Nel caso del Bitcoin questo costo si aggirerebbe sui 1000€ - 1500€ o poco più considerando il costo energetico cinese.
Se il prezzo dovesse scendere al di sotto di questa soglia con l'attuale difficoltà dell'algoritmo le mining farm andrebbero in perdita e progressivamente dovrebbero spegnere i dispositivi di mining ASIC per abbassare la difficoltà e quindi il costo di produzione.
Ad oggi è intorno a quasi € 5.000, laddove l'energia non costa molto.
Detto questo... conferma quello che volevo dire io, conosco un falegname che spendendo varie ore di manodopera e usando legno di essenze abbastanza pregiate, fa dei cavallini pregevoli, li vende ? Mah... spesso non trova compratori, solo pochi amatori.
Se mi ci metto io, mi costano sicuramente di più ma non troverei nessun compratore.
Eppure dei costi li sostengo.
Estrarre un bitcoin può costare anche € 7.000; se nessuno li compra... rimane un esercizio matematico.
Sul bitcoin grava un rischio che non è quello del crollo del suo valore, avvenuto in questi giorni, ma è il fatto che non vi è nessun tipo di garanzia e soprattutto è esposto ad un grosso rischio normativo.
Da domani si alza un governo, due o tre e dicono, le criptovalute sono gettoni da collezione, per il resto sono vietate.
Qualcuno può garantire il contrario? Detto solo questo, senza altri discorsi filosofici, se ne deduce che il bitcoin non può essere considerato quello che doveva essere il nuovo bene rifugio.
Premesso che il concetto di bene rifugio, come avviene sull'oro, mi vede molto scettico, nonostante la sua millenaria storia; se si parla di investimenti.