Mi ha incuriosito quel che ho grassettato sopra nella tua frase.
Perché pensi che il covid possa portare deflazione ? io vedo che i prezzi stanno salendo un po' in tutti i settori, per alcuni è già successo per altri accadrà.
Prezzi che sono già aumentati:
- generi alimentari, frutta e verdura in primis
- beni di prima necessità: medicinali ma anche disinfettanti e molto di ciò che è legato alle medicine
Prezzi che aumenteranno anche se ora non sono ancora aumentati (per il solo fatto che molti non hanno ancora riaperto):
- voli e trasporti in genere (meno persone per mezzo significa costi più alti per aggiungere mezzi per muovere tutti)
- strutture turistiche: più spazio per ognuno significa minori clienti per la struttura e quindi costi da ripartire su meno clienti => aumento del prezzo
- idem per ristoranti e bar in generale
In generale il fatto di dover aumentare le misure igieniche, aumentare lo spazio per il cliente, ridurre il numero dei clienti nel luogo fisico del negozio (ristorante, bar, cinema, mostra, ....) sono tutte coste che non consentono di risparmiare manodopera e al tempo stesso impongono maggiori costi all'esercente, quindi si traducono in un maggior costo che si traduce nell'aumento di prezzo finale.
La deflazione è fattore strutturale dovuto a molte cause (invecchiamento della popolazione, globalizzazione, e-commerce..) ma è anche un fattore che risentirà della pandemia.
Le tendenze sono varie ed opposte, è vero, ma l'effetto predominante sarà con ogni probabilità una riduzione della domanda aggregata sia per il lockdown (le persone chiuse in casa spendono meno, a parte qualche tipologia di bene) che per il post-pandemia (perdita di posti di lavoro, riduzione dei redditi..).
C'è poi un effetto psicologico legato a tutti gli eventi negativi inaspettati: uno shock improvviso come questo riduce la fiducia delle persone, incentivando la tesaurizzazione e riducendo la propensione al consumo e all'investimento.
Ci sono economisti che sostengono l'esito opposto, ossia una ripresa dell'inflazione, motivandola con il fatto che la pandemia avrà ripercussioni sull'offerta (riducendo la capacità produttiva dell'aziende) e gli aiuti pubblici, non potendo tradursi in consumi per il lockdown e la minore disponibilità di alcuni beni, finiranno per generare una crescita dei prezzi. E' una possibilità, ma imho, molto meno probabile.
I dati finora mostrano una generica riduzione degli indici anche se il peso predominante è dato dal settore dell'energia, letteralmente crollato per l'interruzione della mobilità delle persone e per la chiusura delle aziende.
Il discorso deflazione è legato poi al debito e qui gli scenari si fanno più inquietanti.
C'è una teoria economica, vecchia di 90 anni, che è riuscita a spiegare molte crisi del passato (anche quella del 2008) mediante un rapporto di causa-effetto tra deflazione e debito (
https://it.wikipedia.org/wiki/Deflazione_da_debito).
Secondo questa teoria, in situazioni particolari, questi due eventi si legano in maniera tale da generare sempre più deflazione. E ci sono gli ingredienti perchè questa correlazione possa generarsi anche a questo giro.
Per chi non sa di cosa parliamo e senza scendere troppo sul tecnico il funzionamento è questo: la riduzione (o stagnazione) dei prezzi a fronte di un elevato (o crescente) indebitamento generale peggiora la situazione dei debitori perchè aumenta il valore reale del debito. Alcuni debiti possono diventare inesigibili causando la vendita forzata dei beni (mobili o immobili) dati a garanzia del prestito. Se questo accade a livello di grandi numeri i prezzi di questi beni si riducono (deflazione), riducendo a sua volta il valore dei beni collaterali dati a garanzia (anche di prestiti con rating più elevato) e peggiorando la posizione di altri debitori. Se anche questi vengono obbligati a ridurre la loro posizione debitoria sia ha una situazione circolare di deflazione. Fino a produrre scenari più estremi (come nel 1929) ossia bancarotte di aziende il cui valore reale di debito non è più sostenibile, generare disoccupazione che a sua volta spinge ulteriormente giù i prezzi.
In Italia quando parliamo di debito si pensa subito a quello pubblico,perchè l'indebitamento privato è relativamente basso. Ma se pensiamo a livello globale il problema è ugualmente grave per il pubblico così come il privato.
La crisi del 2008 in USA fu una crisi del mercato creditizio privato.
La stampa di moneta serve a compensare questo. Altre soluzioni sono il taglio dei tassi di interesse (come dicevo nel precedente post) e l'helicopter money direttamente nelle tasche dei debitori. Tutte situazioni che sono state percorse , senza migliorare di molto la situazione. Il passaggio a tassi di interesse negativi è qualcosa che io vedo come sostanzialmente inevitabile.
Siccome viviamo in una economia globale e siccome i prestiti internazionali sono denominati in dollari, uno scenario deflattivo globale significa dollaro molto forte sia in termini reali che in rapporto alle altre valute, che è quello che sta succedendo.
Nel mondo Bitcoin c'è una linea di pensiero un pò troppo semplicistica che funziona più o meno così
stampa di moneta senza freni delle BC=inflazione=perdita di valore del dollaro=bitcoin alle stelle
Questo è quello che potrebbe succedere in un arco di tempo più lungo, ma non è quello che sta succedendo adesso. La FED non sta stampando denaro a caso: sta stampando perchè è altissima la domanda di dollari e vuole compensarla per impedire al dollaro di crescere di valore. E proteggere chi si è indebitato in maniera oggi non più difendibile.
Un dollaro forte d'altro canto non significa necessariamente bitcoin debole. Ovvio le quotazioni sono in USD quindi se il valore del denominatore sale è difficile che il rapporto aumenti. Ma uno scenario deflattivo implica rendimenti negativi e controlli dei capitali. Implica valute mondiali deboli (Yuan così come valute di paesi emergenti). Tutti eventi che possono stimolare la domanda di bitcoin.