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Topic: Se tu fossi il legislatore, come tasseresti le cryptovalute? - page 3. (Read 483 times)

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Ho considerato la vendita tra privati come più difficile e meno immediata, rispetto ad una transazione su exchange

Per quello che ho messo esentasse fino a 5k e oltre una fee dell'1% (che comunque sarebbe sul totale transato e non su un eventuale profitto di una delle due parti)
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Io tasserei solo dopo la conversione in FIAT e dopo averli ricevuti con un sistema a scaglioni.

Esempio

Da 0 a 1.000 € imposta 0%
Da 1.001 a 5.000 € imposta 5%
Da 5.001 a 10.000 € imposta 10%
Da 10.001 a 50.000 € imposta 20%
Da 50.001 a 100.000 imposta 30%
Da 100.001 in poi imposta 40%


anche io farei così, ma per la burocrazia italiana sarebbe troppo semplice Wink

Scusate, non per fare l'avvocato del diavolo, ma ora voi vorreste un sistema peggiore di quello che sta venendo fuori? Huh

Ora (almeno così sembrerebbe dagli ultimi interpelli...) non si pagano tasse fino a € 51.000 e poi si paga il 26% sulla plusvalenza se si supera il possesso di tale cifra per almeno 7 giorni consecutivi durante l'anno.

Ora qualcuno propone di pagare il 30% e poi il 40%? HuhHuh

Ora io sono chilometri lontano da quelle cifre (ma non si sa mai per il futuro! Grin), ma che senso avrebbe una tassazione superiore al 26% sul capital gain, visto che è lo standard nel nostro paese (e in molti altri) sulle plusvalenze finanziarie? Cioè si pagherebbe il 26% su azioni, bond, forex, CFD e fino al 40% sulle cripto? Huh Al posto che incentivare la mass adoption per le criptovalute, la disincentiviamo? Non farebbe altro che portare all'evasione fiscale e a far emigrare la gente che ha lavori decentralizzati o campa con le cripto in paesi a tassazione più favorevole (senza considerare tutti quelli che hanno tassazione zero sulle plusvalenze... Svizzera per esempio?).

Diverso il discorso per l'attività di impresa dove la tassazione va in base agli scaglioni irpef, ma quello è così indipendentemente dal fatto che si operi con criptovalute o meno nella propria attività.

Quote
Compravendita tra privati completamente esentasse e priva di dichiarazioni sotto i 5000 EUR. Per ogni transazione superiore ai 4999,99 EUR stipula di contratto di compravendita bene digitale con apposizione di marca da bollo del valore dell'1% dell'importo totale della transazione.

Buona l'idea sotto i 5000 euro. Non fattibile quella sopra, perchè ci sarebbe troppa differenza tra la compravendita mediante Exchange e quella fatta tramite privati...
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Io tasserei solo dopo la conversione in FIAT e dopo averli ricevuti con un sistema a scaglioni.

Esempio

Da 0 a 1.000 € imposta 0%
Da 1.001 a 5.000 € imposta 5%
Da 5.001 a 10.000 € imposta 10%
Da 10.001 a 50.000 € imposta 20%
Da 50.001 a 100.000 imposta 30%
Da 100.001 in poi imposta 40%


anche io farei così, ma per la burocrazia italiana sarebbe troppo semplice Wink
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Possesso esentasse senza dichiarazione? Sono d’accordo ovviamente, ma:
quando (quando?!) non sarà un mondo così volatile ma le crypto avranno un valore più stabile e saranno utilizzate nel quotidiano, questo probabilmente cambierà?

Il protocollo bitcoin non cambia, quindi direi proprio di no. Sarà sempre possibile generare indirizzi freschi senza dover disporre di codice fiscale e carta d'identità

Certo che sarà possibile farlo, ma se decidono che il possesso va intanto dichiarato a prescindere?
Era più un pensiero rivolto a capire come cambia la questione in un futuro ipotetico in cui le crypto saranno di uso comune e quotidiano senza passaggio in Fiat.
Come dire, ho 20btc (wallet anonimo, non dichiarati) e posso decidere di convertirli in Fiat, pagare le tasse sulla plusvalenza, comprarmi la casa con il rimanente. Oppure comprarmi la casa utilizzando i 20btc, perché il venditore lo accetta come pagamento.

Vengono a chiedermi da dove saltano fuori questo btc ovviamente, ma li ho comprati 10 anni fa, o minati, o sono stato pagato in btc per un lavoro che ho fatto (legale, ma non prevedeva dichiarazione). E non sono mai tornato Fiat. Che fai mi costringi a convertirne una parte per pagare le tasse? O ne deduci una parte e accetti il pagamento tasse in btc?
Mi dirai, nulla di tutto ciò, in quel momento è il venditore che fa un profitto e paga le tasse? Ma non ha ricevuto euro ma btc.... e decide che restano tali, o li spende a sua volta. Qualcosa di più de “plusvalenza su cambio Fiat” deve succedere.

E soprattutto, tutto ciò perché? Quali servizi in cambio mi hai offerto per pretendere ciò? Di nuovo, prima crea una regolamentazione “generale” che gestisce il mondo crypto e regolamenta gli scambi offrendo qualcosa in cambio, poi parliamo di tasse
Anche perché visto che è così semplice avere btc senza che tu (stato) lo sappia, sarà altrettanto facile decidere di spenderli/convertirli in Fiat in uno stato che non mi chiede senza dare. E a quel punto si che è etico “evadere”, anzi personalmente non mi sentirei di star evadendo nulla

Pagare le tasse è giusto ma non prendiamoci in giro nessuno muore dalla voglia di farlo (soprattutto guardando lo stato che ci troviamo e cosa da in cambio)
Non so, sto divagando e blaterando ot?....Smiley

Assolutamente no, il filo tiene e lo comprendo pienamente

Cerco di darti la mia visione delle cose nel caso ci fosse una legge che obblighi a dichiarare le crypto possedute:

Caso 1: succede come per la legge antipirateria, dove non potresti scaricare mp3 protetti da diritto d'autore ma nessuna autorità si mette a controllare i singoli utenti

Caso 2: viene cambiata la costituzione e si aggiunge un articolo che autorizza il sequestro coatto di computer e altri dispositivi informatici che potrebbero contenere bitcoin. Nel caso il magistrato di turno abbia il sospetto che il malcapitato si sia scritto da qualche parte la chiave privata, viene autorizzato il mandato di perquisizione nella propria casa e nei luoghi frequentati abitualmente, alla ricerca dei paper wallet perduti o altri improbabili pezzi di carta.
Se ancora le FF.OO. non sono soddisfatte, viene autorizzato qualche minuto di waterboarding per cercare di estrapolare un improbabile seed contenente il patrimonio nascosto del sospetto evasore


Il caso 2 sembrerebbe l'assurdo degli assurdi, il classico "ma io a questo punto scappo dall'Italia". Io l'ho formulato non tanto per fare un ipotesi limite, più per dire: lo stato ci tiene a sapere, prima che io spenda, quanto guadagno (questo è specialmente vero per acquisti grossi, tipo immobili).1

Se si arriva attraverso il Bitcoin ad una situazione di conti segregati, dove deflazione e eventuale pagamento di cap. gain tax mi scoraggiano dallo spendere, che altro può fare uno stato se non usare la forza?


1Potremmo obbiettare che lo stato si accontenti di ricevere la sua parte anche post spesa, l'importante è che la riceva non troppo in ritardo. Secondo me invece lo stato ci tiene a sapere prima di grandi spese le finanze di una persona per non far diventare le tasse dei crediti inesigibili (il classico: io la casa l'ho già comprata, te ne occupi tu di rivendermela per prenderti la tua percentuale?)
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Possesso esentasse senza dichiarazione? Sono d’accordo ovviamente, ma:
quando (quando?!) non sarà un mondo così volatile ma le crypto avranno un valore più stabile e saranno utilizzate nel quotidiano, questo probabilmente cambierà?

Il protocollo bitcoin non cambia, quindi direi proprio di no. Sarà sempre possibile generare indirizzi freschi senza dover disporre di codice fiscale e carta d'identità

Certo che sarà possibile farlo, ma se decidono che il possesso va intanto dichiarato a prescindere?
Era più un pensiero rivolto a capire come cambia la questione in un futuro ipotetico in cui le crypto saranno di uso comune e quotidiano senza passaggio in Fiat.
Come dire, ho 20btc (wallet anonimo, non dichiarati) e posso decidere di convertirli in Fiat, pagare le tasse sulla plusvalenza, comprarmi la casa con il rimanente. Oppure comprarmi la casa utilizzando i 20btc, perché il venditore lo accetta come pagamento.

Vengono a chiedermi da dove saltano fuori questo btc ovviamente, ma li ho comprati 10 anni fa, o minati, o sono stato pagato in btc per un lavoro che ho fatto (legale, ma non prevedeva dichiarazione). E non sono mai tornato Fiat. Che fai mi costringi a convertirne una parte per pagare le tasse? O ne deduci una parte e accetti il pagamento tasse in btc?
Mi dirai, nulla di tutto ciò, in quel momento è il venditore che fa un profitto e paga le tasse? Ma non ha ricevuto euro ma btc.... e decide che restano tali, o li spende a sua volta. Qualcosa di più de “plusvalenza su cambio Fiat” deve succedere.

E soprattutto, tutto ciò perché? Quali servizi in cambio mi hai offerto per pretendere ciò? Di nuovo, prima crea una regolamentazione “generale” che gestisce il mondo crypto e regolamenta gli scambi offrendo qualcosa in cambio, poi parliamo di tasse
Anche perché visto che è così semplice avere btc senza che tu (stato) lo sappia, sarà altrettanto facile decidere di spenderli/convertirli in Fiat in uno stato che non mi chiede senza dare. E a quel punto si che è etico “evadere”, anzi personalmente non mi sentirei di star evadendo nulla

Pagare le tasse è giusto ma non prendiamoci in giro nessuno muore dalla voglia di farlo (soprattutto guardando lo stato che ci troviamo e cosa da in cambio)
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Possesso esentasse senza dichiarazione? Sono d’accordo ovviamente, ma:
quando (quando?!) non sarà un mondo così volatile ma le crypto avranno un valore più stabile e saranno utilizzate nel quotidiano, questo probabilmente cambierà?

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Premesso che anche a me starebbe bene equiparare le crypto a valuta estera e pagare le tasse su eventuale profitto finanziario da trading:

ritengo inutili tutti questi discorsi, o meglio prematuri. È necessario prima definire una regolamentazione più generale di questo mondo (exchange) e i relativi servizi a “giustificazione” di queste tasse. In altre parole, favorevole alle tasse, contrario alle imposte. Un mondo che nasce con lo scopo di “liberarsi dal potere bancario” (ecc ecc) che viene “ingabbiato” da uno stato che semplicemente non vuole perdere l’occasione di guadagnarci, porta inevitabilmente all’evasione, che mai come in questo caso sarebbe ritenuta etica.

Aggiungo una provocazione più sul tema “oggi”:
Possesso esentasse senza dichiarazione? Sono d’accordo ovviamente, ma:
quando (quando?!) non sarà un mondo così volatile ma le crypto avranno un valore più stabile e saranno utilizzate nel quotidiano, questo probabilmente cambierà? Lo stato chiederà dichiarazione e accetterà pagamento delle tasse in crypto? Troppo comodo quando il rischio è diminuito. Lo stato accetterebbe pagamenti delle tasse in crypto oggi? Chi sarebbe disposto a pagare le tasse in crypto (“suddividendo” con lo stato il rischio fluttuazione) anziché aspettare la conversione in Fiat?

Potremmo anche dire che si pagano “a priori”, compro 100k euro di crypto e pago un 10% su quello, a prescindere dal fatto che diventeranno 150k o 60k. Ovviamente detto così suona assurdo, ma è assurdo tanto quanto dire se diventano 150k paghi tasse su 50, se diventano 0 perché l’exchange scamma mi spiace per te.
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Personalmente la visione Italiana a me piace....come una valuta qualsiasi, ma non essendo tale a tutti gli effetti, andrebbe sfruttata l'occasione
per delle norme specifiche,  con spunti consolidati del mercato valutario in generale, ma con meno Burocrazia.
La Burocrazia, molto spesso è un Mostro come il Debito, la Burocrazia spaventa più della mafia in un'ultima ricerca per gli investitori.
La Burocrazia può venir meno per merito del Bitcoin, (che non è il bitcoin).

Considerando che questo "nuovo mondo" ad oggi non produce niente o molto poco per le casse dello Stato, si potrebbe cercare di creare una condizione
leggermente favorevole fiscalmente rispetto alla valuta fiat conosciuta per le aziende.
Magari anche solo per un periodo limitato per incentivare lo sviluppo
dell'ambiente in generale che sicuramente crescerà, produrrà nuovi posti di lavoro di alto profilo, una grande opportunità
per giovani laureati in ingegneria, architettura informatica, fintech etc etc

Se questo "bonus fiscale" in generale, costerà un po', si potrebbe creare un'aliquota per quella parte esente sotto i 51k, magari con un 10% o altro, chiaramente sotto il 26 da 5 a 51k...ma niente o poco di scartoffie Grin



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Io sono dell'idea ( in generale non solo per le cripto) che le tasse debbano essere ragionevoli, senza fare discorsi etici sul fatto che siano giuste o no. Secondo me bisogna fare in modo che non convenga non pagare le tasse, nel senso che ora come ora , essendo la percentuale alta, molti preferiscono rischiare e non pagarle o comunque dichiarare parecchio meno. Se la percentuale fosse "giusta" non converebbe provare a non pagarle. Alla fine noi stiamo discutendo di questo argomento perchè l' idea di pagare un 26%( quindi 1/4 ) del nostro profitto, non ci sta bene.

Tornando al discorso principale, io personalmente starei sul 7~9% fino a una determinata cifra (120k per esempio)
E 10~14% per cifra più alte. Poi io non sono un esperto di tasse e finanza quindi sono solo idee a caso.
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tasse?

per me il legislatore dovrebbe farsene una ragione ... così come le banche

come cittadino credo sia sufficiente l'iva per lo stato, una governance fatta con blockchain che manderebbero a farsi fottere tangenti e varie ladrate dei politici
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Io tasserei solo dopo la conversione in FIAT e dopo averli ricevuti con un sistema a scaglioni.

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Da 0 a 1.000 € imposta 0%
Da 1.001 a 5.000 € imposta 5%
Da 5.001 a 10.000 € imposta 10%
Da 10.001 a 50.000 € imposta 20%
Da 50.001 a 100.000 imposta 30%
Da 100.001 in poi imposta 40%
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Parto io:

Possesso esentasse e privo di dichiarazione1

Fino alla regolamentazione di piattaforme online atte a cambiavaluta, vendita considerata solamente come la "ricezione di un bonifico da tal iban di tal exchange", e profitto (inteso come un eventuale differenza positiva tra bonifico in entrata e bonifico mio passato in uscita) tassato al 10% sopra i 10k annuali2

Compravendita tra privati completamente esentasse e priva di dichiarazioni sotto i 5000 EUR. Per ogni transazione superiore ai 4999,99 EUR stipula di contratto di compravendita bene digitale con apposizione di marca da bollo del valore dell'1% dell'importo totale della transazione.


1 Ovviamente poiché in uno stato che tutela la privacy del cittadino è impossible, se non coercitivamente, scoprire ogni chiave privata in suo possesso

2 Questo perché attualmente, senza regolamentazione, un exchange può chiudere o sparire in maniera molto agevole. Se io fossi tenuto a dichiarare vendite non prelevate, ed a ogni pié sospinto l'exchange fallisce, oltre al mio danno economico dovrei comunque corrispondere dei soldi che non ho ricevuto in tasse.
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