Questo corrobora la tesi dell' "errore secolare" della Cina, ad uscire dall'induistria del mining prima, e del bitcoin stesso ora (forse..)
Uscire da un'industria con così tante "diramazioni" in settori così diversi, e comunque tutti all'avanguardia è qualcosa che nessuno stato si può permettere.
Nonostante nella mia vita abbia girato parecchio, non sono mai stato in Cina, né sono un grande conoscitore della loro cultura.
Quindi chiedo: secondo voi esistono possibilità che il popolo cinese si liberi di questa cricca di burocrati che vuole decidere tutto del loro destino?
Oppure
sono così abituati ad essere comandati da qualcuno da considerare la cosa normale?
Mi sembra che aver riempito il popolino medio di telefonini, chat e social li abbia fatto dimenticare quanto sia importante poter essere liberi.
Non mi venite a dire, vi prego, "nelle democrazie occidentali non è che vada tanto meglio" perchè è vero che tutto è relativo ma da noi nessuno ti obbliga a fare un certo numero di figli o a giocare massimo x ore ad un videogame. Per non parlare di quello che fanno alle minoranze etniche, come Tibetani o Uiguri. Dove tutto ciò che puoi leggere, ascoltare o vedere su Internet è filtrato e censurato.
Trent'anni fa ci fu piazza Tienanmen argomento di cui è vietato anche fare cenno, per capire quanto sia temuta quella storia dal regime. Poi il buio.
Fatto sta che 1.3 miliardi di persone vivono in un Paese assurdo che abbina il lato peggiore del capitalismo a quello peggiore del comunismo.
Avere la pancia piena fa dimenticare tante cose. Forse serve una crisi dell'economia cinese (e non siamo lontani) per risvegliare un pò le coscienze.
non che sia così esperto, ma sì, fa parte della loro cultura e delle radici filosofiche del confucianesimo riconoscere all'autorità un potere e un valore superiore, che prevalga sugli interessi individuali in nome di quelli collettivi.
Oggi una protesta su vasta scala in Cina, come all'epoca di Tienanmen, sarebbe assolutamente impensabile, non solo perché verrebbe repressa violentemente e stroncata sul nascere (vedi com'è finita ad Hong Kong, nonostante godesse in origine di un trattamento di favore), ma anche perché un'opposizione democratica è pressoché inesistente.
Nonostante tutto, lo sviluppo economico degli ultimi decenni ha portato benessere, e questo alimenta il consenso e uno spirito nazionalista che ha il senso della rivalsa, dopo secoli di dominazione e subordinazione agli interessi delle grandi potenze occidentali.
Ne è un esempio attualissimo il messaggio di Meng Wanzhou, la "lady Huawei" appena rilasciata dopo 3 anni di detenzione in Canada:
"Senza una Cina forte non avrei ottenuto oggi la libertà. Tornerò presto all'abbraccio della mia madre patria. Sotto la leadership del Partito comunista cinese, il mio Paese natale è diventato più forte e più prospero ogni giorno di di più"
https://www.repubblica.it/esteri/2021/09/25/news/huawei_meng_lascia_il_canada_in_volo_verso_la_cina-319290669/Sono parole che suonano quasi grottesche, da quanto denotano una totale sottomissione alla dittatura, e la parola "libertà" in quel contesto vada ridimensionata ai nostri occhi, ma la verità è che, al di là della vicenda e delle parole di circostanza più o meno spontanee, è un sentimento largamente condiviso dalla grande maggioranza della popolazione di quel paese.