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Topic: Notizie spazzatura su bitcoin/blockchain - page 48. (Read 34944 times)

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January 21, 2021, 10:58:36 AM
Bitcoin falls 10% after report suggests a critical flaw in the cryptocurrency called 'double-spend' may have occurred

LOL

https://markets.businessinsider.com/currencies/news/bitcoin-price-double-spend-flaw-critical-report-suggests-2021-1-1029990921



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January 15, 2021, 11:32:23 AM

Ho ricevuto battutine stupide anche su questo aspetto da parte di conoscenti, ed ho diverse considerazioni:

1. Nel 2010 la gestione di un wallet bitcoin era una operazione assai più complessa di quello che é oggi: software più acerbo, bug, practices ancora non consolidate, gestione artificiosa degli indirizzi di change e chissà cos’altro, rendevano spestremamente più difficoltoso non perdere i propri Coin.

2. Il basso valore unitario del bitcoin (addirittura regalato dai faucet) non portava certo ad assumere un atteggiamento attento nei confronti della custodia. Ovviamente questa é una “colpa” interamente addebitabile agli utenti, che non si sono resi conto di quello che avevano tra le mani (a livello concettuale invece questo era ben presente in Satoshi ed Hal, ad esempio, ma anche Laszlo).

3. Oggi questo problema é superato: esistono innumerevoli soluzioni professionali per la custodia. Con tanto di pratiche anti frode, assicurazioni su hot e cold wallet, eccetera. La scelta di non avvalersi di questi servizi é una precisa scelta dell’utente.

4. Il fatto che i servizi sopra citati esistano, non rappresenta in alcun modo un “tradimento dell’ideologia trustless” di Bitcoin. Il “don’t trust, verify” é un’opzione, non un obbligo.

Così, tanto per chiarire il mio pensiero è come rispondo a quelli che mi pongono questo fatto come un “problema” per bitcoin.


sì d'accordo, però non mi pare sia questo il caso: il tizio in questione non era uno sprovveduto, ha usato un dispositivo certificato NATO NIAPC (https://www.ia.nato.int/NIAPC), quindi significa che ai suoi BTC attribuiva un valore enorme, e semmai ha ecceduto dall'estremo opposto. Non ha pensato ad avere un backup o al rischio di perdere la password e/o il seed... Anche l'eccesso di paranoia può fare danni enormi.

Più accurati sono gli strumenti o le procedure di occultamento di password o altri dati sensibili, più attenzione serve nel definire la modalità di recupero di tali informazioni
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January 14, 2021, 08:46:04 PM
Dopo i terroristi e la droga, non poteva mancare l'attacco a Capitol Hill:

https://blog.chainalysis.com/reports/capitol-riot-bitcoin-donation-alt-right-domestic-extremism
Sono certo che se cercano bene, ma bene bene, scopriranno che pure l'assassino di Lincoln fu pagato in bitcoin.
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January 14, 2021, 04:31:57 PM
Dopo i terroristi e la droga, non poteva mancare l'attacco a Capitol Hill:

https://blog.chainalysis.com/reports/capitol-riot-bitcoin-donation-alt-right-domestic-extremism

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January 14, 2021, 01:16:37 PM
<…>
Domanda sulle banche e sui consumi: sbaglio o tengono luci, computer, stampanti, scanner, etc, accesi 24/7? Io ogni volta che sono in prossimità di una banca lo noto perché è sempre illuminata a giorno anche alle 3 del sabato mattina...

E tu cosa ci fai in giro il Sabato alle 3:00 del mattino?
Quando ero ancora giovane...

Quote
Le banche magari tengono uffici con le luci accese per motivi di sicurezza, ma sono sicuro che il consumo maggiore non sia quello, ma proprio il consumo come “overhead” rispetto alla semplice funzione alla quale sarebbero preposte, ovvero l’erogazione del credito.
Siamo d'accordo che non è sicuramente la ragione maggiore, ma intanto influisce, e molte banche non sono certo all'avanguardia per tutto quello che riguarda il lato elettrico/tecnologico. E soprattutto se vuoi fare la paternale a qualcun altro (mi riferisco alle banche, non a te  Grin) almeno prima cerca di metterti al riparo, altrimenti è come se McDonald's dicesse che Burger King vende spazzatura...
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January 14, 2021, 01:05:55 PM

Ho ricevuto battutine stupide anche su questo aspetto da parte di conoscenti, ed ho diverse considerazioni:

1. Nel 2010 la gestione di un wallet bitcoin era una operazione assai più complessa di quello che é oggi: software più acerbo, bug, practices ancora non consolidate, gestione artificiosa degli indirizzi di change e chissà cos’altro, rendevano spestremamente più difficoltoso non perdere i propri Coin.

2. Il basso valore unitario del bitcoin (addirittura regalato dai faucet) non portava certo ad assumere un atteggiamento attento nei confronti della custodia. Ovviamente questa é una “colpa” interamente addebitabile agli utenti, che non si sono resi conto di quello che avevano tra le mani (a livello concettuale invece questo era ben presente in Satoshi ed Hal, ad esempio, ma anche Laszlo).

3. Oggi questo problema é superato: esistono innumerevoli soluzioni professionali per la custodia. Con tanto di pratiche anti frode, assicurazioni su hot e cold wallet, eccetera. La scelta di non avvalersi di questi servizi é una precisa scelta dell’utente.

4. Il fatto che i servizi sopra citati esistano, non rappresenta in alcun modo un “tradimento dell’ideologia trustless” di Bitcoin. Il “don’t trust, verify” é un’opzione, non un obbligo.

Così, tanto per chiarire il mio pensiero è come rispondo a quelli che mi pongono questo fatto come un “problema” per bitcoin.


Che genere di battute?
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January 14, 2021, 12:58:52 PM

Ho ricevuto battutine stupide anche su questo aspetto da parte di conoscenti, ed ho diverse considerazioni:

1. Nel 2010 la gestione di un wallet bitcoin era una operazione assai più complessa di quello che é oggi: software più acerbo, bug, practices ancora non consolidate, gestione artificiosa degli indirizzi di change e chissà cos’altro, rendevano spestremamente più difficoltoso non perdere i propri Coin.

2. Il basso valore unitario del bitcoin (addirittura regalato dai faucet) non portava certo ad assumere un atteggiamento attento nei confronti della custodia. Ovviamente questa é una “colpa” interamente addebitabile agli utenti, che non si sono resi conto di quello che avevano tra le mani (a livello concettuale invece questo era ben presente in Satoshi ed Hal, ad esempio, ma anche Laszlo).

3. Oggi questo problema é superato: esistono innumerevoli soluzioni professionali per la custodia. Con tanto di pratiche anti frode, assicurazioni su hot e cold wallet, eccetera. La scelta di non avvalersi di questi servizi é una precisa scelta dell’utente.

4. Il fatto che i servizi sopra citati esistano, non rappresenta in alcun modo un “tradimento dell’ideologia trustless” di Bitcoin. Il “don’t trust, verify” é un’opzione, non un obbligo.

Così, tanto per chiarire il mio pensiero è come rispondo a quelli che mi pongono questo fatto come un “problema” per bitcoin.


sì d'accordo, però non mi pare sia questo il caso: il tizio in questione non era uno sprovveduto, ha usato un dispositivo certificato NATO NIAPC (https://www.ia.nato.int/NIAPC), quindi significa che ai suoi BTC attribuiva un valore enorme, e semmai ha ecceduto dall'estremo opposto. Non ha pensato ad avere un backup o al rischio di perdere la password e/o il seed... Anche l'eccesso di paranoia può fare danni enormi.
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January 14, 2021, 10:57:15 AM

Ho ricevuto battutine stupide anche su questo aspetto da parte di conoscenti, ed ho diverse considerazioni:

1. Nel 2010 la gestione di un wallet bitcoin era una operazione assai più complessa di quello che é oggi: software più acerbo, bug, practices ancora non consolidate, gestione artificiosa degli indirizzi di change e chissà cos’altro, rendevano spestremamente più difficoltoso non perdere i propri Coin.

2. Il basso valore unitario del bitcoin (addirittura regalato dai faucet) non portava certo ad assumere un atteggiamento attento nei confronti della custodia. Ovviamente questa é una “colpa” interamente addebitabile agli utenti, che non si sono resi conto di quello che avevano tra le mani (a livello concettuale invece questo era ben presente in Satoshi ed Hal, ad esempio, ma anche Laszlo).

3. Oggi questo problema é superato: esistono innumerevoli soluzioni professionali per la custodia. Con tanto di pratiche anti frode, assicurazioni su hot e cold wallet, eccetera. La scelta di non avvalersi di questi servizi é una precisa scelta dell’utente.

4. Il fatto che i servizi sopra citati esistano, non rappresenta in alcun modo un “tradimento dell’ideologia trustless” di Bitcoin. Il “don’t trust, verify” é un’opzione, non un obbligo.

Così, tanto per chiarire il mio pensiero è come rispondo a quelli che mi pongono questo fatto come un “problema” per bitcoin.

Condivido. Ideologicamente parlando vorrei che tutti avessero il proprio wallet di cui detengono le chiavi e che tutti fossero in grado di effettuare payjoin, coinjoin eccetera.
Questa so benissimo essere una visione miope e irrealizzabile e sottoscrivo quanto dici.
Mi sta bene che utenti meno capaci dal punto di vista tecnico si affidino a terze parti, sperando le terze parti siano quanto più possibile professionali.
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January 14, 2021, 07:27:35 AM

Ho ricevuto battutine stupide anche su questo aspetto da parte di conoscenti, ed ho diverse considerazioni:

1. Nel 2010 la gestione di un wallet bitcoin era una operazione assai più complessa di quello che é oggi: software più acerbo, bug, practices ancora non consolidate, gestione artificiosa degli indirizzi di change e chissà cos’altro, rendevano spestremamente più difficoltoso non perdere i propri Coin.

2. Il basso valore unitario del bitcoin (addirittura regalato dai faucet) non portava certo ad assumere un atteggiamento attento nei confronti della custodia. Ovviamente questa é una “colpa” interamente addebitabile agli utenti, che non si sono resi conto di quello che avevano tra le mani (a livello concettuale invece questo era ben presente in Satoshi ed Hal, ad esempio, ma anche Laszlo).

3. Oggi questo problema é superato: esistono innumerevoli soluzioni professionali per la custodia. Con tanto di pratiche anti frode, assicurazioni su hot e cold wallet, eccetera. La scelta di non avvalersi di questi servizi é una precisa scelta dell’utente.

4. Il fatto che i servizi sopra citati esistano, non rappresenta in alcun modo un “tradimento dell’ideologia trustless” di Bitcoin. Il “don’t trust, verify” é un’opzione, non un obbligo.

Così, tanto per chiarire il mio pensiero è come rispondo a quelli che mi pongono questo fatto come un “problema” per bitcoin.
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January 14, 2021, 05:42:11 AM
<…>
Domanda sulle banche e sui consumi: sbaglio o tengono luci, computer, stampanti, scanner, etc, accesi 24/7? Io ogni volta che sono in prossimità di una banca lo noto perché è sempre illuminata a giorno anche alle 3 del sabato mattina...

E tu cosa ci fai in giro il Sabato alle 3:00 del mattino?

Le banche magari tengono uffici con le luci accese per motivi di sicurezza, ma sono sicuro che il consumo maggiore non sia quello, ma proprio il consumo come “overhead” rispetto alla semplice funzione alla quale sarebbero preposte, ovvero l’erogazione del credito.

Comunque questa argomentazione viene ripescata ciclicamente ed ho solo due considerazioni in merito:

1. Quante industrie “negative” consumano più di bitcoin? Non solo banche, ma anche armamenti, droga, governi... la lista é infinita, anzi, mi verrebbe da dire che, per costruzione, il mining di bitcoin sia una delle industrie più efficienti, e che l’energia non usata per bitcoin, sia effettivamente “sprecata”.

2. Siamo portati a credere a quello che leggiamo sui giornali, ma poi appena il giornalista inizia a parlare di qualcosa che conosciamo bene, ci rendiamo conto che gli argomenti sono affrontati in maniera superficiale, con errori concettuali e fattuali.
Allora come è possibile questa dicotomia di pensiero?  Gell-Mann amnesia?
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January 13, 2021, 07:26:04 PM
E alla fine mi è pesantemente scaduta anche la Gabanelli:

https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/emissioni-co2-ambiente-internet-quanto-inquina-nostra-vita-digitale-effetto-serra-consumi-invisibili-streaming-app-video/eb680526-5363-11eb-b612-933264f5acaf-va.shtml

Da una delle poche giornaliste che consideravo preparate e capaci di adeguati approfondimenti prima dei suoi servizi, sentire ripetere le solite banalità trite e ritrite (e sistematicamente debunkizzate) del tipo: "una singola transazione potrebbe alimentare una casa per un mese intero", o "I Bitcoin sono molto utilizzati nell’attività di riciclaggio e pagamento di riscatti" fa veramente male: tristezza a palate Cry

Hanno tutti una linea che devono seguire, non c'è scampo. La nostra vita, digitale o no, inquina e questo è assodato. Il tema bitcoin/energia viene volutamente tirato fuori senza approfondimenti quando serve e questi sono i risultati.
Sarei davvero curioso di conoscere il costo di una transazione cashless attraverso i vari circuiti di pagamento.
Il caro vecchio cash che non inquina, non lo vuole più nessuno.
Domanda sulle banche e sui consumi: sbaglio o tengono luci, computer, stampanti, scanner, etc, accesi 24/7? Io ogni volta che sono in prossimità di una banca lo noto perché è sempre illuminata a giorno anche alle 3 del sabato mattina...
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January 13, 2021, 02:54:33 PM

sì, me lo ricordo. All'epoca mi era sembrato un intervento tutto sommato  abbastanza equilibrato e neutrale, anche se fa piuttosto ridere quel richiamo finale all'allarme sollevato dalla Lagarde, considerati i danni che è riuscita a fare al FMI (come il mega-prestito all'Argentina, fallita neanche un anno dopo)

E alla fine mi è pesantemente scaduta anche la Gabanelli:

https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/emissioni-co2-ambiente-internet-quanto-inquina-nostra-vita-digitale-effetto-serra-consumi-invisibili-streaming-app-video/eb680526-5363-11eb-b612-933264f5acaf-va.shtml

Da una delle poche giornaliste che consideravo preparate e capaci di adeguati approfondimenti prima dei suoi servizi, sentire ripetere le solite banalità trite e ritrite (e sistematicamente debunkizzate) del tipo: "una singola transazione potrebbe alimentare una casa per un mese intero", o "I Bitcoin sono molto utilizzati nell’attività di riciclaggio e pagamento di riscatti" fa veramente male: tristezza a palate Cry

Hanno tutti una linea che devono seguire, non c'è scampo. La nostra vita, digitale o no, inquina e questo è assodato. Il tema bitcoin/energia viene volutamente tirato fuori senza approfondimenti quando serve e questi sono i risultati.
Sarei davvero curioso di conoscere il costo di una transazione cashless attraverso i vari circuiti di pagamento.
Il caro vecchio cash che non inquina, non lo vuole più nessuno.

è esattamente questo il punto: la malafede sta nel presentare a priori bitcoin come energivoro senza una comparazione su quanto consumano i canali di pagamento tradizionali, per i quali il bitcoin rappresenta un'alternativa. Ma sono argomenti capziosi, come detto già smontati da tempo, per esempio ricordo questa analisi interessante del confronto col circuito Visa:

https://hackernoon.com/the-bitcoin-vs-visa-electricity-consumption-fallacy-8cf194987a50
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January 13, 2021, 12:37:18 PM
E alla fine mi è pesantemente scaduta anche la Gabanelli:

https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/emissioni-co2-ambiente-internet-quanto-inquina-nostra-vita-digitale-effetto-serra-consumi-invisibili-streaming-app-video/eb680526-5363-11eb-b612-933264f5acaf-va.shtml

Da una delle poche giornaliste che consideravo preparate e capaci di adeguati approfondimenti prima dei suoi servizi, sentire ripetere le solite banalità trite e ritrite (e sistematicamente debunkizzate) del tipo: "una singola transazione potrebbe alimentare una casa per un mese intero", o "I Bitcoin sono molto utilizzati nell’attività di riciclaggio e pagamento di riscatti" fa veramente male: tristezza a palate Cry

Hanno tutti una linea che devono seguire, non c'è scampo. La nostra vita, digitale o no, inquina e questo è assodato. Il tema bitcoin/energia viene volutamente tirato fuori senza approfondimenti quando serve e questi sono i risultati.
Sarei davvero curioso di conoscere il costo di una transazione cashless attraverso i vari circuiti di pagamento.
Il caro vecchio cash che non inquina, non lo vuole più nessuno.
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January 13, 2021, 10:57:17 AM
E alla fine mi è pesantemente scaduta anche la Gabanelli:

https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/emissioni-co2-ambiente-internet-quanto-inquina-nostra-vita-digitale-effetto-serra-consumi-invisibili-streaming-app-video/eb680526-5363-11eb-b612-933264f5acaf-va.shtml

Da una delle poche giornaliste che consideravo preparate e capaci di adeguati approfondimenti prima dei suoi servizi, sentire ripetere le solite banalità trite e ritrite (e sistematicamente debunkizzate) del tipo: "una singola transazione potrebbe alimentare una casa per un mese intero", o "I Bitcoin sono molto utilizzati nell’attività di riciclaggio e pagamento di riscatti" fa veramente male: tristezza a palate Cry
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January 13, 2021, 06:19:51 AM
Si critica spesso il mondo criptovalute per gli imbonitori che ci girano intorno: persone senza qualifica che, alla McAfee, sparano cifre a caso nella speranza di raccogliere proseliti di solito su Youtube.

Scammer da cui stare in guardia, come ripetiamo fino alla noia ad ogni occasione.

Ma chi protegge i neofiti dagli imbonitori alla rovescia? Da chi semina paura incertezza e dubbio al solo scopo di disincentivare l'acquisto?

Soprattutto quando gli scammer hanno le sembianze dell'autorità di vigilanza sulla borsa e finanza inglese(FCA)  e dei giornali che ne fanno da cassa di risonanza?

Titoli del Guardian e del Sole 24 Ore che riportano un'esternazione della FCA  




Sembra un pò il venditore di cavalli che parla male dell'automobile.

"Preparatevi a perdere tutto" è ben diverso dal classico "non investite più di quanto siete disposti a perdere".

Innanzi tutto perchè non viene presentata come un'ipotesi ma come una certezza. Secondo perchè tutto vuol dire bitcoin=0, nada. Nessun valore.

Se uno sprovveduto/inesperto legge questi titoli capisce che l'organismo di vigilanza della borsa inglese sta dicendo con certezza che bitcoin andrà a zero.

Magari vende anche in perdita preso dal panico dopo averlo letto. A chi vanno chiesti i danni se l'evento dato per certo non si verificasse?  Grin

Poi tra le righe degli articoli si corregge il tiro, ma il titolo, furbescamente terrorizzante, rimane. Ed è la prima cosa che si legge, anche l'unica purtroppo su internet tra molti navigatori distratti che hanno poca voglia di approfondire.

E allora perchè ci preoccupiamo degli youtubers quando ci sono degli scammers ben più titolati e molto meno prevedibili.

Che dovrebbero anche vigilare e proteggere (FCA) o informare (i giornali). Si , come no.

DYOR. Sempre.
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