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Topic: ALPS BLOCKCHAIN: mining in Italia da energia 100% rinnovabile (Read 1279 times)

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Ottima news dal fronte societario di Alps Blockchain:

Azimut rafforza il sostegno all’eccellenza italiana di Alps Blockchain con un nuovo club deal di 105 milioni di euro

Aggiornamento al thread.
Sulla homepage del sito fa bella mostra un’immagine sulla potenza di calcolo installata:



A dicembre 2022 era così:


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Aggiornamento al thread.
Sulla homepage del sito fa bella mostra un’immagine sulla potenza di calcolo installata:



A dicembre 2022 era così:




06 Giu Alps Blockchain rafforza la partnership con Bitmain per quadruplicare la capacità di mining e ampliare le operazioni internazionali

Quote

Alps Blockchain SpA, leader in Italia nel settore del mining di Bitcoin e nello sviluppo di soluzioni sostenibili per l’infrastruttura della blockchain, annuncia l’acquisto di nuove unità di hardware da Bitmain, nell’ambito di un accordo del valore totale di $32 milioni.

L’ordine effettuato riguarda gli Antminer S19 XP, il modello di macchine per il mining basate su algoritmo SHA256 più efficiente dal punto di vista energetico attualmente disponibile sul mercato, in grado di fornire una potenza di calcolo di 140 TH/s a 3 kW. Si prevede che tutte le unità vengano consegnate in più lotti da parte del produttore tra il Q2 e il Q3 del 2023.


Si tratta di un secondo lotto di investimenti da 16 milioni che va a raddoppiare un analogo investimento nel Q422. I miner andranno ad alimentare le mining farm in Sudamerica.
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Sarà anche che il mining di Bitcoin non tira più, dicono a Intel… ma l’hashrate continua ad aumentare, e non di poco… insomma pare che qualche “nostalgico del mining” lo si trovi ancora 🙂🙂🙂
https://it.cointelegraph.com/news/forget-btc-price-the-bitcoin-mining-boom-is-quietly-going-parabolic

Sì ma in realtà nell'articolo dicono che Intel era partita (e quindi arrivata) troppo tardi sul mercato per essere concorrenziale, da qui la decisione del taglio.
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Sarà anche che il mining di Bitcoin non tira più, dicono a Intel… ma l’hashrate continua ad aumentare, e non di poco… insomma pare che qualche “nostalgico del mining” lo si trovi ancora 🙂🙂🙂
https://it.cointelegraph.com/news/forget-btc-price-the-bitcoin-mining-boom-is-quietly-going-parabolic

Quote
recenti analisi riportano come i fondamentali della rete Bitcoin – difficoltà e hash rate – raggiungeranno nuovi record questa settimana.
Difficoltà di mining e hash rate non rallentano
La ripresa di Bitcoin nel 2023 non ha riguardato solo la price action di BTC: anche i miner di Bitcoin hanno registrato una significativa inversione di tendenza.
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Questa è una notizia che ha valore non solo per Alps Blockchain, ma per tutto il mondo delle cryptovalute. Vedere che un fondo che opera in Italia investe in un settore direttamente correlato alle cryprovalute e non con ottica speculativa di breve periodo (non sta cmprando bitcoin per rivenderli) ma con ottica di crescita (e questa è una distinzione a mio avviso importante) , lascia un barlume di speranza per il futuro.

News importante di oggi: Azimut entra nel capitale di Alps Blockchain.

40 milioni per il 45% del capitale.



Ben fatto ragazzi!


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News importante di oggi: Azimut entra nel capitale di Alps Blockchain.

40 milioni per il 45% del capitale.



Ben fatto ragazzi!


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contatti con produttori al momento 0, ma posso provare a chiedere a qualche amico che magari ne conosce qualcuno... al momento sembra tutto così difficile
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Riguardo al tuo sogno, io credo che contattandoli su LinkedIn o altri social potresti almeno provare a fare due chiacchiere con loro.

Non so.. forse non vogliono concorrenza chissà  Huh

E poi dalle mie zone mi sono un pò informato e di questi impianti a quanto pare non ce ne sono proprio, devo chiedere a qualche funzionario di regione che conosco magari..

Ma se hai qualche contatto con produttori o altro, magari non si tratta di lavorare contro di loro, ma magari con loro!
Se hai un sogno, devi adoperarti per farlo diventare realtà, no?
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Riguardo al tuo sogno, io credo che contattandoli su LinkedIn o altri social potresti almeno provare a fare due chiacchiere con loro.

Non so.. forse non vogliono concorrenza chissà  Huh

E poi dalle mie zone mi sono un pò informato e di questi impianti a quanto pare non ce ne sono proprio, devo chiedere a qualche funzionario di regione che conosco magari..
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sono riuscito a vedere una buona metà del video che comunque riesce ad esprimere al meglio tutto il concetto e sottolineare tutti i punti di forza di questo tipo di attività. Io sono molto accanito al mining, mi piace un sacco e mi piacerebbe ancor di più riuscire a farlo anche come lavoro, l'ha fatta un pò semplice lui, andare a bussare ad un produttore di energia idro dal nulla e fargli questa proposta non so quanto ti possano prendere sul serio, farlo oggi è già difficile, nel 2018 non oso immaginare.

Immagino che all’inizio avrà preso molte porte sbattute in faccia. Raccontava Francesca Failoni come all’inizio fosse difficile financial avere un conto in banca.

Ma alla fine hanno realizzato la loro idea, e quindi va dato loro molto credito per questo.

Riguardo al tuo sogno, io credo che contattandoli su LinkedIn o altri social potresti almeno provare a fare due chiacchiere con loro.
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sono riuscito a vedere una buona metà del video che comunque riesce ad esprimere al meglio tutto il concetto e sottolineare tutti i punti di forza di questo tipo di attività. Io sono molto accanito al mining, mi piace un sacco e mi piacerebbe ancor di più riuscire a farlo anche come lavoro, l'ha fatta un pò semplice lui, andare a bussare ad un produttore di energia idro dal nulla e fargli questa proposta non so quanto ti possano prendere sul serio, farlo oggi è già difficile, nel 2018 non oso immaginare.
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Come detto che non fosse così energivoro lo si sapeva da tempo (ricordo ai nuovi che il mining mondiale prodotto da rinnovabili è oggi su valori intorno al 60% del totale minato), ma confesso non immaginavo che in molte occasioni diventasse addirittura la discriminate, affinchè una centrale o un impianto che sfrutti questo tipo di risorse naturali possa esistere o meno.
E più centrali o impianti di questo tipo saranno possibili, più si avranno:
Decentralizzazione del mining.
Maggiore/miglior sfruttamento delle fonti rinnovabili, col fine di rendere meno impattante per il pianeta la produzione di energia elettrica (nonché più efficiente).


Se sei interessato a questi temi, di recente è uscito il nuovo report del bitcoin mining council.

Ti suggerisco di dargli un'occhiata.



Eehh numeri e dati che parlano da soli. Basta semplicemente osservarli per pochi secondi per far cadere tutte le caz…. che ogni tanto si sentono sul presunto consumo del mining. Davvero quando si sente dire che Bitcoin consuma troppo… o quanto quel Paese o quell’altro… ma di che parliamo?
Purtroppo chi è nella posizione di divulgare con un certo “peso” è spesso in malafede (credo che l’ignoranza sia la causa minore), e quindi poi i fruitori di tali caz…., ovvero lo stuolo numeroso degli “approssimativi” che prendono tutto per buono, rimane maledettamente numeroso.
Non resta che attendere fiduciosi il futuro per una (spero) inversione del trend.


Fare il debunking di notizie false, spesso diffuse ad arte per spingere una determinata agenda, richiede uno sforzo immane.

Per questo ho aperto il thread sull’ambiente.
 Il trend è senz’altro nella direzione giusta, ma è un processo molto lento.
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Come detto che non fosse così energivoro lo si sapeva da tempo (ricordo ai nuovi che il mining mondiale prodotto da rinnovabili è oggi su valori intorno al 60% del totale minato), ma confesso non immaginavo che in molte occasioni diventasse addirittura la discriminate, affinchè una centrale o un impianto che sfrutti questo tipo di risorse naturali possa esistere o meno.
E più centrali o impianti di questo tipo saranno possibili, più si avranno:
Decentralizzazione del mining.
Maggiore/miglior sfruttamento delle fonti rinnovabili, col fine di rendere meno impattante per il pianeta la produzione di energia elettrica (nonché più efficiente).


Se sei interessato a questi temi, di recente è uscito il nuovo report del bitcoin mining council.

Ti suggerisco di dargli un'occhiata.


Eehh numeri e dati che parlano da soli. Basta semplicemente osservarli per pochi secondi per far cadere tutte le caz…. che ogni tanto si sentono sul presunto consumo del mining. Davvero quando si sente dire che Bitcoin consuma troppo… o quanto quel Paese o quell’altro… ma di che parliamo?
Purtroppo chi è nella posizione di divulgare con un certo “peso” è spesso in malafede (credo che l’ignoranza sia la causa minore), e quindi poi i fruitori di tali caz…., ovvero lo stuolo numeroso degli “approssimativi” che prendono tutto per buono, rimane maledettamente numeroso.
Non resta che attendere fiduciosi il futuro per una (spero) inversione del trend.
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Come detto che non fosse così energivoro lo si sapeva da tempo (ricordo ai nuovi che il mining mondiale prodotto da rinnovabili è oggi su valori intorno al 60% del totale minato), ma confesso non immaginavo che in molte occasioni diventasse addirittura la discriminate, affinchè una centrale o un impianto che sfrutti questo tipo di risorse naturali possa esistere o meno.
E più centrali o impianti di questo tipo saranno possibili, più si avranno:
Decentralizzazione del mining.
Maggiore/miglior sfruttamento delle fonti rinnovabili, col fine di rendere meno impattante per il pianeta la produzione di energia elettrica (nonché più efficiente).


Se sei interessato a questi temi, di recente è uscito il nuovo report del bitcoin mining council.

Ti suggerisco di dargli un'occhiata.


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Marco Montemagno ha intervistato Francesco Buffa di Alps Blockchain.

Una bella chiaccherata attorno al mining di bitcoin ed al (falso) mito dell’inquinamento!




Non l'ho ancora visto ma penso che recupererò in questo fine settimana, sono interessato a Alps Blockchain infatti questa estate ho intervistato Francesca ed è stata una chiacchierata molto interessante e sono sincero ma hanno fatto un gran lavoro soprattutto pensate che lo stanno facendo in Italia dove il 70% delle volte le startup muoiono sul nascere per le troppe burocrazie. Poi Montemagno è un top player e sa bene come si fa un'intervista.
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Marco Montemagno ha intervistato Francesco Buffa di Alps Blockchain.

Una bella chiaccherata attorno al mining di bitcoin ed al (falso) mito dell’inquinamento!

Sono riuscito ad ascoltarlo tutto. Molto interessante, anche per chi come me non è particolarmente interessato al mining.
È molto interessante per comprendere che non solo il mining non è così energivoro come in molti vogliono descriverlo (in questo forum cmq lo sapevano già anche i sassi), ma soprattutto per capire che è proprio grazie al mining, che si può sostenere e addirittura incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili.
È infatti proprio il mining in particolare (come spiega Buffa nel video) che molte volte permette di rendere possibile e quindi remunerativo l’investimento su una centrale idroelettrica, proprio per i limiti che hanno portato molte centrali a chiudere, o a non nascere proprio anche là dove idonee.
Poi chiaramente il discorso non è vincolato alla sola centrale idroelettrica, si parla per esempio anche del virtuoso uso del gas in Texas (che già conoscevo grazie al contributo di altri utenti/amici del forum).

Come detto che non fosse così energivoro lo si sapeva da tempo (ricordo ai nuovi che il mining mondiale prodotto da rinnovabili è oggi su valori intorno al 60% del totale minato), ma confesso non immaginavo che in molte occasioni diventasse addirittura la discriminate, affinchè una centrale o un impianto che sfrutti questo tipo di risorse naturali possa esistere o meno.
E più centrali o impianti di questo tipo saranno possibili, più si avranno:
Decentralizzazione del mining.
Maggiore/miglior sfruttamento delle fonti rinnovabili, col fine di rendere meno impattante per il pianeta la produzione di energia elettrica (nonché più efficiente).

Video molto illuminante, che sarebbe bello potesse esser visto dalle “nuove leve”. Ed è proprio a loro in particolare che sto immaginando di scrivere questo mio piccolo intro al video postato dal buon fillippone 👍🏻.
Dai vecchi parrucconi invece, non mi aspetto molta riconsiderazione…
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Marco Montemagno ha intervistato Francesco Buffa di Alps Blockchain.




Una bella chiaccherata attorno al mining di bitcoin ed al (falso) mito dell’inquinamento!


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In svariate discussioni è tornato di moda il tema del mining in Italia.
Ci chiedevamo se @ffailoni potesse ragguagliarci un pò su come stanno andando le cose.
Poi faccio presente il il giorno di Natale transiterò di fronte alla centrale di Valstagna.. nel caso qualcuno sia nei paraggi per il giro turistico che attendo da circa un annetto!


Ma come?Huh? Gli hai fatto da segretario, https://bitcointalksearch.org/topic/m.57957687, e neanche un tour panoramico della mining factory ti hanno fatto fare ancora, si dovrebbero vergognare   Cheesy Cheesy

Avevo casualmente visto all'epoca la puntata di presa diretta ( stavo facendo zapping e appena ho sentito nominare qualche parola chiave cryptorelated mi sono fermato a guardarla) : molto ben fatta ed ero rimasto veramente impressionato dalla professionalità, preparazione e , non ultima, telegenicità dei diretti interessati ma ho visto solo ora, my bad, questo thread.

Volevo fare una domanda a @ffailoni,

poco tempo fa ho visto un'altra trasmissione in cui si parlava di impianti fotovoltaici galleggianti che, tra le tante alternative, sono particolarmente convenienti da installare nei bacini delle centrali idroelettriche. Questo perchè si generano una serie di effetti sinergici :
 - non c'è bisogno di realizzare infrastrutture di trasmissione perché si sfruttano quelle pre-esistenti della centrale idroelettrica
 - si riduce l'effetto dell'evaporazione dell'acqua
 - il posizionamento in acqua , riducendone la temperatura, ne migliora le prestazioni e ne facilita la manutenzione.

Ed arrivo alla domanda : avete preso in considerazione questa possibilità per aumentare , ed in qualche modo destagionalizzare, la produzione di energia elettrica?
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In svariate discussioni è tornato di moda il tema del mining in Italia.
Ci chiedevamo se @ffailoni potesse ragguagliarci un pò su come stanno andando le cose.
Poi faccio presente il il giorno di Natale transiterò di fronte alla centrale di Valstagna.. nel caso qualcuno sia nei paraggi per il giro turistico che attendo da circa un annetto!
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Era da un pò di tempo che non aggiornavo questo thread.
Vi aggiorno con due interventi dei fondatori di Alps sui media nazionali:

Francesca Failoni a "Next Generation" podcast de "IlSole24Ore".

Francesca, dalle centrali idroelettriche dismesse alle criptovalute green

Quote
Francesca Failoni, 23 anni, è cofondatrice di Alps Blockchain, un'azienda nata per realizzare, nelle centrali idroelettriche abbandonate, centri di calcolo per produrre criptovalute attraverso energia pulita. Un ponte tra finanza e sostenibilità, grazie ad un'idea alcuni anni fa seguendo un evento al Festival dell'economia di Trento.

Francesco Buffa a SKYTG24:



Consiglio l’ascolto/visione.
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Grazie mille Francesca.
Come sempre molto disponibile e chiara.
Confermi quindi la “bontà” del vostro business plan, che quindi aveva dei consistenti margini di tolleranza, se in questo scenario ancora i vostri miner hanno le macchine accese.
Siccità a parte, ovviamente quello è un problema industriale tipico dell’attività dei miner intesi come produttori di energia.
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Risponde come aggiornamento a qualche domanda che ho letto. I nostri produttori sono ancora nei margini dei business plan, in quanto siamo stati molto conservativi con i dati. Inoltre sono ben consapevoli che ci sono momenti di alto e basso di mercato, quindi ne sono coscienti prima di fare l’investimento.
Questo è un buon momento per investire, in quanto i miner costano meno e ha senso essere pronti con i miner accesi quando il mercato sarà bullish, utilizzando però sempre i macchinari più efficienti, in modo da essere gli ultimi a spegnere. Infatti anche in questo momento i nostri produttori non stanno spegnendo, perché hanno i miner efficienti (s19j pro con firmware per overclocking) e energia comunque a basso costo grazie al decreto sostegni ter. L’unico problema è la siccità, che fa spegnere qualche miner per mancanza di energia.
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mi stavo chiedendo: come procede il loro progetto con la carenza idrica?
in questi giorni avevo letto che c'erano degli impianti idroelettrici enel fermi.

Avevo letto, credo su Bitcoin Italia, che molti miner fossero fermi a causa del basso livello di flusso idroelettrico, più che per il basso prezzo di bitcoin, o l’alto prezzo al quale potrebbero vendere l’energia.
Certamente siamo nello scenario peggiore possibile: tre condizioni avverse contemporaneamente.

Magari Francesca Failoni ci risponderà…
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mi stavo chiedendo: come procede il loro progetto con la carenza idrica?
in questi giorni avevo letto che c'erano degli impianti idroelettrici enel fermi.
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Segnalo questo interessante meet-up organizzato da BEN Blockchain Education Network sull’impatto ambientale del mining:



Quote
Meetup online del 17 maggio 2022, organizzato dall'associazione BlockchainEdu (BEN Italia).

Stato attuale del mining di Bitcoin, consumo energetico e impatto sull'ambiente. Soluzioni e possibili scenari futuri.

Relatori:

- Federico Tenga (COO & Co-founder at Chainside)
- Cristian Bovino (Technology & Operations at E2BS)
- Francesca Failoni (CFO at Alps Blockchain)
- Francesco Simoncelli (Scrittore e divulgatore at Scuola Austriaca)
- Stefano Cirillo (CEO & Co-founder at BitViking)



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Articolo in inglese comparso su CoinDesk: la fama di AB comincia ad espandersi anche all'estero.


Grazie mille!
Ottimo articolo. Proverò ad aggiungere qualche contenuto da questo articolo in OP.
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Articolo in inglese comparso su CoinDesk: la fama di AB comincia ad espandersi anche all'estero.

https://www.coindesk.com/layer2/miningweek/2022/03/25/how-northern-italian-hydropower-producers-became-bitcoin-miners/
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Una simpatica intervista (...) al CFO di Alps Blockchain Francesca Failoni ed al CEO Francesco Buffa.



Interessante la parte di Francesco Buffa, che spiega come fosse un obiettivo della società il recupero di strutture, competenze ed imprenditorialità che rischiava di andare persa.


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Ottimamente.

Unica cosa, ma forse e' sfuggita, ero curioso di non sentire con ALPS, che potrebbero essere di parte nel difendere un loro progetto,

ma piuttosto proprio con qualcuno di quelli che ha davvero tirato fuori i soldi per i miner.

Purtroppo non conosco nessuno che ha ache fare con loro come “cliente”.
Se anche lo conoscessi magari sarebbe difficile trovare informazioni senza violare quel minimo di OpSec che mi sono imposto.
Insomma, difficile.
Ma è una sfida per Fillippone
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Ho sfruttato i tanti vituperati social alternativi a questo, per provare a contattare Francesco Buffa e Francesca Failoni.
Ecco come é andata:


Quote
@francyfailoni @Fbuffa97 : hashrate ai massimi, costo energia ai massimi, bitcoin che scende. Che impatto ha questo scenario rispetto a quanto prospettato ai vostri clienti al momento dell’investimento? Siamo già nel worst case? I miner hanno possibilità di rientrare dell’investimento?

A questa domanda ha risposto Francesca Failoni
Quote
I miner sono i più efficienti sul mercato in questo momento, quindi questo consente di essere gli ultimi a spegnere le macchine. L’energia per i produttori non è un costo perché la producono, ma un costo opportunità, quindi in realtà sono molto felici di avere energia alta per la quota immessa in rete e mining comunque buono se confrontato all’energia. Quindi molti stanno approfittando di questo incremento di liquidità per fare impianti.
Noi nei Bp siamo sempre molto conservativi, quindi tra l’altro non siamo nel worst case, all’estero poi il problema non tocca minimamente.
Inoltre, non so se hai visto la notizia recente, ma verrà calmierato il prezzo dell’energia immessa in rete dal 1 febbraio, cambiando il panorama a livello di produttori

Quindi, a parte qualche incomprensione (con miner io intendevo i loro clienti minatori, non le macchine specifiche, oltre al riferimento al costò opportunità che era esattamente l’accezione che consideravo io), direi che Failoni conferma il quadro positivo.
Il business plan di Alps era stato fatto in modo molto conservativo. Il fatto di avere miner di nuova generazione ha senz’altro aiutato la profitabilità.
Il successo dell’operazione é comunque confermato, a mio avviso, dal fatto che siano riusciti a soddisfare la richiesta da parte dei produttori di ASICS di programmare grossi volumi di acquisto di macchine per i mesi futuri. Se i risultati non fossero positivi, sarebbe stato ben difficile riuscire a convincere i loro clienti a sottoscrivere un impegno cosi gravoso.




Ottimamente.

Unica cosa, ma forse e' sfuggita, ero curioso di non sentire con ALPS, che potrebbero essere di parte nel difendere un loro progetto,

ma piuttosto proprio con qualcuno di quelli che ha davvero tirato fuori i soldi per i miner.

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Ho sfruttato i tanti vituperati social alternativi a questo, per provare a contattare Francesco Buffa e Francesca Failoni.
Ecco come é andata:


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@francyfailoni @Fbuffa97 : hashrate ai massimi, costo energia ai massimi, bitcoin che scende. Che impatto ha questo scenario rispetto a quanto prospettato ai vostri clienti al momento dell’investimento? Siamo già nel worst case? I miner hanno possibilità di rientrare dell’investimento?

A questa domanda ha risposto Francesca Failoni
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I miner sono i più efficienti sul mercato in questo momento, quindi questo consente di essere gli ultimi a spegnere le macchine. L’energia per i produttori non è un costo perché la producono, ma un costo opportunità, quindi in realtà sono molto felici di avere energia alta per la quota immessa in rete e mining comunque buono se confrontato all’energia. Quindi molti stanno approfittando di questo incremento di liquidità per fare impianti.
Noi nei Bp siamo sempre molto conservativi, quindi tra l’altro non siamo nel worst case, all’estero poi il problema non tocca minimamente.
Inoltre, non so se hai visto la notizia recente, ma verrà calmierato il prezzo dell’energia immessa in rete dal 1 febbraio, cambiando il panorama a livello di produttori

Quindi, a parte qualche incomprensione (con miner io intendevo i loro clienti minatori, non le macchine specifiche, oltre al riferimento al costò opportunità che era esattamente l’accezione che consideravo io), direi che Failoni conferma il quadro positivo.
Il business plan di Alps era stato fatto in modo molto conservativo. Il fatto di avere miner di nuova generazione ha senz’altro aiutato la profitabilità.
Il successo dell’operazione é comunque confermato, a mio avviso, dal fatto che siano riusciti a soddisfare la richiesta da parte dei produttori di ASICS di programmare grossi volumi di acquisto di macchine per i mesi futuri. Se i risultati non fossero positivi, sarebbe stato ben difficile riuscire a convincere i loro clienti a sottoscrivere un impegno cosi gravoso.

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Questo intendevo quando chiedevo se quelli che hanno messo i soldi (CHE NON SONO QUELLI DI ALPS)
erano ben coscienti dei rischi. E sarebbe bello chiederlo non ad alps, ma a quelli che hanno investito i milioni.



Aggiungiamo al mix letale anche l’alto costo dell’energia. Provo ad indagare, vediamo se Failoni, sempre molto disponibile, si scuce un pochetto.
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Interessante iniziativa.

Mi lascia perplesso solo questo punto:



7.Che genere di accordo avete con i clienti? Le revenues da mining sono incerte per natura. Chi si assume il “rischio”?
Quote
Il rischio è di chi ha acquistato i miner. Noi compriamo la potenza di calcolo prodotta a prezzo di mercato e a nostra volta la rivendiamo.



Praticamente il cliente si assume tutti i costi per l'acquisto delle attrezzature, e anche i costo diretti e indiretti
(costo del progetto che non sara' fatto gratis, manutenzione, raffreddamento, rotture, gestione, amministrativi, controllo, ecc..)

Anche supponendo un costo zero della corrente, resta tuttavia un bel rischio, sopratutto se uno
non e' ben addentro al mondo delle crypto.

Inoltre non capisco perche' una volta che uno ha fatto tutto questo impianto, debba passare da un intermediario
che "compra la potenza di calcolo ai prezzi di mercato" (ma ci fara' un pochino di cresta, come e' normale per qualsiasi attivita',
e non possa collegarsi direttamente alla mining pool che da' i ritorni migliori... o magari si?



Quando esposi questi dubbi era il 2 settembre, il prezzo di bitcoin era circa 49.000$ e l'hashrate era 125 ExaH
Oggi (meno di 5 mesi dopo) il prezzo e' circa 34.000$ e l'hashrate  circa 200 ExaH

Quindi la difficolta' e' quesi raddoppiata e il prezzo e' diminuito del 30% circa.

In pratica in meno di 5 mesi, la redditivita' e' gia' meno della meta'  (sempre senza contare i costi fissi ecc)

In questo genere di affari, alps ci guadagna, con l'intermediazione della potenza di calcolo, anche in un periodo come questo,
magari meno,ma continua a guadagnarci , non avendo praticamente sostenuto quasi nessun costo fisso.
mentre quelli che ci ha messo i soldi dell'impianto possono' facilmente vedere il break-even allontanarsi e/o sparire per sempre.

Questo intendevo quando chiedevo se quelli che hanno messo i soldi (CHE NON SONO QUELLI DI ALPS)
erano ben coscienti dei rischi. E sarebbe bello chiederlo non ad alps, ma a quelli che hanno investito i milioni.







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I ragazzi di ALPS Blockchain soon stati parecchio arriving ultimamente sui social.

Faccio un riassunto delle cose che hanno detto:

  • La centrale di Valstagna avrà una terza “Valstagna Windows”
  • é confermata la costruzione di una centrale, non ci sono ulteriori dettagli, da 600 miner
  • Nell’ intervista ai ragazzi di PoliTO il CFO Failoni ha detto che il loro fornitore di ASICS, Bitmain, ha richiesto un impegno ad acquistare 300 miner al mese per 12 mesi. Questo impegno é dovuto alla necessità di garantire un flusso di ordini programmato alle fonderie TMSC che a causa dello shortage di chip richiede ordini enormi ai propri clienti. Quindi é dovuto maggiormente alla necessità di programmare le consegne in un momento di “collo di bottiglia” nella supply chain, piuttosto che ad una dinamica intrinseca dell’ industria del mining.
  • ALPS Blockchain ha parlato con Edison HYDRO, quindi stanno cercando nuovi partner, sempre nel mondo dell’energia idroelettrica (Edison é però parte del Gruppo EDF, che in Francia ha parecchie centrali nucleari)
  • ALPS BLOCKCHAIN ha chiuso il primo  deal con un Comune Italiano.

    Criptovalute «Val di Non Dop»: centrale idroelettrica del Trentino farà mining
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    Il 31 dicembre alle 15,30 la Giunta comunale si è riunita attorno al sindaco Daniele Graziadei e ha approvato l’ accordo con l’Idm di Trento per la fornitura di 20 supercomputer da installare nella centrale elettrica la quale, con i lavori condotti in estate per 70mila euro, è stata adeguata per accogliere il centro di supercalcolo della potenza di 100 terahash e del costo di 132mila euro, Iva esclusa. Il costo del noleggio del centro per il mining viene fissato in euro 2,78 per ciascun giorno. La potenza di calcolo dei 20 supercomputer sarà rivenduta a un corrispettivo di 0,10 centesimi per terahash al secondo.
  • Un paio di altre foto dalle loro centrali:

    Un rack in una centrale in Valle D’Aosta…
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    Una bella intervista con Francesca Failoni sull'attività di Alps Blockchain con i ragazzi di BitPoliTO.



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    Interessantissima chiacchierata fatta da Gio e Gabbo con Francesca Failoni CFO e Co-founder presso Alps Blockchain srl e Idromine Srl.
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    I nostri eroi compaiono su repubblica:

    I due ventenni che resuscitano le centrali idroelettriche: oltre all'energia, ora producono Bitcoin

    Versione senza paywall

    L’articolo é quello che é, ma si leggono alcuni interessanti update sull’ attività di Alps:

    Quote

    La Alps Blockchain di Trento, nata tre anni fa, ne ha messi in piedi già 18 dislocati in tutto l'arco alpino ma anche in regioni come Toscana e Liguria e intende arrivare a 32 entro luglio, con un fatturato che dovrebbe superare i 15 milioni di euro.


    Quote
    Stando la compagnia creata da Francesca Failoni, le 18 centrali che hanno comprato una Alps farm impiegano dal 30% al 70% della corrente prodotta per alimentarli con un aumento delle entrate del 100%. La potenza di calcolo, del resto, si paga molto di più dell'energia. Per questo le previsioni di crescita della Alps Blockchian sono tanto rosee, al punto che sta costruendo una sua centrale idroelettrica a Cogne, in Val d'Aosta.

    Espansione verticale, rilevando  una vecchia centrale a Cogne. Potrebbe essere la Centrale di Lillaz?
    @ffailoni puoi darci qualche info aggiuntiva?

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    Istintivamente a me questi progetti piacciono di per sé, poi ovviamente c'è da fare tutte le considerazioni e le valutazioni del caso. Però a parita di parametri e a punti fermi, a valori attuali, sarebbe stato interessante capire un capitale iniziale a base 100 in quanti enne anni si sarebbe "recuperato" prima dei profitti. Tutto come ipotesi ma un business plan a due anni su questi progetti a me sembra un po' tirata come valutazione. Ma non sono del mestiere, quindi...

    Il tuo articolo è scritto benissimo, se sei di passione/professione giornalista ti faccio i miei complimenti! Purtroppo il 90% dei tuoi "colleghi" è illegibile, ammesso che sappiano di cosa parlino.

    In questo momento i nostri clienti rientrano in periodi veramente brevi, abbiamo fatto impianti a febbraio 2021 che si sono già interamente ripagati. Non è sempre così, quindi noi cautelativamente consideriamo i 2 anni, per progetti che hanno una durata di 4 anni. Questi rientri brevi sono anche sostenuti dal fatto che il nostro lavoro non è fare i rivenditori di miner, quindi non speculiamo sul prezzo di vendita. Ci interfacciamo come partner per i produttori, e il nostro lavoro non è guadagnare sulla vendita iniziale, ma fare progetti che siano profittevoli e durino nel tempo.
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    Devo dire che come forma di "tacchinamento" è originale!   my compliments !  Grin

    Ahah, no, tranquillo, a parte i 50 anni di differenza di età, navigando su internet si scoprono anche cose rivelatorie sotto questo punto di vista! Nulla da fare!

     Grin  FB is your friend! 

    fine OT va.....

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    Devo dire che come forma di "tacchinamento" è originale!   my compliments !  Grin

    Ahah, no, tranquillo, a parte i 50 anni di differenza di età, navigando su internet si scoprono anche cose rivelatorie sotto questo punto di vista! Nulla da fare!
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    In effetti dovevo pensarci che oramai facebook è passato di moda...

    Non dire che Facebook è passato di moda. Ti ricordo che stai scrivendo su un forum uguale a se stesso da 10 anni. Qui è fantascienza!


    In realtà una parte di verità c'è, se parlate con ragazzi giovani (adolescenti) dicono che loro ormai non usano più FB perché "è da vecchi" e gli preferiscono Instagram   Wink



    .....
    EDIT:
    Oramai faccio tutto! Anche il segretario! L'ho contattata su Telegram io e lei, gentilissima come sempre, mi ha detto che hanno risposto a tutti, a parte "una richiesta su Facebook!".. eccolo li. Ti risponderanno a breve, immagino! O per lo meno ci conto... altrimenti Fillippone, il maggiordomo di Bitcointalk (TM) ci fa una figuraccia!


    Devo dire che come forma di "tacchinamento" è originale!   my compliments !  Grin

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    In effetti dovevo pensarci che oramai facebook è passato di moda...

    Non dire che Facebook è passato di moda. Ti ricordo che stai scrivendo su un forum uguale a se stesso da 10 anni. Qui è fantascienza!


    Fb non passa mai di moda! meglio c' è solo IRC... Cheesy
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    In effetti dovevo pensarci che oramai facebook è passato di moda...

    Non dire che Facebook è passato di moda. Ti ricordo che stai scrivendo su un forum uguale a se stesso da 10 anni. Qui è fantascienza!
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    Ho provato a contattarli tramite facebook per info qualche giorno fa ma nessuna risposta. Ho provato anche a telefonare ma nulla. Volevo capire un pò meglio

    Su Telegram trovi facilmente Francesca Failoni o Francesco Buffa sul canale "Bitcoin Italia". Se hai trovato il numero di telefono è inutile che metta gli altri contatti che ho trovato, immagino siano gli stessi che hai provato tu.


    EDIT:
    Oramai faccio tutto! Anche il segretario! L'ho contattata su Telegram io e lei, gentilissima come sempre, mi ha detto che hanno risposto a tutti, a parte "una richiesta su Facebook!".. eccolo li. Ti risponderanno a breve, immagino! O per lo meno ci conto... altrimenti Fillippone, il maggiordomo di Bitcointalk (TM) ci fa una figuraccia!




    Rettifico la precedente. Mi ha risposto subito su fb e poi ci siamo sentiti telefonicamente con qualcuno dell' organizzazione. Leggendo anche i post mi rendo conto che è una esperienza più industriale e prettamente legata ai BTC. Attualmente non offre servizi di hosting. In effetti dovevo pensarci che oramai facebook è passato di moda...
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    Ho provato a contattarli tramite facebook per info qualche giorno fa ma nessuna risposta. Ho provato anche a telefonare ma nulla. Volevo capire un pò meglio

    Su Telegram trovi facilmente Francesca Failoni o Francesco Buffa sul canale "Bitcoin Italia". Se hai trovato il numero di telefono è inutile che metta gli altri contatti che ho trovato, immagino siano gli stessi che hai provato tu.


    EDIT:
    Oramai faccio tutto! Anche il segretario! L'ho contattata su Telegram io e lei, gentilissima come sempre, mi ha detto che hanno risposto a tutti, a parte "una richiesta su Facebook!".. eccolo li. Ti risponderanno a breve, immagino! O per lo meno ci conto... altrimenti Fillippone, il maggiordomo di Bitcointalk (TM) ci fa una figuraccia!



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    Ho provato a contattarli tramite facebook per info qualche giorno fa ma nessuna risposta. Ho provato anche a telefonare ma nulla. Volevo capire un pò meglio
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    Infine, i nostri business plan per i produttori sono fatti con dati cautelativi, proprio per il settore in cui si sta operando. Infatti, anche nei periodi di basse profittabilità, vedasi l’estate del 2020, i nostri piani stavano perfettamente in piedi.


    Grazie Francesca per il tuo contributo. Di certo l’alta profittabilita di questi mesi, in seguito al “ban cinese” avrà aiutato i vostri clienti.
    Certo che ora con l’aumento della difficoltà, il prezzo “stagnante” e l’aumento del PUN, i vostri business plan saranno messi più a “dura prova”.
    Sinceramente, spero che siano abbastanza robusti da passare indenni questi test!
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    Tieni presente che , come scritto nell'articolo, quegli impianti erano destinati alla chiusura perchè non economicamente sostenibili. L'autoconsumo ha quindi permesso loro di continuare ad operare. Non è una cosa da poco. Che il miner sia dentro una centrale o fuori, non cambia granchè: comunque assorbono energia (pulita) dalla rete, quindi la rete userà energie più inquinanti, e siamo da capo. Qui abbiamo miner che hanno reso conveniente la produzione di energia idroelttrica che altrimenti sarebbe stata persa. Quindi energia pulita per il mining, nessun impatto sulla rete e profitti per il gestore della centrale, che altrimenti avrebbe chiuso.


    Mi piacerebbe rifare un check fra 2 anni,
    quando sara' probabilmente passato il periodo bullish,
    i prezzi ristagneranno e le cripto saranno nel dimenticatoio da mesi.
    (io ne ho vissute gia' 2 di queste fasi)

    E se tutto sara' andato bene, ne saro' davvero contento!!!





    Aggiungo qualcosa alla risposta già dettagliata di filippone: come tutte le attività imprenditoriali è sicuramente rischiosa, forse anche più volatile della maggior parte dei settori. Prima di fare un progetto, però, spieghiamo al produttore questo mondo e cerchiamo di analizzare insieme i possibili rischi, in modo che ne sia conscio.
    Per quanto riguarda il fatto che il produttore potrebbe collegarsi ad un pool e gestirsi tutto è certamente vero, ma si tratta di aziende in cui questo non è il loro core business. Noi acquistiamo la potenza di calcolo al valore della pool meno una fee, ma gestiamo i cambi dei bitcoin, la reportistica, la fatturazione ecc e loro si trovano semplicemente un bonifico in euro ogni mese.
    Infine, i nostri business plan per i produttori sono fatti con dati cautelativi, proprio per il settore in cui si sta operando. Infatti, anche nei periodi di basse profittabilità, vedasi l’estate del 2020, i nostri piani stavano perfettamente in piedi.
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    e al lordo del fatto che (a parte la parentesi dello shutdown cinese, che li ha aiutati non poco)
    in realta' questo rendimento si assottiglia ogni 14 giorni perche'  la difficolta' e' normalmente sempre in aumento.
    Fare questo calcolo cosi' in modo lineare non e' corretto.

    A questo fine e' interessante leggere il terzo articolo che c'e' qui nella sezione  mining:
    (l'articolo da' per scontato che si paga la corrente... ma comunque tenere aperta una struttura che altrimenti sarebbe stata chiusa, avra' dei costi,
    ci sara' qualche dipendente da pagare per tenere attiva la baracca...)

    https://bitcointalksearch.org/topic/importante-conviene-minare-bitcoin-in-italia-1156222


    Certamente.
    Ci mancherebbe ancora che il business plan fosse fatto con due moltiplicazioni! Era solo per avere un'idea molto vaga di cosa si stia parlando.
    E certo, il dump dell' HR ha permesso ai miner rimasti online di fare affari d'oro!
    Vedremo...
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    Ho rivisto la puntata di Presa diretta.
    Il gestore della centrale di Valstagna ha detto che ha investito un milione di euro per la mining farm.
    Dal testo del post invece si dice che quella centrale fa circa 4/5 Bitcoin al mese.

    Questo per darci un'idea del tempo di rientro dall'investimento: 4 bitcoin al mese sono circa 160K. Questo vuol dire un tempo di rientro dell'investimento di poco più di 6 mesi. Ovviamente al lordo della fee di Alps Blockchain (che non ho idea di quanto sia).


    e al lordo del fatto che (a parte la parentesi dello shutdown cinese, che li ha aiutati non poco)
    in realta' questo rendimento si assottiglia ogni 14 giorni perche'  la difficolta' e' normalmente sempre in aumento.
    Fare questo calcolo cosi' in modo lineare non e' corretto.

    A questo fine e' interessante leggere il terzo articolo che c'e' qui nella sezione  mining:
    (l'articolo da' per scontato che si paga la corrente... ma comunque tenere aperta una struttura che altrimenti sarebbe stata chiusa, avra' dei costi,
    ci sara' qualche dipendente da pagare per tenere attiva la baracca...)

    https://bitcointalksearch.org/topic/importante-conviene-minare-bitcoin-in-italia-1156222
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    Ho rivisto la puntata di Presa diretta.
    Il gestore della centrale di Valstagna ha detto che ha investito un milione di euro per la mining farm.
    Dal testo del post invece si dice che quella centrale fa circa 4/5 Bitcoin al mese.

    Questo per darci un'idea del tempo di rientro dall'investimento: 4 bitcoin al mese sono circa 160K. Questo vuol dire un tempo di rientro dell'investimento di poco più di 6 mesi. Ovviamente al lordo della fee di Alps Blockchain (che non ho idea di quanto sia).
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    Su Rai3, Presa Diretta questa sera, c'è stata un'interessante puntata su Bitcoin.
    Sono stati intervistati anche Francesco Buffa e Francesca Failoni di Alps Blockchain.
    Appena pubblicheranno un video su YT o su Raiplay, lo aggiungo qui.
    Niente di nuovo per i nostri affezionati lettori, ma un bello sguardo all'interno di questa realtà.
    Tra l'altro il video è stato registrato all'inizio dell'estate, ed i dati non sono aggiornati come quelli riportati qui: incredibile come siano cresciuti in solo pochi mesi (es: impianti gestiti da 12 a 18, crescita numero miners etc...)



    grazie fillippone, non conoscevo questo progetto, ne ho sentito parlare anch'io nella puntata di ieri di Presa Diretta. Spero di avere tempo di approfondire l'idea interessante: ricordo che se ne era parlato genericamente nella discussione sui consumi energetici di bitcoin, ma un conto è un'idea sulla carta, un conto è tradurla in un progetto concreto Wink
    legendary
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    Tra l'altro il video è stato registrato all'inizio dell'estate, ed i dati non sono aggiornati come quelli riportati qui: incredibile come siano cresciuti in solo pochi mesi (es: impianti gestiti da 12 a 18, crescita numero miners etc...)


    Che detto tra noi, potrebbe essere un dato non positivissimo, se dal 2018 al 2021 hanno fatto 12 impianti
    e poi in pochi mesi ne hanno fatti altri 6 vuol dire che lavorano sull'hype dei prezzi... e mi fa restare
    ancora piu' perplesso su cosa succedera' nel prossimo inverno delle crypto.

    Ma ribadisco, vedremo.

    Tu segnati di ricontattarli nel 2023.

      
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    Su Rai3, Presa Diretta questa sera, c'è stata un'interessante puntata su Bitcoin.
    Sono stati intervistati anche Francesco Buffa e Francesca Failoni di Alps Blockchain.
    Appena pubblicheranno un video su YT o su Raiplay, lo aggiungo qui.
    Niente di nuovo per i nostri affezionati lettori, ma un bello sguardo all'interno di questa realtà.
    Tra l'altro il video è stato registrato all'inizio dell'estate, ed i dati non sono aggiornati come quelli riportati qui: incredibile come siano cresciuti in solo pochi mesi (es: impianti gestiti da 12 a 18, crescita numero miners etc...)

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    Il tuo articolo è scritto benissimo, se sei di passione/professione giornalista ti faccio i miei complimenti! Purtroppo il 90% dei tuoi "colleghi" è illegibile, ammesso che sappiano di cosa parlino.

    Complimenti per l'articolo.

    Grazie ad entrambi per i complimenti.
    Non sono un giornalista, facico tutto questo solo passione per il nostro amico arancione.
    Tra l'altro come avete visto ho scritto solo su bitcointalk.org. Per quello si, mi pèiacerebbe tornare a dare un po' di vita a questo forum, un pò desueto ai tempi delle chat Telegram. Come dico sempre, è un medium diverso e molto più "riflessivo".


    Mi collego alla perplessità di gbianchi, ora come ora l'hashpower richiesto per il mining di bitcoin è decisamente calato (anche se in aumento dal crollo di giugno), mi chiedo se gli ASIC comprati oggi non rischino di diventare obsoleti nel giro di 2/3 anni e di fatto non essendo più profittevoli rispetto a vendere l'energia alla rete. Sono state fatte delle stime sull'aumento del hashrate in futuro (a meno di ban del mining stile cinese in altri stati) e la possibile proffitabilità degli ASIC impiegati attualmente?

    Non posso risponderti precisamente, spero che magari qualcuno lo faccia. Ti sottolineo solo come i miner acquistati dai produttori di energia siano tra i più efficienti disponibili sul mercato. Spesso le mining farm cinesi hanno molti più miner, ma con tencologia più vecchia (S19, anzichè s19Pro o addiritutra più vecchi): avendo un costo dell'energia più basso difatti, hano meno incentivo a "aggiornare" le loro macchine, potendosi permettere una "minore efficienza".

    Altro chiarimento che vorrei avere è come mai sono contrari al nucleare, è una delle forme di energia più pulite e meno pericolose mai scoperte dall'uomo, e la quantità di rifiuti radioattivi è veramente misera soprattutto se paragonate alla densità energetica dell'uranio (2.000.000 di MJ al kg, a paragone il secondo miglior combustibile energetico che conosciamo è l'idrogeno con una densità di 120 MJ al kg, stiamo parlando di una differenza di 5 ordini di grandezza).

    Come hai letto, ho fatto questa domanda a Francesca avendo in mente esattamente questo punto. Vediamo se magari piò chiarire meglio la sua risposta.

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    Complimenti per l'articolo.

    Mi collego alla perplessità di gbianchi, ora come ora l'hashpower richiesto per il mining di bitcoin è decisamente calato (anche se in aumento dal crollo di giugno), mi chiedo se gli ASIC comprati oggi non rischino di diventare obsoleti nel giro di 2/3 anni e di fatto non essendo più profittevoli rispetto a vendere l'energia alla rete. Sono state fatte delle stime sull'aumento del hashrate in futuro (a meno di ban del mining stile cinese in altri stati) e la possibile proffitabilità degli ASIC impiegati attualmente?

    Altro chiarimento che vorrei avere è come mai sono contrari al nucleare, è una delle forme di energia più pulite e meno pericolose mai scoperte dall'uomo, e la quantità di rifiuti radioattivi è veramente misera soprattutto se paragonate alla densità energetica dell'uranio (2.000.000 di MJ al kg, a paragone il secondo miglior combustibile energetico che conosciamo è l'idrogeno con una densità di 120 MJ al kg, stiamo parlando di una differenza di 5 ordini di grandezza).

    Pindol
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    Istintivamente a me questi progetti piacciono di per sé, poi ovviamente c'è da fare tutte le considerazioni e le valutazioni del caso. Però a parita di parametri e a punti fermi, a valori attuali, sarebbe stato interessante capire un capitale iniziale a base 100 in quanti enne anni si sarebbe "recuperato" prima dei profitti. Tutto come ipotesi ma un business plan a due anni su questi progetti a me sembra un po' tirata come valutazione. Ma non sono del mestiere, quindi...

    Il tuo articolo è scritto benissimo, se sei di passione/professione giornalista ti faccio i miei complimenti! Purtroppo il 90% dei tuoi "colleghi" è illegibile, ammesso che sappiano di cosa parlino.
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    Tieni presente che , come scritto nell'articolo, quegli impianti erano destinati alla chiusura perchè non economicamente sostenibili. L'autoconsumo ha quindi permesso loro di continuare ad operare. Non è una cosa da poco. Che il miner sia dentro una centrale o fuori, non cambia granchè: comunque assorbono energia (pulita) dalla rete, quindi la rete userà energie più inquinanti, e siamo da capo. Qui abbiamo miner che hanno reso conveniente la produzione di energia idroelttrica che altrimenti sarebbe stata persa. Quindi energia pulita per il mining, nessun impatto sulla rete e profitti per il gestore della centrale, che altrimenti avrebbe chiuso.


    Mi piacerebbe rifare un check fra 2 anni,
    quando sara' probabilmente passato il periodo bullish,
    i prezzi ristagneranno e le cripto saranno nel dimenticatoio da mesi.
    (io ne ho vissute gia' 2 di queste fasi)

    E se tutto sara' andato bene, ne saro' davvero contento!!!


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    Se non si capisce bene dall'articolo provo a spiegarlo meglio.

    Il produttore di elettricità è proprietario della mining farm (apparecchiature fisiche). Ovvio che non sappia nulla di come gestire una mining fam. Quindi fa gestire la mining farm ad alps blockchain che quindi fa da "broker" tra il cliente e le varie ming pool che "comprano" la potenza di calcolo. Quindi la revenues di Alps è sia dalla "fees" che applica ai BTC ricevuti dalla mining farm, che dal contratto di gestione della mining farm.

    Tutto questo perchè il lavoro del produttore di nergia è quello di "produrre energia" e gestire la centrale idroelettrica. Quello di ALPS è quello di gestire la mining farm. Sono operations in simbiosi, ma ben differenziate.
    Questo ha si il vantaggio di "costi supplementari" , ma ovviamente permette al cliente di non interessarsi della parte di mining.
    Ovviamente è un rischio quello di investire in questa apparecchiatura, ma è remunerato da un business plan di rientro dell'investimento basato su una miriade di variabili quali prezzo di bitcoin, difficioltà futura, prezzo dell'energia elettrica presso la rete (PUN, in pratica il costo opportunità dell'autoconsumo) etc.

    Spero ora sia più chiaro.



    Ora ho capito.

    Resta (per il mio modo di essere) un problema di fondo: se uno fa l'imprenditore,  sa benissimo di rischiare.
    ma dovrebbe farlo su una materia che conosce.

    So che ormai sembra un discorso anacronistico, in quanto ormai e' pieno di gente che fa il ministro, il sindaco,
    l'amministratore Delegato (ecc...) senza sapere nulla di cosa amministra e gestisce.

    Ma secondo me l'imprenditoria nasce invece dall'idea contraria, cioe' conoscere a fondo un settore, e con
    del lavoro e delle idee originali farci nascere attorno un'attivita' che poi cresce e si sviluppa.

    Il rischio e' quindi mitigato dalla conoscenza del settore e dalla propria capacita' di capire cosa succede e
    muoversi di conseguenza... Io lo chiamo Rischio Consapevole.

    Ma questi investono milioni in attrezzature, senza avere (per definizione) una vera consapevolezza del rischio.

    E non hai idea di quante volte mi si e' presentata gente con dei business plan che due anni dopo si
    sono rivelati completamente sballati (e se erano del mio settore, io sapevo individuare "a fiuto" i punti deboli)

    Ma e' perche' io sono vecchio, e quindi ho idee antiquate.



    Tieni presente che , come scritto nell'articolo, quegli impianti erano destinati alla chiusura perchè non economicamente sostenibili. L'autoconsumo ha quindi permesso loro di continuare ad operare. Non è una cosa da poco. Che il miner sia dentro una centrale o fuori, non cambia granchè: comunque assorbono energia (pulita) dalla rete, quindi la rete userà energie più inquinanti, e siamo da capo. Qui abbiamo miner che hanno reso conveniente la produzione di energia idroelttrica che altrimenti sarebbe stata persa. Quindi energia pulita per il mining, nessun impatto sulla rete e profitti per il gestore della centrale, che altrimenti avrebbe chiuso.
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    Se non si capisce bene dall'articolo provo a spiegarlo meglio.

    Il produttore di elettricità è proprietario della mining farm (apparecchiature fisiche). Ovvio che non sappia nulla di come gestire una mining fam. Quindi fa gestire la mining farm ad alps blockchain che quindi fa da "broker" tra il cliente e le varie ming pool che "comprano" la potenza di calcolo. Quindi la revenues di Alps è sia dalla "fees" che applica ai BTC ricevuti dalla mining farm, che dal contratto di gestione della mining farm.

    Tutto questo perchè il lavoro del produttore di nergia è quello di "produrre energia" e gestire la centrale idroelettrica. Quello di ALPS è quello di gestire la mining farm. Sono operations in simbiosi, ma ben differenziate.
    Questo ha si il vantaggio di "costi supplementari" , ma ovviamente permette al cliente di non interessarsi della parte di mining.
    Ovviamente è un rischio quello di investire in questa apparecchiatura, ma è remunerato da un business plan di rientro dell'investimento basato su una miriade di variabili quali prezzo di bitcoin, difficioltà futura, prezzo dell'energia elettrica presso la rete (PUN, in pratica il costo opportunità dell'autoconsumo) etc.

    Spero ora sia più chiaro.



    Ora ho capito.

    Resta (per il mio modo di essere) un problema di fondo: se uno fa l'imprenditore,  sa benissimo di rischiare.
    ma dovrebbe farlo su una materia che conosce.

    So che ormai sembra un discorso anacronistico, in quanto ormai e' pieno di gente che fa il ministro, il sindaco,
    l'amministratore Delegato (ecc...) senza sapere nulla di cosa amministra e gestisce.

    Ma secondo me l'imprenditoria nasce invece dall'idea contraria, cioe' conoscere a fondo un settore, e con
    del lavoro e delle idee originali farci nascere attorno un'attivita' che poi cresce e si sviluppa.

    Il rischio e' quindi mitigato dalla conoscenza del settore e dalla propria capacita' di capire cosa succede e
    muoversi di conseguenza... Io lo chiamo Rischio Consapevole.

    Ma questi investono milioni in attrezzature, senza avere (per definizione) una vera consapevolezza del rischio.

    E non hai idea di quante volte mi si e' presentata gente con dei business plan che due anni dopo si
    sono rivelati completamente sballati (e se erano del mio settore, io sapevo individuare "a fiuto" i punti deboli)

    Ma e' perche' io sono vecchio, e quindi ho idee antiquate.

    legendary
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    <...>
    Mi lascia perplesso solo questo punto:
    <...>
    7.Che genere di accordo avete con i clienti? Le revenues da mining sono incerte per natura. Chi si assume il “rischio”?
    Quote
    Il rischio è di chi ha acquistato i miner. Noi compriamo la potenza di calcolo prodotta a prezzo di mercato e a nostra volta la rivendiamo.


    Praticamente il cliente si assume tutti i costi per l'acquisto delle attrezzature, e anche i costo diretti e indiretti
    (costo del progetto che non sara' fatto gratis, manutenzione, raffreddamento, rotture, gestione, amministrativi, controllo, ecc..)

    Anche supponendo un costo zero della corrente, resta tuttavia un bel rischio, sopratutto se uno
    non e' ben addentro al mondo delle crypto.

    Inoltre non capisco perche' una volta che uno ha fatto tutto questo impianto, debba passare da un intermediario
    che "compra la potenza di calcolo ai prezzi di mercato" (ma ci fara' un pochino di cresta, come e' normale per qualsiasi attivita',
    e non possa collegarsi direttamente alla mining pool che da' i ritorni migliori... o magari si?


    Se non si capisce bene dall'articolo provo a spiegarlo meglio.

    Il produttore di elettricità è proprietario della mining farm (apparecchiature fisiche). Ovvio che non sappia nulla di come gestire una mining fam. Quindi fa gestire la mining farm ad alps blockchain che quindi fa da "broker" tra il cliente e le varie ming pool che "comprano" la potenza di calcolo. Quindi la revenues di Alps è sia dalla "fees" che applica ai BTC ricevuti dalla mining farm, che dal contratto di gestione della mining farm.

    Tutto questo perchè il lavoro del produttore di nergia è quello di "produrre energia" e gestire la centrale idroelettrica. Quello di ALPS è quello di gestire la mining farm. Sono operations in simbiosi, ma ben differenziate.
    Questo ha si il vantaggio di "costi supplementari" , ma ovviamente permette al cliente di non interessarsi della parte di mining.
    Ovviamente è un rischio quello di investire in questa apparecchiatura, ma è remunerato da un business plan di rientro dell'investimento basato su una miriade di variabili quali prezzo di bitcoin, difficioltà futura, prezzo dell'energia elettrica presso la rete (PUN, in pratica il costo opportunità dell'autoconsumo) etc.

    Spero ora sia più chiaro.


    legendary
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    Interessante iniziativa.

    Mi lascia perplesso solo questo punto:


    7.Che genere di accordo avete con i clienti? Le revenues da mining sono incerte per natura. Chi si assume il “rischio”?
    Quote
    Il rischio è di chi ha acquistato i miner. Noi compriamo la potenza di calcolo prodotta a prezzo di mercato e a nostra volta la rivendiamo.



    Praticamente il cliente si assume tutti i costi per l'acquisto delle attrezzature, e anche i costo diretti e indiretti
    (costo del progetto che non sara' fatto gratis, manutenzione, raffreddamento, rotture, gestione, amministrativi, controllo, ecc..)

    Anche supponendo un costo zero della corrente, resta tuttavia un bel rischio, sopratutto se uno
    non e' ben addentro al mondo delle crypto.

    Inoltre non capisco perche' una volta che uno ha fatto tutto questo impianto, debba passare da un intermediario
    che "compra la potenza di calcolo ai prezzi di mercato" (ma ci fara' un pochino di cresta, come e' normale per qualsiasi attivita',
    e non possa collegarsi direttamente alla mining pool che da' i ritorni migliori... o magari si?






    legendary
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    Merit: 17063
    Fully fledged Merit Cycler - Golden Feather 22-23


    PREMESSA
    Non sono in alcun modo affiliato ne ho mai avuto rapporti di lavoro/contrattuali/conoscenza con Alps BlockChain, ma sono venuto a conoscenza dell'azienda tramite il canale Telegram Bitcoin Italia. Ho deciso quindi di approfondire il tema in autonomia, ricercando del materiale su internet e sottoponendo le mie domande al CFO Francesca Failoni, che ringrazio per la disponibilità concessami. Ringrazio anche il CEO Francesco Buffa per la "supervisone" del lavoro.



    Chi è Alps Blockchain?

    Alps Blockchain Srl è una start-up nata a Trento nel 2018 da un gruppo composto da giovani imprenditori, sviluppatori hardware e software e professionisti esperti accomunati dall’interesse per la tecnologia blockchain. Grazie alle caratteristiche che la contraddistinguono, Alps blockchain ha ricevuto un contributo anche da Trentino Sviluppo Spa. In particolare, grazie alle ricerche e analisi effettuate, si è giunti alla conclusione che nei prossimi anni la tecnologia blockchain entrerà sempre di più a far parte della quotidianità, perché assicurerà un interconnettività globale dei valori, non intesi solo come denaro ma anche come beni e servizi, esattamente come in passato fu con internet per quanto riguarda la diffusione globale della conoscenza e delle informazioni.
     
    Di cosa si occupa Alps Blockchain?
    L’idea di business è quindi quella di rendere il mining sostenibile in Italia. La vision  è valorizzare le energie rinnovabili usando la tecnologia blockchain e la value proposition di Alps Blockchain è quella di valorizzare l’energia idroelettrica italiana dando accesso a terzi al mondo del mining, sfruttando le energie rinnovabili.
    ALPS Blockchain quindi progetta, installa e gestisce per conto dei produttori di energia idroelettrica delle mining farm installate nelle centrali di questi ultimi, che quindi auto-consumano l’energia elettrica prodotta per produrre hashing power che viene a sua volta venduto sul mercato da Alps Blockchain consentendo a terzi di fare mining in maniera sostenibile in Italia. L’impianto di mining è studiato, progettato ed installato su misura, considerando le produzioni storiche dell’impianto e tarando l’assorbimento sulla quantità di energia di cui c’è continuità di produzione e cedendo la sovrapproduzione alla rete. Si tratta quindi di un servizio personalizzato per ogni installazione, tenendo conto di tutti parametri attuali e prospettici che influenzano il business plan.
     
     
    Fig.1 Costo medio di diverse fonti rinnovabili. I business plan i ALPS Blockchain sono fatti coin un costo al Kw di 5 cents. Ovviamente moltissimo dipende dal costo opportunità di vendita dell'energia alla rete determinato dal PUN
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