L'aspetto che non mi è ancora chiaro è se sarà una blockchain completamente centralizzata (che "gira" solo nel cloud di Facebook) o se sarà una private blockchain , cioè se daranno ad altri (es le grandi catene commerciali) la possibilità di essere "nodi" autenticati della rete. Nel primo caso sarà solo un dollaro digitale da scambiare on line nei servizi del Gruppo, nel secondo potrebbe essere usato anche per acquisti esterni al circuito FB.Il grosso vantaggio per FB, come ha dimostrato l'emissione di LEO per Bitfinex, sarà quello di accedere al credito a costo zero.
Chiunque acquisterà FBcoin starà di fatto finanziando gratuitamente l'azienda di Zuckerberg accettando in cambio una stablecoin che perde valore, come minimo garantito, del 2% annuo (
) e dando la possibilità a FB di fare profitti acquisendo i dati delle loro scelte di consumo (doppio
)
Certo, ufficialmente, FB non potrà investire quei soldi e li dovrà tenere bloccati come riserve.
Ma anche se fossero sempre tutti tenuti costantemente sotto forma di riserve liquide (non ci crederò mai, nemmeno se faranno 10k audit) comunque frutteranno a Facebook un interesse, piccolo in percentuale, ma probabilmente enorme in valore assoluto, viste le somme coinvolte.
Il passo successivo, abbastanza inevitabile, sarà quello di farsi autorizzare ad agire sotto riserva frazionaria trasformando a tutti gli effetti FB in una banca, ma senza molti dei costi e degli obblighi di una banca.
Se altri grossi big ne seguiranno l'esempio avremo tante grosse aziende che raccoglieranno risparmio gratuitamente, ognuno con una specie di proprio IEO.
Un pò di tempo fa mi domandavo questo (parte in grassetto) riguardo al progetto Libra, la nuova stablecoin di Facebook che pare si chiamerà Globalcoin.
Secondo questo articolo di Forbes (
https://www.forbes.com/sites/billybambrough/2019/06/06/facebooks-radical-bitcoin-beating-cryptocurrency-plans-revealed/#7ac217253564), sarà la seconda delle ipotesi sopra.
Globalcoin dovrebbe essere una private blockchain (simile a Ripple per intendersi, ma con il valore ancorato al dollaro). Diventare nodo della rete costerà la bellezza di 10 milioni di dollari e chi ne entrerà a far parte diventerà membro della fondazione che gestirà il progetto, anche se bisognerà vedere se questa fondazione sarà una vera democrazia o Facebook manterrà dei "superpoteri".
A questo punto, visto che il token Globalcoin potrà uscire dal circuito Facebook, non è esclusa nemmeno l'ipotesi che possa venire usato su exchange di criptovalute.
Questo sarebbe un bel problema per FB perchè una cripto oggetto di trading non è detto affatto mantenga la parità nominale che la fondazione vorrebbe garantire. Come sa bene Tether, che manipola il prezzo di USDT insieme a Bitifinex in continuazione per difendere (e a volte per alterare) la parità con il dollaro, un conto è una parità sulla carta, un conto è la domanda/offerta di mercato.
In questo caso Globalcoin rischierebbe di diventare più uno strumento di speculazione che uno strumento monetario come vorrebbe FB.
Tutto questo mi fa venire in mente delle considerazioni legate alla celebre frase di JP Morgan che Neo_Coin ha postato qualche pagina indietro:
Anche questo:
Questa frase era di una evidenza palese ai tempi del gold standard. Lo Stato emetteva una banconota cartacea che non aveva alcun valore intrinseco ma era, nei fatti, un titolo di credito (un "pagherò") senza rendimento e a scadenza indefinita ma con la garanzia, per il possessore, di poter teoricamente ricevere in cambio l'equivalente valore in oro in caso di necessità e secondo la parità prefissata.
Con l'abbandono del gold standard questo principio del titolo di credito non è venuto meno formalmente: anche oggi io in teoria potrei presentarmi con la mia banconota da 10€ presso la BCE e chiedere di "esigere" il mio credito, solo che adesso riceverei in cambio un'altra banconota da 10€.
Una delle caratteristiche della moneta fiat è che essa è un credito che ha, come garanzia, il credito stesso il che equivale a dire che non è garantita da nulla se non dalla fiducia, cieca e incondizionata, che i possessori di quel credito ripongono nel fatto che l'emettitore sarà sempre, in futuro, in grado di garantire (al limite con la forza) il valore nominale del titolo emesso e la sua accettabilità entro i suoi confini geografici.
L'unica garanzia su cui si fonda la moneta fiat è data dalla forza e dalla credibilità dell'ente emettitore (banca centrale) e del governo (nazionale o sovranazionale) che sta alle sue spalle.
Per questo si parla di moneta fiduciaria.
Ma, e torno al punto di Globalcoin, nell'economia attuale questo "credito garantito da se stesso" non è più sufficiente. Siccome l'obiettivo è quello di alimentare all'infinito i consumi dei privati e accrescere all'infinito il debito degli Stati (mantenendolo sostenibile), ecco che nascono nuove esigenze monetarie, che possiamo chiamare "stablecoin", ma che io definirei "moneta fiduciaria al quadrato".
Oltre a Globalcoin mi vengono in mente ad esempio i minibot, di cui il governo italiano in carica si è fatto promotore e che sono equiparabili ad una stablecoin.
I minibot, per chi non lo sapesse, sono dei titoli di credito (aridaje) per il possessore (e di debito per lo Stato) distribuiti solo in forma cartacea, di un "taglio" nominale pari a quello di una banconota in euro, e che possono venire scambiati in cambio di beni e servizi (come una moneta). Secondo il nostro governo (ma non secondo la BCE che li ha attaccati) non sono moneta (emettere moneta parallela nell'UE è vietato) perchè corrispondono a titoli del debito pubblico ma non sono nuovo debito perchè verrebbero emessi in cambio di debiti esistenti.
Se qualcuno (impresa o privato) vanta un debito nei confronti dello Stato anzichè venire pagato in euro, verrebbe pagato nell'equivalente in minibot che poi potrebbe rispendere entro i confini nazionali.
Se formalmente non sono una moneta parallela, nella sostanza lo sono eccome. Ma non è una moneta fiduciaria normale, esattamente come i Globalcoin, sono un "derivato monetario" perchè il credito che posseggo è garantito dallo Stato Italiano, il quale al momento dell'esigibilità mi darebbe in cambio degli euro, i quali a loro volta sono una moneta fiduciaria garantita dall'UE.
Il tutto per dare la possibilità allo stato italiano di saldare del debito con la stampa di nuova carta, garantita anch'essa dal nulla.
Come i derivati nella finanza sono uno strumento di investimento più rischioso del sottostante che ne è alla base, questi "derivati monetari" introducono un ulteriore elemento di rischio che si sovrappone a quello già esistente della moneta originaria.
L'elemento di rischio è accresciuto dal fatto che c'è una parità di valore, solo formale, da garantire. La storia recente e passata della finanza dimostra che tutte le volte che qualcuno ha voluto difendere una parità nominale che nella realtà non era difendibile (perchè i mercati la valutavano diversamente), il difensore della parità ha sempre perso. Dall'abbandono del gold standard al mercoledì nero di Soros (
https://it.wikipedia.org/wiki/Mercoled%C3%AC_nero) di esempi ne esistono a piacere.
Queste monete fiduciarie al quadrato, di cui si sente sempre più parlare e che secondo me diventeranno sempre più diffuse, aggiungono nuovi piani ad un castello di carta che diventa sempre più ripido. Nella speranza che le fondamenta siano abbastanza forti da sostenerlo.