Non esiste una misura di sicurezza sufficientemente efficace contro la propria inaccuratezza
Ho ricevuto battutine stupide anche su questo aspetto da parte di conoscenti, ed ho diverse considerazioni:
1. Nel 2010 la gestione di un wallet bitcoin era una operazione assai più complessa di quello che é oggi: software più acerbo, bug, practices ancora non consolidate, gestione artificiosa degli indirizzi di change e chissà cos’altro, rendevano spestremamente più difficoltoso non perdere i propri Coin.
2. Il basso valore unitario del bitcoin (addirittura regalato dai faucet) non portava certo ad assumere un atteggiamento attento nei confronti della custodia. Ovviamente questa é una “colpa” interamente addebitabile agli utenti, che non si sono resi conto di quello che avevano tra le mani (a livello concettuale invece questo era ben presente in Satoshi ed Hal, ad esempio, ma anche Laszlo).
3. Oggi questo problema é superato: esistono innumerevoli soluzioni professionali per la custodia. Con tanto di pratiche anti frode, assicurazioni su hot e cold wallet, eccetera. La scelta di non avvalersi di questi servizi é una precisa scelta dell’utente.
4. Il fatto che i servizi sopra citati esistano, non rappresenta in alcun modo un “tradimento dell’ideologia trustless” di Bitcoin. Il “don’t trust, verify” é un’opzione, non un obbligo.
Così, tanto per chiarire il mio pensiero è come rispondo a quelli che mi pongono questo fatto come un “problema” per bitcoin.
Questa so benissimo essere una visione miope e irrealizzabile e sottoscrivo quanto dici.
Mi sta bene che utenti meno capaci dal punto di vista tecnico si affidino a terze parti, sperando le terze parti siano quanto più possibile professionali.