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Topic: Fisco / Tasse / Legge sul Bitcoin - page 237. (Read 251720 times)

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November 07, 2013, 02:05:16 PM

La fattispecie che non mi pare sia spiegata è quella del miner che estrae bitcoin e poi li vende.

Eh lì si calcoleranno le tasse sul guadagno ottenuto dalla vendita dei bitcoin, tolte le spese di gestione dell'hardware e della corrente. E' come se avessi una ditta che "produce" bitcoin.

credo anche io che sia così
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November 07, 2013, 01:22:05 PM

La fattispecie che non mi pare sia spiegata è quella del miner che estrae bitcoin e poi li vende.

Eh lì si calcoleranno le tasse sul guadagno ottenuto dalla vendita dei bitcoin, tolte le spese di gestione dell'hardware e della corrente. E' come se avessi una ditta che "produce" bitcoin.
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November 07, 2013, 09:32:59 AM
se ti fai (anzi, facevi) il magazzino a San Marino potevi fare quello che ti pare.
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November 07, 2013, 08:54:31 AM
ad esempio se è un sito che vende hardware per pc e gli chiedo di mandarmi dell'hardware pagando in cryptocurrencies, lui il costo se lo scarica dalle tasse ma senza averne profitto. Insomma ci guadagnano tutti tranne lo stato.

Questo non funziona, almeno qui in Italia: se acquisti in fiat e vendi in bitcoin senza dichiarare la vendita il materiale ti resta contabilmente a magazzino. E se ti capita un controllo della finanza i pezzi a magazzino devono esserci altrimenti ti becchi una denuncia per evasione. E ad ogni modo se il magazzino è sproporzionato al tipo di attività il controllo è quasi certo (se sei un negozio di PC e a fine anno hai 2-3 PC e un po' di pezzi va bene, ma se hai mettiamo 20 PC quando ne vendi magari 2 alla settimana rischi grosso).

verissimo, io ormai ragiono sempre di estero, la gestione del magazzino è un punto molto critico, un mio amico ha avuto un contenzioso col fisco proprio inerente il suo magazzino. Certo potresti aspettare una bella alluvione Smiley (che comunque arrivano puntualmente in autunno) e dire che hai perso tutto il magazzino.
si ma non è che all'estero il culo non te lo fanno se evadi il fisco... semmai si può ragionare di aliquote più basse.
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November 07, 2013, 08:43:30 AM
ad esempio se è un sito che vende hardware per pc e gli chiedo di mandarmi dell'hardware pagando in cryptocurrencies, lui il costo se lo scarica dalle tasse ma senza averne profitto. Insomma ci guadagnano tutti tranne lo stato.

Questo non funziona, almeno qui in Italia: se acquisti in fiat e vendi in bitcoin senza dichiarare la vendita il materiale ti resta contabilmente a magazzino. E se ti capita un controllo della finanza i pezzi a magazzino devono esserci altrimenti ti becchi una denuncia per evasione. E ad ogni modo se il magazzino è sproporzionato al tipo di attività il controllo è quasi certo (se sei un negozio di PC e a fine anno hai 2-3 PC e un po' di pezzi va bene, ma se hai mettiamo 20 PC quando ne vendi magari 2 alla settimana rischi grosso).

verissimo, io ormai ragiono sempre di estero, la gestione del magazzino è un punto molto critico, un mio amico ha avuto un contenzioso col fisco proprio inerente il suo magazzino. Certo potresti aspettare una bella alluvione Smiley (che comunque arrivano puntualmente in autunno) e dire che hai perso tutto il magazzino.
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November 07, 2013, 08:28:22 AM
Il Canada ha messo in chiaro le cose sul discorso tasse: http://news.gc.ca/web/article-eng.do?nid=787789

Secondo me è una mossa furba, chi volesse aprire un'attività basata sui bitcoin ha bisogno di stabilità normativa, qui da noi rischierebbe di trovarsi la finanza a casa da un giorno all'altro senza neanche sapere perchè.
Interessante. Mi pare che la spiegazione data dal Canada torni con quello che si è scritto sopra. se i bitcoin vengono usati per acquistare beni e servizi si considera come una forma di baratto e la fattura deve comunque indicare il prezzo del bene in dollari canadesi. se si tratta invece di compravendita di bitcoin la si equipara alla compravendita di commodity (v. oro o materie prime) e la si tassa di conseguenza.
La fattispecie che non mi pare sia spiegata è quella del miner che estrae bitcoin e poi li vende.
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November 07, 2013, 07:17:13 AM
ad esempio se è un sito che vende hardware per pc e gli chiedo di mandarmi dell'hardware pagando in cryptocurrencies, lui il costo se lo scarica dalle tasse ma senza averne profitto. Insomma ci guadagnano tutti tranne lo stato.

Questo non funziona, almeno qui in Italia: se acquisti in fiat e vendi in bitcoin senza dichiarare la vendita il materiale ti resta contabilmente a magazzino. E se ti capita un controllo della finanza i pezzi a magazzino devono esserci altrimenti ti becchi una denuncia per evasione. E ad ogni modo se il magazzino è sproporzionato al tipo di attività il controllo è quasi certo (se sei un negozio di PC e a fine anno hai 2-3 PC e un po' di pezzi va bene, ma se hai mettiamo 20 PC quando ne vendi magari 2 alla settimana rischi grosso).
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November 07, 2013, 07:15:23 AM
Il Canada ha messo in chiaro le cose sul discorso tasse: http://news.gc.ca/web/article-eng.do?nid=787789

Secondo me è una mossa furba, chi volesse aprire un'attività basata sui bitcoin ha bisogno di stabilità normativa, qui da noi rischierebbe di trovarsi la finanza a casa da un giorno all'altro senza neanche sapere perchè.
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November 07, 2013, 04:59:13 AM
l'idea non è male; si evita la conversione in valute standard (e quindi movimenti sul conto corrente) e quindi tutto il problema fiscale (certo se mi faccio spedire una ferrari e poi ci vado in giro, in itaGlia potrebbero chiedermi come l'ho comprata);anche il proxy può trarne beneficio: ad esempio se è un sito che vende hardware per pc e gli chiedo di mandarmi dell'hardware pagando in cryptocurrencies, lui il costo se lo scarica dalle tasse ma senza averne profitto. Insomma ci guadagnano tutti tranne lo stato.
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November 06, 2013, 05:38:46 PM
Interessante. Comprano loro per te e poi ti spediscono il bene acquistato?
Esattamente.
Tu invii a loro i Bitcoin, e per il servizio si prendono una percentuale (o anche gratis)
Il servizio ha appena aperto, ed è giusto il primo.
Il fatto della concorrenza dovrebbe comunque abbassare il prezzo dei singoli "proxy", anche se naturalmente ha valore anche il feedback.
E' presente anche un sistema di escrow.

Potrebbero anche ordinarti una pizza da asporto tanto per dire Smiley
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November 06, 2013, 05:30:52 PM
Oppure la diffusione di servizi come questo Smiley
http://www.proxycoins.com/
Interessante. Comprano loro per te e poi ti spediscono il bene acquistato?
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November 06, 2013, 04:44:45 PM
Oppure la diffusione di servizi come questo Smiley
http://www.proxycoins.com/
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Bitcoin is antisemitic
November 06, 2013, 04:35:28 PM
per esempio mi chiedo: chi "mina" in Italia la bolletta della luce la paga in bitcoin?

no, infatti. L'ultimo conguaglio che mi e' arrivato quando minavo era di 1.600+ euri (oltre a bollette precedenti di 3-400+ cadauna), quindi prima di parlare di tasse dovrei detrarre i costi no? E se questi (dimostrabili -mettiamoci pure le radeon) sono superiori a quanto ho convertito in euri su un exchange immagino potrei rivendicare un credito.

Cmq si, chi vuole convertire sugli exchange mi sa che fara' meglio a stare attento. Quindi meglio cash faccia a faccia o conto all'estero.
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November 06, 2013, 04:28:45 PM
per esempio mi chiedo: chi "mina" in Italia la bolletta della luce la paga in bitcoin?

Prova a vederlo come un modo per strasferire "wealth" senza lasciare "trails"...
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November 06, 2013, 04:26:10 PM
del resto però chi compravende i bitcoin prima o poi vorrà godere dei propri proventi convertendoli in euro...
Basta comprare direttamente beni e servizi in bitcoin, eliminando tra l'altro un passaggio e di conseguenza riducendo le commissioni. Bitcoin è una moneta: non ha bisogno dell'euro per esistere. Certo, resta il problema del redditometro.
si concordo, ma prima che il mondo si sarà decisa a vendere beni e servizi in bitcoin su larga scala, uno potrebbe avere l'istinto di convertirne un po in euro.
per esempio mi chiedo: chi "mina" in Italia la bolletta della luce la paga in bitcoin?
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November 06, 2013, 02:04:18 PM
del resto però chi compravende i bitcoin prima o poi vorrà godere dei propri proventi convertendoli in euro...
Basta comprare direttamente beni e servizi in bitcoin, eliminando tra l'altro un passaggio e di conseguenza riducendo le commissioni. Bitcoin è una moneta: non ha bisogno dell'euro per esistere. Certo, resta il problema del redditometro.
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November 06, 2013, 09:35:55 AM
Non so cosa devono dichiarare i minatori, ipotizzo che come una qualunque impresa si dovrà fare un conto dei ricavi a cui andranno dedotti i costi. se l'operazione dà un risultato positivo: ossia un utile; su quell'utile si calcola l'imposizione fiscale.
Vi torno però a ripetere che la questione andrebbe studiata a fondo. il mio era più che altro un avvertimento a chi fa girare grosse somme sul conto corrente perchè in questo modo si potrebbe accendere qualche led rosso nella torre di controllo dell'agenzia delle entrate.

quanto alla disciplina svizzera, non ho idea di quali siano le norme applicabili in quel paese.

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November 06, 2013, 09:22:32 AM
Infine, ritengo che oggi chi deposita sul proprio conto i proventi dello scambio di bitcoin sia particolarmente esposto ad accertamenti che avrebbe senz'altro difficoltà a giustificare (ovviamente mi riferisco a somme non irrisorie).

mi trovo daccordo su molte delle cose che hai scritto, ma giustificare un aumento di valore dei propri bitcoin nel tempo e' la cosa piu facile del mondo con la blockchain, non trovi?

certamente; il problema si pone con riferimento alle eventuali sanzioni per l'omessa dichiarazione delle plusvalenze e per l'omesso versamento delle relative imposte...
intendo dire che se l'agenzia ti chiede spiegazioni in merito agli accrediti sul conto corrente derivanti dal cash out dei proventi dei bitcoin e tu ti difendi sostenendo che si tratta di somme derivanti appunto dalla vendita di un certo ammontare di bitcoin, resta comunque il fatto che se eri tenuto a dichiarare quell'introito e dovevi pagare un certa imposta e non l'hai fatto sei passibile di sanzioni.
in questo senso dicevo che sarebbe opportuno capire se: (i) la compravendita di bitcoin è equiparabile alla compravendita di prodotti/strumenti finanziari; (ii) se si, quali sono gli adempimenti fiscali da porre in essere; (iii) capire quali sono le sanzioni in caso di omissione.
ovviamente il discorso ha senso se si vuole accreditare sul proprio conto i proventi della vendita dei bitcoin, in caso contrario dubito che le istituzioni siano cosi' solerti da abbinare gli indirizzi bitcoin ai contribuenti per poi calcolare gli eventuali proventi incrociando i dati delle transazione con i prezzi delle quotazioni.
del resto però chi compravende i bitcoin prima o poi vorrà godere dei propri proventi convertendoli in euro...

La normativa svizzera cosa pevede al riguardo?
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November 06, 2013, 09:22:12 AM
E i minatori? Che introito devono dichiarare secondo te? E' un pò come se vendessero le mele raccolte nel proprio campo...
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November 06, 2013, 08:47:43 AM
Infine, ritengo che oggi chi deposita sul proprio conto i proventi dello scambio di bitcoin sia particolarmente esposto ad accertamenti che avrebbe senz'altro difficoltà a giustificare (ovviamente mi riferisco a somme non irrisorie).

mi trovo daccordo su molte delle cose che hai scritto, ma giustificare un aumento di valore dei propri bitcoin nel tempo e' la cosa piu facile del mondo con la blockchain, non trovi?

certamente; il problema si pone con riferimento alle eventuali sanzioni per l'omessa dichiarazione delle plusvalenze e per l'omesso versamento delle relative imposte...
intendo dire che se l'agenzia ti chiede spiegazioni in merito agli accrediti sul conto corrente derivanti dal cash out dei proventi dei bitcoin e tu ti difendi sostenendo che si tratta di somme derivanti appunto dalla vendita di un certo ammontare di bitcoin, resta comunque il fatto che se eri tenuto a dichiarare quell'introito e dovevi pagare un certa imposta e non l'hai fatto sei passibile di sanzioni.
in questo senso dicevo che sarebbe opportuno capire se: (i) la compravendita di bitcoin è equiparabile alla compravendita di prodotti/strumenti finanziari; (ii) se si, quali sono gli adempimenti fiscali da porre in essere; (iii) capire quali sono le sanzioni in caso di omissione.
ovviamente il discorso ha senso se si vuole accreditare sul proprio conto i proventi della vendita dei bitcoin, in caso contrario dubito che le istituzioni siano cosi' solerti da abbinare gli indirizzi bitcoin ai contribuenti per poi calcolare gli eventuali proventi incrociando i dati delle transazione con i prezzi delle quotazioni.
del resto però chi compravende i bitcoin prima o poi vorrà godere dei propri proventi convertendoli in euro...
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