concordo parzialmente. E' vero oggi che il merchant "spalma" i costi delle commissioni delle carte di credito su i suoi prodotti/servizi; ciononostante è altresì vero che il consumer con il vostro servizio (nel caso di pagamento in btc), sarà obbligato, per forza di cose, a pagare sia le commissioni applicate dal commerciante (per "ripagare" quelle per la gestione del pos/carte di credito, che, in ogni caso, sono obbligati ad avere) sia quelle applicate da voi (arbitraggio su prezzo).
In sintesi: il consumatore "pagherà", invece che una sola commissione, due commissioni
Tuttavia sono fiducioso che, nel tempo, i consumatori saranno "educati" alla gestione di btc e che, per riflesso, i commercianti inizieranno a pretendere che i costi, per la gestione della moneta elettronica, siano sempre più contenuti.
E' solo una questione di domanda ed offerta !
Il commerciante potrebbe essere incentivato a fare degli sconti per i pagamenti in bitcoin sapendo che su quegli importi non ha altri costi di incasso, anche se naturalmente tutto è a discrezione.
concordo
Pure io.
Vi faccio un esempio: Recentemente, un commericante ci ha detto che con Paypal, tra commissioni e frodi, ha un costo di circa 13%..... Oltre all'inconveniente di avere i fondi bloccati per contestazioni più o meno plausibili.
Ora, se lo stesso commerciante offrisse uno sconto del 5% per pagamenti BTC anziche paypal, sarebbe un risparmio per tutti
C'è un problema che, forse, stiamo sottovalutando: il chargeback.
Paypal e i gli altri circuiti di pagamento (compresi quelli bancari: tipo bonifici etc.) assicurano i consumatori che, nel caso di frode/i, i soldi, per una certa transazione X, saranno prontamente restituiti.
Credo che i costi, sostenuti dagli intermediari, per gestire ed eseguire i rimborsi sono, attualmente, a carico del merchant ( e "coperti" da una piccola percentuale della commissione applicata dal circuito di pagamento, per ogni transazione, a quest'ultimi).
Come pensate di gestire la problematica del chargeback nel vostro sistema ?
Un consumatore alpha accetterà di essere, nel caso, rimborsato in fiat (e non in btc) anche se il bitcoin, nell'arco temporale successivo al pagamento, avrà,. ad es., raddoppiato il suo valore ?
Fermo restando che nel mondo ogni anno ci sono 100 miliardi di $ di frodi con le carte.... tutti costi che alla fine vengono pagati dal consumatore, costi che, con i BTC, si possono azzerare, crediamo che i consumatori occidentali siano già cautelati.
Infatti, non solo tutte le principali società hanno una politica di rimborso seria ed affidabile ma, nel caso di disputa, le normative vigenti tendono ad essere spesso in favore del consumatore.
Certo che, se il consumatore compra da un perfetto sconosciuto, probabilmente per ora è meglio usare paypal o simili.
Invece, il rimborso legittimo, a nostro giudizio, deve essere accordato in base al documento fiscale rilasciato. Esempio: scontrino di 100 euro, rimborso di 100 euro. Anche perchè, il commerciante, non entra mai in contatto con i BTC.