Cioè un conto sono i "problemi" che possono essere regolamentati tipo fallimenti, problemi che però in questo mondo significano scam/hacking e quindi ciao, un conto sono i rischi intrinsechi legati alla volatilità/speculazione.
Non vedo la differenza con mercato azionario per esempio.
Contropartita al rischio:
se tu comperi azioni/obbligazioni sei sì esposto ad alcuni tipi di rischio (volatilità, emittente. eventualmente cambio) ma comunque hai la garanzia che la società (o lo stato nel caso di obbligazioni statali) per il solo fatto di essere quotata in borsa deve ogni anno presentare un bilancio che deve essere certificato da una società di revisione.
Se non lo fa non puoi essere quotata (o almeno non nei mercati principali).
Lo stesso per le obbligazioni, per esse le società di rating danno il famoso giudizio A/B/C eccetera eccetera.
Perché parlavo di contropartita al rischio? perché per azioni e obbl. se la società fallisce (o se lo stato defaulta) hai sempre e comunque la possibilità di rivalerti in giudizio per cercare di recuperare almeno qualcosa.
Certo il discorso sarebbe ampio e ci sono eccezioni o esempi contrari, ma nel 99% dei casi hai questa possibilità.
E questa possibilità alla fine ce l'hai proprio perché lo stato "impone" alle società che si vogliono quotare di rispettare certi requisiti: certificazioni annuali, eccetera.
In questo caso quindi posso anche capire che a fronte di un guadagno si debba pagare una tassa sulla plusvalenza, in fin dei conti lo stato fa qualcosa (obbliga la società a certificare il bilancio) per dare un minimo di garanzie al sistema.
Ma nel caso delle cripto cosa fa lo stato a garanzia di chi compera o investe in cripto? nulla! non impone nulla a chi fa una ICO (non in Italia intendo), non offre alcuna garanzia o impone controlli a chi immette sul mercato questi strumenti, quindi perché poi dovrebbe pretendere una tassa sull'eventuale mio guadagno ? se non mi offre nulla quando perdo, perché deve volere una fetta quando guadagno ?
Non so se mi sono spiegato meglio ora.....
E' una questione spinosa.
In teoria, a monte lo Stato già fa qualcosa: garantisce che qualcuno non ti entri in casa per tagliarti la gola à la Game of Thrones mentre scavi cryptovalute (assieme a tante altre cosucce).
Nella realtà le cose sono molto più complesse di così.
Secondo me l'intento originale di togliere la politica dal denaro era troppo utopica (vires in numeris è molto carina come frase...), lo scardinare lo stato in un anarco-capitalismo redistribuzione della ricchezza etc etc.
La rivoluzione è certamente partita, ma bisogna appunto fare i conti con il sistema FIAT (e, di nuovo, pensare di cancellarlo con le crypto è parecchio utopico). In fondo, le altcoin fondano il loro valore sul bitcoin, che a sua volta fonda sulla moneta FIAT. Senza denaro stampato dalle banche non esisterebbe il bitcoin e viceversa.
Non si può essere "fuorilegge" totali per quanto a qualcuno piaccia l'idea (e ciononostante godere dei servizi offerti dallo Stato). Sicuramente farà parecchia gola a molti mettere le mani sui soldi che circolano sulle cryptovalute.
E sicuramente cercheranno di spingere alla tassazione massima.
Io non ho ancora guardato le "novità" del sistema americano, ma proporre tassazione per ogni scoreggia in campo crypto è avidità. Una tassazione onesta dovrebbe tassare esclusivamente quando si passa in FIAT, non per ogni operazione su un sistema che in linea teorica dovrebbe essere più o meno anonimo.
Poi bisogna considerare anche che già in passato si sono vendute e comprate droghe con il bitcoin. La cosa che detesto di più, è che narcotrafficanti facciano camionate di soldi con maggiore facilità, sfruttando un sistema che noi vediamo come il paladino della libertà suprema. La lotta all'illegalità e alla criminalità è un altro compito dello Stato.
Lo Stato dovrebbe "favorire" l'utilizzo equo e legale delle crypto, non adoperarlo come strumento finanziario per riempire le casse - a questo punto sono per la risoluzione ONU di privare i superricchi di almeno il 50% del loro patrimonio per far ripartire l'economia.
Senza considerare poi il consumo energetico del mining, cosa che fa inorridire molti, ma è un altro discorso e comunque già da noi la corrente si paga a caro prezzo. Forse i cinesi di notte l'hanno gratis.