Però il prezzo del BTC dovrebbe farlo il mercato, non il fatto che non convenga più ai miners (se il valore non sale) di elaborare dopo che avvenga l'halving!!
Certo che il prezzo lo fa il mercato!
Ma i miner sono tra gli attori più esposti in questo tipo di mercato, poichè anticipano molti soldi, cioè investono a loro modo in questo settore scommettendo in una evoluzione futura (perlomeno futuro prossimo) positiva dell'andamento del valore dei btc.
Quindi il fatto che la crescita della difficoltà (la difficoltà complessiva è legata all'investimento complessivo dei miner, oltre che alla migliorata efficienza delle apparecchiature) stia aumentando nell'ultimo periodo è un indicatore di quale sia il "sentiment" odierno (o forse solo la speranza?) di questi attori.
In sostanza: c'è in giro molta gente che continua a credere (non solo a parole, scommettono soldi veri!) che il mining sarà redditizio, ergo:
- o il prezzo del btc è già attualmente così alto da permettere ai miner dei margini tali da guadagnarci anche in caso di diminuzione del prezzo
- o i miner sperano/credono in una evoluzione al rialzo dei prezzi
- o pensano che la migliorata efficienza del loro lavoro compenserà l'aumento di competizione e concorrenza nella gara per aggiudicarsi le ricompense dei blocchi
Naturalmente, anche se si trattasse della seconda motivazione, il fatto che i miner (e tanta altra gente oltre a loro) pensino che quest'anno il prezzo del bitcoin aumenterà non significa affatto che ciò accadrà realmente, ma è pur sempre un indicatore di cui tenere conto.
Mi sembra particolarmente interessante inoltre osservare questo fenomeno di iperinvestimento dei miner nel periodo di avvicinamento all'halving, quando è certo che le loro entrate (in btc) dimezzeranno.