Quello che dici è sicuramente giusto in linea di principio, direi che va perfino oltre la capacità di fare previsioni e valutare rischi: un cigno nero/bianco è per definizione un evento non prevedibile, troppo raro se non completamente inedito perché sia nota una statistica significativa, da cui ricavare una probabilità e di conseguenza valutarne il rischio. Quindi sarebbe più appropriato parlare di programmazione finanziaria in condizioni di incertezza (cioè mancanza di dati sufficienti a formulare previsioni statisticamente fondate e attendibili): crearsi un paracadute per qualsiasi tipo di evento avverso, per quanto improbabile o per quanto sia perfino ignota a priori la probabilità che avvenga.
Tutto molto bello e semplice a parole... Però leggendo fra le righe di quello che riporti dalla tua esperienza, di servizi rivolti a quella ristrettisssima ..issima, issima... cerchia elitaria, il limite è che per il rimanente 99,999...% di comuni mortali il problema non è solo la mancanza di consapevolezza, lungimiranza, conoscenza, capacità di analisi, ecc., ma anche per quei pochi piccoli e medi risparmiatori più avveduti ed istruiti, rimane una questione di fondo di mancanza di opportunità e di strumenti efficaci ed efficienti a disposizione, con cui poter difendersi e premunirsi.
Io per esempio mi chiederei: come mai quando sembra che tutto crolli e non ci sia un solo asset che si salvi: azionario, obbligazionario, immobiliare, ma anche l'oro e perfino certe materie prime che prima schizzano in alto e poi ricrollano, ecc., bè c'è sempre comunque qualcuno (sempre gli stessi, sempre in quella cerchia ristrettissima) che alla fine diventa più ricco a scapito di una grande massa che si impoverisce? Forse perché dispongono, oltre che di più capitali e informazioni, anche di strumenti che agli altri sono preclusi?
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Forse è anche da questo che nasce una certa sfiducia diffusa nella finanza tradizionale, che porta poi alcuni ad avvicinarsi a bitcoin come strumento per contribuire alla difesa del patrimonio. Poi sappiamo benissimo che in situazioni di paura e incertezza come quella attuale non è affatto immune dalle ondate ribassiste, e la prudenza è sempre d'obbligo. Ma non è dalla volatilità a breve termine che si può capire se la scelta si rivelerà avveduta o meno, dal momento in cui ci si trova di fronte a un cambiamento epocale in atto.
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Sul discorso terreni agricoli, se vai a vedere le aziende più longeve al mondo:
https://www.wired.it/economia/business/2018/08/20/50-aziende-piu-antiche-mondo-attive/di cui alcune con una storia di 7 / 10 secoli, ti accorgerai che la maggior parte sono aziende vitivinicole, quelle teoricamente più rognose da gestire in campo agricolo... su una selezione statistica di vari secoli e migliaia di aziende nate e morte, possiamo dire che probabilmente i cambi climatici ed altri rischi sono mitigati dalla continua domanda di alcol.
Più o meno per piacere.
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Mi ricollego a questi due post per ribadire un concetto già accennato più volte. Non è un post in contrapposizione ai due interventi sopra, semmai volto ad ampliare il ragionamento.
Tra i piccoli operatori di borsa o di "criptovalute" vige la leggenda metropolitana per cui i mercati siano sempre un banco truccato dove il ricco vince e il povero perde. Questo assioma vale per la finanza o per l'economia indifferentemente.
Una cricca di burattinai (eterni e immutabili: sempre i soliti) tesse le fila del gioco e decide quando affogare il piccolo risparmiatore o quando fargli prendere una boccata d'aria (al solo scopo di illuderlo).
Questa idea malsana, cavalcata dai politici e dalle famigerate associazioni di consumatori, ha due effetti collaterali nefasti:
1)Il piccolo investitore non viene MAI responsabilizzato. Se perde NON E' MAI colpa sua ma è sempre un "gomplotto" ordito dai poteri forti. Quindi serve un decreto legge con soldi pubblici per salvarlo
2)Il piccolo investitore viene "sfruttato" creandogli l'illusione si essere una vittima. Caso tipico sono le meme stock: forza, compriamo tutti uniti e coesi un titolo spazzatura come Gamestop in modo da distruggere i "poteri forti" che lo shortano. Risultato: pump&dump che lascia morti e feriti sulla strada.
Le imprese che sopravvivono dal medioevo sono mosche bianche come la neve: sono d'accordo anch'io che è più probabile che fallisca lo Stato italiano rispetto agli Antinori, ma gli Antinori sono la clamorosa eccezione. Per ogni azienda come la loro ce ne sono milioni che durano una generazione o due, ma anche meno.
Anche di gigantesche ,enormi. Perfino in un capitalismo sclerotizzato come quello italiano, dove gli uomini più ricchi sono sempre gli stessi matusalemme ultra settantenni, dove il clientelismo politico conta all'ennesima potenza, nonostante tutto anche da noi ci sono aziende che sembravano indistruttibili e che sono state spazzate via.
Ferruzzi o Parmalat i primi due nomi che mi vengono a mente. Aziende che all'apice della loro parabola dominavano i mercati mondiali ed erano al 100% parte della "cerchia elitaria" che più elitaria non si può. Poi un insieme di tragedie, truffe, avidità, scelte sbagliate, eredi incapaci e puff tutto svanito.
In USA non ne parliamo. Sono andate in bancarotta, tra le altre, General Motors, AIG, Lehmann Brothers, Enron. Il Gotha. Esistono sempre (a parte una), solo perchè salvate con i soldi pubblici. Ma sono fallite: a tutti gli effetti.
Nel campo degli investimenti quello che differenzia il piccolo dal grande è solo la consapevolezza, il sapere cosa si fa. Chi ha 5 miliardi di capitale anche se deve investire 10 milioni, a meno che non sia Vittorio Cecchi Gori, è impossibile che lo faccia a caso, così, per sentito dire o per hype. L'investimento è frutto di un'analisi, di una ponderazione, magari sbagliata o approssimativa ma c'è.
Il piccolo lo abbiamo detto infinite volte, il più delle volte investe come gioca alle slot machine, il problema è tutto lì. E' solo lì.
Ma non diciamo che al giorno d'oggi mancano gli strumenti, le informazioni o i dati per investire saggiamente. Per grandi e piccini. Su qualsiasi mercato.
Basta avere volontà, voglia di capire e approfondire. E, perchè no, capacità perchè come non tutti siamo nati per essere calciatori o elettricisti o cosa volete voi non tutti siamo nati per essere bravi investitori.
Prendete Bitcoin: tutto quello che c'è da sapere è a disposizione di tutti e gratis. Se non si sa, basta venire in questo forum e chiedere.
Un pesce piccolo, anzi, ha avuto il gigantesco vantaggio di poter acquistare bitcoin quando un istituzionale non poteva ancora farlo. O di poter gestire la volatilità di bitcoin meglio di un istituzionale che a volte deve vendere solo per non patire una perdita virtuale.
Chiunque di voi abbia realizzato in btc un profitto positivo o una perdita inferiore al 10% ha, ad esempio, superato in performance nientepopodimeno che Tesla.
Complimenti: avete battuto l'azienda dell'uomo più ricco del mondo.
Un conoscente due giorni fa mi ha detto che possiede ancora azioni Tiscali. Non sapeva nemmeno se Tiscali oggi esisteva sempre.
"Le ho comprate 22 anni fa perchè lo facevano tutti poi ho visto che calavano, calavano. Alla fine ho detto, vabbè c'ho provato ed è andata male. Non le ho nemmeno più guardate. Che ci vuoi fare, nel gioco sono sempre stato sfigato".
Ecco: il problema è tutto qui.