Non è che serva molto per capire perché i mercati stanno comprando roba che ha , ad esempio, questo andamento di prezzo:
https://i.imgur.com/EVsbH7R.png Il prezzo sale, compro, rivendo, guadagno. E’ il classico andamento delle bolle speculative, nulla di nuovo sotto il sole. Si, come quella che riguardò bitcoin due e sei anni fa .
Ma, mentre bitcoin sono “raccontati” dai mass media e percepiti dagli investitori come qualcosa di altamente pericoloso e rischioso (molto oltre quelli che sono i reali rischi), non sono così sicuro che tale percezione del rischio attuale sia così diffusa e soprattutto trasmessa agli investitori riguardo a titoli e azioni.
Perché la domanda di titoli austriaci ( e come loro tanti altri) è esplosa in pochi mesi al punto da far raddoppiare il prezzo ?
Rendimenti favolosi? Assolutamente no, anzi.
Sicurezza dell’investimento? Si, ma erano sicuri anche prima, non è che sia cambiato molto
L’Austria cresce del 50% l’anno o è diventata all’ improvviso una potenza economica mondiale? Sicuramente è un paese virtuoso, ma nulla che giustifichi un’esplosione simile.
Cos’è cambiato in così poco tempo?
I titoli di Stato non sono mai stati comprati per finalità speculativa di breve periodo: erano un investimento stabile dove il piccolo ma sicuro guadagno stava nelle cedole e non nello sfruttare le fluttuazioni di prezzo.
Perché in Europa invece le cedole si sono azzerate (o addirittura sono diventate un costo), e l’unico guadagno è dato oggi dalla speculazione sul prezzo?
Perché in USA il valore delle azioni è cresciuto negli ultimi 10 anni in maniera completamente slegata da quella che è la reale crescita dell’economia ?
Per l’arma più potente che esista in economia: le aspettative.
Perchè le banche centrali hanno usato un’arma pericolosa e particolare , il quantitative-easing, non in modo eccezionale e saltuario, ma in modo così continuativo da farlo diventare strutturale. Fino al punto di creare nei mercati l’idea, l’aspettativa, che non potrà essere e non sarà mai interrotto.
fine 2018: i banchieri centrali di mezzo mondo annunciano l’interruzione/sospensione/riduzione dei QE. Prime parole, dopo anni, che segnalano una timida inversione di tendenza. I mercati reagiscono malissimo, come era prevedibile: come uno che ha la dipendenza da morfina a cui viene all’improvviso tolta. Crollo degli indici borsistici, impennata dei rendimenti, rischio di una nuova crisi del debito in Europa. La politica fa una pressione mai vista (es Trump con Powell) sui banchieri centrali per tornare a comprare debito tramite stampanti.
Questi ultimi, anziché difendere le loro posizioni, cedono alle pressioni.
Abbiamo scherzato: si torna al QE.
Il messaggio che i mercati percepiscono è: siamo come quei bambini viziati a cui basta piangere per ottenere le caramelle. Allora piangiamo sempre, tutte le volte che minacciano di togliercele.
Draghi e altri dirigenti BCE arrivano addirittura ad annunciare interventi “superiori alle aspettative”, parole studiate ad arte per infiammare i prezzi con una prassi da “shillers” di criptovalute sconosciuta ai modi accorti e super misurati dei banchieri centrali del passato.
Più le banche centrali comprano titoli, più i prezzi crescono e i rendimenti scendono. Più le banche centrali dichiarano che compreranno fra un mese, due, tre, più i mercati comprano oggi, perché sanno che i prezzi saliranno. Più liquidità è in circolo, più chi investe ha denaro da spendere per speculare.
Più i rendimenti crollano, più gli investitori vanno a caccia di titoli a lunga scadenza o di titoli più rischiosi: i bund tedeschi a 10 anni fanno perdere quasi l’1%? Compriamo quelli a 30 anni, 50, 100. O quelli di un Paese meno virtuoso della Germania.
Tutte operazioni che avvantaggiano i debitori e penalizzano i creditori, aumentando la componente di rischio insita nel sistema.
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I titoli di stato sono debiti, con un loro rischio collaterale. Sono quasi 3 volte il PIL mondiale e saranno al massimo...nessuno lo sa. Pochi eletti possono arbitrariamente cambiare questo numero a loro piacimento. Il loro valore non dipende da domanda e offerta ma dalla ricerca di consenso del politico di turno e dal volere di pochi burocrati di “coprire” i costi di questa ricerca, scaricandone l’onere sulla collettività (presente e futura) tramite inflazione. Qualsiasi stima sul loro valore futuro, a breve come a lungo termine, è tecnicamente impossibile. In questo contesto, può cambiare tutto in un attimo, per cause incontrollabili, ingestibili, imprevedibili.
Qual è l’investimento migliore?
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Non entro nel merito delle implicazioni politiche ed economiche.
Lascio solo io mio parere.
Tendenzialmente credo che il mercato dei titoli governativi non sia in mano direttamente agli investitori
retail, ovvero sostanzialmente i privati ed i singoli cittadini.
Al contrario credo che sul mercato Bitcoin non ci sia nessun soggetto istituzionale, escluso fondi che aggregano risparmio privato e qualche fondo speculativo.
Se dovesse crollare il mercato del reddito fisso o azionario, situazioni estreme... credo che gli istituzionali si rivolgerebbero all'oro con il sostegno di qualche derivato, come parcheggio di denaro, perché poi inizierebbero a guardarsi intorno per vedere cosa comprare.
Non saprei dire quanto diverrebbero attrattivi i Bitcoin.
Gli investitori retail sono molti, ma non hanno molto...
mi spiego con un esempio comprensibile a tutti.
Warren Buffet ha dichiarato che la sua holding ha 122 miliardi di dollari in cassa, non investiti.
Conoscendo le posizioni di Warren Buffet su Bitcoin c'è da credere che di questi 122 miliardi non ne arriverà nessuno sul mercato delle criptovalute.
Nemmeno un dollaro.
Per "
compensare" una mancanza del genere, per avere un significativo balzo delle quotazioni a livelli "
to the moon",
bisognerebbe che si convincesse almeno almeno un paio di miliardi, o tre, di singoli e normali lavoratori a comprare criptovaluta.
Magari anche tutti insieme.
Sarebbe interessante pensare a cosa può nascere considerando che nella posizione di Buffet ce ne sono altri...
Una tendenza sono le grandi operazioni di
private equity,
né obbligazioni né azioni, investimenti in determinate attività, in determinate aree geografiche... purtroppo non molto in Italia.