Riguardo ad Ametrano:
Secondo me nel suo intervento centra un punto: lightning è ambizioso
E' un gateway per transare con BTC che utilizza in maniera attiva la blockchain, per aprire, chiudere e risolvere contenziosi dei payment channel.
Non è un gateway semplice come può essere per es. la binance smart chain, o i trasferimenti interni a un exchange.
Ha una complessità tecnica non indifferente che inevitabilmente creerà punti di ingresso centralizzati, molti non avranno un nodo LND. Tuttavia vengono gettate, a mio avviso, basi solide per un gateway con un grado di sicurezza in più rispetto all'exchange, anche per chi non ha un nodo LND, ad esempio:
Sono un utente pienamente consapevole del funzionamento di lightning, ma non ho voglia di avere il mio nodo, e quindi mi appoggio a soluzioni terze chiavi in mano (es. bluewallet).
Attraverso i lightning explorer posso costantemente monitorare il nodo su cui mi appoggio, e avere delle informazioni utili riguardo a parametri sulla salute del nodo:
Ha chiuso molti canali recentemente?
E' ben connesso con il resto della rete?
Come capacità, rispetto all'uso che devo fare io, come è messo?
Non stiamo più parlando di un exchange centralizzato, che fa il bello e il cattivo tempo... stiamo parlando di veri e propri mini-audit aperti che ci danno qualche indizio in più sulla solvibilità di un entità che decide di fornire servizi lightning.
Molti non avranno un full-node LN come molti non hanno un full-node Bitcoin.
Phoenix genera all'installazione un nodo vero e proprio sul telefono, la particolarità sta che si collega (e si può collegare) solo al nodo Acinq da cui 1)riceve liquidità per ottenere pagamenti aprendo un canale automatico 2)Sincronizza i dati in modo che, anche se l'applicazione Phoenix è offline la maggior parte del tempo, alla sua apertura abbia i dati perfettamente sincronizzati senza lunghe fasi di download
Il funzionamento in questo è molto simile ad un normale wallet SPV (come Electrum) con la differenza rappresentata dalla liquidità messa a disposizione (a pagamento) in modo che non ci sia la necessità per l'utente di aprire un canale a mano (con una tx on chain).
la cosa bella è che i bitcoin risiedono sul proprio telefono (le chiavi private non sono mai condivise o custodite da Acinq) e che se anche Acinq sparisse domattina , tramite lo smart contract che lega i due nodi , io potrei eseguire una chiusura forzata del canale e rientrare in possesso dei fondi depositati sullo stesso (che all'atto pratico si trovano su un multiaddress).
Una cosa brutta è la perdita della privacy: Acinq conosce l'ammontare e la destinazione dei pagamenti di ogni utente che usa Phoenix (anche se ovviamente non ne conosce le generalità).
Se uno è amante della privacy è necessario che metta su un proprio full node LN e che lo usi in abbinamento a TOR o una VPN(*).
Al crescere di LN e dei bitcoin depositati su di esso, quello che chiami "uso attivo della blockchain" sarà sempre meno necessario. Più servizi ci saranno su LN (exchange, merchants, giochi a pagamento...) meno gli utenti avranno bisogno di ricorrere a aperture e chiusure di canali. I bitcoin risiederanno sempre sul layer 2. Usando wallet come Phoenix, l'utente meno esperto potrà entrare e uscire dal mondo bitcoin passando solo da LN. Per lui sarà come se la blockchain e il layer base non esistessero nemmeno.
L'unico caso (abbastanza raro) sarà se uno dei servizi con cui sta transando sparisse o fallisse.
*= a proposito di VPN, uno dei problemi dei servizi di hosting di una VPN è che, accettando pagamenti in fiat, devi fornire i tuoi dati.
In questi giorni ho testato SatoshiVPN un servizio in cui la fornitura del server con canale privato avviene con pagamento in b.
https://satoshivpn.com/E' quindi possibile fare acquisti in b. su servizi anonimi (come Bitrefill) mascherando il proprio IP e pagando il servizio che fornisce il mascheramento in b., quindi senza fornire le proprie generalità
Si resta anonimi dall'inizio alla fine
Funziona bene, è solo caro (.99$ al giorno) e purtroppo non accetta ancora LN