L'altra cosa positiva è che il numero dei nodi, a differenza dell'hash rate, è ancora più "rigido" rispetto al prezzo.
Tra dicembre 2017 e dicembre 2018 (ultimi massimo e minimimo di prezzo) il prezzo è calato dell'85%, ma il numero di nodi di circa un terzo.
Quindi il grado di decentralizzazione della rete risente in modo meno che proporzionale del crollo di valore. Ed è anche una conseguenza logica visti i bassi costi di eseguire un nodo e invece gli enormi ritorni indiretti che gli utenti (possessori di bitcoin) hanno a garantire un sufficiente grado di decentralizzazione della rete.
Dalla decentralizzazione dipendono tutte le virtù di bitcoin (resistenza alla censura, inconfiscabilità, neutralità della transazione...).
Su questo ultimo aspetto ho maturato una posizione un pò diversa.
Come sapete tutti, anche dal messaggio in firma, ho un nodo bitcoin.
Le ragioni per avere un nodo bitcoin le conoscete tutti, e se proprio volete dare loro una ripassata si trovano proprio nel primo capitolo della mia guida.
La realtà però è un pò diversa, a mio parere.
I nodi "passivi" quelli usati per hodlare e fare relay delle transazioni, quelli accesi tutto il giorno senza fare "niente", come il mio dopotutto, servono a poco nell'ecosistema della rete bitcoin.
I nodi che danno un contributo attivo alla rete sono i nodi usati dai "merchant" ovvero quelli dai quali si "generano" le transazioni, quelli sui quali vengono verificate le transazioni di chi scambia bitcoin per beni o servizi.
Sono questi i nodi che fanno un effettivo enforcement delle regole del protocollo bitcoin, perchè sono quelli che obbligano chi voglia fare una transazione di bitcoin ad accettare le regole del nodo stesso, pena la non validità della transazione medesima.
Poniamo per assurdo che la rete decida di alzare il limite di bitcoin a 30 milioni.
Possono esserci anche 200,000 nodi passivi, ma se chi fa effettivamente gli scambi (payment processor, exchanges e forse anche miners) decidono di fare enforcing di quelle regole, allora quello sarà il bitcoin. Il relay delle transazioni avverrebbe ugualmente anche con un numero di nodi molto più limitato di quello attualmente in produzione, senza averne troppo nocumento. In compenso una rete di nodi "fedele all'originale", ma senza attori finali, sarebbe necessariamente senza troppe speranze.
In occasione degli ultimi fork abortiti, tipo quello di swgwit2x ad esempio, il fallimento di questi fork non è stato dato dal numero di spropositato di nodi che hanno segnalato il NO al fork medesimo, ma fondamentalmente dal "fallimento" dei future sul prezzo del bitcoin dopo il fork, che ha dimostrato come sarebbe stato economicamente un suicidio attivarlo.
I benefici di un nodo passivo sono quindi minimi sotto questo aspetto di "tutela delle regole di bitcoin". Rimangono ovviamente validi tutti gli altri motivi, compresi soprattutto quelli che riguardano la privacy transazionale, soprattutto se usati tramite TOR.
Unpopular opinion, spero di avere chiarito meglio il mio parere: mi sono scontrato anche io con questa "amara verità".