Finalmente sono riuscito a fare due chiacchiere con bitcoinplaza. Ecco un breve (
) riassunto.
Attualmente è prevista una distribuzione mensile di 342 quote su un totale di 61200 già generate; quindi un po' più dello 0,5% delle quote totali ogni mese, pescando dalle riserve personali di bitcoinplaza e ziomik. Alla base di quest'idea c'è la volontà di premiare gli
early adopters, che vorranno credere in questo progetto anche quando gli introiti saranno nulli o quasi.
Problema: queste riserve sono finite e si esauriranno tra circa 15 anni. Altro problema: chi possiede delle quote non è particolarmente stimolato ad impegnarsi sul portale, in quanto per aumentare i propri dividendi ognuno può semplicemente sperare che
gli altri si impegnino di più, senza fare niente in prima persona; così a mio avviso il rischio di chiudere tutto ben prima di 15 anni assomiglia troppo ad una garanzia.
Per come la vedo io, in sostanza, così com'è impostata la distribuzione (in assenza di forti incentivi a creare nuovi contenuti) l'esperimento è destinato a fallire in una data difficilmente prevedibile, ma antecedente lo scadere dei 15 anni: una bolla che scoppierà non appena i dividendi inizieranno a calare a causa dei contenuti sempre più scarsi, con un fuggi-fuggi dei soci che cercheranno di vendere gli itabit in possesso per salvare almeno il capitale.
La mia soluzione teorica (ma a quanto mi diceva bitcoinplaza se si creasse un asset non bloccato sarebbe implementabile anche con Counterparty) sarebbe di creare una tassa che vada a colpire tutti i soci, e non solo i due creatori, rispettando rigorosamente il principio di capacità contributiva. Sostanzialmente ogni mese verrebbe prelevato lo 0,558...% delle quote detenute da ogni socio, raccogliendo in totale sempre 342 quote da destinarsi esattamente allo stesso modo previsto attualmente. Inizialmente quindi non cambierebbe quasi niente, perché verrebbero tartassati praticamente solo bitcoinplaza e ziomik (detenendo la quasi totalità delle quote), mentre col tempo mano a mano verrebbero prelevate sempre più quote dagli altri soci.
Lo so che parlare di "tasse" in un covo di anarcocapitalisti può risultare impopolare, ma secondo me basta chiarire che non si va ad alimentare burocrazia e clientelismo (o peggio), bensì che si tratterebbe semplicemente di un meccanismo di redistribuzione delle quote che vada a premiare chi produce contenuti utili al portale e al contempo vada a colpire chi invece vorrebbe vivere di rendita, mettendo inoltre il progetto nelle condizioni di poter prosperare a tempo indeterminato, senza più alcun limite temporale.
Questa sarebbe in realtà solo una lieve revisione del meccanismo previsto, mentre so che ci sarebbe chi punterebbe ad una revisione molto più radicale; spero quindi che altri vogliano intervenire, tenendo presente però che i due creatori hanno già speso tempo, risorse ed energie per implementare il sistema così com'è oggi, e che quindi non è molto probabile una sua modifica.