se non ricordo male esiste una soglia di esenzione di circa 51k € (pari a 100MLN di vecchie Lire), al di sotto della quale non sono tassate le plusvalenze su compravendita di valuta estera, in quanto per la legge non ha finalità speculativa (è un valore del tutto arbitrario, ma spesso le leggi funzionano così, per presunzione assoluta).
Quindi il problema non si porrebbe per la bici, ma se magari ci compri la barca sì.
non credo sia così scontato, perché se ad esempio la barca la paghi in dollari, ai fini fiscali devi comunque dichiarare il valore in euro, quindi c'è una conversione implicita ed è come se stessi reimpiegando contestualmente i proventi della vendita di dollari, per acquistare un certo bene.
Non sono ovviamente esperto, un commercialista saprebbe dare l'interpretazione corretta. Più che altro era per ribadire che se ti vogliono inc***re un cavillo lo trovano...
Non c’è dubbio che la ratio della norma sia quello di colpire il fine speculativo, visto che le operazioni a termine sono tassate sempre mentre quelle a pronti solo se superano la soglia dei 50k
Le mie obiezioni “filosofiche” semmai riguardano 1)l’equiparazione tra compravendita di valute e uso della valuta estera per comprare beni e servizi e 2)l’uso della giacenza come presunzione di uso speculativo
Riguardo a 1) le due cose non sono affatto paragonabili.
Primo perché un uso di valuta estera per acquisti è soggetto già ad IVA, mentre una compravendita di valute no.
Secondo perché è chiaro che se uso dollari per comprare un bene fisico anzichè euro non lo faccio per speculare sul cambio dollaro/euro ma perché all’euro.
E’ quello che accade nei paesi soggetti ad iperinflazione dove la valuta estera diventa una moneta parallela non per speculazione ma perché la moneta nazionale fa schifo.
Tra un trader di forex e uno che usa i dollari (o i bitcoin) acquistati anni prima per comprare un bene qualsiasi c’è una bella differenza.
Ma la cosa più discutibile è il punto 2: il limite si applica sulla giacenza non sulla plusvalenza o sull’entità dell’acquisto.
Per cui se io possiedo supponiamo 60,000 dollari per più di 7 giorni in un anno e ne uso solo 50 per comprare un accessorio per la casa su Amazon ,su quella transazione devo teoricamente pagare il 22% di IVA e il 26% sulla rivalutazione eventuale che il dollaro ha avuto verso l’euro.
Se invece possiedo 50,000 dollari e li uso tutti per acquistare 1 BMW Z4, a parte l’IVA non devo pagare nulla, anche se ho avuto una super plusvalenza
Se poi possiedo 50,000€ in TRON o una altcoin qualsiasi (magari con una plusvalenza del 3000%) e faccio cash out in euro non devo teoricamente pagare nulla né IVA né tasse sul capital gain.
il problema è che se ti arriva un accertamento della GF, difficilmente terranno in conto le tue obiezioni filosofiche (per quanto condivisibili), ma si atterranno a quanto disposto dalle stupide, ridicole, ottuse leggi vigenti, ma pur sempre leggi, che per esempio stabiliscono una soglia del tutto arbitraria di controvalore posseduto, oltre il quale per presunzione assoluta si suppone che la finalità sia speculativa.
Filosoficamente parlando, se sono hodler di bitcoin è perché ho l'aspettativa che, nel lungo periodo e al netto della volatilità a breve, mi tuteleranno dalla progressiva svalutazione della moneta fiat e conseguente perdita del potere di acquisto, quindi la finalità di detenerli è l'esatto opposto di quella speculativa, che invece comporta continue compravendite in base alle oscillazioni di breve periodo. E questo indipendentemente da quanti ne detengo. Lo stesso concetto che vale per chi in Venezuela e in Argentina si procura dollari, o gli stessi bitcoin.
L'unico punto controverso e contraddittorio in quanto scrivi è che se reputo il dollaro una valuta superiore, cercherò di evitare di spenderlo direttamente, ma mi sbarazzerò prima della cartaccia di minor valore, e con quella che eventualmente avanza accumulerò dollari da riconvertire poi in valuta locale nel momento del bisogno, secondo la legge di Gresham già citata in precedenza da qualcuno.