perché quando versi soldi in banca come credi che funzioni? La banca diventa a tutti gli effetti proprietaria dei fondi, anche se si impegna a restituirli su richiesta. In questo caso sto parlando di versamenti fiat: tu fai un bonifico da un conto intestato a te ad uno intestato ad una società che fornisce il servizio. Quindi i soldi finiscono su un conto che non è tuo. Siccome gli exchange da questo punto di vista non sono regolamentati (a differenza delle banche), è come minimo soggetto ad interpretazione che continui a mantenere legalmente il possesso di quei fondi, finché non ritornano su un conto intestato a te.
Perdonami se insisto ma non è così.
Quando depositi soldi su una banca la banca diventa proprietaria dei tuoi soldi (come giustamente dici), ma ciò avviene perché questo passaggio di proprietà è stabilito da un preciso articolo del codice civile (1834).
Codice civile..... italiano!
Se bonifichi verso un exchange, questo non è di sicuro regolamentato dal codice civile italiano visto che di exchange italiani non ce ne sono, e se anche ce ne fossero non sarebbero soggetti alla normativa bancaria..... perciò nel caso di un exchange i soldi rimangono di tua proprietà.
Guarda infatti i termini&condizioni dei vari exchange: non troverai riferimenti al passaggio di proprietà dei soldi da te a loro.
Il fatto che tu dica
tu fai un bonifico da un conto intestato a te ad uno intestato ad una società che fornisce il servizio
non sposta il risultato. Hai un "capitale" (piccolo o grosso che sia) all'estero: quindi se supera le soglie che abbiamo discusso in altro thread dovresti dichiararlo (eccetera eccetera con tutto ciò che ne consegue).
Inoltre:
Siccome gli exchange da questo punto di vista non sono regolamentati (a differenza delle banche)
anche questo è opinabile: tutti gli exchange "seri" (parlo di Kraken, Bittrex, Poloniex, TRT, insomma i soliti noti) dichiarano la legislazione di riferimento: chiaramente non è quella italiana - ma regolamentati lo sono eccome.
adesso npn ho tempo e già abbastanza incazzato per il caldo, comunque NO
Stai dando per scontato che un utente usi un exchange per depositarvi delle somme (anche in fiat) in custodia come su una banca, che è una cosa rischiosa e assurda, dato che gli exchange non danno le pur minime (e in certi casi teoriche) garanzie delle banche sulle somme depositate: niente fondo di tutela, niente soglia di 100k per bail-in, ecc. Gli exchange non sono nati per fare da deposito di fondi in custodia, gli exchange - come indica la parola stessa - servono a
scambiare valute diverse fra loro (da fiat a crypto e viceversa). Con il particolare non trascurabile che le seconde non hanno corso legale.
Quindi lo scenario che mi interessa è quello in cui faccio un bonifico al fine preciso di acquistare bitcoin (o altre crypto), e la somma fiat rimane sull'exchange lo stretto tempo tecnico necessario per confermare l'accredito e procedere all'acquisto. E poiché per le leggi italiane (che sono quelle che mi interessano, visto che pago le tasse in Italia, come funziona negli altri paesi non mi riguarda) il bitcoin non è ufficialmente inquadrato come valuta estera, sto acquistando un bene immateriale di categoria non ben definita, che concettualmente non è molto diverso dall'acquisto di software o di qualche altro materiale digitale come un e-book, della musica, ecc.
Quindi ad esempio, se acquisto un ebook su Amazion e pago con carta piuttosto che bonifico (se fosse ammesso), il pagamento verrà effettuato all'estero, ma non per questo sto esportando valuta all'estero: sto piuttosto acquistando un prodotto da un fornitore estero. E lo stesso non cambia se acquisto un servizio anziché un prodotto, sempre da un fornitore estero. Ci potrà sempre essere un monitoraggio ai fini fiscali, come per qualsiasi altro acquisto, per vedere ad esempio se la cifra che ho speso è congrua rispetto al reddito dichiarato, ma è cosa ben diversa dal dichiarare l'esportazione di valuta.
Poi un capitolo a parte è una eventuale successiva vendita con dichiarazione e tassazione della plusvalenza, ma non è di questo che si parlava.