Chi non condivide questa scelta è libero di usare le mille altcoin che hanno commissioni inferiori (ma che pochi usano nonostante queste commissioni inferiori).
A parte l'out-out, trovo che l'uso di una moneta ne faccia il valore in senso sociale. Se quasi nessuno usa i bitcoin per comprare allora non si alimenta nulla e quindi ha tutte le carte in regola per rimanere un fenomeno di una élite o meglio della criminalità perché poi questa è l'etichetta che da la gente che non usa e userà mai i bitcoin. Se le altre crypto sono messe peggio di una moneta che non usa nessuno allora questo non è mezzo gaudio.
L'argomento è spinoso e spesso oggetto di flame infinite, siccome non voglio scatenare "guerre di religione" quanto segue è solo la mia opinione e non una verità assoluta.
La mia opinione è che bitcoin non è ancora MOE per tre ragioni fondamentali (in ordine decrescente di importanza):
1)
Non è ancora abbastanza diffuso. In Italia li possiede forse l'1% della popolazione, e chi li possiede lo fa in gran parte come forma di investimento o speculazione. Se io sono un commerciante, perchè dovrei sostenere i costi, il tempo e i rischi di accettare una moneta alternativa quando so che al massimo potrò intercettare statisticamente meno di 1 potenziale cliente su 100? La scarsa diffusione implica che molto probabilmente i miei fornitori non accettano bitcoin, quindi per pagarli dovrei riconvertire
BTC in fiat (ulteriori costi). La non accettazione da parte dello Stato implica che per pagare le tasse devo fare la stessa cosa.
Quei pochi commercianti che li accettano, lo hanno fatto soprattutto per scopi pubblicitari e affidandosi ad un payment processor (stile Bitpay) che pensa a tutto. Ma se devo affidarmi ad un intermediario e pagarlo, tanto vale che paghi i circuiti delle carte di credito o dei bancomat perchè va a farsi benedire il risparmio di una transazione P2P
2)
Bitcoin nell'utente medio ispira ancora poca fiducia. Al di fuori della cerchia di appassionati, da parte del cittadino medio intendo, bitcoin, anche quando è conosciuto, è associato a qualcosa di rischioso. Ed è' anche poco compreso, data la complessità della materia e complice la cattiva pubblicità fatta dai mass media generalisti, specialmente riguardo ad argomenti quali "da chi è emesso" e "da chi è garantito". Una moneta per essere accettata e "tenuta" deve ispirare fiducia(*) . E per ispirare fiducia deve essere, o garantita con la forza (moneta fiat) o garantita dalle sue caratteristiche intrinseche, che però devono essere comprese. La natura complessa della materia, a metà strada tra informatica, economia, matematica ed esperimento sociale di certo non aiuta.
*= per questo è molto più probabile che bitcoin diventi MOE laddove le monete fiat sono (o stanno) entrate in crisi, tipo paesi con iperinflazione. Perchè lì è la moneta fiat ad aver perso questa fiducia 3)
Il prezzo di Bitcoin è ancora troppo volatile. Nonostante la volatilità si sia ridotta nel lungo periodo (e si ridurrà ), è ancora alta soprattutto in Paesi, come il nostro, che hanno (
per ora) moneta fiat stabile. Un vantaggio di una moneta (
per ora) stabile come l'euro è che mentalmente i consumatori abbinano facilmente un prezzo ad un bene/servizio. Le oscillazioni di prezzo espongono i commercianti ad un rischio di cambio che per chi gestisce un'attività è quanto di peggio possa esistere. Per eliminare alla radice questo problema bisognerebbe che i commercianti fossero disposti ad holdare bitcoin e non a convertirlo subito in fiat. Ma qui si torna ai problemi di cui al punto 1 e 2, quindi la volatilità resta un problema.
Questi tre punti secondo me impediscono a btc di diventare mezzo di pagamento, indipendentemente dalle alte fees. Se anche le fees fossero azzerate, come di fatto succede in cloni quali Cash o SV, comunque i 3 punti sopra resterebbero e bitcoin non verrebbe ugualmente usato come forma di pagamento su larga scala.Questo significa che non potrà MAI essere una moneta? No, significa che serve tempo. Tempo per aumentare la diffusione (punto 1), tempo per essere compreso e accettato su larga scala (punto 2) tempo perchè la diffusione riduca a sua volta la volatilità (punto 3).
Sembrerebbe un problema irrisolvibile, il classico "cane che si morde la coda": come fa btc ad essere diffuso se non è accettato proprio perchè poco diffuso? La risposta a questa domanda è che bitcoin NON è solo MOE. E' anche una forma di investimento, un mezzo di speculazione, uno strumento con cui proteggersi dal crollo delle valute fiat, un database immutabile, una rete decentralizzata per il trasferimento e la conservazione di valore non censurabile o confiscabile. Per tutti questi motivi, se bitcoin avrà successo, la sua diffusione aumenterà su larga scala.
Ma è fondamentale che questa diffusione avvenga alla condizione di non snaturane le caratteristiche (di cui la decentralizzazione è la più importante), altrimenti perderebbe senso anche per gli usi alternativi di cui sopra Solo se e quando sarà diffuso su larga scala, allora potrà essere un mezzo di pagamento. E' l'ultimo stadio di un processo di adozione di una hard-money "naturale", non garantita da nessuno, non il primo. Anche l'oro nel corso della storia ha attraversato lo stesso processo, non è diventato SOV e MOE al momento in cui è stato scoperto, ma solo dopo un lungo processo di adozione progressiva.
Posso chiederti come mai usi Bitcoin + LN per fare acquisti su Amazon invece di usare la normale fiat?
Immagino che tra conversioni (per l'in e l'out da/verso fiat) pagherai commissioni che ti faranno spendere di più rispetto all'usare la carta di credito normale, no ?
Da qui nasce la mia domanda.... lo fai per "avviare" il sistema? oppure perché sei un investitore della prima ora e hai btc da usare ? oppure perché credi nel sistema e lo sostieni anche se ci perdi ? oppure perché hai effettivamente una convenienza economica ?
Se puoi e ti va di rispondere ovviamente !
Preferisco spendere e non vendere (una piccola parte dei) bitcoin che ho acquistato nel corso degli anni soprattutto per non dovermi occupare della
triste storia "tasse si - tasse no" (sul capital gain) che è un argomento da quel poco che so ancora molto poco chiaro e che a me non interessa minimamente non avendo mai fatto
cash-out in fiat dei bitcoin che possiedo (basta leggere la mia firma per capirne il motivo).
Bitrefill, il servizio che uso per fare acquisti, ha commissioni decisamente oneste, per mettere sul canale LN i bitcoin cerco di sfruttare periodi con fees basse sulle tx on chain e la transazione LN mi costa assolutamente zero perchè il mio nodo è direttamente collegato a quello Bitrefill. Non ho mai fatto i conti ma non credo che tutta l'operazione mi costi molto di più che possedere e usare una carta di credito.
Le tassazione si applica in ogni caso, appena si spendono.
È altresì chiaro che per importi modesti, per acquistare oggetti di valori modesti, difficilmente qualche autorità andrebbe a richiedere qualcosa.
Più o meno è come spendere denaro guadagnato a nero o in maniera irregolare.
Viceversa, il problema si pone e si è posto per chi con i Bitcoin ci ha comprato una casa...
o qualcosa di estremamente rilevante.
Rilevante rispetto al reddito dichiarato.
Come avviene per un qualsiasi acquisto in qualsiasi valuta.
Per come sono configurati gli stati di diritto, se io compro una casa in Bitcoin, faccio una transazione non censurabile in Bitcoin con un altro utente...
Sicuramente se il mio reddito non è adeguato, qualcuno busserà alla mia porta e mi dirà ma lei come ha fatto a comprare casa ? Se fino a l'altro ieri era un normale lavoratore...
Nel caso specifico degli immobili, credo che sia ancora valido il provvidimento dell'ordine in cui qualsiasi operazione in Bitcoin vada segnalata.
Al di là del reddito disponibile e dimostrabile.
Se esiste un problema di commissioni, esiste anche un problema di
cosa poter comprare.
Almeno sul territorio nazionale/Europa/mondo normale... nei mondi sotterranei tutto è permesso.
In ogni caso, pagando il 26% sulla plusvalenza si è in pace con Dio e con gli uomini
( 26%, considerando la nota interpretazione dell'Agenzia delle Entrate che equipara Bitcoin ha valuta estera:
http://www.dirittobancario.it/approfondimenti/fiscalita-finanziaria/il-regime-fiscale-delle-operazioni-valuta-e-delle-differenze-di-cambio )
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Segnalo invece che gli strumenti assicurativo-finanziari, per figurare meglio direi contenitori, per crearsi una rendita integrativa ( non i fondi pensione ) hanno la particolarità di non essere tassati fino a scadenza ( o al riscatto anticipato ), considerate che ci sono contratti di durata 30/40 anni o più...
Alla fine io capitalgain sarà tassato ( 12,50% se titoli di stato, 26% se altro contenuto finanziario, percentuale in proporzione se mix fra i due ), ma la rendita derivante sarà esente IRPEF.
Sui contratti, "contenitori", di soli titoli di stato o equiparabili, non si paga nemmeno l'imposta di bollo.
Tutto questo poi è ottimizzabile ulteriormente.
Se Bitcoin potesse entrare in questi meccanismi, potrebbe trovare una via... un uso, almeno in Italia,
ancora non vi è questa possibilità.
Chi ha un patrimonio rilevante e vive in uno Stato di diritto, si affida alla sicurezza del diritto.
I ragionamenti sono al contrario, avendo 500 milioni di euro, li vorreste rischiare nella volatilità di Bitcoin, o vi basterebbe un sicuro approdo del 4% l'anno ?
Voglio segnalare, come fatto in altre occasioni, la "
decentralizzazione"...
di questi prodotti, nel senso che si mantengono in piedi anche se dovesse fallire la compagnia che gli gestisce, che nel caso rimane solo gestore.
Per le norme europee devono avere anche adeguata copertura contro il default dei titoli contenuti all'interno.
Alla fine i veri "proprietari" sono gli assicurati-detentori stessi.
Alla domanda originaria... esistono dei sistemi per non cadere in eventuali crash di borsa, questo è uno.
Accompagnato anche dell'indicizzazione all'inflazione, per la protezione dagli effetti della stessa.
Solita nota dolente, tutto questo non viene fornito gratuitamente, per gli istituzionali e i grandi clienti private e oltre, i costi sono accettabili, per i clienti retail, non propriamente convenienti.
In certe banche e alle poste i costi mangiano i benefici...