E così possiamo togliere il "rumor" al titolo, le voci sono diventate realtà.
L'azienda conia i suoi "paypalbitcoin" creando un titolo di credito IOU ad uso interno a cui corrispondono X bitcoin reali detenuti chissà dove.
Prelievi (al momento?) non consentiti.
la madre di tutti i
walled garden però con quasi 400 milioni di potenziali utilizzatori.
Quanti di questi utilizzatori di "paypalbitcoin" si convertiranno nel tempo in utilizzatori di bitcoin reali? Pochi in percentuale probabilmente, non tanto pochi in valore assoluto.
Quasi contemporaneamente a questa mossa un'altra news altrettanto importante, anche se passata più in sordina: l'archetipo di tutte le banche brutte e cattive, ossia JP Morgan, se ne esce con questo documento ufficiale
https://twitter.com/krugermacro/status/1319793505703776259/photo/1In cui si afferma che A)Bitcoin è un competitor dell'oro B)Più attrattivo rispetto all'oro fra i millennial C)Il potenziale al rialzo è considerevole
Mei coj....
Per la cronaca, JP Morgan è la stessa del bitcoin è una truffa e del seguente "blockchain si, bitcoin no". Il tutto accadeva meno di un lustro fa.
In così pochi anni un 'inversione a U clamorosa di due colossi finanziari USA che fa pensare.
Avete idea di quanto si parlava di blockchain private e di catena di blocchi per tracciare i pomodori qualche anno fa e di quanto poco se ne parli adesso?
Un cambio di prospettiva radicale ma non casuale.
Paypal e soprattutto JP Morgan non parlano, né si muovono, a caso. Sono aziende strettamente legate alle autorità finanziarie USA, tutto quello che fanno o che dicono è stato approvato, sostenuto e avallato dal potere finanziario e politico a stelle e striscie. Si muovono come braccia guidate da una testa.
Queste azioni sono quindi l'ennesima dimostrazione, probabilmente la decisiva, che la più importante Nazione del mondo non ha la benché minima intenzione di proibire/bandire/fare la guerra all'unica moneta peer-to-peer esistente.
Semmai ha intenzione, come diciamo da tempo , di "addomesticare" bitcoin. Di riprodurlo in versione edulcorata, ripulita e semplificata ad uso e consumo della massa.
Sia chiaro, questo viene fatto non per amore della moneta decentralizzata, ma solo per il vil denaro. Per sfruttare un business che diventerà fantamiliardario.
L'iter è lo stesso, non mi stanco di ripeterlo, della nascita ed evoluzione di Internet.
Inizio anni 90: la rete è il regno di hacker e smanettoni. L'anonimato regna sovrano. Partecipare a questa diavoleria moderna non è impresa alla portata di tutti. Sono richieste skill informatiche sopra media.
L'uso è nella maggior parte illegale o poco trasparente. Comunque borderline. Basti pensare che il primo settore industriale a sfruttare economicamente la Rete con successo è il porno.
Partono le prime invettive: questa storia deve finire, Internet va proibito.
Poi, piano piano, gli USA come "sistema Paese" nel suo complesso, intuiscono la portata rivoluzionaria e fiutano l'affare.
Si cerca un modo non per bandire ma per sfruttare commercialmente la cosa adattandola alla massa e rendendola più trasparente. Le soluzioni sono tante ma l'arma decisiva in questo senso sono i social network.
Sfruttando l'innato bisogno di apparire dell'essere umano, l'anonimato viene ucciso nella culla: mi iscrivo a Facebook per far sapere quanto sono figo, quanto sono dimagrito, cosa faccio il fine settimana. E per farmi gli affari degli altri nelle stesse frivolezze.
L'accesso della massa alle meraviglie di Internet avviene da una porta dove i dati personali sono alla mercé di tutti, in primis di chi li sfrutta commercialmente.
Gli USA hanno ottenuto capra e cavoli: guadagni miliardari e aziende che guidano la rivoluzione tecnologica abbinate ad un controllo da Stato di polizia su gusti, consumi ed abitudini dei cittadini.
Bingo.
C'è un piccolo inconveniente, ma , per i governi è un piccolo prezzo da pagare. Per come è pensato Internet (parzialmente decentrato e ad accesso libero) non è possibile bandire completamente l' uso alternativo delle origini. Chiunque, ancora oggi, se è capace , può accedere alla Rete con le stesse modalità con cui vi accedevano gli hacker e i cypherpunk delle origini. Il Dark Web esiste e non può essere estirpato come le autorità vorrebbero. Il compromesso che hanno ottenuto è quello di relegare questo uso alternativo ad un uso di nicchia, largamente minoritario.
Che qualche smanettone usi pure il Web per comprare droga o spacciare il download illegale di musica. L'importante è che il gregge segua il nostro flauto. La musica che ci riempe le tasche.
Ebbene, secondo me gli USA stanno provando a fare qualcosa di molto simile con i Bitcoin. Il messaggio adesso è viva i bitcoin, ma dentro recinti ben delimitati. Le balle su uso per il riciclaggio e finanziamento del terrorismo sono segnali chiari che la volontà è quella di mettere paletti e barriere. Con il chiaro e duplice obiettivo, anche qui, di spiare e fare soldi. E guidare, con le proprie imprese, una nuova rivoluzione.
Paypal, Coinbase, Bakkt, CME e JP Morgan sono gli strumenti. Non a caso gli exchange che sfuggono al grande abbraccio delle autorità americane, come Bitfinex e Bitmex, sono sotto attacco. La scusa è la mancanza di regolamentazione, l'obiettivo è quello di segare le gambe a pericolosi concorrenti.
Il trading di criptovalute è il grimaldello con cui attirare la massa, come i social network per Internet.
Scommettete che una volta che i grandi player USA (come Coinbase o Pay Pal o, in un futuro non lontano le banche) offriranno servizi di trading di criptovalute, improvvisamente il trading cesserà di essere un attività da condannare e da stigmatizzare come era nel 2017?
L'amore per le regole è bello soprattutto quando le regole le fanno loro.
Cercheranno anche di isolare e rendere il più di nicchia possibile l'uso alternativo (al loro) di bitcoin. Quello legato ai concetti di anticensura, indipendenza finanziaria, scambio di valore P2P. E' certo che non potranno/vorranno/riusciranno mai ad uccidere questo uso. Come non ci sono riusciti con Internet che è molto meno decentralizzato di Bitcoin....
Questo tentativo di isolare bitcoin funzionerà fin quando e soprattutto laddove la massa continuerà ad usare e ad avere fiducia nei coriandoli colorati.
Dove questa fiducia crollerà, allora gli esiti saranno molto diversi.
Lo sdoganamento di bitcoin infatti sta avvenendo con modalità diverse nelle varie parti del mondo. Se in USA significa apertura ai grandi player commerciali e finanziari, nel Sud del mondo si sostanzia in governi che usano la forza per mettere le mani sui bitcoin della gente. Quello per cui un tempo venivano create shitcoin e truffe (le ICO), oggi viene fatto con la violenza della legge e/o delle armi.
In Iran le autorità, dopo aver obbligato i miner ad iscriversi ad un albo per tenerli sotto controllo, adesso li obbligano a vendere i bitcoin alle autorità medesime. Bitcoin che, a loro volta, servono al governo iraniano a finanziare le importazioni e aggirare le sanzioni internazionali.
https://www.btctimes.com/news/iran-amends-law-to-fund-imports-with-bitcoinBontà loro, daranno in cambio agli sfortunati miners i coriandoli colorati locali, cioè il rial, una delle monete più svalutate del mondo.
Aggirare le sanzioni è un uso che non piacerà agli USA. Ma anche questo è un piccolo prezzo da pagare di fronte allo sfruttamento commerciale di una tecnologia del genere.