Ok, tu parli di curva di adozione, crescita di lungo periodo dei fondamentali e della probabilità che ci sarà una maggiore adozione di bitcoin in futuro piuttosto che una sua morte.
Fermo restando che neanche io ho la sfera di cristallo, e che sarei ben contento che si avverasse lo scenario da te ritenuto più probabile, non riesco a collegare in automatico il possibile/auspicabile scenario futuro positivo con la questione dell'andamento del prezzo: come facciamo a dire che il trend di crescita dei fondamentali (supponiamo pure che continui così) non sia già stato ampiamente scontato dal livello attuale dei prezzi?
A gennaio i fondamentali erano peggiori e il prezzo 5 volte superiore a quello attuale, c'è un legame così diretto tra fondamentali e prezzo? Se bitcoin verrà usato da 1 miliardo di persone, è così ovvio che il prezzo schizzerà alle stelle? E' questo che non mi sembra così scontato.
La crescita di prezzo, in un asset oggetto di così forte speculazione, potrebbe essere rappresentata come una sinusoide che incrocia periodicamente una ideale linea di crescita dei fondamentali.
In alcuni periodi la speculazione spinge il prezzo oltre il suo valore reale rendendo il "titolo" sopravvalutato, in altri accade l'opposto e il valore dei bitcoin viene sottovalutato dal prezzo
Nel lungo periodo però il prezzo tende sempre a seguire l'adozione reale per un fatto di semplice natura economica e matematica: in un bene con offerta bloccata e decrescente, una crescita dell'adozione esponenziale genera uno squilibrio con la domanda che può tradursi solo in un aumento esponenziale del prezzo.
Se il mercato "intercetta" questa possibile tendenza di acquisto, ne amplifica gli effetti perchè i venditori si rifiutano di vendere avendo aspettative di crescita del prezzo e questo genera una riduzione dell'offerta che a sua volta incrementa l'aumento di prezzo. Alla crescita reale si somma quella speculativa. Finchè si arriva ad un punto dove il prezzo si scosta così tanto in alto rispetto ai fondamentali che la speculazione si blocca, il prezzo crolla e questo effetto "megafono" funziona all'incontrario riportando il prezzo al valore reale e anche sotto fino ad un minimo di scostamento negativo il quale genera una nuova inversione, e così via.
Nei titoli azionario questo scostamento tra valore speculativo e valore reale viene stimato mediante il P/E ratio cioè il rapporto tra prezzo del titolo e utile atteso per ogni azione. . C'è chi ha provato a fare qualcosa di simile anche per i bitcoin:
NVT ratio (linea rossa) è il rapporto tra la market cap dei bitcoin e il valore giornaliero delle transazioni sulla blockchain. Il primo è un valore speculativo (perchè dipende dal prezzo) il secondo è un valore reale perchè indica ( o meglio approssima) il reale utilizzo della rete. Nel grafico (linea gialla) è rappresentato anche il prezzo. L'NVT suggerirebbe di acquistare quando l'indice è sotto 100 ed in effetti, se confrontate le due linee, non sarebbe stato male acquistare ogni volta che la linea rossa è scesa sotto tale soglia.
Questo indice, come tutti gli indici sintetici, è soggetto a critiche di ogni tipo ma è comunque un indicatore che io ho ritenuto sempre molto utile.
Infine una considerazione: a differenza delle classiche bolle del passato, che ai nostri mass media generalisti piace così tanto associare al fenomeno bitcoin, ogni crollo del prezzo btc ha avuto come pavimento un valore superiore al massimo del precedente ciclo. Come se ci fosse una crescita reale da cui la speculazione allontana temporaneamente il prezzo, per poi riportarcelo allo scoppio della bolla. Se il prezzo dei bitcoin fosse composto solo da componente speculativa sarebbe successo quello che accadde alle grandi bolle del passato, lo scoppio avrebbe portato il prezzo ad un valore ben inferiore al massimo precedente, potenzialmente a zero. Se questo non accade dipende secondo me da due fattori: uno è la componente sociale del fenomeno bitcoin (il far parte di una comunità) che porta a comportamenti in parte irrazionali come quello dell'HODL, l'altro, ben più importante, dettato dal tasso di adozione della tecnologia per usi che non sono affatto speculativi.
linea di tendenza da te tracciata porterebbe a 100k dollari per btc a fine 2020, solo a me paiono valori giganteschi? In pratica c'è al momento un'opportunità di investimento che con una discreta probabilità potrebbe farci fare un x25 in 2 anni, e pochi nel mondo se ne accorgono?
Sto cercando solo di capire il tuo ragionamento, non sono certo esperto di questioni finanziarie.
In realtà la stima più corretta sarebbe quella di un trend logaritmico (tipo questo
https://twitter.com/FatihSK87/status/1065238350779609089), ma nella sostanza non cambia molto.
Si è un aumento enorme, ma come non avrei mai razionalmente creduto a qualcuno che a nov 2015 (prezzo 270$) mi avesse detto che 2 anni e 1 mese dopo il prezzo sarebbe stato a 19800$ (aumento del 7000%, così per curiosità se il 7000% lo applichiamo agli attuali 4500 arriviamo a 319.000, solo così per dire) .
In pochi se ne accorgono perchè in pochi secondo me hanno speso tempo a fare quello che diceva Sampey, studiare e provare a capire
A 100.000 $ l'uno la market cap dei bitcoin sarebbe sempre 1/5 di quella dell'oro, se bitcoin rubasse il 10% all'attuale industria dell'offshore banking la sua mc sarebbe di 3.2 trilioni (40 volte quella attuale), se gli ETF permettessero l'ingresso ad una nuova pletora di investitori le conseguenze sarebbero facilmente immaginabili.
E se arrivasse l'iperinflazione nel mondo occidentale (l'unica cura per sostenere i debiti pubblici è continuare a stampare moneta a ritmi crescenti il che conduce diritti diritti negli anni ad una spirale inflazionistica)? In Venezuela, un paese alla fame dove non si trova nulla vengono acquistati sui mercati decentralizzati (quindi pagati con denaro sonante) 1000 bitcoin la settimana, una cifra mostruosa per un paese in quelle condizioni.
Cosa succederebbe se avvenisse in nazioni con ben altre situazioni economiche?
Tanti se, tante ipotesi, ma non è detto debbano avverarsi tutte.