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Topic: Tracciabilità dei prodotti e filiera (Read 950 times)

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November 01, 2019, 08:41:39 AM
#53
Oggi ho letto questo articolo che parla dell'utilizzo della blockchain per tracciare la filiera  produttiva dell'aceto balsamico:

https://cryptonomist.ch/2019/10/28/aceto-balsamico-di-modena-su-blockchain/

purtroppo saltando direttamente al fondo dell'articolo viene detto chiaramente che i contenuti sono pochi e si tratta più che altro di una forma di marketing/pubbliciità per sfruttare il traino della parola blockchain.
Nessuna novità quindi rispetto ai dubbi dei quali abbiamo discusso in questo thread: blockchain centralizzata e il doversi fidare di chi inserisce le informazioni.
 


Sono al 100% d'accordo con te, in questo caso è più un mero registro distribuito su più parti.
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October 28, 2019, 03:37:03 PM
#52
Oggi ho letto questo articolo che parla dell'utilizzo della blockchain per tracciare la filiera  produttiva dell'aceto balsamico:

https://cryptonomist.ch/2019/10/28/aceto-balsamico-di-modena-su-blockchain/

purtroppo saltando direttamente al fondo dell'articolo viene detto chiaramente che i contenuti sono pochi e si tratta più che altro di una forma di marketing/pubbliciità per sfruttare il traino della parola blockchain.
Nessuna novità quindi rispetto ai dubbi dei quali abbiamo discusso in questo thread: blockchain centralizzata e il doversi fidare di chi inserisce le informazioni.
 
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June 07, 2019, 02:58:39 PM
#51
secondo me e un grande vantaggio l'applicazione della blockchain alla filiera dei prodotti dei supermercati cosi si puo avere la provenienza certa del prodotto e non ci potranno piu essere dubbi se un prodotto e italiano o estero,credo sia uno dei migliori utilizzi pratici che si sono fatti finora con la blockchain
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June 02, 2019, 12:36:15 AM
#50
Per il punto 1 i prodotti venduti di solito passano tutti per una cassa e viene letto il codice a barre, credo si possa lavorare su quel passaggio per bruciare il prodotto, anche se presume un sistema già integrato nel punto vendita.

Dare la responsabilità al cliente di bruciare il prodotto non credo funzionerebbe, per pigrizia non lo farebbe quasi nessuno. A meno che fai come in qualche paese estero dove paghi .10 o 0..20 € in più sul prezzo di lattine e puoi riottenerli rendendo il vuoto.
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June 01, 2019, 10:01:37 AM
#49
1) se decidi di non comprare risparmi ancora di più. Se compro un pesto ligure tracciato e dichiaro di averlo consumato nessuno potrà clonare il QR con una fotocopia e pretendere di venderlo come originale. Se poi qualcuno vuole il pesto genovese tarocco e lo paga il 30% in meno con il QR clonato e non lo controlla (tanto sa che è tarocco) ha buttato via i soldi perché quel pesto vale il 10% del pesto originale e ci ha smenato il 60% (ne paga 7 per qualcosa che vale 1 ed è marchiato tarocco di uno che vale 10). Se fai la percentuale su quello che vale effettivamente, paga il 700% in più.

2) se non è interessato rivende lo sconto a qualcuno. Con le cripto non ci sono limiti alla fantasia. Come fornitore non regalerei soldi anche per non incorrere in problemi fiscali e per una questione di marketing ...

3) aggiungo che in caso di prodotti di lusso, opere d'arte e "cose" di valore il possesso del token potrebbe servire anche per rivendere l'oggetto e permettere all'acquirente di reclamarne la proprietà. Immagina un gioiello o un quadro o una statua ... in quei casi ci potrebbero essere schede tipo hardware wallet integrati.   

Rispettivamente sui 3 punti:

1) non ho scelto un esempio illuminato, provo a farne un altro per centrare meglio il discorso che volevo fare. Mi riferisco naturalmente a quel che NeuroticFish aveva risposto a Eatalico nel post che avevi quotato.
Lì si diceva che il "piccolo premio" poteva essere l'incentivo che il fornitore dava al consumatore per far sì che quest'ultimo potesse "bruciare" il qrcode e così facendo confermare di aver consumato quel prodotto evitando che una copia potesse essere venduta con stesso qrcode.
Bene, la mia osservazione è che se il "piccolo premio" fosse davvero piccolo (seppur non infinitesimo, diciamo <= 5% del valore del bene acquistato)  il consumatore potrebbe non avere nessun beneficio nel decidere di bruciare il qrcode, e così facendo vanificare la misura di controllo ideata dal produttore.
Non mi sembrerebbe un comportamento inconsueto: pensa a quante volte compri qualcosa al supermercato e sull'etichetta trovi scritto "chiama il 800.xxx.yyy per sapere se hai vinto un TV color..."
Quanti pensi che chiamino davvero quel numero ? secondo me c'è un'alta % di persone che non chiama mai.
Questo - trasportando l'esempio su quanto dicevamo prima - inficia la misura di controllo ideata per bruciare il qrcode, vanificandola.

2) stesso discordo: potrebbe non valere la pena trasferire lo sconto. Non parlo di sconti dello 0,00001% eh, ma anche più significativi seppur al di sotto di  una certa soglia (il 5% che citavo prima).
Quante volte sei in prossimità della scadenza dei punti fragola di S-lunga e non ti preoccupi minimamente della cosa o di regalarli a qualcuno ?
E' sempre dovuto al fatto che il valore di mercato è molto basso! ma visto che qui si parlava proprio di "piccolo premio" ecco che siamo nella condizione in cui il rischio esiste ed è concreto.


3) per beni di lusso e in generale di valore, il discorso cambia totalmente, ma in questo caso il problema del quale stiamo discutendo (ovvero chi garantisce per il bene che inseriamo in BC) può essere risolto con un metodo di quelli tradizionali: fai certificare da 3 notai, da una società di consulenza, da chiunque sia in grado di "vendere" un certo grado di attendibilità a fronte del pagamento di una parcella.
E' ovviamente un caso molto diverso dal produttore di mozzarelle, di pesto, così come anche di una borsa di Gucci (il limite è che il valore del singolo bene transato deve poter sostenere il costo della parcella).


Una DAO ma come si programmano?
Rimane il fatto che se proprio si vuole inserire tutto il made in Italy dal pesto alle borse firmate e anche il km0 temo per la dimensione della blockchain.
Ci vogliono nuove idee.

Beh qui la risposta sarebbe facile: basterebbe cambiare tecnologia ed usare Dag, Tangle, block lattice, o metodi similari.
Penso che il punto non sia tanto la tecnologia che usi per conservare le informazioni ma chi garantisce per la veridicità delle info inserite.

legendary
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June 01, 2019, 03:05:47 AM
#48
Il problema del codice clonato non credo sia un vero problema di cui preoccuparsi, nel senso è facilmente riconoscibile e deriva da un uso scorretto del sistema.

E' impossibile distinguerlo da quello originale (è un numero) ma se lo vedi come una one time password, quando compri controlli, quando hai comprato "bruci". Forse come transazione verso un indirizzo fatto dal venditore è ancora meglio ...

Quote
Altra cosa se per ogni singolo conponente che va a creare il pesto tutto viene tracciato è anche l'attore intermedio che controlla la validità degli ingredienti, non solo l'utilizzatore finale, quindi è piu probabile riuscire ad escludere produttori disonesti prima che il prodotto sia pronto per essere venduto.

Pensando ... vedo delle transazioni che sono di fatto delle descrizioni di processi industriali: n input, k output, resti di magazzino ... non deve essere facile decidere quale livello di dettaglio raggiungere in modo che si possa descrivere tutte le situazioni e/o approssimarle in modo adeguato.

Anche i prodotti devono essere delle cose strane, devono poter essere visti in modo aggregato (casse o pellet) e anche singoli.
Quote
Pensiero a voce alta per ipotizzare che il sistema potrebbe reggersi in piedi da solo senza particolari interventi esterni, più gente lo usa meglio è  Smiley
Una DAO ma come si programmano?
Rimane il fatto che se proprio si vuole inserire tutto il made in Italy dal pesto alle borse firmate e anche il km0 temo per la dimensione della blockchain.
Ci vogliono nuove idee.
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June 01, 2019, 01:07:37 AM
#47
Il problema del codice clonato non credo sia un vero problema di cui preoccuparsi, nel senso è facilmente riconoscibile e deriva da un uso scorretto del sistema.

Altra cosa se per ogni singolo conponente che va a creare il pesto tutto viene tracciato è anche l'attore intermedio che controlla la validità degli ingredienti, non solo l'utilizzatore finale, quindi è piu probabile riuscire ad escludere produttori disonesti prima che il prodotto sia pronto per essere venduto.

Pensiero a voce alta per ipotizzare che il sistema potrebbe reggersi in piedi da solo senza particolari interventi esterni, più gente lo usa meglio è  Smiley
legendary
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NB: lascio anche gli errori del messaggio inviato ...


Mmmmm, suona parecchio male....
Posso fare l'avvocato del diavolo? Due punti deboli:

1) se io decido di comperare un prodotto tarocco risparmio almeno il 30%  (ma almeno!) rispetto al prodotto originale. Quindi che vantaggio avrei nel ricevere un (quoto) "piccolo premio" rispetto al risparmio di almeno il 30% ?

2) il premio lo ricevo sotto forma di buono sconto sul prossimo acquisto? e se non volessi fare un prossio acquisto? se ne fossi consapevole (che ne so, mi sono comperato una mozzarella per sfizio solo perché volevo provarla) saprei automaticamente che quel premio non lo riscatterei mai e quindi saprei di non avere alcuna forma di incentivo.

Mi sembra debole la cosa....
1) se decidi di non comprare risparmi ancora di più. Se compro un pesto ligure tracciato e dichiaro di averlo consumato nessuno potrà clonare il QR con una fotocopia e pretendere di venderlo come originale. Se poi qualcuno vuole il pesto genovese tarocco e lo paga il 30% in meno con il QR clonato e non lo controlla (tanto sa che è tarocco) ha buttato via i soldi perché quel pesto vale il 10% del pesto originale e ci ha smenato il 60% (ne paga 7 per qualcosa che vale 1 ed è marchiato tarocco di uno che vale 10). Se fai la percentuale su quello che vale effettivamente, paga il 700% in più.

2) se non è interessato rivende lo sconto a qualcuno. Con le cripto non ci sono limiti alla fantasia. Come fornitore non regalerei soldi anche per non incorrere in problemi fiscali e per una questione di marketing ...

3) aggiungo che in caso di prodotti di lusso, opere d'arte e "cose" di valore il possesso del token potrebbe servire anche per rivendere l'oggetto e permettere all'acquirente di reclamarne la proprietà. Immagina un gioiello o un quadro o una statua ... in quei casi ci potrebbero essere schede tipo hardware wallet integrati.   
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NB: lascio anche gli errori del messaggio inviato ...


Mmmmm, suona parecchio male....
Posso fare l'avvocato del diavolo? Due punti deboli:

1) se io decido di comperare un prodotto tarocco risparmio almeno il 30%  (ma almeno!) rispetto al prodotto originale. Quindi che vantaggio avrei nel ricevere un (quoto) "piccolo premio" rispetto al risparmio di almeno il 30% ?

2) il premio lo ricevo sotto forma di buono sconto sul prossimo acquisto? e se non volessi fare un prossio acquisto? se ne fossi consapevole (che ne so, mi sono comperato una mozzarella per sfizio solo perché volevo provarla) saprei automaticamente che quel premio non lo riscatterei mai e quindi saprei di non avere alcuna forma di incentivo.

Mi sembra debole la cosa....

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hai fatto bene ad invitarli  Smiley sarebbe interessante visto che avranno già fatto qualche studio e probabilmente avranno già qualche idea / soluzione sulle problematiche che ci siamo posti in questo thread.

legendary
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Ho notato che qualcuno di un azienda Italiana ha aperto questo thread sul forum, vediamo che piega prende e se avranno qualche idea innovativa. Resto dubbioso nel frattempo.

https://bitcointalksearch.org/topic/welcome-to-the-new-era-of-100-made-in-italy-certified-products-5148677.new#new

Ho scritto all'utente
How will the customer obtain these guarantees? Through a special app, easy to use, with which  he can scan Qr code, and so have an eye on all the information related to the origin of the product (inserted in due time by the manufacturer on blockchain), processing steps, organoleptic properties, even to the identity and the history of the producer.

All right, sounds interesting. But what stops somebody counterfeit a genuine Italian product and put the QR code of the genuine one? And how will the consumer know he bought the right product or only a clone with a copied QR code?
(se ho capito bene) si può risolvere registrando il consumo del prodotto da parte del consumatore (sia finale che intermedio).
Il consumatore finale dichiarerebbe quel prodotto consumato e potrebbe essere incentivato ricevendo un piccolo premio da utilizzare come sconto all'acquisto successivo.
Sarebbe pertanto impossibile fare un double spending.
 
Pubblicherò questo messaggio su https://bitcointalksearch.org/topic/welcome-to-the-new-era-of-100-made-in-italy-certified-products-5148677

Buon lavoro

Picchio
NB: lascio anche gli errori del messaggio inviato ...
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Ho notato che qualcuno di un azienda Italiana ha aperto questo thread sul forum, vediamo che piega prende e se avranno qualche idea innovativa. Resto dubbioso nel frattempo.

https://bitcointalk.org/index.php?topic=5148677.new#new


E infatti qual è stata la prima domanda che hanno fatto?  Grin

Piuttosto: è interessante la risposta di Vod sul ruolo possibile di utilizzo della blockchain  (non altrettanto la risposta di NeuroticFish che mi è sembrata un po' campata per aria).



In effetti potrebbe funzionare anche solamente in quel modo senza punizioni/multe esterne.
Probabilmente quando qualcuno comincera a mettere in piedi ed usare queste blockchain si potrà capire meglio quale strategia è meglio intraprendere quando qualcuno fa il furbo.
legendary
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Ho notato che qualcuno di un azienda Italiana ha aperto questo thread sul forum, vediamo che piega prende e se avranno qualche idea innovativa. Resto dubbioso nel frattempo.

https://bitcointalk.org/index.php?topic=5148677.new#new


E infatti qual è stata la prima domanda che hanno fatto?  Grin

Piuttosto: è interessante la risposta di Vod sul ruolo possibile di utilizzo della blockchain  (non altrettanto la risposta di NeuroticFish che mi è sembrata un po' campata per aria).

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Ho notato che qualcuno di un azienda Italiana ha aperto questo thread sul forum, vediamo che piega prende e se avranno qualche idea innovativa. Resto dubbioso nel frattempo.

https://bitcointalk.org/index.php?topic=5148677.new#new
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Provo a rispondere alle osservazioni che hai fatto:

Osservo che:
- i pomodori sono il punto di arrivo nella tua ipotesi, in realtà possono diventare un componente (sugo, piatto preparato, altro prodotto composto, cena servita al ristorante o vacanza con 1/2 pensione ...).
Ti seguo ma solo nei casi in cui il pomodoro sia il componente di una ulteriore filiera come - per esempio - la preparazione di un piatto preparato surgelato da vendere al super.
Non penso invece che si possa estendere il ragionamento ai casi in cui sia il componente di una cena servita al ristorante: che valore aggiunto darebbe al consumatore della cena poter verificare che il pomodoro sia stato prodotto in un certo posto/tempo/produttore   se non potesse fare la stessa cosa per tutti gli altri componenti del piatto consumato? e l'estensione del concetto a tutti gli ingredienti la vedo - francamente - non fattibile nei prossimi anni..... ci vorrebbe un salto tecnologico fatto dalla massa, non solo da pochi.


- il contadino che compra 20% dal vicino e dichiara 100 dovrà sostenere il carico fiscale o rischia di vedersi accusato di evasione. Gli conviene?
No se fa le cose secondo regola, ma sì se le fa sottobanco.
E un contadino che - per l'ipotesi che stavo facendo - stia per comprare 20 pomodori al fine di venderli dichiarando che li ha prodotti lui, è sicuro che non ha alcun scrupolo a fare l'acquisto sottobanco (cosa che tra l'altro conviene anche all'altro contadino visto che gli venderebbe 20 pomodori in nero).


- che ai clienti LVT non freghi della pelle è possibile, quello che è utile avere per loro è la certezza che registrando la borsa sei sicuro che non ne esista un clone e, se esistesse, lo scoprirebbero.
Non mi sembra che fosse questo lo scopo di quanto fatto da LVMH. Nell'articolo si dice che uno degli obiettivi è di registrare e dare garanzie sulla modalità di produzione, di stoccaggio, e così via ma fino alla vendita. Non si fa alcun cenno al destino della borsa post vendita, penso proprio non faccia parte del perimetro di progetto.
E sinceramente non vedo come dovrebbe interessare LVMH la vita dell'oggetto post vendita: sarebbe un costo che rimarrebbe a suo carico (mantenimento della struttura IT per la BC) per tenere traccia del fatto che io - cliente iniziale che ha acquistato la borsa da LV - posso poi averla rivenduta a te. Non interesserebbe a LV questa cosa....


- se hai un db privato nulla vieta al fornitore di rispondere sempre si. Prodotto originale ... mentre per la blockchain non dovrebbe rispondere, te lo scrivi tu e trasferisci la proprietà al tuo wallet, quando la rivendi trasferisci la proprietà e chi compra ha un prodotto originale. Gli vendi il certificato di proprietà e la trasferisci al proprietario successivo. Se fosse equivalente ad un db classico non avremmo avuto bisogno di bitcoin.
Vedi punto precedente. Il concetto in sé potrebbe anche essere interessante, ma non penso sia stato realizzato in questo caso.


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Si, se tratti le borsette come coin della chain allora è possibile definire chi possiede borsette originali e di conseguenza diventa più difficile farsi fregare con dei falsi. Devi solo fare i modo che i clienti siano in grado di dimostrare il possesso dell'indirizzo e chi compra la borsetta farsi passare il coin/borsetta sul suo indirizzo.
Si, lo davo per scontato e per tutti i vari passaggi.
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Si, se tratti le borsette come coin della chain allora è possibile definire chi possiede borsette originali e di conseguenza diventa più difficile farsi fregare con dei falsi. Devi solo fare i modo che i clienti siano in grado di dimostrare il possesso dell'indirizzo e chi compra la borsetta farsi passare il coin/borsetta sul suo indirizzo.
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https://www.vogue.co.uk/article/lvmh-blockchain

Non mi tocca particolarmente  Smiley, ma questo è un altro caso interessante e di primo piano in cui la blockchain può essere utile, sarà interessante verificarne il successo o meno.

Forse in questo caso visto che si tratta di beni durabili può essere piu semplice rispetto al cibo?

Avevo letto anch'io un articolo che parlava di questa cosa ma secondo me è molto diversa da quella dell'alimentare - come giustamente dici.
Non penso peraltro che la differenza sia data dal fatto che si tratti di beni durevoli quanto dal sistema di produzione, ovvero dal fatto che una borsa LV sia il frutto di enne passaggi diversi (fornitura pelli, concia, taglio, colore, aggiunta accessori, ....)   mentre una scatola di pomodori di Pachino è "subito pronta": prendi i pomodori e li inscatoli. Stop.

Cercherò di fare un esempio per descrivere cosa intendo, riprendendo quel che dicevamo in post precedenti di questo thread.
Supponi di essere un agricoltore che produce pomodori e li venda tramite fornitura ad Auchan (tanto per citare un nome che era emerso da precedenti articoli). Quest'anno ci sono stati problemi e invece di produrre i 100 che avevi garantito di vendere ad Auchan sei riuscito a produrne solo 80. A quel punto fai il furbo e ne comperi sottobanco 20 dal tuo vicino di appezzamento, li marchi come tuoi e li vendi ad Auchan.
Auchan non potrà sospettare nulla: i pomodori sono praticamente indistinguibili dai tuoi e tu avrai anche "dichiarato" in blockchain il fatto che ne hai prodotti 100.
Andando avanti nella catena si arriva al consumatore, che usando l'app verifica l'autenticità quando compera i pomodori e - da quel che può vedere lui - l'app gli dirà che sono autentici e prodotti da te.
La frode sarebbe compiuta e nessuno potrebbe accorgersene.

Veniamo al caso delle borse LV e supponiamo che il "buco" sia nel fornitore delle peli (ma sarebbe la stessa cosa se parlassimo di chi le colora o di altri anelli della catena). Tu invece di fornire 100 pelli dei tuoi pregiati vitelli, quest'anno ne hai allevati solo 80. Di nuovo e come per l'agricoltore, per non incappare in multe da parte di LV ne comperi sottobanco 20 da un altro fornitore e le "marchi" su blockchain come tue.
E si va avanti così nella catena fino alla fine. L'app finale ancora una volta dirà che il prodotto è originale e la pelle fornita da te (cosa falsa), quindi in teoria l'impatto sul cliente sarebbe lo stesso che abbiamo visto per il pomodoro.
C'è però una differenza fondamentale: che il pomodoro è già esso stesso il prodotto finale, per cui aver falsificato la sua provenienza sarebbe una cosa grave (magari il campo del vicino giace su una discarica abusiva!).
Invece il cliente che compera una borsa è attento al fatto che quella debba essere una autentica borsa LV, non gliene importa nulla da dove provenga la pelle. E quella borsa è in effetti prodotta da LV, quindi dal punto di vista del cliente è una borsa che è quel che lui voleva.
E' questa la differenza importante imho, nel sistema di produzione che in un caso è "un unico passo", nel secondo una catena.
Nei pomodori l'originalità della produzione è già praticamente tutto quel che il prodotto deve essere.
Nella borsa no, l'originalità di un anello della catena di produzione è una parte tutto sommato marginale (a patto che non comprometta la qualità del prodotto, cosa che do per scontata perché diversamente sarebbe emersa nei vari controlli di qualità).

Aggiungo - sempre per parlare - che anche nel caso delle borse LV non vedo una grande utilità nel mettere queste cose in blockchain invece che in un db centralizzato: l'app del cliente funzionerebbe benissimo anche leggendo un db centralizzato  Wink
Osservo che:
- i pomodori sono il punto di arrivo nella tua ipotesi, in realtà possono diventare un componente (sugo, piatto preparato, altro prodotto composto, cena servita al ristorante o vacanza con 1/2 pensione ...).
- il contadino che compra 20% dal vicino e dichiara 100 dovrà sostenere il carico fiscale o rischia di vedersi accusato di evasione. Gli conviene?
- che ai clienti LVT non freghi della pelle è possibile, quello che è utile avere per loro è la certezza che registrando la borsa sei sicuro che non ne esista un clone e, se esistesse, lo scoprirebbero.
- se hai un db privato nulla vieta al fornitore di rispondere sempre si. Prodotto originale ... mentre per la blockchain non dovrebbe rispondere, te lo scrivi tu e trasferisci la proprietà al tuo wallet, quando la rivendi trasferisci la proprietà e chi compra ha un prodotto originale. Gli vendi il certificato di proprietà e la trasferisci al proprietario successivo. Se fosse equivalente ad un db classico non avremmo avuto bisogno di bitcoin.

L'unica vera differenza è nel valore del prodotto, un conto è seguire un prodotto che costa 20.000 euro, un altro è seguire quantità fungibili di valore infinitamente minore (a parità di consumo per l'umano ...).

Installare un wallet hardware sulla borsa puo' avere senso, farlo su un pomodoro direi che è al momento problematico e costoso.
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Non mi tocca particolarmente  Smiley, ma questo è un altro caso interessante e di primo piano in cui la blockchain può essere utile, sarà interessante verificarne il successo o meno.

Forse in questo caso visto che si tratta di beni durabili può essere piu semplice rispetto al cibo?

Avevo letto anch'io un articolo che parlava di questa cosa ma secondo me è molto diversa da quella dell'alimentare - come giustamente dici.
Non penso peraltro che la differenza sia data dal fatto che si tratti di beni durevoli quanto dal sistema di produzione, ovvero dal fatto che una borsa LV sia il frutto di enne passaggi diversi (fornitura pelli, concia, taglio, colore, aggiunta accessori, ....)   mentre una scatola di pomodori di Pachino è "subito pronta": prendi i pomodori e li inscatoli. Stop.

Cercherò di fare un esempio per descrivere cosa intendo, riprendendo quel che dicevamo in post precedenti di questo thread.
Supponi di essere un agricoltore che produce pomodori e li venda tramite fornitura ad Auchan (tanto per citare un nome che era emerso da precedenti articoli). Quest'anno ci sono stati problemi e invece di produrre i 100 che avevi garantito di vendere ad Auchan sei riuscito a produrne solo 80. A quel punto fai il furbo e ne comperi sottobanco 20 dal tuo vicino di appezzamento, li marchi come tuoi e li vendi ad Auchan.
Auchan non potrà sospettare nulla: i pomodori sono praticamente indistinguibili dai tuoi e tu avrai anche "dichiarato" in blockchain il fatto che ne hai prodotti 100.
Andando avanti nella catena si arriva al consumatore, che usando l'app verifica l'autenticità quando compera i pomodori e - da quel che può vedere lui - l'app gli dirà che sono autentici e prodotti da te.
La frode sarebbe compiuta e nessuno potrebbe accorgersene.

Veniamo al caso delle borse LV e supponiamo che il "buco" sia nel fornitore delle peli (ma sarebbe la stessa cosa se parlassimo di chi le colora o di altri anelli della catena). Tu invece di fornire 100 pelli dei tuoi pregiati vitelli, quest'anno ne hai allevati solo 80. Di nuovo e come per l'agricoltore, per non incappare in multe da parte di LV ne comperi sottobanco 20 da un altro fornitore e le "marchi" su blockchain come tue.
E si va avanti così nella catena fino alla fine. L'app finale ancora una volta dirà che il prodotto è originale e la pelle fornita da te (cosa falsa), quindi in teoria l'impatto sul cliente sarebbe lo stesso che abbiamo visto per il pomodoro.
C'è però una differenza fondamentale: che il pomodoro è già esso stesso il prodotto finale, per cui aver falsificato la sua provenienza sarebbe una cosa grave (magari il campo del vicino giace su una discarica abusiva!).
Invece il cliente che compera una borsa è attento al fatto che quella debba essere una autentica borsa LV, non gliene importa nulla da dove provenga la pelle. E quella borsa è in effetti prodotta da LV, quindi dal punto di vista del cliente è una borsa che è quel che lui voleva.
E' questa la differenza importante imho, nel sistema di produzione che in un caso è "un unico passo", nel secondo una catena.
Nei pomodori l'originalità della produzione è già praticamente tutto quel che il prodotto deve essere.
Nella borsa no, l'originalità di un anello della catena di produzione è una parte tutto sommato marginale (a patto che non comprometta la qualità del prodotto, cosa che do per scontata perché diversamente sarebbe emersa nei vari controlli di qualità).

Aggiungo - sempre per parlare - che anche nel caso delle borse LV non vedo una grande utilità nel mettere queste cose in blockchain invece che in un db centralizzato: l'app del cliente funzionerebbe benissimo anche leggendo un db centralizzato  Wink



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Non mi tocca particolarmente  Smiley, ma questo è un altro caso interessante e di primo piano in cui la blockchain può essere utile, sarà interessante verificarne il successo o meno.

Forse in questo caso visto che si tratta di beni durabili può essere piu semplice rispetto al cibo?
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