Vorrei porre un accento, perché mi sembra che la speranza di molti sia, un po'... non pago nulla in Italia, domani vado sull'isola magica, mi porto tutto con me e non pago più nulla o poco.
Un peccato di ingenuità.
Il problema che si deve porre chi vuole andare all'estero chi vuole cambiare prospettiva è che se fino al 30 Aprile 2021, è stato un cittadino italiano fino a quella data doveva sottostare alle leggi italiane.
Mi sembra chiaro che se un cittadino italiano, per esempio, fino al 30 Aprile 2021 che al 30 Aprile 2021
doveva al fisco "1.000", se... se ne va all'estero per non pagare "1.000"... una volta all'estero li fa emergere e se li spende... o peggio, li rispende anche in Italia...
Passa da un reato di evasione fiscale a quello ben più grave di riciclaggio internazionale.
Riciclaggio appunto delle somme di quel che doveva pagare che non ha pagato e che si è portato con sé.
Se "1.000" sono € 1.000 mah... è difficile contare tutte le formichine che passano in giardino...
Se "1.000" sono € 50.000.000 eh... un po' si vede...
Quanto sopra è sicuramente vero se: 1)ho comprato bitcoin quando ero residente in Italia 2)ho venduto quando ero residente in Italia (realizzando una plusvalenza fiscalmente rilevante in Italia) e,
dopo mi trasferisco all'estero.
Credo però che sia un pò diverso dal caso in cui ho comprato b. quando ero in Italia, poi mi trasferisco
effettivamente in Svizzera e
solo dopo il trasferimento vendo e realizzo la plusvalenza.
In quest'ultimo caso al momento del trasferimento io non dovevo nulla allo Stato italiano. Il valore di b. avrebbe potuto andare a zero dopo il mio trasferimento all'estero e in questo caso non ci sarebbe stato nemmeno reddito.
Tenete presente che in caso di trasferimento all'estero e di successiva modifica del tenore di vita, tutte le spie rosse sul rischio riciclaggio si accendono molto, ma molto di più che se uno non cambia Paese. Quindi è ancora più importante aver dichiarato b. in precedenza nel quadro RW della dichiarazione italiana in modo tale che non vi siano dubbi sull'origine legittima dei fondi con cui avete acquistato a suo tempo.
Ricordate anche che il trasferimento deve essere reale e non di facciata: non conta solo la residenza ma anche il domicilio e soprattutto il cosiddetto "centro degli interessi vitali". Ad esempio non vale se moglie e figli restano in Italia o se avete un'impresa in Italia. Deve essere un trasferimento "armi e bagagli"
e l'AdE ha una certa discrezionalità nel valutare situazione per situazione. E' importante affidarsi a professionisti esperti che in questo settore, a differenza della tassazione delle criptovalute, non mancano.
L'Agenzia ha infatti dichiarato che si è sempre tenuti a versare tasse in Italia ogni volta che “
emergano atti o fatti tali da indurre a ritenere che il soggetto ha mantenuto in Italia il centro dei suoi affari ed interessi"
Una frase che presenta ampi spazi di interpretazione.
Su parole come
periodo d'imposta o
momento impositivo possiamo scrivere una tesi di laurea.
La chiave del discorso è l'obbligo della dichiarazione nel quadro RW.
Non è una norma fiscale è una dichiarazione che va fatta.
Non è un problema dell'Italia è un problema a livello europeo, un problema anche a livello internazionale.
Per come hai detto tu... sarebbe semplice...
io domani vado in Svizzera dico che i Bitcoin li ho avuti ieri...
...Bitcoin ieri era a $ 1.000.000 oggi è $ 1.000.010
Pago le tasse su $ 10... (?)
La prima domanda che viene fatta in uno stato serio è...
...ma lei scusi $ 1.000.000 per comprare un Bitcoin, come lo ha avuto ?
Non è per caso che lei quando era in Italia aveva dei
Bitcoin non dichiarati ?
Ding ! grazie di aver partecipato al nostro gioco... ( cit. )
CRS Common Reporting Standard...
https://www.oecd.org/tax/automatic-exchange/common-reporting-standard/C'è un focus molto recente in cui si chiariscono bene tre cose,
se l'investimento è in regime
dichiaritivo, amministrato o gestito:
https://temi.camera.it/leg18/post/la-tassazione-delle-rendite-finanziarie.htmlIn breve, in parole semplici:
Dichiarativo è un investimento in proprio, scelte consapevoli mie, ho l'onere di dichiarare io le tasse.
Sono in regime dichiaritivo molti broker internazionali, anche quelli che vanno le ora maggiore come i recenti broker di CFD e simili.
Amministrato, ho un contratto di deposito e amministrazione con un ente finanziario a cui però non delego la gestione, sono io che compro e vendo.
Gestito, ho delegato anche la gestione, sostanzialmente da investitore io ho solo dato una somma che qualcuno mi investe.
Quando l'investimento è totalmente in mano ad un soggetto che opera come
sostituto d'imposta è lui che calcola le tasse per mio conto.
Garantendo un certo anonimato.
Ci sono vantaggi e svantaggi nei tre regimi.
Dipende un po' se si è investitori di lunghissimo termine, se si vuole fare trading per proprio conto, dall'entità del patrimonio...
Si dice spesso
sii la banca di te stesso, molti grandi patrimoni hanno preso la lettera questo leitmotiv, ma molto tempo direi, operano come un ente finanziario che è il proprio.
Ah ! le banche il demonio...
Beh... se la "banca" ( società intermediazione immobiliare, holding, trust, ecc... ) è la mia... mi possono anche fidare, magari ho pure dei vantaggi fiscali.
Nel piccolo... nel piccolo ci si deve arrangiare, sicuramente occorre studiare oltre i temi blockchain.
Occorre studiare molti altri temi, per essere la banca di se stessi.
Come si inizia ad intuire... non è necessario fare solo un grande rendimento.