Prosegue il lento ma costante esodo delle attività di mining dalla Cina, il che è un bene non tanto perchè la Cina è brutta e cattiva ma perchè è sempre meglio avere questa attività il più possibile sparsa per il mondo.
Il Sole scrive oggi di Bitriver, la più grossa fonderia di alluminio della Russia convertita 1 anno fa in mining farm
https://www.ilsole24ore.com/art/l-oligarca-russo-converte-fonderia-alluminio-mining-bitcoin-ACoeDB1In Texas GMO (Giappone) e Northern Bitcoin (Germania) costruiranno forse la più grossa industria di mining del mondo, che raggiungerà la capacità massima di 1GW a fine 2020 e surclasserà un analogo progetto che Bitmain sta portando avanti sempre in Texas da 300MW di potenza massima (
https://www.coindesk.com/1-gigawatt-bitcoin-mine-under-construction-in-texas-would-dwarf-bitmains)
Interessante anche come questi grossi e costosi investimenti vengano portati avanti in un momento di relativa apatia del mercato e di disinteresse generale, nonostante il 2019 resti un anno straordinario per bitcoin in termini di crescita di prezzo visto che ancora oggi siamo a quasi +100% dall'inizio dell'anno
Se non ci fosse questa apatia soprattutto della stampa generalista mi immagino il fiume di articoli sul collasso energetico mondiale provocato dalla moneta di terroristi e spacciatori.
Come ho già scritto in altre occasioni il punto centrale, che pochi colgono, è il ruolo che il mining ha e può avere per eliminare inefficienze in un mercato veramente libero dell'energia andando a compensare cali di prezzo dovuti a sovrapproduzioni momentanee locali.
Parlare di sovrapproduzione energetica in un'epoca di crescita record della domanda di energia e di polemiche sul global warming può sembrare insensato ma il problema è che le centrali non vengono costruite per le necessità di oggi ma per quelle di domani e che il trasferimento di energia oltre una certa distanza diventa antieconomico.
Questo provoca locali eccessi di produzione e crolli dei prezzi.
In Australia una delle più grosse centrali fotovoltaiche (95MW) è stata costretta, negli ultimi mesi, a spegnere l'impianto in media una volta ogni due giorni per la sovrapproduzione locale che ha fatto crollare i prezzi in territorio negativo
https://reneweconomy.com.au/this-solar-farm-has-to-switch-off-every-second-day-due-to-negative-prices-63529/Se questa centrale installasse una mining farm nelle sue vicinanze potrebbe dedicare la sua produzione energetica a questa attività nelle fasi negative dei prezzi evitando le perdite nei costi fissi di un impianto fermo e il tutto ad impatto ambientale pari a zero.
95MW di potenza con gli ASIC moderni dovrebbero essere circa 15 btc al giorno....
Chissà quando si inizierà a discutere ed analizzare il mining non solo come uno spreco di energia ma come un modo per non sprecare energia.