Mai, negli ultimi 30 anni, i mercati obbligazionario e azionario mondiali sono calati in tandem come quest'anno
Colpa della guerra in Ucraina ovviamente o della pandemia, o di tutte e due. Con in più il global warming e una spruzzatina di desertificazione che avanza, che nella narrativa dei mass media non mancano mai.
La domanda diventa quindi, chi vende azioni e obbligazioni dove mette i suoi soldi?
Non nell'oro che è appena +5% da inizio anno (non acciuffa nemmeno l'inflazione), non in bitcoin che è -10/-12% da inizio anno (*).
Horresco referens i soldi finiscono nella cellulosa verde, i cui indici principali sono ai massimi da anni.
Tutti a comprare dollari, quindi, con il piccolo problema che il valore del coriandolo per eccellenza cala dell'8% (almeno secondo le statistiche ufficiali, in realtà molto di più).
Con inoltre la beffa che, a differenza di un titolo azionario, gli acquisti in massa dei dollari non ne stanno facendo salire il potere d'acquisto.
Non c'è rifugio, non c'è protezione, almeno di breve periodo. La sistematica e pianificata distruzione del risparmio da parte delle Banche Centrali sta lentamente prendendo forma.
Nota a margine: se a qualcuno venisse in mente di investire nel peggior investimento possibile a parere di chi scrive, ossia il mattone, è meglio che ci ripensi.
Almeno in USA, mia opinione, sta per arrivare uno tsunami perfetto sull'immobiliare. Gli ingredienti sono:
1)I prezzi delle case che continuano a salire per effetto dell'inflazione
2)I salari che non si adeguano allo stesso ritmo
3)I tassi sui mutui che hanno subito la più elevata crescita degli ultimi 40 anni (+2% in 16 settimane)
A questi fattori di breve periodo, si aggiungono quelli strutturali ed endemici amplificati dalla pandemia: la popolazione che continua ad invecchiare, meno figli, meno matrimoni, NEET in aumento, e
last but not least i rapidi sconvolgimenti nel mercato del lavoro.
La diffusione dello smart working a macchia d'olio si traduce in meno affitti, meno compravendite, maggior numero di giovani mammoni che non abbandonano il nido avendo la possibilità di lavorare a distanza.
(*) riguardo a bitcoin giova sempre separare l'anima speculativa da quella reale. W. Clemente ha recentemente postato questo grafico autoesplicativo:
Rappresenta il rapporto NASDAQ/HODL. Linea rosa: bitcoin che non si muovono da più di un anno (attualmente in ATH), linea verde cali percentuali del NASDAQ dai massimi (-18% uno dei maggiori degli ultimi anni).
In una fase storica di elevata incertezza e sconvolgimento politico-economico, una quota sempre maggiore della popolazione mondiale vede bitcoin come una forma di riserva e protezione, conservandolo accuratamente e preziosamente nei propri wallet.
Ovviamente poi c'è l'anima speculativa, quella a cui non serve spostare bitcoin sulla blockchain per venderli, e questo spiega il -10/-12% da inizio anno.
Ma il prezzo di breve periodo, ormai lo sanno anche i muri, è solo una parte della storia, di solito quella meno importante.