Grazie per la risposta duesoldi, continuo il discorso che è interessante:
Ovviamente, come premessa, nessuna tassa sul possesso e nessuna tassa sugli scambi intra-cripto. Cosa che mi risulta non ci sia l'idea di tassarla neanche ora, come è giusto dal mio punto di vista.
Se non ho interpretato male la recente risposta dell'AdE (il "se" è grosso come una casa perché come ho già detto imho la risposta non è chiara in più passaggi) si vorrebbe far pagare le plus anche nello scambio cripto-cripto.
Cito ed evidenzio in grassetto il punto :
Ai fini della eventuale tassazione del reddito diverso occorre, dunque,
verificare se la conversione di bitcoin con altra valuta virtuale (oppure da valute
virtuali in euro) avviene per effetto di una cessione a termine oppure se la
giacenza media del wallet abbia superato il controvalore in euro di 51.645,69 per
almeno sette giorni lavorativi continui nel periodo d’imposta.
Un'ipotesi del genere francamente mi sembra molto difficile da implementare. Anche se premetto che personalmente la cosa non mi riguarda avendo poco investimento in cripto -- e quindi non avvicinandomi neanche lontanamente alla soglia dei €51k che per le regole attuali porta a generare plusvalenza, almeno stando a sentire l'ultimo interpello che si è analizzato nel thread sulla tassazione --, mi sembra una cosa francamente irrealizzabile tassare la plusvalenza cripto con cripto.
Anche perchè come sarebbe possibile farlo? Proprio mi sfugge la fattibilità della cosa. Bisogna avere una valuta base come riferimento per sapere se si è guadagnato o meno. E questa valuta base non può che essere una valuta a corso legale, per cui l'euro, il dollaro o altro. Se io faccio dei
trade nel pair ETH / BTC e guadagno qualche frazione di bitcoin in più di quello che avevo rispetto all'inizio, posso dire di essere in guadagno? Sì rispetto al bitcoin, ma se nel frattempo il bitcoin è sceso di valore rispetto all'euro come in questi mesi, per quello che riguarda le mie eventuali plusvalenze tassibili non posso essere considerato come in attivo, perchè in realtà ho subito una perdita rispetto al controvalore in euro.
Per cui come se viene fuori? Infatti, se opero nel Forex, per esempio, e che ne so, faccio dei
trade nel pair USD / GBP, ogni volta che ne chiudo uno, il broker mi calcola guadagni e perdite in base alla mia valuta base, cioè l'EURO. Cosa che non avviene quando operi cripto con cripto su un Exchange, e i guadagni, se ci sono, per lo Stato possono essere valutati solo in base al tuo controvalore in euro, non in Bitcoin, Ethereum o qualsiasi altra cripto.
Per fare un esempio qualsiasi io potrei avere avuto 1 bitcoin in mio possesso a dicembre che valeva $ 19.000. Ho fatto qualche scambio su Exchange (scambio a pronti) tra varie cripto, ora a maggio ho deciso di riportare tutto in bitcoin, e grazie a trade favorevoli, sono arrivato a 1,5 bitcoin. Ho quindi guadagnato il 50%? Si intermini di bitcoin, no in termini reali. Dovrei pagare una plusvalenza? Noooo, sono in perdita!
Il bitcoin ora vale $9000 (semplifichiamo), quindi con 1,5 bitcoin ho un controvalore di $13.500!
Sono in perdita dai $19.000 iniziali ai $13.500 attuali, quindi facendo qualche rapido calcolo:
$19.000 - $13.500 = $5.500 . Sono in perdita di 5.500 dollari in realtà rispetto all'inizio in termini reali.
Il che equivale a dire che sono in perdita del 29% sul mio capitale iniziale oppure, il che è lo stesso, sono in possesso di solo il 71% del valore iniziale, rispetto a quanto avevo prima.
E dovrei pagare delle tasse sulle operazioni in cripto? Su cosa, sulle perdite?
E se le cose fossero andate diversamente perchè il mercato fosse rimasto
bullish, non centra niente: 2 mesi dopo potrebbe crollare ed io essere in perdita.
Così a pensarci, non mi sembra proprio possibile poter calcolare guadagni, e quindi plusvalenze, fino a quando non decido di vendere e fuoriuscire dal mercato. E per fuoriuscire dal mercato si intende tornare in FIAT. Infatti sarebbe come scambiare azioni Appe con azioni Microsoft (ok che non è possibile farlo in Banca senza tornare in Fiat, ma poniamo l'esempio che mi metto d'accordo per lo scambio dei titoli con un mio amico...), fino a quando non vendo quelle azioni non posso sapere se ho guadagnato e quindi pagare le tasse che sono dovute.
Avevo fatto un'osservazione più breve anche nel thread principale sulla tassazione riguardo a questo argomento, ma mentre stavo editando il post per aggiungere una cosa per sbaglio l'ho cancellato (e poi non ho avuto voglia di riscriverlo)!
Ripropongo quindi qui l'argomento più nel dettaglio
Inoltre, un'interpretazione così ardita è possibile farla per analogia solo perchè per l'interpello - attualmente - le cripto sono assimilabili a valute estere, ma come abbiamo più volte osservato entrambi, è una considerazione che va contro a ciò che ha stabilito l'Unione Europea, che li considera asset finanziari, per cui prima o poi anche la nostra ADE dovrà cambiare impostazione a riguardo (non credo che l'Italia potrà essere l'unico paese a pensarla diversamente).
Possiamo in realtà anche dare un'interpretazione diversa alla parte dell'interpello che hai riportato poco sopra:
Se non ho interpretato male la recente risposta dell'AdE (il "se" è grosso come una casa perché come ho già detto imho la risposta non è chiara in più passaggi) si vorrebbe far pagare le plus anche nello scambio cripto-cripto.
Cito ed evidenzio in grassetto il punto :
Ai fini della eventuale tassazione del reddito diverso occorre, dunque,
verificare se la conversione di bitcoin con altra valuta virtuale (oppure da valute
virtuali in euro) avviene per effetto di una cessione a termine oppure se la
giacenza media del wallet abbia superato il controvalore in euro di 51.645,69 per
almeno sette giorni lavorativi continui nel periodo d’imposta.
Nel paragrafo si evidenziano i due casi per cui l'ADE ritiene che si possa generare una plusvalenza tassabile:
1. Controvalore in euro di 51.645 per almeno 7 gioni consecutivi;
2. Cessione a termine
Ora, non so esattamente cosa indentifichi con "cessione a termine", ma visto che non ha usato il termine "cessione a pronti" con cui si intende la compravendita pura e semplice tra criptovalute come quelle fatte negli Exchange (compro una vendendone un'altra), operatività non considerata dell'ADE avente natura speculativa fino ai € 51.645, probabilmente identifica un tipo di operatività differente come quella con i CFD (
contract for difference).
Anche se personalmente non ho mai operato in cripto tramite CFD, in questo caso certo che è tutto diverso. In primo luogo, le cessione a termine sono considerate di natura speculativa (come l'operatività nel Forex) su qualunque cifra. Infatti si opera in CFD attraverso broker Forex riconosciuti. In secondo luogo, io posso anche aprire una posizone
long o
short su un CFD per esempio sul cambio ETH / BTC, ma nel momento in cui chiudo questa posizione, e torno
flat, cioè torno a posizioni chiuse, il broker mi calcola guadagni e perdite immediatamente rapportandoli alla mia valuta base l'euro.
E certo che in questo tipo di operatività, devo pagare le tasse anche su cripto con cripto. Tanto è vero che se fossi con un broker in regime amministrato, la plusvalenza del 26% mi viene detratta immediatamente (in caso di operazione chiusa in
gain oppure se chiudo in perdita ho un
loss valido per i 4 anni successivi che si accumula nel mio zainetto fiscale). Ma parliamo di operatività solamente speculativa dove opero scommettendo su contratti che si basano sulla differenza in positivo o negativo di un sottostante (le cripto nell'esempio), senza però effettivamente acquistare o vendere quel sottostante e, quindi, senza veramente acquistare o vendere veramente criptovalute, come avviene ad esempio anche nei futures.
Diversamente nelle operazioni a pronti in un Exchange, scambio effettivamente un asset (bitcoin per esempio) per un altro (ether per esempio).
Scusate se sono stato prolisso, ma questo è un argomento interessante