è una bella idea.
L'idea di fare scambi non solo tramite sistemi informatici permette anche una maggiore fiducia e fidelizzazione. Inoltre la persona che farebbe questo lavoro potrebbe pure fungere da centro informativo per coloro che si interessano al bitcoin e per coloro che sono ancora alle prime armi.
Però c'è anche il vantaggio, che "il contatto"/rivenditore non avrebbe anche alcun bisogno di sapere nulla sul Bitcoin.
Potrebbe anche essere un anziano vagabondo che al massimo sappia usare un vecchio cellulare.
Bella l'idea di fare rete nel territorio per gli scambi a mano.
Un po' difficile forse creare la rete di fiducia ad hoc.
Di fatto si partirebbe da piccole quantità, e gli si farebbe ben presente che se si rivelasse una persona di fiducia, riceverebbe altre richieste e sempre di quantità maggiori.
E quindi avrebbe fee sempre maggiori da poter intascare prima di ricaricare la postepay/carta del fornitore di BTC.
Come assumi i rivenditori?
Si potrebbero anche acchiappare per strada, fra quelli che sembrano più disposti e capaci di fare una cosa simile.
Oppure lasciando annunci su bacheche/giornali con numero di telefono.
Si prendono una percentuale o uno stipendio?
Sarei più per una percentuale.
Io la vedo piu come una cooperativa di disagiati che si autoregola, in questo modo si possono eliminare le tasse postepay, e il ricarico che i fornitori di bc vorrebbero fare dal prezzo di mercato.
Un ricarico dev'esserci per forza, chi è che fornisce Bitcoin a gratis e l'immagine propria e del sito accorpandosi tutto il rischio senza alcun ritorno?
Se anche è una cooperativa o un associazione di beneficenza, comunque bisogna per forza ricoprire le spese per dare un minimo di sostentamento e ripagare il tempo impiegato da chi gestisce i Bitcoin. Non esistono pasti gratis