Un conto è se lo devo dimostrare io da solo, dovendomi difendere da ipotetiche accuse di riciclaggio in barba al principio di presunzione di innocenza, che sappiamo essere sistematicamente stravolto per contenziosi in materia fiscale.
Io conservo ancora gli estratti conto in cui figurano i bonifici verso exchange, poi non saprei se corrisponda al 99% delle casistiche. All'epoca non era così infrequente acquistare BTC da privati su Localbitcoin o simili, che non richiedeva ancora KYC e quindi garantiva maggiore anonimato, magari incontrandosi di persona e pagando in contanti. Certo oggi sarebbe sconsigliatissimo, ma fino a 8-10 anni fa era una modalità relativamente comune.
Poi ci sarebbero varie altre considerazioni da fare, per esempio nel mio caso ho usato degli exchange nel 2013-14 che non esistono più da anni, perché nel frattempo sono falliti, hackerati, o semplicemente spariti con la cassa... È sufficiente mostrare un bonifico su un IBAN estero, se quel conto non esiste più da anni, e non è più immediatamente riconducibile a un exchange in attività?
Insomma la questione è che se vigesse la presunzione di innocenza, basterebbe essere a posto con la coscienza per dormire sonni tranquilli, ma sapendo come funziona qui, se il fisco decide di prenderti di mira è capace di inventarsi qualunque cosa pur di romperti le palle, e allora forse quello è il momento di trovarsi un buon avvocato.