tutto accade molto all'improvviso, molto rapidamente. Più rapidamente di un tempo.
Nel bene o nel male.
Uno dei motti dei bitcoiner è: “slowly at first, then all of a sudden”.
A me pare che piano piano ci stiamo avvitando su un sentiero sempre più stretto e sul quale possono camminare sempre meno persone. E quelle di e non ci stanno mentre cadono si attaccano a quelle che sono sipracprovando a farle cadere a loro volta.
Non so se rendo l’idea.
L’altra metafora è quella di un’indicente di una macchina a tutta velocità contro un muro, ma visto tutto al rallentatore, dove
le sterzate del pilota sembrano giganti, ma alla fine l’auto procede dritta..
L'importante è fare un tentativo...
Sui mercati finanziari, nella gestione delle finanze ci sono colpi ed eventi quasi imparabili... però penso che la mentalità di chi riesce ad affrontare le cose in maniera analitica piuttosto che in maniera emotiva rimanga vincente.
La natura umana tende a prevalere.
Sempre il solito discorso,
bisogna aver fatto delle previsioni prima.
Cosa fare nello scenario positivo, cosa fare in quello avverso, cosa fare un caso di
cigno nero, in caso di
cigno bianco... perché se è difficile comprare sui minimi di periodo, è ancora di più difficile non vendere troppo presto, quando le cose vanno bene, ancora più difficile come nel caso di Warren Buffett per il famoso titolo Coca-Cola, NON vendere mai... difficilissimo.
Se mi lancio da un aereo e mi sono istruito su fisica, aereodinamica, come e quando si apre un paracadute, ecc... non c'è un problema; so cosa fare. Per gli imprevisti, l'imponderabile forse è bene fare una polizza assicurativa contro gli infortuni sportivi.
Se mi lancio da un aereo perché mi divertiva farlo e boh... mi hanno dato un paracadute, tiro una leva troppo presto, troppo tardi... non la tiro, non so di avere un paracadute... se uno prova ad assicurarsi mentre sta cadendo e il paracadute non si apre, magari scopre che quel rischio non si può più coprire...
Purtroppo alcune cose sono contro-intuitive, difficile
pesare rischio/opportunità, i media,
le notizie influiscono più dei dati reali, dati reali che spesso sono difficili da avere, misurare o da interpretare,
vedere il caso dei mutui sub-prime.
Oggi al veleno dei media che devono vendere click e view, si aggiungono i guru dei social, gli influencer, novelli Gatto & La Volpe... sembra che si possano fare i soldi velocemente, con un click, più che altro velocemente... eh magari...
Quello che dici è sicuramente giusto in linea di principio, direi che va perfino oltre la capacità di fare previsioni e valutare rischi: un cigno nero/bianco è per definizione un evento non prevedibile, troppo raro se non completamente inedito perché sia nota una statistica significativa, da cui ricavare una probabilità e di conseguenza valutarne il rischio. Quindi sarebbe più appropriato parlare di programmazione finanziaria in condizioni di incertezza (cioè mancanza di dati sufficienti a formulare previsioni statisticamente fondate e attendibili): crearsi un paracadute per qualsiasi tipo di evento avverso, per quanto improbabile o per quanto sia perfino ignota a priori la probabilità che avvenga.
Tutto molto bello e semplice a parole... Però leggendo fra le righe di quello che riporti dalla tua esperienza, di servizi rivolti a quella ristrettisssima ..issima, issima... cerchia elitaria, il limite è che per il rimanente 99,999...% di comuni mortali il problema non è solo la mancanza di consapevolezza, lungimiranza, conoscenza, capacità di analisi, ecc., ma anche per quei pochi piccoli e medi risparmiatori più avveduti ed istruiti, rimane una questione di fondo di mancanza di opportunità e di strumenti efficaci ed efficienti a disposizione, con cui poter difendersi e premunirsi.
Io per esempio mi chiederei: come mai quando sembra che tutto crolli e non ci sia un solo asset che si salvi: azionario, obbligazionario, immobiliare, ma anche l'oro e perfino certe materie prime che prima schizzano in alto e poi ricrollano, ecc., bè c'è sempre comunque qualcuno (sempre gli stessi, sempre in quella cerchia ristrettissima) che alla fine diventa più ricco a scapito di una grande massa che si impoverisce? Forse perché dispongono, oltre che di più capitali e informazioni, anche di strumenti che agli altri sono preclusi?
Supponiamo che volessi imitare certe strategie, essere così avveduto da crearmi un piano B, C, D... che mi garantisca una tutela del patrimonio nel maggior numero possibile di situazioni avverse. Su cosa dovrei puntare? Diciamo beni reali? Per gli immobili c'è sempre il rischio di bolle, a parte forse in zone di pregio con costi proibitivi, allora magari meglio terreni agricoli? Sì ok, ma dove? Perché non basta neanche essere bravi a scovare quelli attualmente a maggior valore, andrebbe anche considerato l'impatto dei cambiamenti climatici da qui ai prossimi decenni, nei quali molti di essi potrebbero inaridirsi e diventare improduttivi, oppure essere spazzati via con tutto il raccolto da eventi atmosferici estremi. Allora ti rendi conto che per fare la scelta giusta in prospettiva hai bisogno di affidarti all'analisi di un team di agronomi, climatologi, geologi, ecc. E chi è che si può permettere questi costi?
Quindi si creano inevitabilmente delle barriere all'ingresso, le stesse che per esempio precludono al segmento retail l'accesso al private equity, sicuramente più rischioso ma anche potenzialmente in grado i dare i ritorni maggiori: avere la possibilità di investire in 100 startup innovative (di cui magari 50 falliranno, 40 stenteranno a sopravvivere e verranno magari assorbite da aziende più grandi, 8 otterrano una qualche nicchia di mercato, 2 sfonderanno sul mercato o ne creeranno addirittura di nuovi) può dare delle opportunità di crescita del valore ben maggiori, rispetto ad aspettare che un'azienda arrivi a quotarsi sul mercato. E i primi round di finanziamento sono puntualmente un'esclusiva riservata a VC, investitori istituzionali, professionali, ecc.
A parte un paio di ETF sul private equity (in cui comunque compri qualcosa a scatola chiusa senza possibilità di selezione), non vedo proprio per i retail delle opportunità di ingresso in investimenti alternativi a costi ragionevoli.
Forse è anche da questo che nasce una certa sfiducia diffusa nella finanza tradizionale, che porta poi alcuni ad avvicinarsi a bitcoin come strumento per contribuire alla difesa del patrimonio. Poi sappiamo benissimo che in situazioni di paura e incertezza come quella attuale non è affatto immune dalle ondate ribassiste, e la prudenza è sempre d'obbligo. Ma non è dalla volatilità a breve termine che si può capire se la scelta si rivelerà avveduta o meno, dal momento in cui ci si trova di fronte a un cambiamento epocale in atto.