Non voglio sempre fare il puntiglioso, pero' secondo me c'e' un po' di confusione di terminologia.
Te stai dicendo che e' un sistema liberale, ossia che chiunque e' libero di aprire una qualsiasi delle attvita'
principali di bitcoin, ossia un nodo (magari full) un'attivita' di mining ecc.. e questo e' verissimo.
Bitcoin per ora e' estremamente liberale.
ma "democrazia" vuol dire etimologicamente (ed ancora dovrebbe avere questo significato)
"governo del popolo", e ora nessuno del popolo (utenti generici bitcoin)
e' in grado di governare il fenomeno della decisione sulla segwit.
Io convengo sul fatto che bitcoin sia un sistema liberale nell'accesso, assolutamente non democratico nel modo di prendere decisioni.
La parola "democrazia" non è mai stata usata che mi risulti da satoshi, nè nel paper iniziale si è mai accennato a questa parola (ripeto: p2p non vuol dire certo democrazia, 1 cpu - 1 voto vuol dire che per votare serve forza computazionale, casomai è una"
capacitàcomputazionale-crazia", quindi alla fine servono soldi e capacità e voglia di rischiare in proprio per poter votare, questo era scritto chiaro nero su bianco sin dall'inizio.
Bitcoin nasce principalmente come metodo di pagamento sicuro (per chi lo riceve, soprattutto a distanza laddove è molto difficile cioè verificare l'identità di chi paga, per eliminare i costi derivanti dal rischio di chargeback).
Tutto ciò che ne consegue e che ha acceso gli animi liberal/anarchici di molti, ad esempio il fatto di rendere la gente veramente proprietaria dei propri soldi e quindi la possibilità di bypassare il sistema bancario, la possibilità di effettuare transazioni pseudoanonime, ecc. è semplicemente una conseguenza del funzionamento di questo sistema,
non costituiva l'obiettivo diretto per cui è stato costruito bitcoin, ma al più un effetto collaterale.
EDIT:
Anche per questo sono nati diversi tentativi di monete alternative (al di là dei casi meramente speculativi): diversi hanno guardato agli "effetti collaterali" del bitcoin e li hanno giudicati non solo collaterali ma degni di essere considerati aspetti fondamentali e fondanti, e quindi hanno cercato di modificare alcune caratteristiche della moneta per poter rafforzare sempre di più quelle caratteristiche che considerano oltremodo positive.
Chi ha visto semplicemente in bitcoin il fatto positivo di poter far soldi rapidamente ha creato dei semplici cloni per poter tirare su soldi (obiettivo speculativo), chi ha visto come positivo l'anonimato (o pseudo) delle transazioni, ha cercato di migliorare quell'aspetto (e recentemente ci sono state proposte di legge dirette esplicitamente contro quel tipo di criptovalute, non contro bitcoin).
L'equivoco su bitcoin e democrazia nasce dal fatto che all'inizio chiunque partecipasse alla rete era sia utente sia full node sia miner. L'
accesso liberale all'inizio coincideva quindi in effetti con la democrazia nel prendere le decisioni, ma con il passare del tempo in un qualsiasi sistema liberale la differenza tra chi ha investito molto in conoscenza, hardware, ecc. e chi non lo ha fatto ha determinato la situazione odierna; è una questione di efficienza, io semplice utente che passo la maggior parte della mia giornata facendo altro e non occupandomi di bitcoin non posso competere con chi invece ci ha investito anni, cioè tempo e soldi. Quindi ho perso pian piano peso decisionale.
Il fatto che satoshi prevedesse che i semplici utenti non avrebbero mantenuto alla lunga neanche i full node lo testimonia il fatto che nel suo paper dedica un'intera sezione per la spiegazione del SPV, il metodo per verificare in modo semplificato la validità di un pagamento: era chiaro che la maggioranza degli utenti avrebbe con il tempo utilizzato quel metodo e non la validazione completa della blockchain attraverso il proprio full node.