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Topic: Banche italiane che bloccano bonifici verso exchange - page 2. (Read 886 times)

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Le normative su AML e segnalazioni all'UIF mi sono ormai note, dato che se ne è già discusso varie volte anche qui. Possono fare tutte le segnalazioni che vogliono, nel mio caso non troveranno nulla di illecito. Gli importi che ho inviato su exchange sono modesti e per nulla anomali rispetto alla mia situazione reddituale e patrimoniale. Non uso il conto per ricevere somme da terzi, ho sempre trasferito da/verso miei conti italiani, e usato l'app e la carta per normali pagamenti.

Quello che posso ipotizzare è che si tratti di una di quelle banche che non vogliono a priori avere a che fare con bitcoin, e i clienti che effettuano serenamente quel genere di operazioni (in modo perfettamente lecito) li scaricano senza troppi complimenti o spiegazioni. Dal mio punto di vista, scusatemi se lo ripeto, lo trovo piuttosto irritante e offensivo, poi potranno avere le loro ragioni e le loro policy.

Comunque hai toccato un punto significativo: con l'home banking prima e le app e i servizi di pagamento poi, si è creata una sempre maggiore distanza tra cliente e fornitore di servizi bancari e di pagamento, che ha finito per annullare completamente il rapporto interpersonale. Probabilmente fino a 20-30 anni fa, quando avere il conto in banca significava che per usarlo dovevi proprio andare in banca, e non eri solo un nome o un codice cliente, ma una persona con un volto conosciuto, se qualche operazione fosse stata vista come sospetta, magari prima di arrivare a provvedimenti drastici il direttore ti avrebbe chiamato in filiale per farti due domande. Al giorno d'oggi conta sempre meno il fattore umano e sempre più l'algoritmo, un altro segno dei tempi.


Non conosco la tua movimentazione e cosa intendi esattamente per importi "modesti", anche se il tipo d'importo non ha influenza, quello che prevale è la natura dell'operazione.

Penso che potresti essere incappato comunque nel punto che ho evidenziato sopra:
ricariche e addebiti continui di fondi, con operazioni di “mero transito”

Il fatto che non hai ricevuto fondi da terzi, forse non è proprio un punto a favore.
Se nei terzi ci mettiamo datore di lavoro, azienda che paga delle provvigioni e simili.

Se ho più di un conto a me intestato, mi pare ovvio che l'accredito delle sipendio può avvenire su uno solo di essi, dal quale andranno prelevate le somme da depositare sugli altri. Poi anche definire i depositi e i prelievi come "continui" mi suona abbastanza surreale, trattandosi di un numero di operazioni complessive nel corso dell'anno che si contano sulle dita di una mano, per poche migliaia di euro totali.
Ma se il dubbio fosse stato quello, anziché precipitarsi a chiudere il conto, bastava che mi chiedessero l'origine dei fondi, gli avrei fatto vedere serenamente che tutto ciò che ho versato su quel conto deriva dai miei guadagni onestamente ottenuti lavorando.
Mi pare veramente assurdo che uno debba stare attento a fare tutti questi calcoli, per paura di usare "troppo" il conto, o in modo non conforme a quanto qualcuno ha deciso in base a parametri prestabiliti arbitrari e in certi casi irrealistici.

EDIT: aggiungo un particolare non proprio trascurabile, per prevenire una possibile obiezione che già mi aspetto: ma allora perché non hai versato le somme su exchange direttamente dal conto italiano su cui ricevi lo stipendio, e hai fatto i passaggi intermedi su N26? Il motivo è molto semplice: il conto N26 è l'unico ad avere la caratteristica fondamentale di completare i bonifici in giornata. Se dispongo un bonifico entro una certa ora, diciamo nel primo pomeriggio, me lo trovo accreditato dall'altra parte entro sera il giorno stesso. Quando si volgiono usare quei fondi per fare operazioni spot sul trading, avere la somma disponibile senza dover aspettare il giorno seguente è evidentemente un vantaggio non da poco.
Non so poi se questa caratteristica valga anche per i conti di adesso che hanno IBAN italiano o fosse così solo per quelli con IBAN tedesco, comunque è uno dei motivi se non il motivo per cui trovo veramente irritante e inopportuna questa decisione unilaterale della banca.

Su molti aspetti posso convenire con te, ma... devi vedere le cose da un punto di vista legale, di principio e non per buon senso o simpatia.

Da un punto di vista legale non è affatto ovvio avere un solo conto corrente dove va accreditato lo stipendio; per consuetudine, comodità magari si fornisce al proprio datore di lavoro un solo IBAN...
non è escluso né vietato farsi fare accrediti diversi.

La normativa mi sembra chiara:
ricariche e addebiti continui di fondi, con operazioni di “mero transito”

Se mi dici che hai usato la N26 per tua comodità per fare passaggi intermedi, siamo nel pieno dell'utilizzo anomalo di un conto.
Intendendosi per mero transito proprio operazioni di cambio, fiat -> cripto, cripto -> fiat.
Solo liquidi.


Il fatto che una struttura come N26 a fronte di un canone di cifra modesta, se deve mettere su un ufficio antiriciclaggio a gestire tutti gli altert non ne può avere un vantaggio economico.

Se cerchi un conto con bonifici istantanei vicino al mondo cripto, puoi pensare anche ad Hype di Banca Sella.


N26 è proprio a canone zero in realtà :v

Che poi anche qua, "continui" è qualcosa di vago...
Per "continui" io mi aspetterei almeno diversi al mese...

sì l'avevo scritto sopra, nel mio caso decisamente meno di un'operazione al mese in media.
Hype ne ho sentito molto parlare, ma Nuri sembrerebbe a canone zero, anche se poi ha commissioni più alte se si usa per fare trading. Non lo userei comunque direttamente per trading di crypto, ma sempre per alimentare un conto su exchange, che ha commissioni più basse.

meno di un operazione al mese di media è pochissimo!!
praticamente non è movimentato..
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Le normative su AML e segnalazioni all'UIF mi sono ormai note, dato che se ne è già discusso varie volte anche qui. Possono fare tutte le segnalazioni che vogliono, nel mio caso non troveranno nulla di illecito. Gli importi che ho inviato su exchange sono modesti e per nulla anomali rispetto alla mia situazione reddituale e patrimoniale. Non uso il conto per ricevere somme da terzi, ho sempre trasferito da/verso miei conti italiani, e usato l'app e la carta per normali pagamenti.

Quello che posso ipotizzare è che si tratti di una di quelle banche che non vogliono a priori avere a che fare con bitcoin, e i clienti che effettuano serenamente quel genere di operazioni (in modo perfettamente lecito) li scaricano senza troppi complimenti o spiegazioni. Dal mio punto di vista, scusatemi se lo ripeto, lo trovo piuttosto irritante e offensivo, poi potranno avere le loro ragioni e le loro policy.

Comunque hai toccato un punto significativo: con l'home banking prima e le app e i servizi di pagamento poi, si è creata una sempre maggiore distanza tra cliente e fornitore di servizi bancari e di pagamento, che ha finito per annullare completamente il rapporto interpersonale. Probabilmente fino a 20-30 anni fa, quando avere il conto in banca significava che per usarlo dovevi proprio andare in banca, e non eri solo un nome o un codice cliente, ma una persona con un volto conosciuto, se qualche operazione fosse stata vista come sospetta, magari prima di arrivare a provvedimenti drastici il direttore ti avrebbe chiamato in filiale per farti due domande. Al giorno d'oggi conta sempre meno il fattore umano e sempre più l'algoritmo, un altro segno dei tempi.


Non conosco la tua movimentazione e cosa intendi esattamente per importi "modesti", anche se il tipo d'importo non ha influenza, quello che prevale è la natura dell'operazione.

Penso che potresti essere incappato comunque nel punto che ho evidenziato sopra:
ricariche e addebiti continui di fondi, con operazioni di “mero transito”

Il fatto che non hai ricevuto fondi da terzi, forse non è proprio un punto a favore.
Se nei terzi ci mettiamo datore di lavoro, azienda che paga delle provvigioni e simili.

Se ho più di un conto a me intestato, mi pare ovvio che l'accredito delle sipendio può avvenire su uno solo di essi, dal quale andranno prelevate le somme da depositare sugli altri. Poi anche definire i depositi e i prelievi come "continui" mi suona abbastanza surreale, trattandosi di un numero di operazioni complessive nel corso dell'anno che si contano sulle dita di una mano, per poche migliaia di euro totali.
Ma se il dubbio fosse stato quello, anziché precipitarsi a chiudere il conto, bastava che mi chiedessero l'origine dei fondi, gli avrei fatto vedere serenamente che tutto ciò che ho versato su quel conto deriva dai miei guadagni onestamente ottenuti lavorando.
Mi pare veramente assurdo che uno debba stare attento a fare tutti questi calcoli, per paura di usare "troppo" il conto, o in modo non conforme a quanto qualcuno ha deciso in base a parametri prestabiliti arbitrari e in certi casi irrealistici.

EDIT: aggiungo un particolare non proprio trascurabile, per prevenire una possibile obiezione che già mi aspetto: ma allora perché non hai versato le somme su exchange direttamente dal conto italiano su cui ricevi lo stipendio, e hai fatto i passaggi intermedi su N26? Il motivo è molto semplice: il conto N26 è l'unico ad avere la caratteristica fondamentale di completare i bonifici in giornata. Se dispongo un bonifico entro una certa ora, diciamo nel primo pomeriggio, me lo trovo accreditato dall'altra parte entro sera il giorno stesso. Quando si volgiono usare quei fondi per fare operazioni spot sul trading, avere la somma disponibile senza dover aspettare il giorno seguente è evidentemente un vantaggio non da poco.
Non so poi se questa caratteristica valga anche per i conti di adesso che hanno IBAN italiano o fosse così solo per quelli con IBAN tedesco, comunque è uno dei motivi se non il motivo per cui trovo veramente irritante e inopportuna questa decisione unilaterale della banca.

Su molti aspetti posso convenire con te, ma... devi vedere le cose da un punto di vista legale, di principio e non per buon senso o simpatia.

Da un punto di vista legale non è affatto ovvio avere un solo conto corrente dove va accreditato lo stipendio; per consuetudine, comodità magari si fornisce al proprio datore di lavoro un solo IBAN...
non è escluso né vietato farsi fare accrediti diversi.

La normativa mi sembra chiara:
ricariche e addebiti continui di fondi, con operazioni di “mero transito”

Se mi dici che hai usato la N26 per tua comodità per fare passaggi intermedi, siamo nel pieno dell'utilizzo anomalo di un conto.
Intendendosi per mero transito proprio operazioni di cambio, fiat -> cripto, cripto -> fiat.
Solo liquidi.


Il fatto che una struttura come N26 a fronte di un canone di cifra modesta, se deve mettere su un ufficio antiriciclaggio a gestire tutti gli altert non ne può avere un vantaggio economico.

Se cerchi un conto con bonifici istantanei vicino al mondo cripto, puoi pensare anche ad Hype di Banca Sella.


N26 è proprio a canone zero in realtà :v

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Per "continui" io mi aspetterei almeno diversi al mese...

sì l'avevo scritto sopra, nel mio caso decisamente meno di un'operazione al mese in media.
Hype ne ho sentito molto parlare, ma Nuri sembrerebbe a canone zero, anche se poi ha commissioni più alte se si usa per fare trading. Non lo userei comunque direttamente per trading di crypto, ma sempre per alimentare un conto su exchange, che ha commissioni più basse.
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Quello che posso ipotizzare è che si tratti di una di quelle banche che non vogliono a priori avere a che fare con bitcoin, e i clienti che effettuano serenamente quel genere di operazioni (in modo perfettamente lecito) li scaricano senza troppi complimenti o spiegazioni. Dal mio punto di vista, scusatemi se lo ripeto, lo trovo piuttosto irritante e offensivo, poi potranno avere le loro ragioni e le loro policy.

Comunque hai toccato un punto significativo: con l'home banking prima e le app e i servizi di pagamento poi, si è creata una sempre maggiore distanza tra cliente e fornitore di servizi bancari e di pagamento, che ha finito per annullare completamente il rapporto interpersonale. Probabilmente fino a 20-30 anni fa, quando avere il conto in banca significava che per usarlo dovevi proprio andare in banca, e non eri solo un nome o un codice cliente, ma una persona con un volto conosciuto, se qualche operazione fosse stata vista come sospetta, magari prima di arrivare a provvedimenti drastici il direttore ti avrebbe chiamato in filiale per farti due domande. Al giorno d'oggi conta sempre meno il fattore umano e sempre più l'algoritmo, un altro segno dei tempi.


Non conosco la tua movimentazione e cosa intendi esattamente per importi "modesti", anche se il tipo d'importo non ha influenza, quello che prevale è la natura dell'operazione.

Penso che potresti essere incappato comunque nel punto che ho evidenziato sopra:
ricariche e addebiti continui di fondi, con operazioni di “mero transito”

Il fatto che non hai ricevuto fondi da terzi, forse non è proprio un punto a favore.
Se nei terzi ci mettiamo datore di lavoro, azienda che paga delle provvigioni e simili.

Se ho più di un conto a me intestato, mi pare ovvio che l'accredito delle sipendio può avvenire su uno solo di essi, dal quale andranno prelevate le somme da depositare sugli altri. Poi anche definire i depositi e i prelievi come "continui" mi suona abbastanza surreale, trattandosi di un numero di operazioni complessive nel corso dell'anno che si contano sulle dita di una mano, per poche migliaia di euro totali.
Ma se il dubbio fosse stato quello, anziché precipitarsi a chiudere il conto, bastava che mi chiedessero l'origine dei fondi, gli avrei fatto vedere serenamente che tutto ciò che ho versato su quel conto deriva dai miei guadagni onestamente ottenuti lavorando.
Mi pare veramente assurdo che uno debba stare attento a fare tutti questi calcoli, per paura di usare "troppo" il conto, o in modo non conforme a quanto qualcuno ha deciso in base a parametri prestabiliti arbitrari e in certi casi irrealistici.

EDIT: aggiungo un particolare non proprio trascurabile, per prevenire una possibile obiezione che già mi aspetto: ma allora perché non hai versato le somme su exchange direttamente dal conto italiano su cui ricevi lo stipendio, e hai fatto i passaggi intermedi su N26? Il motivo è molto semplice: il conto N26 è l'unico ad avere la caratteristica fondamentale di completare i bonifici in giornata. Se dispongo un bonifico entro una certa ora, diciamo nel primo pomeriggio, me lo trovo accreditato dall'altra parte entro sera il giorno stesso. Quando si volgiono usare quei fondi per fare operazioni spot sul trading, avere la somma disponibile senza dover aspettare il giorno seguente è evidentemente un vantaggio non da poco.
Non so poi se questa caratteristica valga anche per i conti di adesso che hanno IBAN italiano o fosse così solo per quelli con IBAN tedesco, comunque è uno dei motivi se non il motivo per cui trovo veramente irritante e inopportuna questa decisione unilaterale della banca.

Su molti aspetti posso convenire con te, ma... devi vedere le cose da un punto di vista legale, di principio e non per buon senso o simpatia.

Da un punto di vista legale non è affatto ovvio avere un solo conto corrente dove va accreditato lo stipendio; per consuetudine, comodità magari si fornisce al proprio datore di lavoro un solo IBAN...
non è escluso né vietato farsi fare accrediti diversi.

La normativa mi sembra chiara:
ricariche e addebiti continui di fondi, con operazioni di “mero transito”

Se mi dici che hai usato la N26 per tua comodità per fare passaggi intermedi, siamo nel pieno dell'utilizzo anomalo di un conto.
Intendendosi per mero transito proprio operazioni di cambio, fiat -> cripto, cripto -> fiat.
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Il fatto che una struttura come N26 a fronte di un canone di cifra modesta, se deve mettere su un ufficio antiriciclaggio a gestire tutti gli altert non ne può avere un vantaggio economico.

Se cerchi un conto con bonifici istantanei vicino al mondo cripto, puoi pensare anche ad Hype di Banca Sella.


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Quello che posso ipotizzare è che si tratti di una di quelle banche che non vogliono a priori avere a che fare con bitcoin, e i clienti che effettuano serenamente quel genere di operazioni (in modo perfettamente lecito) li scaricano senza troppi complimenti o spiegazioni. Dal mio punto di vista, scusatemi se lo ripeto, lo trovo piuttosto irritante e offensivo, poi potranno avere le loro ragioni e le loro policy.

Comunque hai toccato un punto significativo: con l'home banking prima e le app e i servizi di pagamento poi, si è creata una sempre maggiore distanza tra cliente e fornitore di servizi bancari e di pagamento, che ha finito per annullare completamente il rapporto interpersonale. Probabilmente fino a 20-30 anni fa, quando avere il conto in banca significava che per usarlo dovevi proprio andare in banca, e non eri solo un nome o un codice cliente, ma una persona con un volto conosciuto, se qualche operazione fosse stata vista come sospetta, magari prima di arrivare a provvedimenti drastici il direttore ti avrebbe chiamato in filiale per farti due domande. Al giorno d'oggi conta sempre meno il fattore umano e sempre più l'algoritmo, un altro segno dei tempi.


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Penso che potresti essere incappato comunque nel punto che ho evidenziato sopra:
ricariche e addebiti continui di fondi, con operazioni di “mero transito”

Il fatto che non hai ricevuto fondi da terzi, forse non è proprio un punto a favore.
Se nei terzi ci mettiamo datore di lavoro, azienda che paga delle provvigioni e simili.

Se ho più di un conto a me intestato, mi pare ovvio che l'accredito delle sipendio può avvenire su uno solo di essi, dal quale andranno prelevate le somme da depositare sugli altri. Poi anche definire i depositi e i prelievi come "continui" mi suona abbastanza surreale, trattandosi di un numero di operazioni complessive nel corso dell'anno che si contano sulle dita di una mano, per poche migliaia di euro totali.
Ma se il dubbio fosse stato quello, anziché precipitarsi a chiudere il conto, bastava che mi chiedessero l'origine dei fondi, gli avrei fatto vedere serenamente che tutto ciò che ho versato su quel conto deriva dai miei guadagni onestamente ottenuti lavorando.
Mi pare veramente assurdo che uno debba stare attento a fare tutti questi calcoli, per paura di usare "troppo" il conto, o in modo non conforme a quanto qualcuno ha deciso in base a parametri prestabiliti arbitrari e in certi casi irrealistici.

EDIT: aggiungo un particolare non proprio trascurabile, per prevenire una possibile obiezione che già mi aspetto: ma allora perché non hai versato le somme su exchange direttamente dal conto italiano su cui ricevi lo stipendio, e hai fatto i passaggi intermedi su N26? Il motivo è molto semplice: il conto N26 è l'unico ad avere la caratteristica fondamentale di completare i bonifici in giornata. Se dispongo un bonifico entro una certa ora, diciamo nel primo pomeriggio, me lo trovo accreditato dall'altra parte entro sera il giorno stesso. Quando si volgiono usare quei fondi per fare operazioni spot sul trading, avere la somma disponibile senza dover aspettare il giorno seguente è evidentemente un vantaggio non da poco.
Non so poi se questa caratteristica valga anche per i conti di adesso che hanno IBAN italiano o fosse così solo per quelli con IBAN tedesco, comunque è uno dei motivi se non il motivo per cui trovo veramente irritante e inopportuna questa decisione unilaterale della banca.

Su molti aspetti posso convenire con te, ma... devi vedere le cose da un punto di vista legale, di principio e non per buon senso o simpatia.

Da un punto di vista legale non è affatto ovvio avere un solo conto corrente dove va accreditato lo stipendio; per consuetudine, comodità magari si fornisce al proprio datore di lavoro un solo IBAN...
non è escluso né vietato farsi fare accrediti diversi.

La normativa mi sembra chiara:
ricariche e addebiti continui di fondi, con operazioni di “mero transito”

Se mi dici che hai usato la N26 per tua comodità per fare passaggi intermedi, siamo nel pieno dell'utilizzo anomalo di un conto.
Intendendosi per mero transito proprio operazioni di cambio, fiat -> cripto, cripto -> fiat.
Solo liquidi.


Il fatto che una struttura come N26 a fronte di un canone di cifra modesta, se deve mettere su un ufficio antiriciclaggio a gestire tutti gli altert non ne può avere un vantaggio economico.

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Bah, a questo punto che si fo***no, sono io il primo a non voler aver a che fare con una banca che all'alba del 2022 ancora applica misure talebane contro i clienti che operano in crypto.
Anche perché nel frattempo ho scoperto quest'altro conto, sempre con sede in DE, che sembra molto interessante e offre addirittura una sezione proprio dedicata alle crypto:

https://nuri.com/cryptocurrency/

Qualcuno l'ha provato? come vi trovate?
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ma tu facevi bonifici in uscita? o in entrata?

Io lo sto usando e finora non ho avuto problemi...

Speriamo bene a questo punto...

Come al solito dipende come si usa un conto.
Se quello é il tuo unico conto, allora magari hai domiciliazioni bancarie, domiciliazioni dello stipendio, magari rata del mutuo, movimenti regolari, bonifici, carte agganciate, deposito titoli etc.. In questo contesto la banca può essere tollerante per bonifici in entrata/uscita verso exchange.
Invece se quello fosse un conto di “servizio” usato solo per bonifici da/verso exchange, beh, la banca potrebbe an he decidere di chiudere il contratto. Per lei troppo grosso il rischio, senza avere nulla in contropartita.

sìsì sicuramente.
Che poi non capisco, hanno timore di rotture di scatole con entità governative?
Ma se loro stesse come leggevo su altri post sono obbligate a segnalare, di base "si sono già messe in campo"...
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ma tu facevi bonifici in uscita? o in entrata?

Io lo sto usando e finora non ho avuto problemi...

Speriamo bene a questo punto...

Come al solito dipende come si usa un conto.
Se quello é il tuo unico conto, allora magari hai domiciliazioni bancarie, domiciliazioni dello stipendio, magari rata del mutuo, movimenti regolari, bonifici, carte agganciate, deposito titoli etc.. In questo contesto la banca può essere tollerante per bonifici in entrata/uscita verso exchange.
Invece se quello fosse un conto di “servizio” usato solo per bonifici da/verso exchange, beh, la banca potrebbe an he decidere di chiudere il contratto. Per lei troppo grosso il rischio, senza avere nulla in contropartita.
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Riapro questo vecchio topic perché avevo un conto N26 di quelli vecchi con Iban tedesco, e mi è arrivata una comunicazione di recesso unilaterale della banca, senza spiegazioni plausibili su presunte operazioni sospette.
Qualcun altro ha avuto problemi con loro per utilizzo legato a crypto?

ma tu facevi bonifici in uscita? o in entrata?

Io lo sto usando e finora non ho avuto problemi...

Speriamo bene a questo punto...
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Quello che posso ipotizzare è che si tratti di una di quelle banche che non vogliono a priori avere a che fare con bitcoin, e i clienti che effettuano serenamente quel genere di operazioni (in modo perfettamente lecito) li scaricano senza troppi complimenti o spiegazioni. Dal mio punto di vista, scusatemi se lo ripeto, lo trovo piuttosto irritante e offensivo, poi potranno avere le loro ragioni e le loro policy.

Comunque hai toccato un punto significativo: con l'home banking prima e le app e i servizi di pagamento poi, si è creata una sempre maggiore distanza tra cliente e fornitore di servizi bancari e di pagamento, che ha finito per annullare completamente il rapporto interpersonale. Probabilmente fino a 20-30 anni fa, quando avere il conto in banca significava che per usarlo dovevi proprio andare in banca, e non eri solo un nome o un codice cliente, ma una persona con un volto conosciuto, se qualche operazione fosse stata vista come sospetta, magari prima di arrivare a provvedimenti drastici il direttore ti avrebbe chiamato in filiale per farti due domande. Al giorno d'oggi conta sempre meno il fattore umano e sempre più l'algoritmo, un altro segno dei tempi.


Non conosco la tua movimentazione e cosa intendi esattamente per importi "modesti", anche se il tipo d'importo non ha influenza, quello che prevale è la natura dell'operazione.

Penso che potresti essere incappato comunque nel punto che ho evidenziato sopra:
ricariche e addebiti continui di fondi, con operazioni di “mero transito”

Il fatto che non hai ricevuto fondi da terzi, forse non è proprio un punto a favore.
Se nei terzi ci mettiamo datore di lavoro, azienda che paga delle provvigioni e simili.

Se ho più di un conto a me intestato, mi pare ovvio che l'accredito delle sipendio può avvenire su uno solo di essi, dal quale andranno prelevate le somme da depositare sugli altri. Poi anche definire i depositi e i prelievi come "continui" mi suona abbastanza surreale, trattandosi di un numero di operazioni complessive nel corso dell'anno che si contano sulle dita di una mano, per poche migliaia di euro totali.
Ma se il dubbio fosse stato quello, anziché precipitarsi a chiudere il conto, bastava che mi chiedessero l'origine dei fondi, gli avrei fatto vedere serenamente che tutto ciò che ho versato su quel conto deriva dai miei guadagni onestamente ottenuti lavorando.
Mi pare veramente assurdo che uno debba stare attento a fare tutti questi calcoli, per paura di usare "troppo" il conto, o in modo non conforme a quanto qualcuno ha deciso in base a parametri prestabiliti arbitrari e in certi casi irrealistici.

EDIT: aggiungo un particolare non proprio trascurabile, per prevenire una possibile obiezione che già mi aspetto: ma allora perché non hai versato le somme su exchange direttamente dal conto italiano su cui ricevi lo stipendio, e hai fatto i passaggi intermedi su N26? Il motivo è molto semplice: il conto N26 è l'unico ad avere la caratteristica fondamentale di completare i bonifici in giornata. Se dispongo un bonifico entro una certa ora, diciamo nel primo pomeriggio, me lo trovo accreditato dall'altra parte entro sera il giorno stesso. Quando si volgiono usare quei fondi per fare operazioni spot sul trading, avere la somma disponibile senza dover aspettare il giorno seguente è evidentemente un vantaggio non da poco.
Non so poi se questa caratteristica valga anche per i conti di adesso che hanno IBAN italiano o fosse così solo per quelli con IBAN tedesco, comunque è uno dei motivi se non il motivo per cui trovo veramente irritante e inopportuna questa decisione unilaterale della banca.
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Quello che posso ipotizzare è che si tratti di una di quelle banche che non vogliono a priori avere a che fare con bitcoin, e i clienti che effettuano serenamente quel genere di operazioni (in modo perfettamente lecito) li scaricano senza troppi complimenti o spiegazioni. Dal mio punto di vista, scusatemi se lo ripeto, lo trovo piuttosto irritante e offensivo, poi potranno avere le loro ragioni e le loro policy.

Comunque hai toccato un punto significativo: con l'home banking prima e le app e i servizi di pagamento poi, si è creata una sempre maggiore distanza tra cliente e fornitore di servizi bancari e di pagamento, che ha finito per annullare completamente il rapporto interpersonale. Probabilmente fino a 20-30 anni fa, quando avere il conto in banca significava che per usarlo dovevi proprio andare in banca, e non eri solo un nome o un codice cliente, ma una persona con un volto conosciuto, se qualche operazione fosse stata vista come sospetta, magari prima di arrivare a provvedimenti drastici il direttore ti avrebbe chiamato in filiale per farti due domande. Al giorno d'oggi conta sempre meno il fattore umano e sempre più l'algoritmo, un altro segno dei tempi.


Non conosco la tua movimentazione e cosa intendi esattamente per importi "modesti", anche se il tipo d'importo non ha influenza, quello che prevale è la natura dell'operazione.

Penso che potresti essere incappato comunque nel punto che ho evidenziato sopra:
ricariche e addebiti continui di fondi, con operazioni di “mero transito”

Il fatto che non hai ricevuto fondi da terzi, forse non è proprio un punto a favore.
Se nei terzi ci mettiamo datore di lavoro, azienda che paga delle provvigioni e simili.
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essere solo un numero,una parte di un grafico per una statistica e abbastanza triste

Perchè le banche non sono più intorno a te ma dentro di te...da dietro però.
Questo da mo.
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essere solo un numero,una parte di un grafico per una statistica e abbastanza triste
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Se per "possono farlo" intendi legalmente, può anche essere, ma un conto sono gli aspetti strettamente legali e contrattuali, un conto sono le questioni di opportunità e di principio nel modo di trattare i clienti, che si suppone improntato a criteri di correttezza, trasparenza oltre che al dovuto rispetto e alla considerazione che essi meritano fino a prova contraria.

A cominciare dal fatto che se mi si accusa implicitamente di non meglio precisati comportamenti sospetti, emersi da controlli di routine sulla mia operatività, in qualunque paese civile mi va riconosciuto il diritto di potermi difendere da quelle accuse[/color], che vanno quindi prima di tutto circostanziate fornendo uno straccio di prova a sostegno di esse, in modo che possa giustificare quelle operazioni e dimostrare la piena legittimità e la regolarità del mio operato.

Sì intendevo che possono farlo dal punto di vista legale.
Sono d'accordo con te sulla frase che ho evidenziato in grassetto ma purtroppo non è così che funziona nella realtà.
Non troverai NESSUN ufficio AML che voglia dirti quali criteri usa per i controlli e nemmeno che ti dica perché tu sia stato messo nel mirino. Se qualcuno dovesse farlo lo farebbe solo dandoti un'indicazione talmente generica da non essere per te granché utile.

Il motivo di questo comportamento è che non vogliono far sapere i criteri che seguono per evitare che poi i clienti trovino metodi per aggirare i controlli. Come si dice: fatta la legge, trovato l'inganno. Ecco: vogliono evitarlo.
Devi tenere presente che le normative AML stabiliscono dei principi, dei criteri, ma poi l'implementazione dei controlli (cioè come tradurli nella pratica) è in capo al singolo intermediario che deve decidere in autonomia COME realizzarli . Ovviamente il "come" si traduce in un costo per loro, perché non solo ci vogliono persone per fare i controlli, ma ce ne vogliono anche altre per definire il metodo da seguire, e di solito queste ultime persone si fanno pagare bene perché hanno un profilo professionale alto..... quindi non è interesse dell'intermediario rendere pubblici nei dettagli i metodi che segue.

Uso non a caso la parola intermediario (invece della banca alla quale ti riferivi) perché questi controlli sono fatti anche dagli exchange e nemmeno loro ti diranno perché sei stato messo nel mirino. In Italia ti posso fare l'esempio di TRT che so avere un ufficio AML piuttosto "rigido" (con accezione non negativa del termine): se non ti accettano o ti chiudono il conto ti danno solo una motivazione molto generica.
Ma fanno così tutti, ricordo qualcuno che scrisse qui sul forum perché Binance gli aveva chiuso il conto un paio di anni fa senza fornire spiegazioni.



Tornando la caso mi viene da pensare che N26 per sua natura e struttura, direi che non conosce la sua clientela, se non tramite le procedure d'iscrizione; la distanza fra banca e cliente è notevole.
Se poi uno si mette a fare su e giù di bonifici verso exchange di criptovalute e magari utilizza la carta SOLO per quello...
magari non c'è un accredito di stipendio, ma la fonte di denaro arriva per bonifico o per ricariche in contanti, ecc. su questi presupposti mi sembra molto probabile avere
il conto chiuso.


Le normative su AML e segnalazioni all'UIF mi sono ormai note, dato che se ne è già discusso varie volte anche qui. Possono fare tutte le segnalazioni che vogliono, nel mio caso non troveranno nulla di illecito. Gli importi che ho inviato su exchange sono modesti e per nulla anomali rispetto alla mia situazione reddituale e patrimoniale. Non uso il conto per ricevere somme da terzi, ho sempre trasferito da/verso miei conti italiani, e usato l'app e la carta per normali pagamenti.

Quello che posso ipotizzare è che si tratti di una di quelle banche che non vogliono a priori avere a che fare con bitcoin, e i clienti che effettuano serenamente quel genere di operazioni (in modo perfettamente lecito) li scaricano senza troppi complimenti o spiegazioni. Dal mio punto di vista, scusatemi se lo ripeto, lo trovo piuttosto irritante e offensivo, poi potranno avere le loro ragioni e le loro policy.

Comunque hai toccato un punto significativo: con l'home banking prima e le app e i servizi di pagamento poi, si è creata una sempre maggiore distanza tra cliente e fornitore di servizi bancari e di pagamento, che ha finito per annullare completamente il rapporto interpersonale. Probabilmente fino a 20-30 anni fa, quando avere il conto in banca significava che per usarlo dovevi proprio andare in banca, e non eri solo un nome o un codice cliente, ma una persona con un volto conosciuto, se qualche operazione fosse stata vista come sospetta, magari prima di arrivare a provvedimenti drastici il direttore ti avrebbe chiamato in filiale per farti due domande. Al giorno d'oggi conta sempre meno il fattore umano e sempre più l'algoritmo, un altro segno dei tempi.
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Se per "possono farlo" intendi legalmente, può anche essere, ma un conto sono gli aspetti strettamente legali e contrattuali, un conto sono le questioni di opportunità e di principio nel modo di trattare i clienti, che si suppone improntato a criteri di correttezza, trasparenza oltre che al dovuto rispetto e alla considerazione che essi meritano fino a prova contraria.

A cominciare dal fatto che se mi si accusa implicitamente di non meglio precisati comportamenti sospetti, emersi da controlli di routine sulla mia operatività, in qualunque paese civile mi va riconosciuto il diritto di potermi difendere da quelle accuse[/color], che vanno quindi prima di tutto circostanziate fornendo uno straccio di prova a sostegno di esse, in modo che possa giustificare quelle operazioni e dimostrare la piena legittimità e la regolarità del mio operato.

Sì intendevo che possono farlo dal punto di vista legale.
Sono d'accordo con te sulla frase che ho evidenziato in grassetto ma purtroppo non è così che funziona nella realtà.
Non troverai NESSUN ufficio AML che voglia dirti quali criteri usa per i controlli e nemmeno che ti dica perché tu sia stato messo nel mirino. Se qualcuno dovesse farlo lo farebbe solo dandoti un'indicazione talmente generica da non essere per te granché utile.

Il motivo di questo comportamento è che non vogliono far sapere i criteri che seguono per evitare che poi i clienti trovino metodi per aggirare i controlli. Come si dice: fatta la legge, trovato l'inganno. Ecco: vogliono evitarlo.
Devi tenere presente che le normative AML stabiliscono dei principi, dei criteri, ma poi l'implementazione dei controlli (cioè come tradurli nella pratica) è in capo al singolo intermediario che deve decidere in autonomia COME realizzarli . Ovviamente il "come" si traduce in un costo per loro, perché non solo ci vogliono persone per fare i controlli, ma ce ne vogliono anche altre per definire il metodo da seguire, e di solito queste ultime persone si fanno pagare bene perché hanno un profilo professionale alto..... quindi non è interesse dell'intermediario rendere pubblici nei dettagli i metodi che segue.

Uso non a caso la parola intermediario (invece della banca alla quale ti riferivi) perché questi controlli sono fatti anche dagli exchange e nemmeno loro ti diranno perché sei stato messo nel mirino. In Italia ti posso fare l'esempio di TRT che so avere un ufficio AML piuttosto "rigido" (con accezione non negativa del termine): se non ti accettano o ti chiudono il conto ti danno solo una motivazione molto generica.
Ma fanno così tutti, ricordo qualcuno che scrisse qui sul forum perché Binance gli aveva chiuso il conto un paio di anni fa senza fornire spiegazioni.



Lascio qualche input che forse può essere utile.

La normativa applicabile a l'Italia è sostanzialmente questa:
https://uif.bancaditalia.it/normativa/norm-antiricic/index.html?com.dotmarketing.htmlpage.language=102


Posso dire questo, in generale una banca non ha l'obbligo di aprire un conto corrente a nessuno e può decidere di chiudere un rapporto che non sia di suo gradimento,
senza dare spiegazioni che questo, a livello commerciale, possa sembrare cosa non corretta, può essere... ma è un altro discorso.

Sul fatto che un ufficio AML possa dire i motivi per cui si è posto la chiusura del conto... mi sembra estremamente difficile che un cliente possa essere avvertito che per esempio:
le abbiamo chiuso il conto perché ci siamo accorti che lei spaccia droga e quindi non possiamo accettare i suoi versamenti in contanti, per non cadere in sanzioni oppure
lei probabilmente fa riciclaggio di denaro o di guadagni in nero e quindi abbiamo segnalato la sua posizione e chiuso il conto.

Non solo l'istituto non vuole dirlo, ma non può dirlo.


Un singolo intermediario non decide, è obbligato per legge, a segnalare la natura di certe operazioni all'UIF;
è poi l'UIF, Unità d'Informazione Finanziaria, che poi decide di passare la segnalazione alle autorità / Guardia di Finanza che valuta sempre ma può effettuare o non effettuare indagini ed approfondimenti,
ed è poi la magistratura che valuta quanto raccolto dalle indagini dell'autorità sia o meno reato se gli viene presentato un caso.
Una cosa è l'obbligo di segnalare certe operazioni, un'altra cosa è che l'operazione sia o non sia regolare.
Ma non è certo la banca che deve valutare le ragioni di difesa del cliente.

Faccio presente che un intermediario è tenuto per legge, a segnalare non solo le operazioni eseguite, ma anche quelle tentate, non solo dei clienti,
ma di tutti i soggetti che si presentano o si approssimano a fare una operazione.
Banalmente se uno va alle Poste, agenzia assicurativa, banca, non è nemmeno cliente; chiede di poter stipulare una polizza vita, di risparmio/investimento, pagando € 10.000 in contanti;
gli viene risposto che non è possibile effettuare un pagamento in contanti per tale somma.
Ma quella è già una operazione da segnalare che poi nella pratica venga o non venga fatto, questo... non lo so.
L'obbligo di legge è questo.

Molte segnalazioni, nascono per natura intrinseca dell'operazione e sono quindi cose che vanno in automatico;
altre sono a valutazione dell'operatore, non solo dell'ufficio AML.

Sono soggette a segnalazione operazioni che possono sembrare non prettamente finanziarie,
come le vincite effettuate in una sala slot o in una sala bingo.
Prima di ritirare una vincita sopra la soglia del limite del contante, va identificata la persona.

Lo stesso sono obbligati gli istituti di trasporto valori.
Idem gli antiquari e commercianti d'arte.


Tornando la caso mi viene da pensare che N26 per sua natura e struttura, direi che non conosce la sua clientela, se non tramite le procedure d'iscrizione; la distanza fra banca e cliente è notevole.
Se poi uno si mette a fare su e giù di bonifici verso exchange di criptovalute e magari utilizza la carta SOLO per quello...
magari non c'è un accredito di stipendio, ma la fonte di denaro arriva per bonifico o per ricariche in contanti, ecc. su questi presupposti mi sembra molto probabile avere
il conto chiuso.


EDIT:

SCHEMI RAPPRESENTATIVI DI COMPORTAMENTI ANOMALI AI SENSI
DELL’ARTICOLO 6, COMMA 7, LETTERA B) DEL D.LGS. 231/2007 –
OPERATIVITÀ CON CARTE DI PAGAMENTO


Utilizzo anomalo di carte di pagamento
Movimentazione delle carte di pagamento per volumi complessivi
molto rilevanti – specie in presenza di una pluralità di carte
intestate allo stesso titolare – contraddistinta dall’elevata
frequenza delle operazioni effettuate con ricorso al contante in
un arco temporale circoscritto.
Va posta attenzione, per le carte prepagate alla ricorrenza
esclusiva o preponderante di operazioni di ricarica e prelevamento
in contanti rispetto al totale delle operazioni; per le carte di
credito, ai prelevamenti di contante ripetuti e di ammontare
consistente, specie se eseguiti all’estero, in assenza o comunque
in presenza di un ridotto numero di operazioni di spending.
In tali ambiti assumono specifico rilievo le operazioni:



  •  dello stesso segno effettuate in stretta sequenza cronologica
    nel corso della medesima giornata (anche a distanza di pochi
    minuti);
     di spending di importo unitario ricorrente o a cifra tonda;
     di utilizzo presso esercenti convenzionati in giorni ovvero
    orari in cui l’esercente stesso presumibilmente non è aperto al
    pubblico;
     effettuate presso il medesimo punto operativo esterno (es.
    tabaccherie) o sportello automatico ATM, ovvero presso punti
    operativi o sportelli automatici geograficamente vicini,
    soprattutto se poste in essere con una pluralità di carte in
    sequenza cronologica;
     effettuate a notevole distanza geografica in un arco temporale
    molto ravvicinato (pochi minuti o comunque nella stessa
    giornata);
     effettuate presso diversi addetti della medesima dipendenza,
    specie se nel corso della stessa giornata.
    Con specifico riguardo alle carte prepagate rileva, inoltre, la
    movimentazione contraddistinta da operazioni:
     di ricarica per importi complessivamente molto rilevanti ovvero
    per importi complessivi giornalieri pari o molto prossimi al
    limite del plafond di ricarica o alla somma dei limiti stabiliti
    dagli emittenti per le diverse carte.
    Particolarmente significative sono le operazioni ricorrenti di
    ricarica di una pluralità di carte, in stretta sequenza cronologica,
    presso il medesimo punto operativo ovvero presso punti operativi
    vicini, specie se effettuate con più carte prepagate intestate a
    soggetti diversi anche se non legati da vincoli;
     di addebito, in via esclusiva o preponderante, per prelevamenti
    di contante con sistematico esaurimento della provvista, specie
    se effettuati in stretta sequenza cronologica a valere su più
    carte intestate a soggetti diversi;
     di segno contrario in un periodo di tempo molto ravvicinato (in
    genere poche ore o addirittura pochi minuti), eseguite nella
    stessa località o in località geograficamente vicine;
     incrociate tra più carte prepagate, specie se sono assenti o
    molto ridotte le operazioni di spending, mediante:
     ricariche, in via esclusiva o preponderante, con fondi
    provenienti da una o più carte di pagamento ricorrenti;
     addebiti, in via esclusiva o preponderante, per trasferire
    fondi a favore di una o più carte di pagamento ricorrenti;
    ricariche e addebiti continui di fondi, con operazioni di
    “mero transito”
    .





https://uif.bancaditalia.it/normativa/norm-indicatori-anomalia/carte_pagamento_18022014.pdf
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Se per "possono farlo" intendi legalmente, può anche essere, ma un conto sono gli aspetti strettamente legali e contrattuali, un conto sono le questioni di opportunità e di principio nel modo di trattare i clienti, che si suppone improntato a criteri di correttezza, trasparenza oltre che al dovuto rispetto e alla considerazione che essi meritano fino a prova contraria.

A cominciare dal fatto che se mi si accusa implicitamente di non meglio precisati comportamenti sospetti, emersi da controlli di routine sulla mia operatività, in qualunque paese civile mi va riconosciuto il diritto di potermi difendere da quelle accuse, che vanno quindi prima di tutto circostanziate fornendo uno straccio di prova a sostegno di esse, in modo che possa giustificare quelle operazioni e dimostrare la piena legittimità e la regolarità del mio operato.

Sì intendevo che possono farlo dal punto di vista legale.
Sono d'accordo con te sulla frase che ho evidenziato in grassetto ma purtroppo non è così che funziona nella realtà.
Non troverai NESSUN ufficio AML che voglia dirti quali criteri usa per i controlli e nemmeno che ti dica perché tu sia stato messo nel mirino. Se qualcuno dovesse farlo lo farebbe solo dandoti un'indicazione talmente generica da non essere per te granché utile.

Il motivo di questo comportamento è che non vogliono far sapere i criteri che seguono per evitare che poi i clienti trovino metodi per aggirare i controlli. Come si dice: fatta la legge, trovato l'inganno. Ecco: vogliono evitarlo.
Devi tenere presente che le normative AML stabiliscono dei principi, dei criteri, ma poi l'implementazione dei controlli (cioè come tradurli nella pratica) è in capo al singolo intermediario che deve decidere in autonomia COME realizzarli. Ovviamente il "come" si traduce in un costo per loro, perché non solo ci vogliono persone per fare i controlli, ma ce ne vogliono anche altre per definire il metodo da seguire, e di solito queste ultime persone si fanno pagare bene perché hanno un profilo professionale alto..... quindi non è interesse dell'intermediario rendere pubblici nei dettagli i metodi che segue.

Uso non a caso la parola intermediario (invece della banca alla quale ti riferivi) perché questi controlli sono fatti anche dagli exchange e nemmeno loro ti diranno perché sei stato messo nel mirino. In Italia ti posso fare l'esempio di TRT che so avere un ufficio AML piuttosto "rigido" (con accezione non negativa del termine): se non ti accettano o ti chiudono il conto ti danno solo una motivazione molto generica.
Ma fanno così tutti, ricordo qualcuno che scrisse qui sul forum perché Binance gli aveva chiuso il conto un paio di anni fa senza fornire spiegazioni.

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Il supporto non ti dice niente perché sostengono che c'è un dipartimento che se ne occupa e loro non ne sanno nulla. Ho scritto una mail con richiesta di spiegazioni, vediamo se si degnano di rispondere.

Storie di ordinaria follia bancaria.
È il cliente che deve conoscere perfettamente l’organizzazione della banca per avere delle risposte che già dovrebbero essere nella propria disponibilità.


Credo sia normale per le banche comportarsi così. Hanno la facoltà di chiudere il conto senza dare spiegazioni e se vedono cose che a loro non piacciono lo fanno, soprattutto se la segnalazione viene dal loro ufficio che si occupa di AML.
Forse ricorderete che un paio di mesi fa ho riportato qui nel forum il caso di gente imbrigliata da quasi un anno nello spostamento di dossier titoli da Binck Bank (ora BGSaxo) verso altre banche per poi chiudere il conto.
Prima che quella trafila iniziasse, Binck ha iniziato a chiudere conti a un bel po' di gente (Marzo/Aprile 2021) perché (se non ricordo male) dopo l'acquisizione, l'AML di Banca Generali aveva segnalato pesanti mancanze sui profili di alcuni utenti per cui Binck ha dovuto correre ai ripari di corsa: ad alcuni ha dato una settimana di tempo per fornire dichiarazione dei redditi e ultime buste paga (follia!!) per verificare la veridicità di quanto dichiarato per la Mifid, pena la minaccia di chiusura conto. Ad altri.... hanno direttamente chiuso il conto senza dire nulla.
Morale: possono farlo e in alcuni casi lo fanno.


Se per "possono farlo" intendi legalmente, può anche essere, ma un conto sono gli aspetti strettamente legali e contrattuali, un conto sono le questioni di opportunità e di principio nel modo di trattare i clienti, che si suppone improntato a criteri di correttezza, trasparenza oltre che al dovuto rispetto e alla considerazione che essi meritano fino a prova contraria.

A cominciare dal fatto che se mi si accusa implicitamente di non meglio precisati comportamenti sospetti, emersi da controlli di routine sulla mia operatività, in qualunque paese civile mi va riconosciuto il diritto di potermi difendere da quelle accuse, che vanno quindi prima di tutto circostanziate fornendo uno straccio di prova a sostegno di esse, in modo che possa giustificare quelle operazioni e dimostrare la piena legittimità e la regolarità del mio operato.

Questo è per lo meno ciò che mi aspetto da una banca che abbia a cuore il mantenimento di un rapporto di reciproco rispetto e fiducia con i propri clienti, poi ovviamente è legalmente libera di comportarsi in maniera diversa, agendo secondo arbitrio e totale indifferenza verso le legittime ragioni del cliente, ma da una banca del genere sono io il primo a volermi tenere alla larga, e mi sento in dovere di mettere in guardia anche altri clienti attuali o potenziali, dal rischio di subire un simile trattamento arrogante e infamante, senza che venga addotta alcuna motivazione plausibile.
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Il supporto non ti dice niente perché sostengono che c'è un dipartimento che se ne occupa e loro non ne sanno nulla. Ho scritto una mail con richiesta di spiegazioni, vediamo se si degnano di rispondere.

Storie di ordinaria follia bancaria.
È il cliente che deve conoscere perfettamente l’organizzazione della banca per avere delle risposte che già dovrebbero essere nella propria disponibilità.


Credo sia normale per le banche comportarsi così. Hanno la facoltà di chiudere il conto senza dare spiegazioni e se vedono cose che a loro non piacciono lo fanno, soprattutto se la segnalazione viene dal loro ufficio che si occupa di AML.
Forse ricorderete che un paio di mesi fa ho riportato qui nel forum il caso di gente imbrigliata da quasi un anno nello spostamento di dossier titoli da Binck Bank (ora BGSaxo) verso altre banche per poi chiudere il conto.
Prima che quella trafila iniziasse, Binck ha iniziato a chiudere conti a un bel po' di gente (Marzo/Aprile 2021) perché (se non ricordo male) dopo l'acquisizione, l'AML di Banca Generali aveva segnalato pesanti mancanze sui profili di alcuni utenti per cui Binck ha dovuto correre ai ripari di corsa: ad alcuni ha dato una settimana di tempo per fornire dichiarazione dei redditi e ultime buste paga (follia!!) per verificare la veridicità di quanto dichiarato per la Mifid, pena la minaccia di chiusura conto. Ad altri.... hanno direttamente chiuso il conto senza dire nulla.
Morale: possono farlo e in alcuni casi lo fanno.

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Il supporto non ti dice niente perché sostengono che c'è un dipartimento che se ne occupa e loro non ne sanno nulla. Ho scritto una mail con richiesta di spiegazioni, vediamo se si degnano di rispondere.

Storie di ordinaria follia bancaria.
È il cliente che deve conoscere perfettamente l’organizzazione della banca per avere delle risposte che già dovrebbero essere nella propria disponibilità.
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Riapro questo vecchio topic perché avevo un conto N26 di quelli vecchi con Iban tedesco, e mi è arrivata una comunicazione di recesso unilaterale della banca, senza spiegazioni plausibili su presunte operazioni sospette.
Qualcun altro ha avuto problemi con loro per utilizzo legato a crypto?

Ma noon riesci a capire perché lo hanno chiuso tramite call center? Mi pare drastico chiudere un conto senza preavviso e senza dare motivazioni.
Poi ci sta tutto, per carità!


Il supporto non ti dice niente perché sostengono che c'è un dipartimento che se ne occupa e loro non ne sanno nulla. Ho scritto una mail con richiesta di spiegazioni, vediamo se si degnano di rispondere.
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Fully fledged Merit Cycler - Golden Feather 22-23
Riapro questo vecchio topic perché avevo un conto N26 di quelli vecchi con Iban tedesco, e mi è arrivata una comunicazione di recesso unilaterale della banca, senza spiegazioni plausibili su presunte operazioni sospette.
Qualcun altro ha avuto problemi con loro per utilizzo legato a crypto?

Ma noon riesci a capire perché lo hanno chiuso tramite call center? Mi pare drastico chiudere un conto senza preavviso e senza dare motivazioni.
Poi ci sta tutto, per carità!
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