Questa narrativa mi ha sempre convinto poco.
Anche se usano energia rinnovabile, significa comunque usare energia che si sarebbe potuta usare in altri luoghi (anzichè produrla da fonti fossili).
Insomma, ci credo poco che senza mining ci sarebbero fiumi di energia "buttati via" per chissà quale ragione.
Inoltre per essere profittevole una mining farm deve essere attiva 24/24, non è che magari si può sfruttare solo un picco di qualche ora dovuto al momento di picco del vento o dell'irradiazione solare.
Mi sembra che spesso si faccia cherry-picking per dimostrare che il bitcoin è ecologicamente pulito, cosa secondo me non vera.
Non è che voglio fare il catastrofista o il nazi-ambientalista, ma credo che l'impatto ambientale sia uno dei principali problemi/svantaggi del bitcoin.
Poi si può anche dire che tutto sommato ne vale la pena di spendere tutta quell'energia per il mining, dopotutto un po' tutte le attività umane hanno un impatto sull'ambiente, però negare il problema mi sembra intellettualmente disonesto.
Trasportare energia per lunghe distanze ha costi molto alti e/o perdite molto elevate durante il trasporto.
Le inefficienze si riducono (fino ad un certo livello) all'aumentare del voltaggio della linea, ma aumentano anche i costi.
Per esempio una linea a 765.000 volt ha una perdita media dello 0.9% ogni 100 miglia.
Se il voltaggio cala a 345kv le perdite di trasmissione diventano del 4.2% per la stessa distanza.
Costruire linee di trasmissione ad altissimo voltaggio è molto costoso e anche da un punto di vista ambientale può non valere la pena: meglio sprecare corrente o scavare per centinaia di kilometri (magari attraverso foreste o altri habitat naturali) inquinando per costruire lunghissime reti di trasmissione?
Le energie rinnovabili amplificano questo problema: mentre una centrale a carbone puoi costruirla più o meno dove vuoi (sarebbe meglio vicino ad una miniera di carbone, ma il trasporto del carbone impatta poco) così come una nucleare (a parte la vicinanza all'acqua), una centrale fotovoltaica in Scozia o una eolica nel centro della Pianura Padana hanno poco senso.
La Cina è il primo produttore mondiale di energia rinnovabile ma, a causa della geografia del suo territorio, le centrali di energia rinnovabile sono costruite lontano dalla aree più abitate del Paese (a parte l'eolico). Alla fine queste centrali sono costruite più per motivi propagandistici che per reali utilizzi.
Almeno fino all'arrivo del mining.
I miner cinesi effettuano una migrazione continua tra regioni per beneficiare di surplus temporanei nei quali l'energia viene loro quasi regalata. Tra queste ci sono anche le centrali di carbone, in questo hai ragione.
Ma molto del loro consumo è rappresentato da energia che senza di loro sarebbe stata prodotta comunque e, molto spesso, semplicemente sprecata.
Per questo il governo cinese ha avuto momenti di forte ostilità nei confronti di B. ma questa ostilità non ha mai riguardato il mining. Perchè questa attività risolve un problema: trasforma energia, altrimenti inutilizzata, in denaro.
Anche sul gas la questione del venting/flaring pone problematiche simili (vedi articolo di Nic Carter postato da fillippone).