Alcune osservazioni sul rapporto rischio - ritorno in un investimento in bitcoin da parte di PlanB (lo stesso che ha proposto lo
Bitcoin Stock-to-Flow (S2F) model):
https://medium.com/@100trillionUSD/efficient-market-hypothesis-and-bitcoin-stock-to-flow-model-db17f40e6107secondo il modello qui proposto, il succo è che il mercato avrebbe sovrastimato in passato i rischi e starebbe sovrastimando anche attualmente i rischi futuri legati a un investimento in bitcoin. Ai più esperti lascio la parola per i commenti.
Historical risk & return data of bonds, gold, stocks and bitcoin, shows that bitcoin markets overestimated risk. Bitcoin return was not in line with risk, but very much in line with S2F model. Bitcoin options and futures markets do not expect rising prices at or after next halving. It is possible that markets still overestimate future risks.
My conclusion is that bitcoin markets are indeed reasonably efficient and price in S2F model, but also overestimate risk. Therefore, I prefer using S2F model over a classic risk & return model to forecast future bitcoin price.
L'argomento è molto interessante dal mio punto di vista.
Non sono un grande amante dello S2F, perchè un modello che fa dipendere il prezzo dall' inflazione programmata (e quindi dall'offerta) perde di vista quello che secondo me è il principale fattore dell'evoluzione del prezzo: la domanda.
L'elemento più importante dell'inflazione di btc è che sia programmata. E' che nessuno possa arbitrariamente modificarla e che sia nota a priori. Questo è importantissimo perchè permette la qualificazione di btc come hard-money .
Ma, detto questo, i bitcoin per me non hanno valore perchè sono scarsi, hanno valore perchè sono utili. Innanzitutto non è vero che sono scarsi perchè i satoshi in circolazione sono quadrilioni, ma soprattutto perche, al di là di questo, esistono molti esempi di oggetti nel mondo che sono scarsi ma che non hanno valore, semplicemente perchè non servono a niente, e quindi non ne esiste domanda.
D'altro canto dire che ha molto valore solo perchè è raro, lo fa assomigliare ad una specie di bene di lusso o da collezione, un francobollo raro che si acquista solo per poter dire "io ce l'ho". Non è questo.
Nei paesi del terzo mondo nessuno colleziona francobolli rari, eppure vengono acquistate quantità spropositate (in relazione al reddito disponibile) di questi token digitali, in misura molto superiore a quanto non venga fatto nei paesi più ricchi, se rapportiamo tutto alle possibilità economiche e soprattutto alle motivazioni e finalità con cui vengono acquistati.
Il Ghana, un povero e semisconosciuto Paese dell'Africa sub-sahariana ha avuto recentemente questa evoluzione nella domanda di bitcoin:
Domanda REALE perchè fatta su Exchange decentralizzati sui quali non esiste leverage,non esistono derivati, non esistono volumi finti. Si compra solo in cambio di moneta fiat o equivalente di moneta fiat (le gift card).
Domanda soprattutto che (come accade un pò ovunque in Sud America e Africa) ha una naturale correlazione inversa con il prezzo e che quindi allontana bitcoin dal concetto di bene di Veblen (
https://en.wikipedia.org/wiki/Veblen_good )
Pensate forse che se i bitcoin previsti fossero 800 miliardi invece che 21 milioni oppure se non fosse previsto halving e l'offerta fosse sempre la stessa, cambierebbe qualcosa nella domanda di btc in Argentina, Ghana o Venezuela? Qui non vengono acquistati perchè sono RARI, vengono acquistati perchè SERVONO.
Servono per cose a cui nessuno aveva mai pensato sarebbero serviti, come usarli come tramite al solo scopo di mantenere un cambio reale tra dollaro e valute locali (
https://bitcointalksearch.org/topic/m.53419462 ).
A quante cose serviranno che ancora nessuno ha previsto?
La cosa da chiedersi è quindi quante persone ne potranno trarre una utilità in relazione al fatto che attualmente sono usati dall'1-2% della popolazione mondiale. O in relazione al fatto che il mondo che ci aspetta sarà un mondo dove la moneta al portatore sarà bandita e ogni transazione rigidamente controllata. Dove le monete fiat entreranno in conflitto tra loro e saranno sempre più asservite al finanziamento della liquidità e della crescita come strumenti per conseguire consenso politico. O dove l'inevitabile ritorno di fiamma dell'inflazione forse non si limiterà a qualche staterello alla periferia del mondo.
E qui quindi torniamo alla discussione sulle caratteristiche intrinseche ed uniche di questo bene su cui abbiamo parlato a fiumi su queste pagine (neutralità, privacy, programmabilità, teletrasportabilità, contante digitale, resistenza alla censura e alla confisca...l'elenco è lungo) e su cui ritengo inutile tornare.
Se mi permettete l'angolo dell'humor, altre hard-money qualche problema da questo punto di vista ce l'hanno
https://www.ndtv.com/delhi-news/chinese-woman-arrested-at-delhi-airport-for-smuggling-gold-in-rectum-2160365A dire il vero non sono un gran fan nemmeno dell’EMH (efficient market hypothesis), l’altro argomento di cui si discute nel post.
L’EMH banalmente dice che i mercati già prezzano al loro interno tutte le notizie che conoscono.
Quindi l’halving non avrebbe nessun effetto perché noto da sempre e il suo effetto “benefico” sul prezzo (la riduzione dell’offerta) è gia incluso nel valore attuale.
Mi verrebbe da dire che l’esatta emissione dei bitcoin si conosce dal 2009, quindi fin dal 2009 (quando valevano zero) avrebbero dovuto incorporare gli effetti positivi di tutti gli halving.
In realtà l’EMH ignora tre cose:
1)Le persone non hanno disponibilità economiche infinite. Io vorrei adesso comprare molti più btc di quanti ne sto comprando, ma semplicemente non posso permettermeli. Con i miei redditi futuri acquisterò probabilmente altri btc, magari anche dopo l’halving.
La mia domanda futura di btc quindi non è in parte incorporata nel prezzo di adesso nonostante io sia a conoscenza degli halving. E come la mia chissà quella di quanti altri
2)Gli acquirenti futuri che ancora non conoscono bitcoin e che ne verranno a conoscenza dopo l’halving. La loro domanda si manifesterà solo ad halving avvenuto
3)L’EMH Ignora...gli “ignoranti” cioè coloro che sanno già di bitcoin, lo stanno magari comprando pure, ma non sanno cosa sia l’halving (e non crediate che siano pochi). La loro domanda attuale non sconta questo evento futuro semplicemente perché la loro non è una conoscenza “perfetta”, che viene data per scontata da questo tipo di teorie ma scontata non è.
1, 2 e3 sono elementi che, a parità di altre condizioni, avranno un effetto positivo sul prezzo perché si “scontreranno” con una produzione giornaliera che sarà di 900 btc al giorno e non più di 1800.
Quindi secondo me non è vero che l’halving è interamente prezzato, anche se è un evento noto.
E anche vero che un bene con l’offerta al 100% rigida rispetto alla domanda come Bitcoin non è mai esistito nella storia ed è quindi difficilmente stimabile la sua dinamica future con teorie nate molti anni prima del 2009.
Anche l’oro è un bene con l’offerta rigida e con un alto stock-to-flow, ma l’offerta d’oro è in parte funzione della domanda: la produzione aumenta quando la richiesta sale (
https://en.wikipedia.org/wiki/Peak_gold#/media/File:World_Gold_Production_1900-2014.png )
Con Bitcoin questo è impossibile ed un aumento delle richieste si riversa al 100% sul prezzo se non è assorbibile dalla offerta di unità già inglobate nello stock.
Esiste poi l’elemento del rischio, che è l’ultimo considerato nel post di PlanB.
Anch’io penso che il mercato sovrastimi molti dei rischi connessi a btc, e soprattutto sottostimi i rischi legati a tutto il resto.
Bisogna anche chiedersi quanto la volatilità sia una misura corretta del “rischio”. Come sanno tutti gli hodlers di lunga data la volatilità è stato finora un rumore di fondo, un elettrocardiogramma pazzo in un contesto di crescita . Spesso indotta artificialmente per approfittare delle mani deboli di molti sprovveduti.
Anche qui probabilmente la difficoltà a intercettare certe dinamiche sta nella novità del fenomeno: non è mai esistito un bene con un prezzo così volatile nel breve periodo e che però al tempo stesso si sia così prezzato nel lungo. Se Bitcoin è davvero un salto di paradigma , il rischio non si misura con la volatilità che è implicita in un processo di adozione fatto di strappi, di salite rapide e ricadute repentine.
PlanB ama mostrare spesso questo grafico
Un investimento fatto da 99% cash e 1% Bitcoin avrebbe avuto un ritorno (misurato in termini di ricavo medio, asse delle y) leggermente superiore a quello fatto in S&P500 (il principale indice di Borsa USA) a fronte di un rischio ben inferiore (misurato in termini di perdita annuale massima, asse delle x).
In realtà il grafico contiene una dettaglio non di poco conto (scritto in fondo) che potrebbe essere fortemente contestato: l’arco temporale di un confronto del genere dovrebbe essere lo stesso, mentre per Bitcoin+cash sono gli ultimi 10 anni e per l’indice di Borsa addirittura gli ultimi 64. Si confrontano un po' mele con pere.
Se fosse stato preso in considerazione anche l’andamento di borsa USA degli ultimi 10 anni il risultato sarebbe stato un po' diverso (S&P500 ha avuto un ritorno medio di oltre il 35% nel periodo in cui è stato in vita btc)
Ma soprattutto l’esempio 1)non considera il rischio insito nel possedere fiat in forma cash solo perché negli ultimi 10 anni l’inflazione è stata molto bassa. E’ molto improbabile che lo sarà anche in futuro 2)Non considera che, anche ad essere ultra ottimisti , la crescita percentuale del prezzo bitcoinè IMPOSSIBILE che sia costante o addirittura esponenziale. Anche ad avere la maggiore fiducia possibile nel processo di adozione di massa di Bitcoin infatti, la crescita avverrà secondo l’adozione da curva S con un pattern che non potrà che essere logaritmico e quindi meno che proporzionale (per approfondimenti si veda l’eccezionale lavoro di questo trader qui
https://twitter.com/davthewave )
Interessante è invece il fatto che il rischio non venga considerato solo in termini di volatilità ma anche in termini di rischi “sistemici” della rete Bitcoin, quali ad esempio:
Ecco in questo caso sono d’accordo: il mercato sta sovrastimando questi pericoli. Potremmo discuterne nel dettaglio a fondo ma secondo me di quelli elencati sopra non ce n’è uno che rappresenti una reale minaccia per la rete bitcoin (a parte il primo che è un pò tautologico: bitcoin muore perchè...muore
)
Infine il discorso derivati: secondo l’articolo il fatto che né opzioni né futures prevedono balzi in avanti di prezzo dopo maggio è un po' la riprova della sopravvalutazione del rischio.
Io però non credo che futures e opzioni devono essere visti come strumenti previsionali del futuro. Se si creasse un divario con il prezzo spot si avrebbero infatti possibilità di arbitraggio che riporterebbero in equilibrio i due mercati. Futures e opzioni sono invece strumenti utili per un maggior corretto allineamento tra prezzo e valore di lungo periodo. In questo ha ragione l’EMH