1) tassazione: solo sulla plus e per una percentuale bassa (esempio 5 o 10% fisso) fatta solo nel caso in cui lo stato si impegni a coprire determinati rischi su movimenti che si appoggiano a determinati Exchange (i dex saranno credo impossibili da controllare). Esenzione negli altri casi, ad es quando riconverto con localbitcoin oppure usando un Exchange cinese per il quale lo stato non offra alcuna garanzia.
Certo rimarrebbe il problema di come calcolare (e documentare) la plus. Aspetto non facile da definire.... perché sarebbe un incubo dover seguire tutti i movimenti. Per questo un'ipotesi potrebbe essere una tassazione con % bassa su tutto ciò che riconverto in euro, a prescindere dal fatto che possa essere frutto di un grande guadagno oppure le briciole che decido di riconvertire dopo aver perso quasi tutto quanto investito all'inizio.
Non posso essere d'accordo sulla parte in grassetto, perchè non è possibile pagare tasse su un guadagno che non c'è stato, ma solo giustamente sui guadagni effettivamente realizzati e quindi sul capital gain. Se no è una patrimoniale sulle transazioni e non una legittima tassazione sui guadagni.
L'idea di fondo era trovare una forma di imposizione (sigh!!!) che potesse far incassare qualcosina allo stato (ri-sigh!) senza per questo gravare il criptonista con burocrazia varia e documenti da produrre. Come per esempio il dover tener traccia delle tx per documentare quanto movimentato. Questo è un punto che proprio vorrei evitare.
Quindi mi sono domandato: come farebbe uno stato a farmi pagare un'imposta sulle sole plus senza chiedermi le tx? dovrebbe fidarsi di quel che dichiaro ? figuriamoci!! non accadrebbe mai.... anche perché io potrei dichiarare di non aver avuto plus e se lui non avesse mezzi per controllare (abbiamo detto che non mi dovrà chiedere le tx) saremmo punto e a capo.
Perciò l'unica strada alternativa che ho visto (ripeto: per tener fermo il punto di non dover produrre documentazione) è stata quella che ho scritto; far pagare un'imposta su ciò che riconverto in euro.
- ho investito 10k€, compro btc, poi riconverto e ottengo 30k€: ho una plus di 20k e su essa mi fai pagare il 5% di imposte. Sono contento io ed è contento lo stato che incassa.
- ho investito 10k€, compro btc, poi riconverto e ottengo 3k€ (ci ho quindi smenato alla grande): non importa calcolare plus o minus perché secondo il mio ragionamento pagherò sempre il 5% di imposte sui 3k che faccio rientrare. Lo stato è contento perché incassa lo stesso, io mi sono preso la mazzata (e devo pure pagarci l'imposta!) ma mi servirà di lezione per investimenti futuri.
Però almeno non ho cartaccia da dover produrre per documentare il tutto, né noiosi calcoli di plus/minus da fare.
Sarebbe giusto? nel caso di guadagni sì, nel caso di perdite no, però tenendo la linea dell' "investire in cripto solo quel che sei disposto a perdere" non sarebbe una tragedia, ed avrebbe il pregio di non avere oneri (documentazione) aggiuntivi.
Rimane da chiarire una cosa in questo mio ragionamento, ovvero perché ci tenga tanto a evitare di dover produrre documentazione.
Risposta: perché se (ci) obbligassero a documentare tutti i movimenti, che mass-adoption potremmo sperare di avere con le cripto ? nessuna...! figuriamoci se la signora Maria le potrebbe usare per comperare il latte sapendo che dovrà tenere traccia della tx! alla fine le userebbero solo i 3 gatti che si comperano nel deep web la cicoria da fumare perché tanto loro se ne fregherebbero per definizione degli obblighi dichiarativi.
Interessante, emergono alcuni punti utili, in particolare sulle differenze tra le criptovalute come valuta e come asset finanziario.
In primo luogo secondo me è del tutto inevitabile produrre lo storico delle transazioni, come lo è ora (se le si ha a disposizone) e come lo sarà in futuro. Questo se si fa speculazione finanziaria (trading), esattamente come si fa per qualsiasi altro asset. Non credo sarà in nessun modo evitabile, anche perchè tra le varie cose (come se ne parlava in passato nel thread sulle tasse), serve per evitare reati come il riciclaggio di denaro oltre che a sapere non sulla fiducia qual'è la tua plusvalenza. In America per esempio da quest'anno hanno chiesto tutto lo storico delle transazioni per poter pagare le tasse.
Se poi non fosse così, per esempio uno che opera nel forex perchè dovrebbe farlo e uno che opera in cripto no?
Questo non bloccherà la mass adoption futura, perchè un conto è l'attività speculativa, un conto è (ma meglio sarà) utilizzare le criptovalute come valuta nel futuro, allo scopo di acquistare beni e servizi.
Quidi abbiamo le 2 sfaccettature del bitcoin:
- Asset finanziario -> trading -> converto in fiat e pagherò una tassazione sulla plusvalenza;
- Valuta in futuro per comprare direttamente beni e servizi;
Interessante considerare come potranno evolvere questi aspetti in futuro e come verranno implementati dagli organi legislativi. Ora siamo ancora agli albori.
E poi? Un trader o semplice investitore che ha ottenuto guadagni sulle cripto, intese come asset, se poi spende direttamente parte quelle cripto (senza riconvertire in fiat) su quello non pagherà tasse? Boh, forse sarà così...
Si tratta di un mondo nuovo, difficilmente inquadrabile solo con quanto siamo stati abituati finora, proprio perchè il bitcoin stesso ha più aspetti: non è solo una valuta e non è solo un asset finanziario.