaria ad acquisire oltre il 50% dell'HR totale, che renderebbe completamente antieconomico l'attacco.
Ma questo vale appunto per il bitcoin, che è la coin che vanta il più alto hash rate globale, per controllare il quale servirebbero miliardi di dollari da investire in hardware dedicato e consumi energetici.



Scusa, forse sbaglio perché sono uno nuovo, ma mi pare di aver capito che l'essere immutabile sia una proprietá imprenscidibile.
Se la blockchain non è immutabile non é solo un database considiviso?
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LOL prendere piede una app che "notarizza" su una altcoin sconosciuta che attualmente ha difficulty pari a 9.31? Cheesy
La gente dovrebbe informarsi un minimo prima di scaricarsi qualsiasi porcata taggata blockchain... e rendersi conto che questo sistema ha la stessa affidabilità di notarizzare su carta igienica Roll Eyes

No, allora, qui c'è un pò di confusione...

Cerchiamo di capire un concetto.

Una blockchain è un database distribuito in cui ogni blocco dipende dal precedente.

Questo fa si che una volta inserita una informazione in una blockchain questa diventi immodificabile sia nel contenuto che nella data di compilazione.

Non c'entra niente la difficulty e l'hash rate!

ma stai scherzando spero... come fai a dire che l'hash rate non c'entra niente?? L'hash rate complessivo della rete Bitcoin (che aumenta al crescere della difficoltà) è precisamente ciò che rende costoso il processo di mining, facendo sì che il double spending (e più in generale la riscrittura dei blocchi) diventi infattibile in pratica, e garantendo così la sicurezza della rete!

Datacoin è comunque una altcoin che oramai sta in giro dal 2013, ha una sua comunità, ed ha altre persone che ci stanno lavorando sopra, oltre a ByteStamp (https://bitcointalksearch.org/topic/ann-datacoin-censorship-free-data-storage-2188160)

Ma ammettiamo per un attimo che tutta questa gente perda interesse in Datacoin e che tutti quanti, dopo 6 anni, smettino di minarla.

Cosa succederebbe?

Beh in questo caso l'hash rate crollerebbe e la difficulty pure.

E allora?

Questo non cambierebbe di una virgola il fatto che tutti i documenti registrati da ByteStamp nella blockchain restano immutabili.

Oramai quello che è scritto nella blockchain è scritto e ci rimarrà per sempre.

La cosa concettualmente sbagliata è ritenere una qualsiasi blockchain "immutabile" a priori, come se si trattasse di una proprietà magicamente insita nella sua natura... In realtà non esiste niente di immodificabile in assoluto, nemmeno la blockchain di bitcoin in teoria, perché non si può escludere la possibilità teorica di riscrivere la sua storia, modificandola a partire da N blocchi all'indietro. Semplicemente questo non avviene perché occorrerebbe una potenza di calcolo spaventosa, necessaria ad acquisire oltre il 50% dell'HR totale, che renderebbe completamente antieconomico l'attacco.
Ma questo vale appunto per il bitcoin, che è la coin che vanta il più alto hash rate globale, per controllare il quale servirebbero miliardi di dollari da investire in hardware dedicato e consumi energetici.

Un'altcoin con un hash rate ridicolo come quello di Datacoin, che comprende appena 20 nodi in tutto il mondo, non da la minima garanzia di immutabilità, in quanto tutta la blockchain potrebbe essere riscritta con una potenza di calcolo infinitesima rispetto a quella richiesta per minare bitcoin, e qualsiasi mining factory potrebbe riuscirci senza problemi, se avesse qualche interesse a farlo.
Fra l'altro forse non ti sei accorto che per Datacoin la distribuzione è già ben oltre il 51%: parliamo di una rete in cui in pratica esiste un solo miner, che detiene oltre il 99% dell'hasrate!! https://chainz.cryptoid.info/dtc/#!extraction
Qui si può vedere infatti come tutti i blocchi siano prodotti da quell'unico miner: https://chainz.cryptoid.info/dtc/#
Una situazione degenerata al tal punto che non si può neanche più chiamare blockchain... ma come si fa a prenderla sul serio e a usarla come base per offrire un qualsiasi servizio, men che meno di notarizzazione?? Huh

Ti faccio un esempio.
Il primo agosto 2017 si è verificato il fork di Bitcoin con la creazione di Bitcoin Cash.

Come si e' verificato questo fork?

Beh, è stata spostata una parte di Hash Rate su un tipo di blockchain che rispettava nuove regole.

Ora questo fatto non ha affatto distrutto tutta la blockchain di Bitcoin prima di quel momento, infatti le due criptovalute condividono la stessa storia di blockchain prima del 1 Agosto 2017.

forkare una blockchain a partire da un certo blocco in avanti non c'entra assolutamente nulla con la possibilità di riscriverne i blocchi passati

Ritornando a ByteStamp, dobbiamo capire che qui stiamo facendo un uso della blockchain diverso da quello solito (cioè spendere criptovalute).

Infatti se io sto facendo una transazione su una criptovaluta con basso hash rate, mi posso esporre al rischio di un attacco a 51% e quindi di un double spending.

Ma qui non stiamo spendendo criptovaluta. Stiamo incapsulando dati in una blockchain per notarizzarli. Qundi un eventuale double spending non avrebbe nessun effetto sul fatto che quei dati o ci sono o non ci sono.

eeeehh?? Ma che c'entra, se con un attacco 51% viene riscritto un vecchio blocco, contenente la transazione che notarizzava quei dati, questa potrebbe semplicemente non essere più inclusa nel blocco (cioè il miner avrebbe il potere di censurare la transazione, a sua discrezione), quindi sparirebbe ogni traccia di notarizzazione e tanti saluti all'immutabilità...

Ad ogni modo, proprio per scongiurare il rischio di una fork malevola della blockchain di Datacoin, a Febbraio 2015 abbiamo implementato nel sistema di ByteStamp i Cross Check Point (https://bitcointalksearch.org/topic/m.10458010)

In parole povere i Cross Check Point sono un sistema di notarizzazione reciproca di una blockchain in un'altra blockchain.

In tal modo la blockchain di Datacoin viene di tanto in tanto notarizzata a sua volta su altre blockchain ( e viceversa ), cosi che un miner malevolo per produrre un fork della blockchain di Datacoin deve manipolare anche le blockchain di altre 3 o 4 criptovalute. Quindi gli servirebbe un hashrate tale da superare non solo il 51% di Datacoin ma anche di tutte le altre blockchain.

Si, Bitcoin compresa.

Praticamente impossibile.

Spero di essere stato chiaro.

Grazie a tutti per il vostro interesse in ByteStamp!

il fatto che si sia sentito il bisogno di introdurre Cross Check Point sulla blockchain di bitcoin è precisamente l'ammissione di come quella di Datacoin non sia minimamente affidabile, in quanto senza questo accorgimento la storia dei blocchi potrebbe essere riscritta senza sforzo.
Che poi i dev di Datacoin abbiano previsto di fare anche il contrario (checkpoint di bitcoin su Datacoin) è qualcosa che non da alcun valore aggiunto significativo a bitcoin, che non ha certo bisogno dell'hashrate praticamente nullo della coin n° 1710 per market cap, per migliorare la propria sicurezza...
Ribadisco il concetto: quello che viene scritto su Datacoin ha un livello di immutabilità paragonabile a una scritta sulla sabbia in riva al mare Roll Eyes
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Questa é una ottima notizia, sogno un mondo quasi tutto automatizzato, senza file (e soldi) dal notaio per successioni, acquisto case, etc etc.  Grin Cosí snelliamo un pochetto il processo (obsoleto).
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Ciao a tutti, scusate per l'attesa, vediamo di chiarire tutti i punti:

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BYTESTAMP permette a qualsiasi utente di registrare la propria idea, il proprio progetto o qualsiasi altro documento su una blockchain, registrando in maniera perenne e invariabile il momento della registrazione e l’autore della stessa.

interessante, pero' a livello legale mi domando se abbia veramente una valenza? Non viene specificiata la cosa. Se non ha valenza, immagino sia perchè è troppo complesso stare dietro alla legislazione in materia.

Nella Legge di Bilancio 2019 è riconosciuto il valore legale della blockchain.

Questo il link: https://www.blockchain4innovation.it/news/la-blockchain-nella-legge-di-bilancio-2019-con-ai-iot-e-industria-4-0/

Già prima del riconoscimento legale, comunque, la blockchain aveva una sua valenza giuridica.
Infatti in un processo non si può mai ignorare una prova, qualsiasi essa sia.
E il ByteStampProof, la registrazione della Proof Of Existence su blockchain fatta da ByteStamp, è certamente una prova.

Ma adesso con il riconoscimento legale, non c'è più nemmeno bisogno di farlo valere in giudizio.
Se una cosa è stata presa sulla blockchain prima di una determinata data, quella è già una prova legale che quella cosa esisteva prima di quella data.



Io di questi progetti non capirò mai una cosa:
se sul sito non compare NESSUNA informazione sul team, sui fondatori, i dev e quant'altro, come fa uno a fidarsi a investirci anche solo 10 € ?  Huh


Premesso che non stiamo chiedendo soldi per l'erogazione del servizio, comunque è vero, il sito è in fase di riorganizzazione.

Quindi vediamo di sopperire alla carenza di informazioni.

ByteStamp è attivo dal 2014 e siamo stati tra i primi (forse i primi?) ad utilizzare la blockchain per notarizzare i documenti.

Il primo testo notarizzato su blockchain risale al 12 settembre 2014 (ed io non ho trovaro nessuno che l'abbia fatto prima) ed e' questo:

-----BEGIN TIMESTAMPED TEXT-----
Bytestamp (Internet Timestamp Service) ha lo scopo di mettere una data certa a qualsiasi documento informatico. In tal modo si puo' dare una prova certa che quel documento informatico e' stato fatto prima di una certa data. Il sistema di marcatura temporale non e' basato sulla fiducia verso un ente terzo, poiche' lo scopo viene raggiunto memorizzando l'impronta informatica del documento in questione all'interno della blockchain di DATACOIN. A questo punto poiche' la transazione in blockchain e' sottoposta alla prova di lavoro da tutti i computer del mondo che gestiscono il protocollo Datacoin, questa transazione ha una data certa. Ma poiche' la transazione contiene il digest del file, il proprietario del file che genera quel digest univoco puo' dimostrare di aver fatto quel file prima di quella data certa. By bytestamp.net – 12 Settembre 2014
-----END TIMESTAMPED TEXT-----

Facendo il copia e incolla di questo testo sulla verifica del sito di ByteStamp (https://www2.bytestamp.net/docs/new) si ha:

Il file risulta registrato in Data/Ora UTC
2014-09-12 00:31:41 UTC
con 2542009 conferme nel blocco numero 490330 - identificativo transazione: 3e80daed23a2e21fb445dcf155c22d818d2034fcef68615563e1169ef919d56c #ByteStampProof

Questo il link del lancio di ByteStamp: https://bitcointalksearch.org/topic/ann-bytestmp-the-internet-timestamp-service-datacoin-781287

Abbiamo anche fatto fare le prima votazioni elettorali su blockchain, erano quelle di USA 2016, quando è stato eletto Trump (https://bitcointalksearch.org/topic/m.16603097).

Inoltre abbiamo sviluppato anche altre applicazioni della blockchain, oltre al ByteStampProof, come i Bytestamp Digital Asset (https://bitcointalksearch.org/topic/m.22728924).

I ByteStamp Digital Assets sono uno strumento con cui è possibile trasferire la titolarità di un qualsiasi file da un wallet ad un altro wallet a mezzo blockchain. Cioè, cosi come con Bitcoin si trasferiscono i bitcoin (che sono soldi), con i Bytestamp Digital Assets si trasferisce un file qualsiasi.

Tra i vari documenti registrati su ByteStamp è interessante questo:

https://www2.bytestamp.net/docs/qdoc/it/6ae25edd16c5d1d7cc2d88a31e9af250

si tratta del certificato di nascita di una bambina indiana, registrato il 22 marzo 2017.

Questa donna passerà alla storia per essere stata la prima persona ad avere un certificato di nascita registrato su blockchain.

In attesa del rifacimento del sito, puoi scaricare la brochure aziendale da questo link di Confindustria:

https://www.confindustria.benevento.it/wp-content/uploads/2019/03/Presentazione-blockcain.pdf

Inoltre, alcuni link che parlano di noi:

   http://www.ilroma.net/curiosita/innovazione/nastartup-sulla-strada-della-blockchain
   
   https://www.wired.it/scienza/lab/2018/03/26/futuro-blockchain/
   
   https://blockchainet.it/2018/04/26/non-solo-bitcoin/
   
   https://www.artandfashionbysportelli.com/post/copyright-e-bytestamp-la-marcatura-temporale

   https://www.unindustriabenevento.it/en/logosliderwp/bytestamp/

   https://www.unindustriabenevento.it/client/bytestamp/bytestamp-4/



Quote
Si basa su Datacoin, una criptovaluta alternativa a Bitcoin

bè certo, perché fidarsi dell'immutabilità della blockchain di bitcoin, quando puoi fare affidamento sul potente hashrate di un'altcoin che si colloca al 1697° posto per capitalizzazione, pari a ben 11.608 USD? Roll Eyes  https://coinmarketcap.com/currencies/datacoin/

ok mi ero perso quel dettaglio, quindi le informazioni salvate su quella blockchain sono in una botte di ferro  Grin

Hanno ridotto le informazioni all'osso, non vedo nemmeno un link al codice sorgente, sarebbe cosa gradita quando chiedi a qualcuno di usare il tuo software, visto che gestirà un wallet di questa blockchain datacoin.

Forse è più un esperimento per "vedere cosa succede", nel senso se l'app in se prende piede.

LOL prendere piede una app che "notarizza" su una altcoin sconosciuta che attualmente ha difficulty pari a 9.31? Cheesy
La gente dovrebbe informarsi un minimo prima di scaricarsi qualsiasi porcata taggata blockchain... e rendersi conto che questo sistema ha la stessa affidabilità di notarizzare su carta igienica Roll Eyes

No, allora, qui c'è un pò di confusione...

Cerchiamo di capire un concetto.

Una blockchain è un database distribuito in cui ogni blocco dipende dal precedente.

Questo fa si che una volta inserita una informazione in una blockchain questa diventi immodificabile sia nel contenuto che nella data di compilazione.

Non c'entra niente la difficulty e l'hash rate!

Datacoin è comunque una altcoin che oramai sta in giro dal 2013, ha una sua comunità, ed ha altre persone che ci stanno lavorando sopra, oltre a ByteStamp (https://bitcointalksearch.org/topic/ann-datacoin-censorship-free-data-storage-2188160)

Ma ammettiamo per un attimo che tutta questa gente perda interesse in Datacoin e che tutti quanti, dopo 6 anni, smettino di minarla.

Cosa succederebbe?

Beh in questo caso l'hash rate crollerebbe e la difficulty pure.

E allora?

Questo non cambierebbe di una virgola il fatto che tutti i documenti registrati da ByteStamp nella blockchain restano immutabili.

Oramai quello che è scritto nella blockchain è scritto e ci rimarrà per sempre.

Ti faccio un esempio.
Il primo agosto 2017 si è verificato il fork di Bitcoin con la creazione di Bitcoin Cash.

Come si e' verificato questo fork?

Beh, è stata spostata una parte di Hash Rate su un tipo di blockchain che rispettava nuove regole.

Ora questo fatto non ha affatto distrutto tutta la blockchain di Bitcoin prima di quel momento, infatti le due criptovalute condividono la stessa storia di blockchain prima del 1 Agosto 2017.

Ritornando a ByteStamp, dobbiamo capire che qui stiamo facendo un uso della blockchain diverso da quello solito (cioè spendere criptovalute).

Infatti se io sto facendo una transazione su una criptovaluta con basso hash rate, mi posso esporre al rischio di un attacco a 51% e quindi di un double spending.

Ma qui non stiamo spendendo criptovaluta. Stiamo incapsulando dati in una blockchain per notarizzarli. Qundi un eventuale double spending non avrebbe nessun effetto sul fatto che quei dati o ci sono o non ci sono.

Ad ogni modo, proprio per scongiurare il rischio di una fork malevola della blockchain di Datacoin, a Febbraio 2015 abbiamo implementato nel sistema di ByteStamp i Cross Check Point (https://bitcointalksearch.org/topic/m.10458010)

In parole povere i Cross Check Point sono un sistema di notarizzazione reciproca di una blockchain in un'altra blockchain.

In tal modo la blockchain di Datacoin viene di tanto in tanto notarizzata a sua volta su altre blockchain ( e viceversa ), cosi che un miner malevolo per produrre un fork della blockchain di Datacoin deve manipolare anche le blockchain di altre 3 o 4 criptovalute. Quindi gli servirebbe un hashrate tale da superare non solo il 51% di Datacoin ma anche di tutte le altre blockchain.

Si, Bitcoin compresa.

Praticamente impossibile.

Spero di essere stato chiaro.

Grazie a tutti per il vostro interesse in ByteStamp!
legendary
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March 26, 2019, 07:44:02 AM
#7
Hanno ridotto le informazioni all'osso, non vedo nemmeno un link al codice sorgente, sarebbe cosa gradita quando chiedi a qualcuno di usare il tuo software, visto che gestirà un wallet di questa blockchain datacoin.

Forse è più un esperimento per "vedere cosa succede", nel senso se l'app in se prende piede.

LOL prendere piede una app che "notarizza" su una altcoin sconosciuta che attualmente ha difficulty pari a 9.31? Cheesy
La gente dovrebbe informarsi un minimo prima di scaricarsi qualsiasi porcata taggata blockchain... e rendersi conto che questo sistema ha la stessa affidabilità di notarizzare su carta igienica Roll Eyes
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March 26, 2019, 01:29:01 AM
#6
Hanno ridotto le informazioni all'osso, non vedo nemmeno un link al codice sorgente, sarebbe cosa gradita quando chiedi a qualcuno di usare il tuo software, visto che gestirà un wallet di questa blockchain datacoin.

Forse è più un esperimento per "vedere cosa succede", nel senso se l'app in se prende piede.
legendary
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March 25, 2019, 03:46:24 PM
#5
Io di questi progetti non capirò mai una cosa:
se sul sito non compare NESSUNA informazione sul team, sui fondatori, i dev e quant'altro, come fa uno a fidarsi a investirci anche solo 10 € ?  Huh
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March 25, 2019, 08:51:16 AM
#4
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Si basa su Datacoin, una criptovaluta alternativa a Bitcoin

bè certo, perché fidarsi dell'immutabilità della blockchain di bitcoin, quando puoi fare affidamento sul potente hashrate di un'altcoin che si colloca al 1697° posto per capitalizzazione, pari a ben 11.608 USD? Roll Eyes  https://coinmarketcap.com/currencies/datacoin/

ok mi ero perso quel dettaglio, quindi le informazioni salvate su quella blockchain sono in una botte di ferro  Grin
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March 25, 2019, 07:15:54 AM
#3
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Si basa su Datacoin, una criptovaluta alternativa a Bitcoin

bè certo, perché fidarsi dell'immutabilità della blockchain di bitcoin, quando puoi fare affidamento sul potente hashrate di un'altcoin che si colloca al 1697° posto per capitalizzazione, pari a ben 11.608 USD? Roll Eyes  https://coinmarketcap.com/currencies/datacoin/
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March 25, 2019, 02:01:49 AM
#2
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BYTESTAMP permette a qualsiasi utente di registrare la propria idea, il proprio progetto o qualsiasi altro documento su una blockchain, registrando in maniera perenne e invariabile il momento della registrazione e l’autore della stessa.

interessante, pero' a livello legale mi domando se abbia veramente una valenza? Non viene specificiata la cosa. Se non ha valenza, immagino sia perchè è troppo complesso stare dietro alla legislazione in materia.
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March 24, 2019, 04:12:49 PM
#1
La prima versione dell'app di ByteStamp per dispositivi Android è disponibile:

https://play.google.com/store/apps/details?id=net.mida.bytestamp

La blockchain a portata di tutti !

https://www.bytestamp.net
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