Non so fino a che punto regga il paragone con Robinhood/Game Stop: qui non si tratta solo di mettere d'accordo e coordinare un gruppo di persone per un'operazione short su un certo asset, ma di accompagnare il tutto con un'azione interpretabile come un sabotaggio attivo sullo stesso strumento. E, visti gli interessi in gioco, il rischio è che qualcuno venga a cercarti per presentarti il conto dei danni. Gente che può permettersi le parcelle di costosi studi legali internazionali.
Mmmm, di quale reato accusare? sotto quale giurisdizione ?
Questi sono mercati non regolamentati, non credo esistano leggi a protezione di atti di questo tipo.
Aggiungo: se anche fosse alla luce del sole la volontà di attaccare Eth, lo spirito (dichiarato, tra l'altro) sarebbe quello di attaccarlo perché ritenuto debole. Lo si ritiene debole, si cerca di dimostrare che lo è, lo si attacca.
A posteriore avrai avuto ragione? ti sarai portato a casa il gruzzoletto derivante dallo short. Avrai avuto torto? in questo caso avrai perso tutti gli Eth investiti.
Spiegami che differenza ci potrebbe essere dal punto di vista del rischio legale tra un attacco dichiarato di questo tipo e quello avvenuto nel 92 quando Soros attaccò Lira e Sterlina, avendone ragione. Lo ha fatto perché le giudicava deboli, ovvio. Ed ha vinto:
https://it.wikipedia.org/wiki/Mercoled%C3%AC_nero
E' stato chiamato in causa da qualcuno ? non mi risulta, anzi tutti si sono dichiarati ammirati da questa sua visione.
Non c'entra che Ethereum non sia su un mercato non regolamentato, è un protocollo pubblico usato per realizzare applicazioni, attorno alle quali si è sviluppata un'economia, così come lo sono i protocolli di rete alla base del web. Allora un conto è dire: ma quel protocollo fa cagare di suo, quindi quelle applicazioni non sono affidabili, un conto è sfruttarne le vulnerabilità creando uno strumento al preciso scopo di fare danni e/o trarne un vantaggio (che evidentemente avverrà a scapito di qualcun altro).
Quando si scopre una vulnerabilità in un software, esistono delle linee di condotta che distinguono l'ethical hacker dal black hat. Se la vulnerabilità viene sfruttata lanciando un exploit in the wild, in conseguenza del quale qualcuno si ritiene danneggiato, quel qualcuno potrebbe cercare di identificare l'attaccante/i e rivalersi nei suoi confronti. Che è poi quello che è successo in diversi casi di hack di piattaforme defi. Altrimenti non si spiega come mai chi è riuscito recentemente a compiere un hack da 600M di $ si sia "pentito" e abbia deciso di restituire tutto. Forse perché ha avuto paura delle conseguenze legali? Altrimenti sarebbe da pazzi rinunciare a un bottino simile:
https://www.theverge.com/2021/8/23/22638087/poly-network-600-million-stolen-crypto-hack-restored-defi
Gli attacchi contro la Lira, o altre valute deboli, come nel caso Robinhood discusso prima sono una cosa diversa, perché avvengono esclusivamente sul piano finanziario e non comportano hackeraggi dei sistemi che tecnicamente permettono di scambiarle.
Chiarisco comunque che io non sto affermando con certezza che quello di cui si sta discutendo qui sia un reato, non sono un giurista, ma solo che potrebbe succedere di doverlo dimostrare davanti a un giudice. Per cui andrebbe introdotto anche questo rischio nella valutazione sull'opportunità di dar seguito alla cosa.