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Topic: ALPS BLOCKCHAIN: mining in Italia da energia 100% rinnovabile - page 2. (Read 1252 times)

legendary
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Era da un pò di tempo che non aggiornavo questo thread.
Vi aggiorno con due interventi dei fondatori di Alps sui media nazionali:

Francesca Failoni a "Next Generation" podcast de "IlSole24Ore".

Francesca, dalle centrali idroelettriche dismesse alle criptovalute green

Quote
Francesca Failoni, 23 anni, è cofondatrice di Alps Blockchain, un'azienda nata per realizzare, nelle centrali idroelettriche abbandonate, centri di calcolo per produrre criptovalute attraverso energia pulita. Un ponte tra finanza e sostenibilità, grazie ad un'idea alcuni anni fa seguendo un evento al Festival dell'economia di Trento.

Francesco Buffa a SKYTG24:



Consiglio l’ascolto/visione.
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Grazie mille Francesca.
Come sempre molto disponibile e chiara.
Confermi quindi la “bontà” del vostro business plan, che quindi aveva dei consistenti margini di tolleranza, se in questo scenario ancora i vostri miner hanno le macchine accese.
Siccità a parte, ovviamente quello è un problema industriale tipico dell’attività dei miner intesi come produttori di energia.
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Risponde come aggiornamento a qualche domanda che ho letto. I nostri produttori sono ancora nei margini dei business plan, in quanto siamo stati molto conservativi con i dati. Inoltre sono ben consapevoli che ci sono momenti di alto e basso di mercato, quindi ne sono coscienti prima di fare l’investimento.
Questo è un buon momento per investire, in quanto i miner costano meno e ha senso essere pronti con i miner accesi quando il mercato sarà bullish, utilizzando però sempre i macchinari più efficienti, in modo da essere gli ultimi a spegnere. Infatti anche in questo momento i nostri produttori non stanno spegnendo, perché hanno i miner efficienti (s19j pro con firmware per overclocking) e energia comunque a basso costo grazie al decreto sostegni ter. L’unico problema è la siccità, che fa spegnere qualche miner per mancanza di energia.
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mi stavo chiedendo: come procede il loro progetto con la carenza idrica?
in questi giorni avevo letto che c'erano degli impianti idroelettrici enel fermi.

Avevo letto, credo su Bitcoin Italia, che molti miner fossero fermi a causa del basso livello di flusso idroelettrico, più che per il basso prezzo di bitcoin, o l’alto prezzo al quale potrebbero vendere l’energia.
Certamente siamo nello scenario peggiore possibile: tre condizioni avverse contemporaneamente.

Magari Francesca Failoni ci risponderà…
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mi stavo chiedendo: come procede il loro progetto con la carenza idrica?
in questi giorni avevo letto che c'erano degli impianti idroelettrici enel fermi.
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Segnalo questo interessante meet-up organizzato da BEN Blockchain Education Network sull’impatto ambientale del mining:



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Meetup online del 17 maggio 2022, organizzato dall'associazione BlockchainEdu (BEN Italia).

Stato attuale del mining di Bitcoin, consumo energetico e impatto sull'ambiente. Soluzioni e possibili scenari futuri.

Relatori:

- Federico Tenga (COO & Co-founder at Chainside)
- Cristian Bovino (Technology & Operations at E2BS)
- Francesca Failoni (CFO at Alps Blockchain)
- Francesco Simoncelli (Scrittore e divulgatore at Scuola Austriaca)
- Stefano Cirillo (CEO & Co-founder at BitViking)



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Articolo in inglese comparso su CoinDesk: la fama di AB comincia ad espandersi anche all'estero.


Grazie mille!
Ottimo articolo. Proverò ad aggiungere qualche contenuto da questo articolo in OP.
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Articolo in inglese comparso su CoinDesk: la fama di AB comincia ad espandersi anche all'estero.

https://www.coindesk.com/layer2/miningweek/2022/03/25/how-northern-italian-hydropower-producers-became-bitcoin-miners/
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Una simpatica intervista (...) al CFO di Alps Blockchain Francesca Failoni ed al CEO Francesco Buffa.



Interessante la parte di Francesco Buffa, che spiega come fosse un obiettivo della società il recupero di strutture, competenze ed imprenditorialità che rischiava di andare persa.


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Ottimamente.

Unica cosa, ma forse e' sfuggita, ero curioso di non sentire con ALPS, che potrebbero essere di parte nel difendere un loro progetto,

ma piuttosto proprio con qualcuno di quelli che ha davvero tirato fuori i soldi per i miner.

Purtroppo non conosco nessuno che ha ache fare con loro come “cliente”.
Se anche lo conoscessi magari sarebbe difficile trovare informazioni senza violare quel minimo di OpSec che mi sono imposto.
Insomma, difficile.
Ma è una sfida per Fillippone
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Ho sfruttato i tanti vituperati social alternativi a questo, per provare a contattare Francesco Buffa e Francesca Failoni.
Ecco come é andata:


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@francyfailoni @Fbuffa97 : hashrate ai massimi, costo energia ai massimi, bitcoin che scende. Che impatto ha questo scenario rispetto a quanto prospettato ai vostri clienti al momento dell’investimento? Siamo già nel worst case? I miner hanno possibilità di rientrare dell’investimento?

A questa domanda ha risposto Francesca Failoni
Quote
I miner sono i più efficienti sul mercato in questo momento, quindi questo consente di essere gli ultimi a spegnere le macchine. L’energia per i produttori non è un costo perché la producono, ma un costo opportunità, quindi in realtà sono molto felici di avere energia alta per la quota immessa in rete e mining comunque buono se confrontato all’energia. Quindi molti stanno approfittando di questo incremento di liquidità per fare impianti.
Noi nei Bp siamo sempre molto conservativi, quindi tra l’altro non siamo nel worst case, all’estero poi il problema non tocca minimamente.
Inoltre, non so se hai visto la notizia recente, ma verrà calmierato il prezzo dell’energia immessa in rete dal 1 febbraio, cambiando il panorama a livello di produttori

Quindi, a parte qualche incomprensione (con miner io intendevo i loro clienti minatori, non le macchine specifiche, oltre al riferimento al costò opportunità che era esattamente l’accezione che consideravo io), direi che Failoni conferma il quadro positivo.
Il business plan di Alps era stato fatto in modo molto conservativo. Il fatto di avere miner di nuova generazione ha senz’altro aiutato la profitabilità.
Il successo dell’operazione é comunque confermato, a mio avviso, dal fatto che siano riusciti a soddisfare la richiesta da parte dei produttori di ASICS di programmare grossi volumi di acquisto di macchine per i mesi futuri. Se i risultati non fossero positivi, sarebbe stato ben difficile riuscire a convincere i loro clienti a sottoscrivere un impegno cosi gravoso.




Ottimamente.

Unica cosa, ma forse e' sfuggita, ero curioso di non sentire con ALPS, che potrebbero essere di parte nel difendere un loro progetto,

ma piuttosto proprio con qualcuno di quelli che ha davvero tirato fuori i soldi per i miner.

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Ho sfruttato i tanti vituperati social alternativi a questo, per provare a contattare Francesco Buffa e Francesca Failoni.
Ecco come é andata:


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@francyfailoni @Fbuffa97 : hashrate ai massimi, costo energia ai massimi, bitcoin che scende. Che impatto ha questo scenario rispetto a quanto prospettato ai vostri clienti al momento dell’investimento? Siamo già nel worst case? I miner hanno possibilità di rientrare dell’investimento?

A questa domanda ha risposto Francesca Failoni
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I miner sono i più efficienti sul mercato in questo momento, quindi questo consente di essere gli ultimi a spegnere le macchine. L’energia per i produttori non è un costo perché la producono, ma un costo opportunità, quindi in realtà sono molto felici di avere energia alta per la quota immessa in rete e mining comunque buono se confrontato all’energia. Quindi molti stanno approfittando di questo incremento di liquidità per fare impianti.
Noi nei Bp siamo sempre molto conservativi, quindi tra l’altro non siamo nel worst case, all’estero poi il problema non tocca minimamente.
Inoltre, non so se hai visto la notizia recente, ma verrà calmierato il prezzo dell’energia immessa in rete dal 1 febbraio, cambiando il panorama a livello di produttori

Quindi, a parte qualche incomprensione (con miner io intendevo i loro clienti minatori, non le macchine specifiche, oltre al riferimento al costò opportunità che era esattamente l’accezione che consideravo io), direi che Failoni conferma il quadro positivo.
Il business plan di Alps era stato fatto in modo molto conservativo. Il fatto di avere miner di nuova generazione ha senz’altro aiutato la profitabilità.
Il successo dell’operazione é comunque confermato, a mio avviso, dal fatto che siano riusciti a soddisfare la richiesta da parte dei produttori di ASICS di programmare grossi volumi di acquisto di macchine per i mesi futuri. Se i risultati non fossero positivi, sarebbe stato ben difficile riuscire a convincere i loro clienti a sottoscrivere un impegno cosi gravoso.

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Questo intendevo quando chiedevo se quelli che hanno messo i soldi (CHE NON SONO QUELLI DI ALPS)
erano ben coscienti dei rischi. E sarebbe bello chiederlo non ad alps, ma a quelli che hanno investito i milioni.



Aggiungiamo al mix letale anche l’alto costo dell’energia. Provo ad indagare, vediamo se Failoni, sempre molto disponibile, si scuce un pochetto.
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Interessante iniziativa.

Mi lascia perplesso solo questo punto:



7.Che genere di accordo avete con i clienti? Le revenues da mining sono incerte per natura. Chi si assume il “rischio”?
Quote
Il rischio è di chi ha acquistato i miner. Noi compriamo la potenza di calcolo prodotta a prezzo di mercato e a nostra volta la rivendiamo.



Praticamente il cliente si assume tutti i costi per l'acquisto delle attrezzature, e anche i costo diretti e indiretti
(costo del progetto che non sara' fatto gratis, manutenzione, raffreddamento, rotture, gestione, amministrativi, controllo, ecc..)

Anche supponendo un costo zero della corrente, resta tuttavia un bel rischio, sopratutto se uno
non e' ben addentro al mondo delle crypto.

Inoltre non capisco perche' una volta che uno ha fatto tutto questo impianto, debba passare da un intermediario
che "compra la potenza di calcolo ai prezzi di mercato" (ma ci fara' un pochino di cresta, come e' normale per qualsiasi attivita',
e non possa collegarsi direttamente alla mining pool che da' i ritorni migliori... o magari si?



Quando esposi questi dubbi era il 2 settembre, il prezzo di bitcoin era circa 49.000$ e l'hashrate era 125 ExaH
Oggi (meno di 5 mesi dopo) il prezzo e' circa 34.000$ e l'hashrate  circa 200 ExaH

Quindi la difficolta' e' quesi raddoppiata e il prezzo e' diminuito del 30% circa.

In pratica in meno di 5 mesi, la redditivita' e' gia' meno della meta'  (sempre senza contare i costi fissi ecc)

In questo genere di affari, alps ci guadagna, con l'intermediazione della potenza di calcolo, anche in un periodo come questo,
magari meno,ma continua a guadagnarci , non avendo praticamente sostenuto quasi nessun costo fisso.
mentre quelli che ci ha messo i soldi dell'impianto possono' facilmente vedere il break-even allontanarsi e/o sparire per sempre.

Questo intendevo quando chiedevo se quelli che hanno messo i soldi (CHE NON SONO QUELLI DI ALPS)
erano ben coscienti dei rischi. E sarebbe bello chiederlo non ad alps, ma a quelli che hanno investito i milioni.







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I ragazzi di ALPS Blockchain soon stati parecchio arriving ultimamente sui social.

Faccio un riassunto delle cose che hanno detto:

  • La centrale di Valstagna avrà una terza “Valstagna Windows”
  • é confermata la costruzione di una centrale, non ci sono ulteriori dettagli, da 600 miner
  • Nell’ intervista ai ragazzi di PoliTO il CFO Failoni ha detto che il loro fornitore di ASICS, Bitmain, ha richiesto un impegno ad acquistare 300 miner al mese per 12 mesi. Questo impegno é dovuto alla necessità di garantire un flusso di ordini programmato alle fonderie TMSC che a causa dello shortage di chip richiede ordini enormi ai propri clienti. Quindi é dovuto maggiormente alla necessità di programmare le consegne in un momento di “collo di bottiglia” nella supply chain, piuttosto che ad una dinamica intrinseca dell’ industria del mining.
  • ALPS Blockchain ha parlato con Edison HYDRO, quindi stanno cercando nuovi partner, sempre nel mondo dell’energia idroelettrica (Edison é però parte del Gruppo EDF, che in Francia ha parecchie centrali nucleari)
  • ALPS BLOCKCHAIN ha chiuso il primo  deal con un Comune Italiano.

    Criptovalute «Val di Non Dop»: centrale idroelettrica del Trentino farà mining
    Quote
    Il 31 dicembre alle 15,30 la Giunta comunale si è riunita attorno al sindaco Daniele Graziadei e ha approvato l’ accordo con l’Idm di Trento per la fornitura di 20 supercomputer da installare nella centrale elettrica la quale, con i lavori condotti in estate per 70mila euro, è stata adeguata per accogliere il centro di supercalcolo della potenza di 100 terahash e del costo di 132mila euro, Iva esclusa. Il costo del noleggio del centro per il mining viene fissato in euro 2,78 per ciascun giorno. La potenza di calcolo dei 20 supercomputer sarà rivenduta a un corrispettivo di 0,10 centesimi per terahash al secondo.
  • Un paio di altre foto dalle loro centrali:

    Un rack in una centrale in Valle D’Aosta…
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    Una bella intervista con Francesca Failoni sull'attività di Alps Blockchain con i ragazzi di BitPoliTO.



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    Interessantissima chiacchierata fatta da Gio e Gabbo con Francesca Failoni CFO e Co-founder presso Alps Blockchain srl e Idromine Srl.
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    I nostri eroi compaiono su repubblica:

    I due ventenni che resuscitano le centrali idroelettriche: oltre all'energia, ora producono Bitcoin

    Versione senza paywall

    L’articolo é quello che é, ma si leggono alcuni interessanti update sull’ attività di Alps:

    Quote

    La Alps Blockchain di Trento, nata tre anni fa, ne ha messi in piedi già 18 dislocati in tutto l'arco alpino ma anche in regioni come Toscana e Liguria e intende arrivare a 32 entro luglio, con un fatturato che dovrebbe superare i 15 milioni di euro.


    Quote
    Stando la compagnia creata da Francesca Failoni, le 18 centrali che hanno comprato una Alps farm impiegano dal 30% al 70% della corrente prodotta per alimentarli con un aumento delle entrate del 100%. La potenza di calcolo, del resto, si paga molto di più dell'energia. Per questo le previsioni di crescita della Alps Blockchian sono tanto rosee, al punto che sta costruendo una sua centrale idroelettrica a Cogne, in Val d'Aosta.

    Espansione verticale, rilevando  una vecchia centrale a Cogne. Potrebbe essere la Centrale di Lillaz?
    @ffailoni puoi darci qualche info aggiuntiva?

    newbie
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    Istintivamente a me questi progetti piacciono di per sé, poi ovviamente c'è da fare tutte le considerazioni e le valutazioni del caso. Però a parita di parametri e a punti fermi, a valori attuali, sarebbe stato interessante capire un capitale iniziale a base 100 in quanti enne anni si sarebbe "recuperato" prima dei profitti. Tutto come ipotesi ma un business plan a due anni su questi progetti a me sembra un po' tirata come valutazione. Ma non sono del mestiere, quindi...

    Il tuo articolo è scritto benissimo, se sei di passione/professione giornalista ti faccio i miei complimenti! Purtroppo il 90% dei tuoi "colleghi" è illegibile, ammesso che sappiano di cosa parlino.

    In questo momento i nostri clienti rientrano in periodi veramente brevi, abbiamo fatto impianti a febbraio 2021 che si sono già interamente ripagati. Non è sempre così, quindi noi cautelativamente consideriamo i 2 anni, per progetti che hanno una durata di 4 anni. Questi rientri brevi sono anche sostenuti dal fatto che il nostro lavoro non è fare i rivenditori di miner, quindi non speculiamo sul prezzo di vendita. Ci interfacciamo come partner per i produttori, e il nostro lavoro non è guadagnare sulla vendita iniziale, ma fare progetti che siano profittevoli e durino nel tempo.
    legendary
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    Devo dire che come forma di "tacchinamento" è originale!   my compliments !  Grin

    Ahah, no, tranquillo, a parte i 50 anni di differenza di età, navigando su internet si scoprono anche cose rivelatorie sotto questo punto di vista! Nulla da fare!

     Grin  FB is your friend! 

    fine OT va.....

    legendary
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    Devo dire che come forma di "tacchinamento" è originale!   my compliments !  Grin

    Ahah, no, tranquillo, a parte i 50 anni di differenza di età, navigando su internet si scoprono anche cose rivelatorie sotto questo punto di vista! Nulla da fare!
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