Il discorso e' molto interessante ma sconsiglio a chiunque di 'affidarsi' a queste interpretazioni che richiedono diversi sforzi finche' la situazione normativa non e' chiarificata da chi di dovere.
Per quanto e' pazzesco il pensare di dover aggiungere l'IVA alle transazioni BTC in italia e' secondo me la interpretazione piu' solida e tradizionale ma sopratutto quella meno rischiosa. Premetto che non sono avvocato ma che ho parlato con diversi avvocati tax e corporate e commercialisti.
Banalmente trovo molto meno forzata la similitudine all'oro e metalli di valore ma e' pur sempre uno sforzo interpretativo ma con questo non intendo escludere l'interpretazione di Capaccioli che e' comunque una possibilita'.
Fino a poco fa la situazione in UK era molto simile a quella Italiana (+VAT/IVA) e la soluzione non e' stata di trovare interpretazioni favorevoli ma di aprire un dialogo con la 'tax authority', nel caso di UK la HMRC e chiarire le esigenze e ottenere delle linee guida che se seguite vi permettono di operare in tutta serenita'.
http://www.bbc.com/news/business-26426550Quindi bisognerebbe iniziare a spingere per aprire un dialogo e chiarire al costo di ottenere una risposta stupida e che renda bitcoin inusabile in italia piuttosto che vivere nel buio.
Comunque tutto questo mi sembra molto un esercizio didattico visto che aprire una attivita' all'estero ma in EU costa meno che in italia (a parita' di struttura) e offre di operare in tutta l'europa (inclusa l'italia) ma seguendo le normative locali (vedi UK, Germania, Cipro, etc) che interpretano e normano il bitcoin in modo sicuramente piu' chiaro e favorevole che l'italia.
Poi ovviamente se siete residenti in italia dovrete pagare le vostre tasse in italia ma questo e' un'altro discorso.
Trovo anche che una possibile fuga di 'start up' e 'cervelli' dall'italia possa spingere il governo italiano a portarsi in linea con la normativa di questi paesi 'favorevoli', per appunto evitare questa 'fuga', ma e' solo una sperenza